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Schiavo in cella - finale


di gserpe
18.01.2025    |    28    |    0 6.0
"Senza estrarre i loro grossi cazzi ormai svuotati, don Pietro si accasció su di me..."
Don Pietro fece il miracolo! Lui poteva tutto là dentro! Tutti erano in debito con lui in qualche modo.
Passai gli ultimi giorni in cella con Michele. Dormimmo abbracciati e non ci curammo di quello che accadeva intorno a noi, eravamo in una bolla d’amore, felici per quel che avevamo trovato e tristi per l’imminente distacco forzato.
Sapevo che Michele sarebbe rimasto là dentro per poco, si parlava di un mese massimo, ma l’idea di lasciarlo mi faceva male e lui sentiva lo stesso.

Facevamo l’amore il più possibile. Era dolce, passionale. Mi stringeva a sé ed eravamo una cosa sola, lui dentro me e io che lo accoglievo. Una fusione unica.

Era l’ultima notte e facemmo l’amore quasi con le lacrime agli occhi. Fu dolcissimo, niente era rimasto di quelle scopate selvagge, adesso quella sensazione di tristezza aveva preso il sopravvento e avevamo solo la necessità di amarci liberamente senza la prospettiva del distacco, senza le sbarre, senza le guardie…

Ero quasi addormentato, Michele dietro di me, eravamo nudi, mi stringeva e sentivo ancora la sborra tra le mie natiche e il suo pene flaccido. Rumore di passi verso la nostra cella, strani per quell’ora della notte. Due figure si fermano davanti alle sbarre, uno dei due apre e l’altra figura più grande e massiccia entra. “Sono venuto a salutarti.” Era don Pietro. Mi siedo sul letto di scatto e sveglio Michele che dopo un attimo dice “ah sei riuscito a venire! Bene!”
Sono stordito, non capisco cosa stia succedendo.

“Marco tranquillo, mio padre vuole solo salutarti…” Michele sorride furbo. In quel momento comprendo tutto. Un moto di rabbia mi pervade, non voglio essere trattato così dall’uomo che amo, non voglio che mi “offra” a suo padre ogni volta che lui lo chiede. Mi alzo di scatto e provo a ribellarmi, ma in un attimo ho la mano di Don Pietro che mi tappa la bocca e con l’altra mi blocca la nuca. “Marco non fare lo stronzo proprio adesso.” È a pochi centimetri dal mio viso. È furioso e lo sento da come mi stringe, mi fa male. “Ti ho aiutato in questo periodo qua dentro. Ti ho tenuto lontano da personaggi squallidi. Adesso voglio il tuo culo per l’ultima volta, e se non vuoi darmelo, significa che me lo prenderò con la forza!” Sorrise e con la forza mi mise in ginocchio. Guardai Michele che era fermo la, nudo ed eccitato. Mi cadevano lacrime calde dagli occhi. Mi sentivo tradito.

Don Pietro era già barzotto e lo potevo vedere sotto la tuta, il suo cazzo stava prendendo forza e sapevo che mi avrebbe usato per bene. Lo tiró fuori e con una mano mi premette sulle guance per farmi aprire la bocca, ci sputò dentro un paio di volte e senza alcun riguardo mi invase con la sua minchia. Aveva un odore forte, mi riempì le narici e cominciò lentamente a spingersi sempre più in fondo alla mia gola. Me la stava scopando con forza e avevo grossi conati e perdevo filamenti di bava dai lati della bocca.
“Michè ma vuoi fare il guardone? Unisciti a noi! Scopati la gola della nostra troietta o inizia a preparargli il buco! Vedi se ha spazio per due ospiti invadenti! Ahahhahah”
Michele rise e si lanciò tra le mie natiche. Cominciò a lavorarmi il buco con la lingua e un paio di dita, io gemevo sotto il colpi di cazzo di don Pietro, la gola in fiamme e le sue mani che mi stringeva la testa.
Il trattamento di Michele al mio buco mi stava facendo perdere ogni freno, sentivo che la rabbia stava svanendo e poco a poco mi lasciavo andare a quell’invasione barbarica.
Don Pietro si accorse del cambio di mood e disse “te lo avevo detto che dopo qualche capriccio si sarebbe lasciato andare! Ora vuole solo i nostri cazzi, vero? Vero che vuoi i nostri bei cazzoni piantati in gola e in culo?” Mi liberò la gola per un secondo e dissi “si, vi prego!” E all’istante, senza alcun preavviso mi ritrovai il cazzo di don Pietro in gola e sentii l’ano squarciarsi all’ingresso del cazzo di michele che con un solo colpo lo infilò tutto dentro. Il mio urlo fu soffocato dalla presenza ingombrante che avevo in gola.

Cominciarono a pomparmi in maniera selvaggia. Le palle di don Pietro battevano sul mio mento. Schizzi di saliva andavano ad imbrattare il suo ventre e la folta peluria pubica.
Un forte calore nel mio ano e la sensazione di un fiume in piena che scende. “Cazzo Marco stai squirtando dal culo! Sei bagnatissimo! Pà guarda è assurdo, vieni a scoparti sto buco!”
Non se lo fece ripetere! Mi prese per le ascelle e quasi mi lanció sulla branda. Ero a pecora col buco grondante e largo, brutalmente esposto.
Michele si mise a gambe aperte davanti a me e mi affondò il cazzo in gola, don Pietro mi prese per i fianchi e senza alcun riguardo affondò tutto il suo vigore dentro me! Ero pieno, ero soddisfatto, ero drogato di loro. Volevo quei due cazzi dentro me e lì volevo là dentro per sempre.

Dopo un tempo che mi sembrò infinito, don Pietro si spostò e mi lasciò il buco totalmente largo e pulsante. “Michè stenditi e impalalo!” Eseguimmo gli ordini. Non avevo il coraggio di baciarlo. Non era quello il momento di farlo. Cominciai a cavalcare.
Nella concitazione del momento non avevo visto che l’altra figura alle sbarre era ancora là e si godeva la scena, col cazzo durissimo in mano e una sega poderosa!
“Cazzo ma lui è ancora qua!” Dissi
“Ah sì! Gli ho promesso che poteva guardare, ringrazialo. È lui che ha permesso tutto questo! Non ti scopa ma vuole svuotarsi il cazzo nella tua gola!”
Non riuscii a replicare. Nello stesso momento in cui finì la frase spinse la grossa minchia all’ingresso del mio buco, già pieno del cazzo di michele, e cominciò a spingere facendosi spazio a forza.
Mi mise una mano sulla bocca per non farmi urlare e con un colpo deciso entró dentro lacerandomi.
Cominciò una pompata feroce. Padre e figlio davano colpi sempre più decisi. Credevo di perdere i sensi. Il dolore era tanto ma anche il piacere e la voglia. La testa mi girava e sentii qualcosa montare in me sotto quei colpi. Non riuscii a trattenere gli schizzi che coprirono il petto e la faccia di Michele che prese con le dita il mio succo e lo portò alle mie labbra.

Continuarono senza preoccuparsi di me. Ero stremato. Don Pietro mi aveva portato le braccia dietro la schiena e mi tirava a sé con forza. Sentivo la sua goduria. Sentivo i versi gutturali, incitava il figlio “scopati la tua Troia. Sfondiamola. Apri il culo vacca.” Non era mai stato così brutale con me. Nonostante tutto godevo di quel trattamento, la mia mente era plasmata. Ero una loro proprietà e facevano di me quel che volevano.

“Pensa ai pranzi in famiglia! Tuo zio e tuo cugino vorranno scoparsela! Ahhahahah”
Michele rideva con suo padre. Grondavano di sudore. Sentivo il mio ano che grondava e il rumore tipico che si sente quando si stantuffa una figa bagnata! “Michè questo si bagna più di una figa, lo senti quanto liquido fa?!? Ha fatto un lago sul materasso!”

Sentivo che stavano per esplodere. I loro cazzi si stavano gonfiando! “Pà riempiamolo insieme! Ci sei?”
“Si si! Non resisto più! Voglio riempirlo di sborra!”
Cominciarono a pomparmi il buco ancora più forte, e nel giro di un paio di minuti li sentii esplodermi dentro tutto il loro liquido bollente che mi bruciava le pareti lacerate. Davano colpi secchi e decisi e sentivo sborra schizzare fuori e colarmi sulle palle e giù per le cosce.
Senza estrarre i loro grossi cazzi ormai svuotati, don Pietro si accasció su di me. Pesante. Mi schiacciò a Michele che finalmente mi baciò.

Sentimmo aprire la cella e la sagoma di Antonio avvicinarsi con il cazzo in mano durissimo e un’espressione da predatore soddisfatto.
Don Pietro mi sfiló il cazzo moscio dal culo e mi prese per un braccio tirandomi giù dalla branda, in ginocchio sul pavimento freddo. Le gambe non mi reggevano e rimasi la, sapevo cosa voleva. Sentivo l’ano totalmente dilaniato ed ero pronto a soddisfare con la gola anche questo maiale.
Sì piazzó davanti a me, mi prese la nuca e con un colpo affondò tutto il cazzo nella mia gola. Michele e suo padre guardavano accasciati sul letto, i cazzi flosci lucido di umori.
Antonio cominciò a pomparmi e ringraziai quando dopo un minuto mi premette la testa contro il suo pube e svuotò tutto il suo succo nel fondo della mia gola.
Quando lo tirò fuori mi lasciai andare sul pavimento e mi addormentai.

Mi svegliai in piena notte coperto di sudore e con il ventre pieno di sborra. Ero stordito. Mi misi a sedere e vidi Michele che dormiva beato. Ci misi qualche minuto, ma alla fine compresi: avevo sognato tutto. La mia mente aveva messo in scena quella fantasia che era talmente reale da aver provocato un orgasmo. Era stato un sogno bellissimo.

Mi distesi e guardai Michele dormire. Al mattino le guardie arrivarono e mi portarono via, verso la libertà. Lontano dai miei desideri.

Fine
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