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Gay & Bisex

Scuola Guida (parte 2)


di LettoreErotico
19.07.2023    |    10.596    |    9 9.6
"I loro corpi erano ora più vicini che mai..."
Appena entrò nell’auto prese il blocco notes ancora sul cruscotto per coprire il suo pacco ancora un po' gonfio. Fece iniziare Luca con i soliti primi passi: cintura di sicurezza, specchietti controllati, uno sguardo ai pedali. Quando venne il momento di tirare giù il freno a mano, tenendo gli occhi già pronti sulla strada ma non avendo ancora domestichezza con gli spazi della macchina, la mano di Luca afferrò il ginocchio di Claudio e istintivamente cercò di spingerlo giù.
L’istante che se ne accorse Luca si buttò di nuovo in una serie di scuse che Claudio subito accettò cercando di tranquillizzare il ragazzo. Mentre guidava Claudio più volte gli ricordò di tenere gli occhi fissi sulla strada e di cercare di non guardare il cambio per capire in che marcia fosse. Altre volte successe come all’inizio che la mano del ragazzo trovasse il ginocchio dell’istruttore invece che il cambio. Fortunatamente Luca se ne accorgeva subito e spostava la mano per raggiungere l’obbiettivo giusto. Ma ogni volta che succedeva una scossa d’energia faceva palpitare un po’ di più Claudio.
La mano nei suoi numerosi errori iniziava a spingersi così a destra che ad un certo punto la possibilità che il ragazzo lo toccasse tra le cosce aveva risvegliato del tutto il cazzo di Claudio che come prima in ufficio aveva alzato una tenda nei suoi pantaloni. Quando inevitabilmente successe e Claudio si ritrovò le dita di Luca sulla stoffa che gli avvolgeva il cazzo, l’istruttore preso dallo shock non seppe che dire. Rimase muto, il suo cuore che batteva all’impazzata, così forte che ne sentiva il ritmo fino dentro il cazzo.

Per qualche secondo lo sentì pulsare nella mano dello studente che impassibile cercava di mantenere il controllo sulla macchina. Mosse il rigonfiamento nella direzione che voleva e lasciò andare come se non fosse successo nulla. Claudio si chiese se il ragazzo avevo capito cosa fosse appena successo, ma non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca che le dita calde e sudate di Luca furono di nuovo sul suo cazzo.
Per alcuni minuti il ragazzo continuò a guidare così, inconsapevolmente torturando il cazzo ormai durissimo del suo istruttore. Claudio preso di nuovo da un momento di genialità, stavolta guidata più dal suo pene incontrollabile che dai suoi occhi vogliosi, guidò il ragazzo verso la stessa strada piena di dossi che aveva fatto percorrere alla studentessa con l’incredibile quinta.
Il costante tentativo di cambiare marcia di Luca e il ricordo di quelle tette perfette fece arrapare Claudio al punto tale che in un lampo di non lucidità e di puro istinto animale l’istruttore abbassò l’elastico della tuta appena abbastanza da far uscire allo scoperto il suo cazzo ormai bagnato di umori.

Il timore di aver esagerato durò qualche istante ma subito sparì quando arrivò il piacere provocato dalla mano del ragazzo a diretto contatto con la sua pelle. I movimenti di quella mano sembravano intensi e precisi come i colpi che aveva dato contro il culo del suo amico e anche stavolta furono così provocanti da portarlo quasi all’orgasmo. I suoi occhi erano chiusi per la goduria quando Luca chiese quale strada prendere al prossimo incrocio.
Claudio mormorò di andare a destra, la prima risposta che gli passò per la mente annebbiata dall’arrapamento. Luca gli chiese se la velocità andava bene e Claudio istintivamente sussurrò di andare più forte. Lo disse di nuovo. Disse di andare più forte. Lo disse ancora e Luca chiese se fosse sicuro.
Il ragazzo sniffò rumorosamente l’aria nella macchina che aveva iniziato ad assumere un odore pungente e a stranamente familiare. Sentiva alla sua destra il respiro dell’istruttore che si faceva pesante. All’inizio come se fosse semplicemente raffreddato, poi si fece più intenso come se avesse appena corso. Piccoli sussurri e rumori sfuggivano dalla sua bocca.

Il modo in cui disse di andare più veloce fece scattare un ricordo nel corpo di Luca che lo portò a sentire qualcosa muoversi nei suoi pantaloni. Si stava concentrando sulla risposta del suo cazzo quando si trovò tutto ad un tratto davanti un muro. Fermò la macchina e si accorse di essere finito in un vicolo cieco.
L’inesperienza gli fece dimenticare di tenere premuta la frizione e il motore della macchina si spense. Si voltò per scusarsi con l’istruttore ma si fermò vedendo lo spettacolo che aveva davanti. Staccò la mano dal cazzo di Claudio che finalmente aprì gli occhi. Stavolta fu l’istruttore a balbettare una serie di scuse.

L’attenzione di Luca passò dalla bocca tremante di Claudio al suo collo taurino. Scese verso le spalle larghe e quel petto grosso che una volta era stato un paio di pettorali molto sviluppati, poi passò alle braccia muscolose e strette nelle maniche, gli avanbracci di un uomo che avrebbe potuto facilmente prenderlo in braccio. Si accorse della pancia appena pronunciata e segnata da una traccia di peli scuri visibili nello spazio tra la maglietta appena sollevata e la tuta spinta sotto un paio di palle gonfie e rasate recentemente.

Le parole dell’istruttore erano passate completamente in secondo piano e l’attenzione di Luca era stata concentrata sull’unica cosa che in quel momento riusciva a vedere. Un bellissimo cazzo di circa venti centimetri, così duro da rimanere alzato e sobbalzare ad ogni gesto dell’istruttore. Era così spesso che subito Luca si chiese se potesse entrare tutto nella sua bocca. Era così dritto e perfetto che quella cappella grossa e succulenta sembrava muoversi su e giù in qualche forma di invito. Poi Luca si accorse del silenzio e i suoi occhi si incontrarono con quelli di Claudio.

Ci fu un momento di silenzio, poi Luca lentamente si avvicinò a Claudio che d’istinto arretrò contro la portiera e gli chiese cosa stesse facendo. Luca si fermò di nuovo con gli occhi puntati su quelli di Claudio che adesso non fiatava. Allungò la mano verso il cazzo che ancora si ergeva in tutta la sua lunghezza, e il suo proprietario fece un altro sobbalzo all’indietro, ma stavolta non disse niente. Non ci fu bisogno di parole, Luca vedeva dalla reazione di quel membro che poteva allungare la mano. Le sue dita si strinsero attorno a quel cazzo e lo sentì pulsare, l’altra mano l’appoggiò sulla coscia di Claudio e sentì il tremore che percorreva il suo corpo.
Luca avvicinò il suo viso alla cappella. Sentì un movimento rapido tra le sue dita. Poi prese a sniffare e avvicinò le labbra alla base di quel membro. Un altro movimento, la pulsazione fece vibrare il cazzo di lato e andò a sbattere rumorosamente un paio di volte sulla guancia di Luca. Prese a baciare la lunghezza e arrivò con le labbra sulla punta. Il tremore della coscia aumentò e sentì il respiro di Claudio farsi di nuovo profondo e ansimante. Luca stette per un secondo con la bocca socchiusa sulla cappella e alzò gli occhi per guardare Claudio. Il suo viso era contemporaneamente in preda alla paura e alla ceca voglia di essere segato. Luca prese un respiro e si tuffò su quel cazzo.
Cercò subito di infilarselo tutto in bocca, forse facendo il passo più lungo della gamba, ma la soddisfazione di sentire quella cappella toccargli la gola fu appagante. Sentire l’inaspettatezza di quel piacere nel sospiro di Claudio face spuntare un sorriso di soddisfazione sul volto di Luca.

Con la coda dell’occhio vide la fede nuziale sulla mano a pochi centimetri da lui e l’idea di star succhiando un uomo che non era mai stato succhiato da un uomo lo eccitò incredibilmente. La realizzazione fece scattare il senso di sfida e iniziò a ciucciare quel cazzo con tutta la determinazione che aveva. Usò tanta saliva e sapeva che più bagnava quella cappella più quella diventava sensibile. Ci girò attorno più volte con la lingua. Andò forte e poi andò piano, facendo esplorare a quel cazzo la sua bocca. Sentì le dita dell’istruttore cingergli la nuca e accarezzargli i riccioli sulla testa.
Con quel segnale Luca iniziò a lasciarsi andare. Prese a far sfuggire rantoli di piacere ogni volta che andava su con la testa, con la mano appoggiata alla coscia di Claudio sentiva i muscoli possenti di quelle gambe e accarezzava quel pelo scuro, e con l’altra mano iniziò ad esplorar sotto la maglietta arrivando a quel petto grosso e villoso.
Sentì da sopra la stoffa le dita di Claudio che gli avevano preso la mano e la stavano spingendo ad afferrare quel pettorale. L’istruttore aveva li occhi chiusi ma il suo corpo si stava muovendo da solo, le cosce che accarezzavano una il viso e l’altra la spalla del ragazzo, il bacino che si muoveva leggermente per servire il suo cazzo a quella bocca vogliosa, una mano che guidava la testa a fare su e giù e l’altra che guidava le dita che ora avevano preso a stuzzicargli i capezzoli, cosa che aveva fatto alla moglie ma che lei mai aveva ricambiato.

Quando Claudio trovò il coraggio di aprire gli occhi vide come prima cosa il profilo delle chiappe del ragazzo spuntare dall’elastico dei pantaloni. Due colline pallide e lisce che si muovevano ipnoticamente seguendo il ritmo con cui la testa di Luca si muoveva su e giù sul suo cazzo ormai duro quasi da far male.
Con piccoli passi fece scorrere la mano con cui stava accarezzando i ricci del suo cliente fino a farla arrivare ad una delle sue natiche. Erano al tatto perfino più morbide e sostanziose di come apparivano già alla vista. Fu in quel momento che si accorse della sensazione di umido che proveniva dalla sua gamba e si accorse che il ragazzo aveva iniziato a strusciare la sua erezione sul suo grosso polpaccio.
Per un momento fu strano vedere così vicino a sé il pene eretto di un altro uomo e il suo stesso pene a quella vista si fece meno duro, ma con la prontezza di un esperto Luca sputò sul cazzo di Claudio e intensificò subito la velocità e la stretta con cui lo stava masturbando. La fitta di piacere gli fece alzare gli occhi al cielo e concentrandosi sulla voglia e la sottomissione che trasparivano dai rantoli che Luca produceva con gusto, Claudio si trovò adesso ancora più duro di prima, cosa di cui lui stesso si meravigliò.

L’istruttore di guida sentiva il cazzo arrapato dello studente che strusciava sempre più su lungo la sua gamba e aveva ora raggiunto l’altezza della sua coscia, sentiva quella cappella bagnatissima spingere ripetutamente nell’incavo sotto la sua pancia grossa e pelosa. Insieme a quel cazzo, un’altra cosa che si era spinta più su verso di lui era il calore del respiro ansimante del giovane.
Ad un certo punto la bocca dello studente si era staccata dal cazzo di Claudio, lasciando il lavoro ad una mano che ora poteva andare ad un ritmo perfino più intenso, e piano piano era salita verso il suo petto ed era ora arrivata a pochi centimetri dalla sua di bocca. Claudio portò giù il suo sguardo e per un momento il frenetico muoversi dei due corpi sul sedile si fermò. I loro corpi erano ora più vicini che mai. La mano di Claudio stringeva con comodità la chiappa di Luca spingendola a sé. La mano sinistra di Luca era arrivata al collo di Claudio e la destra scorreva lentamente sul cazzo. Per un secondo l’unico suono nella macchina fu quello dei loro respiri affannati. Poi d’istinto Claudio usò la sua mano libera per portare il viso di Luca finalmente contro il suo.

Un bacio umido e appassionato. Claudio ebbe l’impressione di sentire il sapore del suo stesso cazzo attraverso le labbra carnose del ragazzo. I loro volti si staccarono solo quando ormai Claudio dovette prendere fiato a causa dell’intenso stimolo che era partito dal profondo delle sue palle piene.
Sfinito, l’istruttore di guida si lascio cadere poggiando la guancia sul collo del ragazzo, perso in uno stretto abbraccio mentre sentiva i fiotti di sborra che esplodevano dalla sua cappella dentro la mano del giovane cliente. Claudio lasciò sfuggire urla soffocate di piacere nell’orecchio di Luca che ora come impossessato da una voglia irrefrenabile lo spinse verso il finestrino così da liberarsi dall’abbraccio ed essere di nuovo libero di abbassare la testa sul cazzo ancora arrossato di Claudio.

Luca succhiò avidamente il cazzo grondante di Claudio mentre con la mano incominciò a segarsi violentemente. I suoi rantoli si fecero ancora più rumorosi e disperati come a intendere che tutto quello che stava ingoiando non gli bastava, che avrebbe voluto ancora di più. Fu però accontentato quando la sua lingua provocò una seconda ondata di sborra dal cazzo che aveva ancora in bocca. Fu a questo puntò che in tutta risposta il cazzo del ragazzo esplose proiettando getti caldi lungo la coscia dell’istruttore.
Dopo tutto quell’ansimare la bocca di Luca si aprì attorno al cazzo di Claudio per poter prendere fiato e dall’angolo di quella bocca spuntò un rivoletto bianco e viscoso. Quando la goccia cadde sulla coscia di Claudio, Luca prese a dare piccoli baci con cui portava alla bocca quel bene prezioso per cui aveva sudato tanto.
Stettero in quella posa così per qualche secondo, appoggiati uno sull’altro nel silenzio interrotto solo dal rumore dei baci di Luca e dal respiro profondo di Claudio. Poi all’improvviso sentirono qualcosa bussare sul vetro del finestrino.
Lo sguardo del ragazzo si alzò e quello dell’istruttore lo segui girandosi per vedere con terrore chi fosse stato. Da quella prospettiva Claudio riuscì a vedere solo una maglietta polo blu a maniche corte e strette con righini bordeaux, da cui spuntavano un paio di bicipiti ben scolpiti, e una cintura con fondina che teneva su un paio di pantaloni grigio azzurri mettendo in evidenza un bel pacco rigonfio.
Una voce familiare gli chiese cosa stessero facendo e Claudio capì finalmente chi fosse il poliziotto che li aveva beccati.
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