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Gay & Bisex

Nostalgia del cazzo


di giovanniEvangelista
04.10.2024    |    91    |    1 8.0
"Ne sento il profumo o me lo immagino..."
Storia vera romanzata, raccontata da uno dei miei amanti più maturi.

Guardo il mare sterminato e non mi ci riconosco più. Mi rendo conto del tempo che passa quando ci sono due ragazzi, due giovani uomini, che davanti ai miei occhi entrano nelle onde. Hanno gli slip stretti, le gambe toniche e ridono. Beati loro.
Torno a casa con questa malinconia qui - dolce amara - aiutata da settembre: il mese della fine, o del ritorno. Ho cinquant'anni. Ho visto molte cose, ma soprattutto mi sono visto cambiare. Ho passato metà della mia vita, e anche qualcosa di più, frequentando, amando le donne. E poi invece mi sono innamorato di un uomo. E' successo quando avevo trentacinque anni, e lui era un collega mio coetaneo, bello, solare e sposato. La palestra, la vela, le notti a dormire in rifugi dopo passeggiate lunghe ed estenuanti. Fino a quando una sera lui non mi bacia e a me crolla il mondo. Poi mentre ancora sono incredulo si alza in piedi e si abbassa i pantaloni. Io non fiato mentre mi appoggia la cappella sotto il naso, sopra al labbro. La lascia lì e io la sento palpitare. Poi torna a sorridermi come sempre e io capisco tutto: capisco di amarlo e soprattutto capisco di volerlo fare godere. Il primo pompino della mia vita è l'atto più romantico che abbia mai fatto. Lo tengo in bocca, lo bacio. All'improvviso gli sono grato. Mentre appoggia il frenulo sulle mie labbra un tremito lo scuote e io mi trovo una colata calda sulla fronte, e la sento calare sull'occhio. Ma con l'altro occhio lo vedo: bellissimo, un angelo, e capisco di amarlo ancora di più. Cominciamo una relazione fugace. Non ci facciamo domande. Siamo amici come prima fino a quando non mi mette davanti al suo cazzo duro. Lì cambia tutto. Io mi sciolgo e trovo un senso. Possibile, penso, che non lo abbia mai fatto prima. Ma soprattutto: possibile che prima di lui nessun uomo mai mi avesse fatto il benché minimo effetto?
A distanza di un paio di mesi perdo la mia verginità, ed è tutto diverso. Non è come la prima volta che ho fatto sesso: lì mi sembrava che non significasse nulla, ero un ragazzino. Questa volta invece è diverso. Gli chiedo di non girarmi di spalle: lo voglio vedere in faccia mentre lo fa, mentre mi entra dentro. Lui mi dice di sì, quindi lo vedo. Vedo questo corpo di uomo che si sfila le mutande tese. Vedo un cazzo duro, carnoso (che pelle morbida e stupenda quella che lo avvolge). Ne sento il profumo o me lo immagino. Poi lui sputa su di me, sul mio culo, e sul suo cazzo. Quando lo appoggia io ho quasi paura. Mi agito e faccio male, perché il dolore aumenta. Lui però ha gli occhi chiusi, ed è così bello. Penso di poter sopportare ancora e mi dico di lasciarlo entrare. Mentre scivola dentro di me, mentre realizzo di avere un maschio sopra di me, sento che qualcosa in me si trasforma. Gemo a voce alta, mi immagino di stringere la cappella con il mio culo e guaisco. Sento caldo, sento bruciare tutto attorno al suo cazzo. Desidero che venga subito, non voglio indugi, voglio che spenga il mio bruciore con la sua sborra. Provo a chiederlo, ma mi esce una voce che non è la mia: mi esce acuta, disperata, soffiata. Vedo che mi guarda estasiato e sborra al mio comando. Mi sento svenire e dormo beato dopo pochi minuti.
Quella sera è stata anche l'ultima. Niente più, mi dice. E poi mi ignora. Fa un figlio, e si allontana sempre di più da me. Io divento nervoso, geloso, disperato. Avevo una fidanza all'epoca. Niente di serio. Mi infurio con lei per una sciocchezza e la lascio. Poverina, me ne pento ancora di averla tratta così male. Ma io volevo lui e lo volevo dentro. Lo volevo in faccia. Volevo sentire ancora la pressione della cappella gonfia spingere sulle mie labbra per costringermi ad aprirle.
Ora sono qui al ritorno dalla spiaggia, con una nostalgia del cazzo.
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