Gay & Bisex
Onde di passione
di Edward82
23.11.2024 |
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"Mi fece guidare la barca, le sue mani sulle mie, come se volesse trasmettermi qualcosa di più della semplice arte di governare il mezzo..."
La calda brezza estiva di agosto mi accarezzava la pelle, mentre le onde della piccola baia di Marina di Modica si infrangevano dolcemente sulla riva. Il profumo salmastro del mare, mescolato al delicato sentore dell'olio solare, si spandeva nell'aria. Ero seduto su uno sgabello al bar di un lido balneare, con la mia canottiera gialla e il costumino slip blu, i capelli castano chiaro legati con un fermaglio, gli occhi verdi che scrutavano l'orizzonte, pensieroso.L'atmosfera di quella giornata sembrava sospesa nel tempo, come se ogni singolo battito del cuore fosse in sintonia con il mare.
Fu in quel momento che lo vidi per la prima volta: Filippo. Un uomo di 40 anni divinamente portati, alto e affascinante, con gli occhi cerulei che riflettevano la luce del cielo, una pelle abbronzata e un corpo scolpito dalla vita, con pochissima peluria che accentuava la sua virilità discreta. Indossava una camicia di lino rossa che sembrava volare ad ogni lieve respiro, e pantaloni bianchi, leggeri come la brezza marina. Il suo sorriso, enigmatico ma invitante, colpì subito la mia attenzione.
Dopo un saluto casuale e un paio di parole scambiate sul mare e sulla bellezza di Marina di Modica, la conversazione scivolò in un'armonia naturale. Era un uomo affascinante, eppure non mi fece mai sentire inferiore, nonostante fossi solo uno studente ventenne universitario di architettura, mentre lui, un ricco imprenditore nel settore delle barche, sembrava appartenere a un altro mondo. Un mondo che, però, in quel momento, sembrava incontrarsi con il mio.
Dopo una piacevole chiacchierata, tra parole che scivolavano leggere come le onde sulla riva, Filippo mi sorrise con un'aria di complicità e disse:
"Che ne dici di un cocktail? Ti va di provare qualcosa di speciale?"
Il suo tono era caldo, ma con una sottile sfumatura di mistero che rendeva ogni sua proposta un invito a scoprire qualcosa di nuovo, di intrigante. La luce del pomeriggio rifletteva nelle sue pupille azzurre, mentre la brezza marina ci avvolgeva dolcemente, creando l'atmosfera perfetta per qualcosa di unico.
"Un cocktail... sì, grazie," risposi, senza esitazione. La verità è che non avevo bisogno di altro per essere conquistato, ma quel gesto semplice di offrirsi come guida nel mio mondo di gioventù mi affascinava. Filippo si alzò e si diresse un paio di metri più avanti verso il barman del lido. Osservai la sua figura sicura, il passo deciso, mentre il sole baciava la sua pelle abbronzata.
Pochi minuti dopo tornò con due bicchieri in mano, uno dei quali mi porse con un sorriso che parlava di segreti appena accennati.
"Questo è per te," disse, e la sua voce aveva qualcosa di profondo, come se volesse aggiungere un altro strato alla nostra connessione. Il cocktail aveva un colore brillante, arancione e dorato, e l'aroma di frutta mista si mescolava con il profumo del mare.
Alzai il bicchiere verso di lui, come segno di gratitudine, e i nostri occhi si incrociarono per un istante che sembrava lungo, carico di una tensione dolce e inaspettata.
"Spero ti piaccia," disse Filippo, mentre il suo sorriso si faceva più profondo, quasi come se conoscesse già la risposta. "Ti va di scoprire qualcosa di più della costa?"
Il mio cuore accelerò, e senza pensarci troppo, risposi:
"Volentieri."
Il cocktail scivolò via lentamente, ma l'invito era ormai più di un semplice gesto. Era la promessa di un'avventura, di un momento che avrebbe cambiato tutto.
Poco dopo, Filippo si alzò e mi fece cenno di seguirlo. Uscimmo dal lido e ci dirigemmo verso il gommone ormeggiato a riva. L’acqua, tranquilla e cristallina, rifletteva il cielo limpido sopra di noi, mentre il rumore dei passi sulla sabbia si mescolava al suono dolce delle onde. Il gommone, semplice ma elegante, sembrava il giusto mezzo per portarci lontano dalla costa affollata e immergerci in un mondo di calma e bellezza.
Filippo mi aiutò a salire a bordo con la stessa grazia e discrezione che lo contraddistingueva. La sua mano, forte ma gentile, si posò sulla mia schiena mentre mi guidava sulla piccola imbarcazione, e il suo sguardo si incrociò con il mio, carico di una complicità che non avevamo mai nominato, ma che ci univa in quel momento.
Con un gesto fluido, agganciò il gommone alla barca, un'imbarcazione di lusso che emanava un'eleganza senza tempo. "Benvenuto," disse Filippo, mentre mi faceva strada attraverso la barca. Ogni angolo, ogni dettaglio era curato con attenzione, dal legno lucido dei mobili al candore delle superfici, un riflesso del suo stile di vita, ma anche della sua passione per il mare.
Camminammo insieme sul ponte, il sole che cominciava a calare accarezzava la pelle e accentuava i colori caldi della barca, mentre Filippo mi raccontava della sua vita da imprenditore e della passione che nutriva per le imbarcazioni. La sua voce era un sussurro che si fondeva con il suono dell’acqua che accarezzava la barca, e mentre mi mostrava la cabina e la zona di comando, il nostro legame sembrava crescere, un passo alla volta.
"Mi piace che tu possa vedere questo lato del mio mondo," disse, il suo sorriso discreto ma sincero. "Ogni angolo della barca è come un riflesso di chi sono, ma in fondo, sono sempre stato un uomo che ama il mare, e a volte mi piace condividerlo con qualcuno che possa apprezzarlo."
Le onde ci portavano lontano dalla riva, mentre Filippo, seduto al timone, mi indicava le meraviglie nascoste lungo la costa. Mi fece guidare la barca, le sue mani sulle mie, come se volesse trasmettermi qualcosa di più della semplice arte di governare il mezzo. Il contatto era così naturale, così intimo, che il mare attorno sembrava un mondo a parte.
Poco a poco, l'intensità tra di noi cresceva. Il suo respiro si mescolava al mio, il suo corpo caldo si avvicinava al mio. Mi abbracciava da dietro, sentivo il battito del suo cuore accelerato e la sua pelle calda che si adagiava sulla mia. Poi, senza preavviso, sentii le sue dita sollevare i miei capelli con delicatezza, e in un istante, le sue labbra incontrarono le mie.
Il bacio fu dolce ma passionale, come se tutto ciò che avevamo vissuto in quella breve parentesi fosse condensato in un solo gesto. In quel momento, il mondo fuori dalla barca non esisteva più. Il mare, il cielo e il sole che cominciava a calare scomparvero, lasciando posto solo a noi. Fu come se il tempo stesso si fermasse.
Mi prese delicatamente, come se fossimo già parte di un destino scritto, e il nostro amore esplose in un’intimità che si consumò in ogni angolo della barca. Ogni movimento, ogni carezza, ogni respiro sembravano seguire un ritmo naturale e indomabile. Siamo stati cullati dal mare, avvolti da quella sensazione di libertà assoluta, lontano da occhi indiscreti, lontano da ogni legame con la realtà.
Ci perdemmo l'uno nell'altro per ore, senza nemmeno accorgerci che la luce del giorno stava cedendo il passo alla notte. Quando finalmente ci fermammo, esausti ma appagati, ci abbracciammo sul ponte, lasciando che il silenzio del mare ci avvolgesse. Ci addormentammo, accoccolati l’uno accanto all’altro, cullati dalle onde, come se il tempo si fosse fermato per darci il suo dono più grande.
Quando mi svegliai, il cielo era ormai scuro e le stelle brillavano sopra di noi. Filippo mi portò delicatamente a riva, dove mi aspettavano le onde leggere e il suono del mondo che si preparava a tornare alla sua routine.
Nei giorni successivi, ci incontrammo ancora. I suoi occhi cerulei mi guardavano con la stessa intensità, ma il mistero che li circondava non faceva che crescere. Poi, un giorno, scomparve. Come un sogno che svanisce all'alba, come il mare che si ritira silenziosamente. Non lo rividi mai più.
Eppure, quel pomeriggio in barca, quella passione e quella libertà che avevamo condiviso, sarebbero rimaste impresse nella mia memoria per sempre, come il ricordo di un amore che nasceva improvvisamente, ma che aveva segnato la mia vita in modo indelebile.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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