Gay & Bisex
Escalation
di slavemanbsx
02.09.2014 |
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"", ma un formicolio si fece improvvisamente sentire dentro la cappella..."
Chiamò esattamente due giorni dopo, sabato mattina, dicendomi che alle 14.00 sarebbe arrivato da me. "Cavolo!", pensai, "Ho poco tempo per prepararmi!". Appena riattaccato, andai in bagno e, seduto sul bidet, mi rasai con cura pube, pene, testicoli, natiche e solco in mezzo, non senza riuscire ad evitare qualche taglietto. Passai quindi alla pulizia interna, ma non avevo l'attrezzatura idonea. Che fare? Presi una bottiglietta da 1/2 litro d'acqua minerale non gasata, la stappai, introdussi leggermente il collo e la schiacciai con forza."La necessità, o meglio, la voglia" pensai sorridendo mentalmente, "aguzza l'ingegno". Mi sentii invadere dal getto liquido e freddo. Rabboccai con acqua più calda e continuai così fino a quando non mi sentii al limite massimo di tenuta. La mente, intanto, rivedeva alcune scene dell'ultimo incontro e furono causa di una magnifica erezione ...
Scaricai e tornai a riempirmi più volte, senza riuscire a trattenermi anche dall'introdurre due dita ogni tanto, mantenendo così al culmine l'erezione, finché l'acqua non uscì perfettamente pulita. Feci quindi una doccia, lavandomi con cura le parti intime, sempre eccitato dal pensiero di quello che da lì a poco sarebbe successo. Finita la pulizia, presi i lacci che mi aveva lasciato e ne avvolsi uno attorno a pene e testicoli assieme, stringendo con forza, l'altro attorno ai soli testicoli. Fu subito erezione, rapida e dolorosa.
Mancava più di un'ora all'orario stabilito e, francamente, mi sentivo assai ridicolo a girare per casa nudo, col sesso eretto, le vene gonfie e i testicoli violacei ... allentai un po' i lacci e fu subito sollievo.
Alle 14.00 in punto suonò il campanello. Una vampata di caldo da eccitazione mi arrossò le guance ... andai ad aprire, non senza provare un senso profondo di vergogna per il mio stato. Appena abbassai la maniglia, lui entrò, spingendo la porta e si diresse subito in salotto. Aveva con sé una grossa e pesante borsa, tipo da idraulico, che posò a terra vicino al divano, dove si sedette a gambe larghe.
"Vieni qua e fatti esaminare!", ordinò. Sempre più a disagio e vergognandomi da morire, ubbidii.
"Questo laccio è troppo lento", disse, sciogliendo il nodo del laccio messo attorno a pene e testicoli. Lo strinse a tutta forza, strappandomi un gemito di dolore, mentre il pene si alzò immediatamente, facendo diventare ancor più neri i testicoli. Il dolore che ne scaturì fu immediato e intenso, ma aumentò ancor più la mia erezione, che strinse di più il laccio, che ... un circolo vizioso che mi pareva non avesse più fine.
"Ora girati!", ordinò perentorio. "No, dai, non posso", pensai, girandomi e mostrandogli le natiche ...
Mi passò una mano sulle natiche, contropelo, poi mi ordinò: “ora piegati a 90 gradi ed apriti le chiappe con le mani!!"
"No no, non posso farlo, mi vergogno troppo!", pensai eseguendo i suoi ordini ... Subito sentii due dita bagnate passare ripetutamente sul buco fra le natiche aperte.
"Sei pulito?", mi chiese, cominciando a entrare in me con le due dita, lentamente, ma inesorabilmente, fino a entrare completamente, mentre un gemito usciva dalle mie labbra e la vergogna dell'umiliazione saliva alle stelle, così come la mia erezione ...
Continuò per alcuni minuti ad affondare ed estrarre le sue dita dentro di me, dandomi sensazioni sempre più forti, trasformando la mia vergogna in voglia sfrenata di sesso. Ora la mia mente non vedeva l'ora di essere preso dal suo magnifico cazzo!
"Ok, ora girati e inginocchiati qui!", ordinò, indicando il pavimento fra i suoi piedi. "Apri la bocca e tirami fuori il cazzo dai pantaloni!"
"Finalmente!" pensai vergognandomi. "Intanto succhiati queste!", disse, infilandomi in bocca le due dita che fino a un attimo prima avevano rovistato dentro di me.
"Usa bene anche la lingua!" disse, "Così sapremo se eri pulito dentro!" Eseguii diligentemente e alla perfezione il suo comando.
"Eri pulito?" mi domandò mentre iniziava a muovere le sue dita come prima aveva fatto nel mio culo. Annuii con la testa.
"Bene! Ora tirami fuori il cazzo!", disse. Slacciai la cintura dei suoi pantaloni, il bottone, abbassai la zip ed aprii la patta. Il suo cazzo eretto, scappellato e con la goccia in punta apparve ai miei occhi. Non portava mutande ...
Lo presi in mano, con voglia ed emozione e cominciai ad accarezzarlo ...
"Non toccarlo!" ringhiò, dandomi un ceffone in viso. L'umiliazione riaffiorò viva ... "Ora estrai anche i coglioni! Delicatamente ..." Infilai titubante una mano sotto la sua borsa e, delicatamente, estrassi i suoi testicoli.
"Bene, ora spalanca la bocca!" disse afferrandomi la testa all'altezza delle orecchie ed avvicinandomi al suo sesso teso e gocciolante. Mi tirò a sé infilandomi il sesso fino in fondo alla gola, rischiando di soffocarmi.
"Ora appoggia la lingua lungo tutta l'asta", mi sussurrò quasi all'orecchio. Obbedii e subito cominciò a muovermi indietro, fino a far apparire il bordo della sua cappella, per subito attirarmi di nuovo, in un movimento dapprima lento e poi sempre più veloce, finché ad esso si unì il movimento sincronizzato del suo bacino. Poi si fermò di colpo in fondo alla mia gola. Sentii le pulsazioni che precedono l'orgasmo, inspirai e trattenni il fiato ... un primo schizzo si riversò nella mia gola, abbondante, violento, seguito da altri ed altri ancora. Sembrava non voler più smettere ed io temetti veramente di soffocare e ... improvvisamente venni anch'io, spontaneamente, dolorosamente e intensamente. Con la costrizione dei lacci, i miei schizzi si riversarono contro il divano, con violenza, mentre il dolore ai testicoli aveva raggiunto un livello insopportabile.
Finito di riversarsi nella mia gola, lo strizzò per darmi le ultime gocce e poi mi tenne così, in ginocchio, col naso contro il suo ventre e il suo cazzo che lentamente si sgonfiava nella mia bocca, mentre lui si fumava una sigaretta. Finito di fumare, si chinò e raccolse la sua borsa, notando così le tracce del mio orgasmo.
"Mmmmm ... " disse, "sei proprio una cagna in calore ..." Cavolo ... avrei voluto scomparire improvvisamente ... " ... e credo che tu sia già pronta per proseguire nei nostri giochi ..."
"No, non è possibile!" pensai attonito, " mi sta trattando da donna! No, no, ho sentito male ...", ma un formicolio si fece improvvisamente sentire dentro la cappella ...
"Sei venuta solo gustando la mia sborra!" continuò "Chissà che farai dopo, quando ti scoperò quel tuo gran culo da troia!" Tenni gli occhi abbassati, rosso dalla vergogna ...
“Mentre mi fumo una sigaretta” disse “lecca via dal divano quella schifezza che ci hai sparato contro!” Vergognandomi sempre più, ubbidii, leccando tutto il mio sperma dal divano.
"Ora dobbiamo fare alcuni lavoretti" disse finito di fumare "perché ci serve una stanza dei giochi ..." Non capivo cosa avesse in mente, ma sicuramente sapevo che significato aveva per lui la parola 'giochi' ... Si alzò dal divano e prese il borsone.
"Che stanza possiamo usare?" domandò. "Non ... non so ...", risposi balbettando, "ho una stanza che al momento uso come ripostiglio ..."
"Vediamola!" disse. Lo accompagnai, sempre nudo come un verme, nel mio ripostiglio, una stanza 5 x 5 con finestra, senza mobili, dove tenevo degli scatoloni.
"Oh, sì" esclamò, "questa è perfetta!". "Ora liberala completamente" continuò, "e chiamami appena hai finito. Vado di là a fumare. Non farmi aspettare troppo, che mi incazzo!"
"No no, per carità" pensai sentendo ancora il bruciore delle sue cinque dita sulla mia guancia. Lavorai velocemente, mettendo fuori dalla stanza gli scatoloni. Poi aprii la finestra, chiusi le tende e alzai le persiane, per fare luce. Poi lo chiamai.
Arrivò con calma. Si era tolta la maglietta, restando a torso nudo. Mi chiese di portargli una scala, cosa che feci immediatamente, non capendo assolutamente cosa avesse in mente di fare. Aprì la tenda, cosa che mi fece balzare immediatamente fuori dalla stanza (abito a piano terra e non volevo assolutamente che gli inquilini di fronte mi vedessero nudo, depilato e con i lacci al sesso ...)
"Sì, sì" disse richiudendo la tenda, "capisco ... anche se ... mmmmm ... Chi abita di fronte?" Sentii quelle parole come una sorta di minaccia ...
Poi pose la scala al centro della stanza, vi salì e cominciò a picchiettare con le nocche della mano tutto attorno alla lampadina che pendeva dal soffitto (non ho messo lampadari, lì), unica luce artificiale.
"Sì", disse, "sembra ben solido ..." Ridiscese, tirò fuori dalla borsa un trapano con prolunga e 4 grossi anelli con Fisher ad espansione. Poi fece un foro a un metro e mezzo dalla lampadina, v’infilò un anello e lo strinse forte. Lo stesso fece dall'altra parte della lampadina, parallelamente alla finestra. Poi, ripeté l'operazione con gli altri due anelli, perpendicolarmente a quelli già messi e paralleli alle pareti laterali. Una specie di croce ... Scese. Prese altri 4 anelli e ne fissò uno su una parete, ad un metro di altezza e un altro, in linea col primo, a livello battiscopa. Altrettanto fece nella parete di fronte. Infine fissò 4 ganci al pavimento, in corrispondenza di quelli messi al soffitto.
"Ora passa l'aspirapolvere e poi portami un tavolino" disse. Eseguii. Allora tolse dalla borsa i suoi attrezzi di 'gioco' e li dispose in ordine sul tavolino. Aveva portato alcune corde, dei lacci, una fascetta in cuoio alta 6/7 cm, una morsa di legno di chiara fattura artigianale (2 tondini con una serie di fori e tenuti assieme da 2 viti con morsetti), alcuni cinturini in cuoio con anello (parevano dei piccoli collari), dei pesi di piombo da sub, un’assicella di legno di un metro circa e larga un 5 cm e delle clip a molla per fogli. Non avevo assolutamente idea di come intendesse usare quegli attrezzi nei suoi giochi, ma sapevo che, sicuramente, presto lo avrei scoperto.
"Ora fissati stretti i cinturini ai polsi e alle caviglie" mi ordinò. Eseguii. "Voglio anche un po' di musica" aggiunse. Portai un lettore cd con alcuni dischi. "Bene", disse, "Ora vieni qua ... prenditi il cazzo per la punta e tienilo alzato". Aveva in mano la fascetta di cuoio. Con pollice e indice ad arco, afferrò le mie palle, giusto sopra le ghiandoline, strinse e le tirò verso il basso, facendomi gemere di dolore. Inserì la fascetta fra la sua mano e la base del mio pene, strinse il più possibile e fissò il tutto premendo sullo scratch, che era stato cucito alle estremità della fascetta.
“Il laccio attorno alle palle” disse, “oggi lo lasciamo … dalla prossima volta, in attesa che io arrivi, metterai solo la fascetta e il laccio attorno al cazzetto e ai coglioncini …” continuò, sorridendo.
Prese la morsa di legno e me la fissò ai testicoli, stringendola sulla fascetta, giusto sopra le ghiandoline.
Incominciai di nuovo a provare il dolore che sale lungo il ventre, mentre mi ricominciava l'erezione e i testicoli prendevano un colore purpureo, tendente sempre più al blu scuro. Prese una corda e la fece passare dentro uno degli anelli sul soffitto, poi la fissò all'anello del cinturino sul mio polso. Lo stesso fece con l'altro. Quindi passò alle caviglie, fissandole agli anelli posti sopra il battiscopa. Ero in pratica una X umana, immobilizzato a gambe aperte, con il cazzo completamente eretto e i testicoli ormai neri.
"Ora non andare via", disse ridendo, "mi faccio una doccia e torno ... per giocare!"
Passò più o meno un quarto d'ora, durante il quale la mia mente cercò di immaginare quanti e quali giochi mi si potevano fare in quella posizione ... e la mia fantasia fece sì che il mio sesso non perdesse nemmeno un po' la tensione che aveva preso fin dal momento della mia immobilizzazione. Il dolore che mi saliva dal sesso, mi obbligò a cercare di vedere in che condizioni fosse. Nella posizione in cui ero, riuscivo a vedermi solo la punta del sesso, lucida, gocciolante, gonfia più del normale e di un preoccupante color blu scuro ...
"Ah, vedo che sei di nuovo eccitata" disse rientrando nella stanza completamente nudo e col sesso che cominciava a dare segni di risveglio.
"Sei proprio peggio di una troia in calore!" continuò, "Ma vedrai che oggi avremo modo di toglierci qualche piacevole sfizio ..."
"Ma sta dicendo a me?", pensai ...
"Ora apri la bocca!" ordinò. Vidi che aveva in mano le mie mutande che indossavo la mattina e, appena la aprii, lui cominciò ad inserirle dentro. Poi prese un fazzoletto e lo mise sopra come bavaglio, facendomi preoccupare assai... Scomparve alle mie spalle, prese qualcosa dal tavolino e riapparve con un cordino sottile in mano. Fece un cappio e lo legò stretto alla base della mia cappella nuda, facendomi mugolare dal dolore. Tirò il cordino fino alla parete e lo fissò al gancio più alto, mettendo il tutto in tensione. Fece quindi passare la morsa che mi aveva messo ai testicoli dietro alle mie natiche, legò la cima di una fune a una delle viti che stringevano la morsa, passò l'altra estremità dentro l'anello al battiscopa della parete alle mie spalle, lo passò attorno all'altra vite della morsa e cominciò a tirare finché non potei più retrocedere col bacino, per via del cordino anteriore, ormai completamente teso. Ora il dolore era "assordante" e mugolavo di continuo. Ero bloccato a gambe larghe, piegato leggermente in avanti, le natiche protese ed esposte. Non potevo muovere assolutamente il bacino, né in avanti né indietro ...
"Vedrai che ci divertiremo" mi sussurrò all'orecchio. Sparì di nuovo alle mie spalle, lo sentii armeggiare sul tavolino, poi un click e una musica rock si diffuse nella stanza. Alzò il volume ...
Il primo colpo si abbatté improvviso sulle mie natiche, con un rumore come di schiaffo, facendomi sobbalzare in avanti e facendomi uscire un urlo soffocato dalla bocca, per il dolore atroce che mi arrivava dai testicoli tesi allo spasimo. "Questa è la tavoletta", pensai, riuscendo, nel dolore generale, ad avvertire la striscia bruciante lasciata sulle natiche. Arrivò un secondo, un terzo e poi altri e altri ancora ... Ora cercavo di prenderli tutti restando immobile il più possibile, per non peggiorare la situazione dei "gioiellini" ... Il bruciore cominciò ad aumentare, a mano a mano che arrivavano i colpi, cominciando piano piano a superare quello che era il dolore generale all'inguine, passando da sorprendente, a fastidioso, a insopportabile, facendomi mugolare sempre più. Poi, finalmente, smise, lasciandomi il fuoco sulle natiche. Mi passò davanti e andò a sciogliere il cordino dalla parete di fronte. Vidi che il suo sesso era completamente eretto, più grosso che mai. Tornò alle mie spalle, sentii le sue dita bagnate che mi lubrificavano, poi la sua cappella che si appoggiava nel mio solco, muovendosi su e giù per trovare l'ingresso ...
Quindi un colpo secco, una spinta terribile in avanti, un urlo strozzato dal bavaglio, il mio, e lui tutto dentro di me ... Spinsi il bacino contro di lui, per allentare la fune che tirava i testicoli e assorbire i successivi colpi. Rimase immobile per pochi secondi, poi cominciò a ritirarsi, fino a uscire del tutto, lasciandomi un senso di delusione ... ma tornò dentro subito, tutto, lentamente, ma con una spinta forte alla fine della corsa ... poi di nuovo fuori, in un movimento completo dapprima lento, ma via via sempre più veloce, con colpi forsennati.
"Ti piace, troia, il mio cazzo tutto dentro di te, vero?" ansimò ... "Oh, sì, da morire" pensai, ma mica potevo dirglielo ... nemmeno se non avessi avuto il bavaglio!
Ora la mia mente stava scivolando in una nebbia di piacere, mentre il dolore bruciante alle natiche e quello, ben più forte, ai miei testicoli, sottoposti agli strattoni dei suoi affondi violenti e profondi dentro di me, stavano diventando un contorno e un contributo all’orgasmo che stavo sentendo crescere in me …
Venni improvvisamente, con un’intensità quasi dolorosa, in un orgasmo profondo, spossante, mentre una piccola parte del mio cervello si rendeva conto che, con le contrazioni del mio piacere, avevo favorito il piacere del mio amico, del mio Padrone … che si stava scaricando dentro di me. Sentivo il suo grosso cazzo pulsare a ogni schizzo che mi riversava dentro e le mie forze venire meno, come se fossero legate al mio sperma, che continuava, sempre più lentamente, a uscire dal mio cazzo.
Rimase aggrappato ai miei fianchi, tutto dentro di me, fino a che il suo cazzo non cominciò, lentamente (molto lentamente) a diminuire di volume. Prima che fosse completamente molle, senza dire una parola, si staccò dai miei fianchi e uscì di colpo, lasciandomi una terribile sensazione di vuoto. Uscì dalla stanza, lasciandomi appeso al soffitto, col cazzo molle che gocciolava lo sperma trattenuto prima dai lacci e dall’erezione e un rivolo caldo e appiccicoso che sentivo scendere dal mio culo lungo l'interno di una coscia …
Non so quanto tempo passò (forse mi appisolai, nonostante la posizione scomoda e dolorosa) quando lui tornò nella stanza, ma era ormai quasi sera e lui accese la luce.Mugolai agitandomi con forza e lui mi tolse il bavaglio e le mutande dalla bocca: “Ti prego, la luce, le persiane …” bofonchiai.
“Ah, sì, i vicini …” commentò con un ghigno beffardo e poco rassicurante. Andò alla finestra, aprì del tutto le tende e poi, lentamente, troppo lentamente, abbassò le persiane, lasciandomi esposto, per un tempo pericolosamente lungo, alla vista di potenziali spettatori.
“Ok, vediamo come sei messo …” disse, portandosi alle mie spalle.
“Hai i coglioni che sembrano quelli di un africano!” esclamò ridendo. Ne prese uno con due dita e schiacciò forte. Urlai, mentre un dolore sordo e lancinante partì dal testicolo martoriato e salì lungo il ventre, arrivando direttamente al cervello. Ripeté l’azione con l’altro e di nuovo urlai per il dolore atroce.
“Mmmmm …” mugolò, “ho di nuovo voglia di scoparti il culo …”
Sentii le sue mani aprirmi le natiche e la punta del suo cazzo, di nuovo completamente duro, appoggiarsi al mio buco, lubrificato abbondantemente dallo sperma che ancora fuoriusciva. Un colpo secco e fu dentro di me fino alla radice …
Un urlo, strozzato a stento, uscì dalla mia bocca: la spinta in avanti aveva prodotto una strattonata ai miei testicoli strizzati nella morsa, ancora fissata alla parete dietro di me.
Il dolore fu lancinante e risvegliò completamente il mio cervello, un po’ assopito dai due precedenti orgasmi e dalla lunga e spossante giornata. Mi pareva di sentire addirittura le grosse vene che solcavano il grande palo di carne dentro di me. Rimase fermo, tutto dentro, giusto il tempo di farmi assaporare la sua grossa presenza e poi cominciò a cavalcarmi, senza soste, fino a sentirgli dare un ultimo colpo profondo e sentirlo pulsare nel momento del suo orgasmo. Al suo primo schizzo, avvertii un formicolio alla punta del mio cazzo, ormai di nuovo completamente eretto, mentre raggiungevo un nuovo orgasmo e le poche gocce di sperma rimaste uscivano senza forza e il mio uccello si sgonfiava rapidamente, attenuando un po’ il dolore ai poveri testicoli martoriati.
“Ma come fa”, mi ritrovai a pensare, mentre sentivo che continuava a svuotarsi dentro di me, “ad avere tutta ‘sta sborra dentro?”
Rimase dentro di me, anche quando sentii che il suo cazzo si rimpiccioliva.
“Ti voglio fare un regalo” mi sussurrò in un orecchio … “mmmmm …”.
Sentii qualcosa di caldo ed abbondante invadermi l’intestino …
“Non … non ci posso credere!” pensai sbalordito, “mi … mi sta pisciando dentro!”
La sensazione, l’idea, non so … raggiunsi un nuovo orgasmo, improvviso, inaspettato, senza erezione e … senza sborrare (oramai non ne avevo più …)
“Ora esco …” mi sussurrò nuovamente all’orecchio “ vedi di non sprecare nemmeno una goccia del mio prezioso regalo! Non ti conviene …” minacciò.
Strinsi lo sfintere, con le ultime forze che mi erano rimaste, nel momento in cui lui usciva da me e tenni stretto per tutto il tempo che lui impiegò per ripulirsi in bagno. Avevo come l’impressione che, davvero, non mi convenisse contrariarlo …
Tornò nella stanza dopo diverso tempo (era oramai notte fonda), rivestito completamente, mi liberò una sola mano dal soffitto, “Alla prossima volta che ne avrò voglia” mi disse e se ne andò.
A fatica riuscii a liberarmi l’altra mano.
Con mille precauzioni e molto dolore liberai i testicoli dalla morsa (erano veramente del tutto neri!) e dalla fascetta, senza riuscire a trattenere gemiti di dolore …
Con le ultime energie riuscii a liberarmi le caviglie e … mi accasciai lì, spossato dal piacere e dal dolore e scivolai lentamente in un sonno ristoratore, mentre sentivo che dal mio posteriore uscivano gli abbondanti liquidi versatici dentro dal mio … Padrone (era strano, per me, quel termine, che, però, sentivo appropriato …) … ma non avevo la forza di fare altro … e mi addormentai.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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