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Gay & Bisex

Partecipazione "esterna"


di slavemanbsx
02.09.2014    |    8.417    |    10 8.4
""Ora inginocchiati fra le sue gambe e mettiti a succhiare!" continuò perentorio..."
Quel giorno mi chiamò, come sempre, al mattino, dicendomi che la sera avrebbe anticipato di un'ora, alle 20 anziché alle 21. L'eccitazione che mi pervase, non mi fece notare la stranezza della cosa: aveva sempre fissato i suoi arrivi alle 21. Passai il resto della mattinata ed una parte del pomeriggio con la mente in subbuglio, rivedendomi nelle scene passate, come se fossi davanti ad un film. Poi, verso le 17, cominciai la mia preparazione. Mi feci alcuni abbondanti clisteri di pulizia interna (non senza erezioni multiple ...), ripassai la depilazione del pube, del pene, dei testicoli, delle natiche e del solco in mezzo. Quindi mi feci un'accurata doccia. Quand'ebbi finito, l'orologio segnava ormai le 19 e la mia eccitazione per l'approssimarsi del suo arrivo mi procurava un'erezione costante ... "Uffff, devo rilassarmi", pensai, "altrimenti non riuscirò a finire la preparazione come lui vuole ..." Presi dal cassetto l'unico abbigliamento che dovevo indossare per lui, il solito laccio e la fascetta-distanziale in cuoio. Cominciai a fare profonde inspirazioni ed espirazioni per allentare la tensione del mio cazzo e poter così indossare quei due oggetti. Appena ci riuscii, parzialmente, presi la fascetta e la avvolsi attorno allo scroto, sopra le ghiandoline, stringendo bene e sistemando bene la pelle in modo da poterla sopportare più a lungo. Quindi presi il laccio e lo fissai attorno a testicoli e pene assieme, evitando di stringere troppo, perché sapevo che al suo arrivo mi avrebbe ordinato di stringere di più ... Subito mi partì l'erezione, che mi gonfiò le vene del pene e mi procurò un lancinante dolore ai testicoli. Mi sentivo ridicolo, come sempre, a girare per casa nudo e col cazzo duro ... indossai un accappatoio e cominciai l'eccitante attesa: mancava poco!
Alle 20 precise suonò alla porta. Tolsi in fretta l'accappatoio ed andai ad aprire. Fedele ai suoi voleri, appena entrato mi inginocchiai davanti a lui, gli aprii la patta e, eccitato allo spasimo, gli estrassi il malloppo al completo. "Mmmmmm ... è già al massimo" pensai, ammirando quel grosso cazzo duro e la notevole borsa che pendeva sotto ... I miei sensi ed il mio corpo lo conoscevano ormai molto bene, ma riusciva ogni volta a stupirmi.
Lui mi fermò e mi fece rialzare, annullando la tradizionale scopata in bocca sull'uscio di casa mia e mi portò subito in bagno. Da un sacchetto che aveva in mano, estrasse un grosso butt plug e due aghi lunghi più di 10 cm.
"Che ... che ... intendi fare?" domandai atterrito, portando le mani a protezione dei miei gioiellini violacei, immaginando dove lui volesse infilarli. "Se non farai esattamente tutto quello che ti ordinerò stanotte" disse con un ghigno che mi atterrì ulteriormente, "questi aghi sono destinati ad infilarsi nelle tue noccioline, da parte a parte!" La mia paura in quel momento era talmente reale, che mi sparì del tutto l'eccitazione ... se mi avesse colpito con un pugno allo stomaco, avrebbe sicuramente fatto meno danni ...
"N-no ... n-no ..." balbettai, "f-farò t-tutto, c-come s-sempre ..."
"Eh, no" replicò lui sorridendo beffardo "dovrai essere molto più efficiente!"
Mi allentò il nodo del laccio attorno al sesso e, approfittando della mia mancanza di eccitazione, lo strinse a tutta forza, procurandomi un gemito di dolore.
"Ora girati e piegati, che ti preparo io!" mi disse perentorio. Ubbidii prontamente e, mentre il mio cazzo tornava a farsi vivo, sentii la sua mano che mi spalmava di saliva il solco fra le natiche, insistendo sul mio ingresso ed infilandosi ripetutamente con due dita. Dopo un attimo, sentii la sua grossa cappella appoggiarsi al mio buco e, subito dopo, entrare completamente in me. Mi scopò con furia e senza soste per più di un quarto d'ora, scaricandosi poi completamente dentro di me. Finito di venire, restò dentro, immobile, ancora un minuto, poi lo tirò fuori, ancora duro.
"Resta fermo così" disse " e trattieni tutta la sborra!"
Strinsi l'ano dilatato per non far uscire il suo sperma e sentii qualcosa di freddo che si appoggiava al mio orifizio.
"Ahia" pensai, mentre quel qualcosa di freddo si insinuava in me, dilatandomi più di prima. "E' più grosso del suo uccello!" pensai, rivedendo mentalmente il grosso plug che aveva portato e che, ora, era tutto dentro di me.
"Ora girati," ordinò "e puliscimi bene il cazzo dalle tue schifezze!"
Eseguii con cura, arrossendo alle sue parole.
"Bene." mi disse, "Ora indossa solo una tuta, che usciamo!" Ubbidii prontamente, dando un'occhiata agli aghi minacciosi appoggiati sul mobiletto.
La cosa mi preoccupava alquanto, anche se il mio cazzo, duro più che mai, mandava continui fremiti al cervello, eccitato all'idea di uscire conciato così, con laccio e fascetta al sesso e il grosso plug che tratteneva dentro di me la sua sborra.
Uscimmo, andammo alla sua macchina e partimmo. Mi portò a Trieste e, dopo un 45 minuti circa di viaggio, che io passai cercando incessantemente di trovare una posizione in cui il plug non mi desse troppo fastidio, parcheggiò in una via secondaria.
"Tu sei una troia?" mi domandò mentre camminavamo per strada,
"S-sì", balbettai sorpreso.
"E di chi sei?" continuò.
"T-tuo" balbettai.
"COME?" tuonò.
"T-tua" replicai sempre più sorpreso. Era un tipo di conversazione che non avevamo mai fatto prima ...
Camminavo un po' a fatica, per via del plug che si faceva sentire ad ogni passo e per la mia eccitazione, che non mi aveva lasciato un attimo da quando eravamo partiti e che mi procurava lancinanti fitte al basso ventre.
"Bene" proseguì "Ora vedrò quanto lo sei veramente!"
"No, no" pensai un po' allarmato "non vorrà certo farmi battere ... non mi avrebbe inserito il plug". La mia mente cercava di tranquillizzarmi, ma l'uccello non voleva saperne di rilassarsi ...
Entrammo in un cine a luci rosse ed andammo alla cassa, mentre io cercavo di camminare il più normalmente possibile, nascondendo anche la mia ingombrante erezione. Dalle locandine interne, notai che trasmettevano un film di transessuali con grossi seni ed uccelli enormi. Entrammo nella sala e ci fermammo per abituarci all'oscurità.
"Ricordati degli aghi che ci aspettano a casa" mi sussurrò all'orecchio.
C'era poca gente e, dai movimenti strani, si poteva immaginare cosa stessero facendo gli spettatori ...
Mi prese per un braccio e si mosse in direzione dell'ultima fila, verso l'unica persona seduta lì. Mi fece sedere accanto a questa e lui si sedette a fianco a me. Dopo pochi secondi, mi sussurrò all'orecchio:" Ora fai un approccio con il tizio che ti sta seduto accanto!"
"Cazzo!" pensai tra me, "e come faccio? E se mi fa una scenata?"
La mia timidezza e la paura mi trattenevano, ma l'eccitazione e ... la paura degli aghi, mi fecero obbedire. Allungai una mano e la posai delicatamente sul ginocchio dello sconosciuto, sbirciandolo in viso per essere pronto alle reazioni. Era un anziano signore, sui 65 anni, tutto grigio di capelli, il quale reagì quasi subito appoggiando la sua mano sulla mia e portandola alla sua patta. Aveva il cazzo duro e, al tatto, sembrava piuttosto grosso. La mia eccitazione aumentò a dismisura, procurandomi un lancinante dolore ai testicoli che si irradiò a tutto il ventre, mentre sentivo la cappella mandare preoccupanti formicolii. Nel frattempo il tizio, che si era aperto la patta dei pantaloni, spinse dentro la mia mano. Al tatto mi sembrava essere un bel cazzo e la sensazione che mi dava era molto piacevole. Spinto dalla sua mano, glie lo tirai fuori completamente, assieme ai testicoli e cominciai a segarlo lentamente.
"Molto bene ... sei proprio una troia in calore" mi sentii dire all'orecchio dal mio amico e arrossii ancor di più. "Ora inginocchiati fra le sue gambe e mettiti a succhiare!" continuò perentorio.
"No no, non posso farlo!" urlai nella mia mente, mentre mi sollevavo leggermente dalla sedia, ma esitando alquanto.
"Pensa a quanto sono belli e lunghi gli aghi" mi sussurrò di nuovo il mio amico.
Presi coraggio dalla paura e scivolai per mettermi in ginocchio. Sentii due mani che mi afferravano i pantaloni della tuta e me li trovai abbassati completamente quando arrivai in ginocchio in mezzo alle gambe sconosciute. Subito l'anziano mi prese per le orecchie e mi tirò il viso sul suo cazzo.
Non aveva un buon odore, ma il suo cazzo era bello grosso e duro e dalla punta spuntavano delle goccioline, dolci al sapore. Lo feci accomodare nella mia bocca e cominciai a succhiare e a muovere la lingua sul suo filetto, ormai preso totalmente dalla libidine. Con la coda dell'occhio vidi il mio amico che prendeva la mano dello sconosciuto, dirigendola poi sul mio sesso, facendogli sentire come ero messo sotto. La spinse poi fra le mie natiche, facendogli sentire anche l'oggetto che mi chiudeva dietro. Come toccò il mio plug, sentii il cazzo che avevo in bocca pulsare e cercai di spostarmi, ben sapendo quello che significavano quelle contrazioni. Quattro mani mi bloccarono la testa, mentre il vecchietto mi spingeva in gola il suo affare e ... cominciarono gli schizzi!
Al primo ed abbondante getto, cominciai a venire anch'io in un estenuante ed interminabile orgasmo, scaricando tutta la libidine accumulata. Continuai a bere avidamente l'abbondante sborra che usciva dal cazzo che avevo in bocca e, nella follia del mio orgasmo, mi ritrassi un poco, per potermi riempire anche la bocca di quella sborra sconosciuta! Finito di succhiare l'ultima goccia, mi ritrovai spostato fra le gambe del mio amico, che aspettava a cazzo completamente duro e pulsante fuori dai pantaloni. Lo succhiai con gusto, mentre sentivo la mano dello sconosciuto che mi afferrava il plug e lo muoveva furiosamente dentro di me, facendo uscire un po’ della sborra del mio amico, che ancora avevo in corpo, mantenendo così intatta la mia dolorosa erezione, nonostante l'orgasmo appena provato. Quasi subito la bocca mi si riempì di nuovo di sperma denso e gustoso.
"Cavolo, che buono!" pensai, accorgendomi che era la prima volta che il mio amico mi veniva in bocca e non in gola, mentre un secondo profondo orgasmo mi faceva macchiare il pavimento sotto una seconda sedia ...
Finito di raccogliere l'ultima goccia del mio amico, mi tirai su velocemente i pantaloni e scappai fuori quasi di corsa, rosso in volto per la vergogna, sì, ma soprattutto per il piacere avuto. Arrivai alla macchina e, sconvolto da mille pensieri, attesi l'arrivo del mio dominatore.
Arrivò con calma e non lo guardai in faccia, per la vergogna. Ripartimmo.
"Sì", mi disse dopo un po' "sei più troia di quanto mi aspettassi!"
Cercai di rannicchiarmi il più possibile, per quanto me lo concedeva il dildo piantato dentro, ed arrossii violentemente.
"Tieni" mi disse porgendomi un bigliettino da visita, e sorridendo "il vecchietto vorrebbe rincontrarci!"
Ecco, ora sarei morto dalla vergogna!
Arrivati a casa, mi legò a gambe aperte al pavimento, 90 gradi, le braccia fissate tese alla parete di fronte, i testicoli stretti nella morsa in legno, orribilmente tirati e fissati alla base della parete dietro, mi sfilò il plug e me lo infilò in bocca, poi mi scopò con forza, a lungo, procurandomi ad ogni colpo un gran dolore lancinante ai testicoli neri, venendomi poi dentro un'altra volta e procurandomi un ulteriore, doloroso ed appagante orgasmo. Andò quindi in bagno a farsi il bidet, lasciandomi lì ancora un po', gocciolante della sua sborra. Quando tornò, mi liberò una sola mano, per farmi soffrire ancora un po' nel liberarmi e se ne andò allegramente soddisfatto. Mi tolsi il plug dalla bocca. Ci misi un po' a liberarmi, perché dovevo fare trazione ancora sui testicoli stremati per liberare l'altra mano. Una volta libero, mi sentii le gambe tremolanti che non avrebbero retto ancora a lungo. Stremato, non ebbi la forza nemmeno di lavarmi, ma raccolsi con le mani tutta la sborra che mi era colata lungo le gambe, la leccai e mi buttai sul letto, raggomitolato in posizione fetale, per il lancinante dolore ai testicoli ed al ventre, addormentandomi di colpo.
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