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Gay & Bisex

Prima volta a Berlino


di sasha17
23.10.2022    |    232    |    0 9.4
"Mi eccitava avvertire il suo cazzo duro che strusciava ovunque contro di me..."
La mia prima completa esperienza omosessuale è stata quattro anni fa, all'età di 50 anni.
Ero a Berlino per lavoro e l'ultima sera uscii a mangiare con un tipo che mi aveva fatto da interprete e tuttofare durante quei giorni. Era molto simpatico, di compagnia e un po' fuori di testa.
Anche lui non era di Berlino e soggiornavamo nello stesso albergo. Avevamo stretto un ottimo rapporto. Era sposato ed abitava a Torino.
Quella sera mi portò a mangiare in un ottimo ristorante dove, siccome doveva festeggiare il suo compleanno continuava ad offrirmi da bere ordinando vino e alla fine eravamo entrambi notevolmente su di giri. La serata passava piacevolmente e fu li che mi chiese di accompagnarlo in un locale che lui conosceva molto bene per finire la serata.
Mi lasciai convincere e cosi dopo una camminata di una decina di minuti arrivammo davanti al locale.
Avevo decisamente bevuto molto e fu per questo che riuscì convincermi ad entrare in un locale gay!
C'era molta gente, musica forte, luci soffuse e molta confusione.
Ovviamente la prima cosa che facemmo fu di andare diretti al bar e sfruttare la consumazione per l'ennesimo brindisi.
Poi mi trascinò in pista, dove ballai per poco tempo. Avevo la testa che cominciava a girare.
Io vidi dei divanetti e mi andai a sedere.
Non parlavo inglese e tanto meno tedesco, quindi ero praticamente isolato su quel divanetto.
Miki, il nome dell'amico che mi aveva trascinato li, faceva continuamente avanti e indietro tra la zona in cui si ballava e il sedersi accanto a me, spesso portandomi da bere.
Poi arrivò tutto sorridente dicendomi che aveva conosciuto due fighi, “due ragazzetti ventenni” che cercavano un posto dove dormire.
Gli dissi “non dire cazzate...ma sei fuori...sei ubriaco!”
ma lui insisteva dicendo che era un'occasione incredibile. Uno se lo prendeva lui e l'altro, però, me lo sarei dovuto prendere io in stanza.
Continuava in modo insistente nel cercare in tutti i modi di convincermi.
“Domani mattina hanno il treno presto, nemmeno ci devi fare colazione insieme....è solo per divertirsi un po' stanotte....non sanno dove passare la notte...noi gli diamo un posto per dormire e farsi una doccia e noi …...............ci divertiamo....almeno fallo per me...è un'occasione....dai è il mio compleanno....”
Gli dissi che era solo per fargli un favore e per il fatto che fosse il suo compleanno. Mi disse “mica ci devi fare per forza qualcosa.....puoi anche farlo solo dormire li e basta....fallo per me...”
Li portò ai divanetti, me li presentò.
Ovviamente io non ci scambiai nemmeno due parole dato il mio inglese!
In effetti erano due ventenni decisamente molto belli.
Non so come ma alla fine accettai la sua folle proposta. Lui il moro ed io il biondino.
Non pensavo a nulla in quel momento. Avevo accettato più che altro per fare un favore a Miki e ai due ragazzi. Ero convinto che ci avrei semplicemente ed unicamente dormito accanto, punto e basta.
Uscimmo dal locale e ci incamminammo verso l'albergo che distava circa un quarto d'ora a piedi. Miki continuava a parlare ridere e scherzare con i due tipi.
Ogni tanto mi traduceva e mi rendeva partecipe della conversazione.
Avevano 24 anni, erano universitari tedeschi e stavano girando per vacanza con il treno. Dormivano negli ostelli, normale per quell'età. Ma quella notte non avevano prenotato da nessuna parte perché alle 6 sarebbero dovuti uscire dall'ostello e secondo loro non valeva la pena spendere per una notte se poi dovevano svegliarsi così presto.
Arrivammo all'albergo, Miki parlò con la receptionist e quindi ci fece cenno di entrare. In ascensore Miki si baciò con il tipo. Rimasi un po' in imbarazzo, l'altro mi guardò e sorrise.
La mia stanza era prima della sua, aprii e il biondino mi segui in stanza.
Salutammo Miki e il tipo dandogli la buonanotte.
Chiusi la porta.
Ero ubriaco e stanco.
Capivo poco di ciò che mi stava succedendo, diciamo che era tutto così da fuori di testa.
Misi tutto in cassaforte, visto che comunque il tipo non lo conoscevo, anche se l'impressione era di due bravi ragazzi.
Il biondino parlava, ma io non capivo praticamente nulla.
Andai in bagno per primo. Mi lavai e mi misi in mutande e magliettina per andare a letto. Era il pigiama di quelle notti in albergo.
Quindi mi infilai sotto le lenzuola e mentre lui entrava in bagno spensi la luce lasciando accese solo le due lucette a lato del letto.
Avevo una gran voglia di dormire, ero stanco e la testa mi girava. Ma cercai comunque, per gentilezza di restare sveglio.
Sentii l'acqua della doccia. Evidentemente sfruttò la mia doccia per lavarsi, e la cosa mi fece piacere, visto che comunque doveva dormire accanto a me in quanto la stanza aveva solo un letto matrimoniale e nessun divano o altro posto dove potersi coricare.
Poi ricordo di essermi addormentato e di essermi svegliato di colpo quando sentii la porta del bagno chiudersi e la luce della stanza accendersi. Lui disse qualcosa, forse per scusarsi, ma non capii una parola.
Aveva un asciugamano avvolto in vita. Venne verso il letto e mi disse che non aveva un pigiama pulito, o perlomeno è quello che capii io.
Poco prima di raggiungere il letto si tolse l'asciugamano appoggiandolo su una sedia e quindi raggiunse il letto. Era completamente nudo, aveva un corpo perfetto, alto e ben scolpito. E soprattutto notai il suo cazzo: aveva già una certa consistenza, non era moscio come invece lo avevo io.
Si sdraiò accanto e mi tolse il lenzuolo. Mi parlava ma non capivo. Avevo il cuore che batteva a mille. Si toccò masturbandosi un po' il cazzo da solo il quale gli diventò in un attimo duro e grosso.
Avrei potuto respingerlo, spiegargli che io in quel locale ci ero andato solo perchè mi avevano portato. Potevo dire e fare molte cose ma lasciai che il biondino si avvicinasse per poi baciarmi sul collo.
Ricordo i brividi e quel senso strano di voglia, nervosismo, ansia ed eccitazione.
Mi tolse la maglietta e i boxer.
Eravamo entrambi nudi.
Lui aveva il cazzo in tiro a differenza di me ed era quindi evidente, a quel punto. chi in quella notte avesse dovuto fare l'uomo.
Spensi la luce, ero sicuro che al buio tutto sarebbe stato più sempòlice.
Comiciammo a toccarci, accarezzarci e baciarci ovunque.
Il coinvolgimento fu totale
Ero avvinghiato a lui, mi baciò sulle labbra.
Una volta, poi di nuovo e cominciammo a limonare.
Mi eccitava avvertire il suo cazzo duro che strusciava ovunque contro di me.
Poi, inevitabilmente lo sentii premere sul mio ano....
Allargai le gambe inarcandomi leggermente.
Mi sussurrò qualcosa all'orecchio.
Non capii cosa mi disse ma subito intesi cosa mi stava dicendo.
Mi stava chiedendo o semplicemente avvisando che sarebbe entrato in me.
Mise un braccio sotto al mio ginocchio, tirandomi indietro e insù una gamba e subito dopo sentii la sua verga premere con forza sul mio sfintere.
Una breve resistenza e subito le mie viscere lo lasciarono sprofondare in me.
La cosa mi eccitò, ero soddisfatto di aver permesso a quel cazzo di sfondarmi.
Glielo dissi “si scopami....”
Lui mi disse cose che non capivo e io continuavo a ripetergli che mi piaceva, che doveva scoparmi.
Nella posizione in cui eravamo potevamo continuare baciarci mentre scopavamo.
La cosa fu devastante.
Ero eccitata come una mogliettina alla sua prima notte di nozze.
Lui mi scopava con forza.
Ero eccitatissimo, gli avrei permesso tutto.
Anche di venirmi dentro.
Poi dei forti colpi mi procurarono un forte godimento, dal mio cazzo cominciò sbrodolare sborra.
Lo strinsi a me, mentre sborravo e mentre lui continuava a martoriarmi con il suo duro cazzo.
Poco dopo lo tolse e appena un istante dopo un forte getto di sperma mi riempi il ventre e qualche schizzo sino al viso.
Si sdraiò sfinito dalla sua parte del letto.
Ero pienno del suo sperma, ne sentivo l'odore.
Ero sfinito, mi addormentai.
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