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E' BDSM ...


di slavemanbsx
08.05.2011    |    35.939    |    8 8.8
"Si alzò in piedi, scavalcò le mie gambe aperte e si accucciò sul mio torace..."
Dopo la mia prima esperienza omosessuale (mi rifiutavo di considerarla tale, ma... tale era), passai una settimana d'inferno, rimuginando in continuazione sull'accaduto, col panico di essere diventato "gay", di non poter più possedere una donna e, consapevole dell'incredibile piacere provato col mio amico, il terrore di non provare più attrazione per il genere femminile.
Decisi che avrei dovuto almeno verificare. Così passai le due settimane successive a "provarci" con impegno, sempre, come se fosse la mia unica ragione di vita. Mi accorsi così che, dopo un primo impatto timoroso, le sensazioni erano tali e quali a prima, così come il piacere e la soddisfazione dei sensi. Certo, i primi tempi la mente comparava sempre, cercava di stabilire una scala d'intensità e lavorava fortemente per darmi la consapevolezza che la donna era meglio, molto meglio ma... "Al diavolo!" pensai. In fondo ero felice di non aver perso il piacere di fare sesso con le donne e che potevo quindi considerarmi un bisex, anche se mi ripromisi di non ripetere più quell'esperienza. Tutto era al fin tornato alla "normalità".
Una sera, dopo cena, suonarono alla porta. A casa mia succede spesso. Gli amici sposati la usano come rifugio per alleviare il "peso" delle consorti.
Aprii la porta e sbiancai e tutte le certezze recuperate in quelle tre settimane sparirono in un attimo: di fronte a me c'era lui, l'amico che mi aveva posseduto, l'amico che aveva abusato di me... beh, insomma, l'avevo anche lasciato fare, mi era piaciuto. un brivido mi salì lungo la schiena.
"Ma ciao!" mi disse, con un sorriso allegro e sicuro in volto, entrando in casa "E' un po' che non ci vediamo, ti sono mancato, eh?"
Da bianco cadavere il mio volto diventò rosso fuoco e balbettai penosamente: "Beh... ecco... veramente..." "Non fare il timido", continuò entrando in salotto "So per certo che ti sono mancato!"
"Oh, cavolo... dove posso nascondermi" pensai mentre lo seguivo.
"Sai" proseguì "Questa sera mia moglie mi ha fatto girare i coglioni! E a me è venuta voglia di scopare".
Aiuto.
"Così ho deciso che dobbiamo APPROFONDIRE" disse, calcando molto sull'ultima parola.
"Ma.." biascicai. "Visto che a te è PIACIUTO MOLTO e, in fondo, mi hai fatto venire... eccomi qua!"
"Ecco... veramente..." non riuscii a dire altro.
Al centro della stanza mi mise le mani sulle spalle e mi spinse ad inginocchiarmi, aprendosi contemporaneamente la patta dei pantaloni.
"Che faccio, che faccio?", pensai, mentre le mie mani si infilavano nei suoi pantaloni ed estraevano il "malloppo".
"E' senza mutande" notai, mentre una mano lo scappellava, l'altra soppesava e palpava due testicoli gonfi e le labbra si appoggiavano alla punta.
"Cavolo, mi è diventato duro!" fu il mio pensiero successivo, mentre facevo scivolare il suo cazzo ormai duro sulla mia lingua calda e me ne riempivo la bocca.
Cominciai a succhiare quel cazzo enorme e a muovere la testa avanti e indietro, muovendo contemporaneamente la lingua sul filetto, come una professionista esperta, ma lui mi bloccò la testa e fece scivolare due dita lungo l'asta, introducendole nella mia bocca assieme al cazzo.
"Cavolo, ora mi slogo la mascella!", pensai.
Tolse le dita e, tenendomi ferma la testa, cominciò a muovere lui il bacino avanti e indietro, prima lentamente, poi sempre più velocemente, fino ad un ultimo, violento scatto in avanti quando comincò a schizzare il suo sperma in fondo alla mia gola e venni improvvisamente anch'io, nelle mutande.
"Oh, bene" disse strizzando il suo uccello per rilasciare l'ultima goccia di sperma nella mia bocca.
"Ora vai a farti un bidet", continuò guardando apertamente la macchia che si stava allargando sulla patta dei miei jeans.
"Poi ti voglio nudo in camera da letto" proseguì avviandosi "Io ti aspetto di là. Porta delle corde ed un paio di forbici. Ah, porta anche il rasoio".
Come un automa andai in bagno e, mentre una ridda di pensieri mi frullava il cervello, mi spogliai, mi ripulii del mio sperma spalmato sui peli del pube e pensai di lavare anche il solco fra le natiche... sapevo cosa mi aspettava ora!
Lo raggiunsi, con tutto ciò che mi aveva ordinato di prendere, in camera, dove mi aspettava sdraiato sul letto, nudo, con il cazzo già completamente eretto. il mio sguardo rimase incollato a quel sesso duro, molto grosso, troppo grosso... troppo bello! Si alzò e mi spinse violentemente sul letto matrimoniale ("Giusto per non perder l'abitudine" pensai, ricordando la prima volta) e mi ordinò di mettermi al centro. Dopo aver tagliato la corda in 4 pezzi, mi legò un polso alla spalliera, fece il giro e mi legò anche l'altro, all'estremità opposta. Quindi fissò i restanti due pezzi uno per ogni caviglia, mi alzò una gamba e la fissò nel punto dove aveva legato il polso corrispondente. Lo stesso fece con l'altra. Mi ritrovai così praticamente piegato in due, con solo le spalle e la nuca che toccavano il letto, il culo all'aria, le gambe divaricate al massimo, le palle sgonfie e l'uccello (che in verità stava già dando i primi segnali di ripresa) ciondolanti verso l'ombelico. Faticavo a respirare ...
Lui frugò nella tasca dei suoi pantaloni, lasciati sulla sedia e ne tirò fuori due lacci da scarpa, quindi salì sul letto e si inginocchiò davanti al mio panorama esposto.
Provai vergogna per ciò che mostravo e mi sentivo la faccia in fiamme.
Con due dita mi sollevò l'uccello dal ventre, prendendolo per la pelle e mi depilò con cura ventre, pene, testicoli, natiche e solco in mezzo. Quindi prese il deodorante dal cassettone e lo spruzzò su tutta la rasatura. Sentii bruciare forte e pensai che ora le mie parti intime dovevano essere dello stesso colore della mia faccia ...
Quindi pose indice e pollice a cerchio attorno al mio scroto e tirò verso l'alto, per allontanare le palle dal pene. Prese un laccio e fece alcuni giri a spirale appena sopra le sue dita, legando molto stretto e fissandolo annodando i due capi assieme.
Subito un dolore lancinante partì dai testicoli e, scivolando lungo il ventre, mi arrivò direttamente al cervello, lasciandomi senza fiato.
Prese infine l'altro cordino e fece due giri attorno a cazzo e testicoli assieme, stringendo anche quello più che potè.
Questa manovra mi fece andare subito in erezione, peggiorando la situazione dei testicoli, che presero subito un colore violeceo scuro, aumentandomi il dolore. Ma più aumentava il dolore, più aumentava la mia erezione, in un circolo vizioso senza fine. Mi aspettavo che mi scoppiassero le vene del pene da un momento all'altro! Il dolore lancinante mi toglieva ogni capacità di pensiero e quasi non mi accorsi che lui stava spalmando il suo sputo sul mio buco, cercando anche di farlo entrare introducendo due dita a mò di massaggio.
Lo sentii sputare di nuovo per lubrificarsi il cazzo, quindi vidi la sua figura apparire fra le mie gambe sollevate quando appoggiò la punta del suo sesso sul mio buco, cominciando a premere. Il mio sfintere non oppose resistenza e avvertii la sua cappella farsi largo dentro me. Si fermò giusto un attimo quando la punta fu dentro del tutto, ma subito dopo si lasciò andare di peso su di me, entrando tutto in un colpo e schiacciandomi i testicoli neri e doloranti, che mi rimandarono al cervello un lampo di dolore atroce.
Urlai come potei, visto la posizione, ma lui non si scompose, restando fermo con tutto il peso del corpo a martoriarmi i testicoli.
Improvvisamente venni. Venni in un orgasmo profondo, incontenibile, col dolore che in quel momento era diventato parte integrante del mio piacere. Col peso del suo corpo, il mio cazzo si trovava teso a pochi centimetri dal mio viso. Il primo schizzo, ostacolato ma rafforzato dai lacci, mi colpì proprio sotto l'occhio. Aprii la bocca, per raccogliere il mio stesso piacere, tirando anche fuori la lingua.
"Bravo, bell'idea", mi disse lui, aggrappandosi alla spalliera del letto e spingendo più forte per farmi arrivare il mio cazzo in bocca. Riuscii giusto a poggiarvi sopra la lingua, leccando con gusto tutto quello che ancora usciva a fiotti. Il mio cervello era ormai invaso completamente dalla libidine, mi sentivo una vera troia e me ne beavo.
Cercai di muovere il bacino, per sentir muovere il palo di carne che mi occupava tutto. Lui restò fermo a stritolarmi i testicoli ancora un po', mentre il dolore tornava ad affiorare in me, ma impedì al mio cazzo di afflosciarsi, mantenendolo dolorosamente duro, nonostante l'abbondante venuta. Poi si sollevò e cominciò a ritrarsi, lentamente ...
"No, no, no, non toglierlo", pensai, urlando mentalmente "lo voglio, lo voglio, lo voglio tutto".
Parve sentirmi, perchè affondò di nuovo e un gemito rauco uscì dalle mie labbra. Chiusi gli occhi, per non fargli leggere il mio piacere (come se fosse bastato per non fargli capire).
"Sì, sì, sìì!" continuava a urlarmi la mia mente "Sbattimi, sbattimi forteeee"
Non si fermò più, muovendo avanti e indietro il suo cazzo dentro di me, alternando momenti di colpi rapidi e violenti ad altri con movimenti lenti e "assaporanti".
Aprii gli occhi e vidi un ghigno ironico dipinto sul suo volto, li richiusi subito.
Ora il movimento del suo membro in me era cambiato: scorreva indietro lentamente e riaffondava veloce, con colpi secchi e violenti, completi, sbattendo il suo pube contro di me.
Staccò una mano dalla spalliera e mi afferrò i testicoli sempre più neri e doloranti e li strizzò senza pietà. Urlai forte, mentre la sborra tornò a uscire a fiotti dalla punta del mio cazzo gonfio, colpendomi in viso ed entrando nella mia bocca aperta. Continuò a muoversi velocemente in me finchè non mi fui completamente svuotato, quindi lo tirò fuori di colpo, lasciandomi un terribile senso di vuoto. Si alzò in piedi, scavalcò le mie gambe aperte e si accucciò sul mio torace. Infilò il suo cazzo duro nella mia bocca ancora piena della mia sborra e riprese il movimento dei fianchi, continuando lì la sua scopata.
Ora la mia respirazione, già difficoltosa, era seriamente compromessa. Mi sentivo soffocare e andare in panico. Lui fermò il movimento, col cazzo in fondo alla mia gola. Lo sentii pulsare, trattenni il fiato ed un fiume di liquido caldo e denso mi innondò. Inghiottii velocemente tutto, trattenendo il respiro per non allagarmi i polmoni, sperando che finisse prima di essere costretto a respirare. Lo tirò fuori e finì di pulirlo sfregando e schiacciando la cappella sulla parte del mio viso risparmiata dalle mie precedenti venute.
Si alzò e andò in bagno a pulirsi, lasciandomi lì ancora legato, dolorante, sfinito ed appagato.
Al ritorno si sedette sul letto, si accese una sigaretta e mi disse:
"La prossima volta che avrò voglia di svuotarmi i coglioni in te, ti chiamerò la mattina per la sera". Arrossii violentemente, e non per la posizione in cui ancora mi trovavo.
"Voglio che tu sia pulito bene, dentro e fuori e perfettamente depilato!" continuò, "E voglio che tu mi aspetti completamente nudo e con il laccio attorno ai tuoi coglioncini e al tuo cazzetto. Chiaro?"
"Sì..." risposi con un filo di voce.
"Bene, vedremo ... guai a te se così non fosse!"
Si alzò, si rivestì, mi liberò una mano e, senza dire altro se ne andò.
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