Gay & Bisex
Mohamed e gli altri - parte 3
di cumonface
19.09.2014 |
24.753 |
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"“Ed è per questo che sei mezza nuda, allora?” - fece lui con voce strana..."
La mattina seguente mi svegliai in maniera del tutto naturale: non avevo messo nessuna sveglia. Non avevo più bisogno di cercare un posto dove andare a dormire … (almeno per il momento – pensai). Nella stanza c'era tutto buio ma capivo che fosse già giorno. Pensai subito alla scopata della notte precedente e in un secondo fui travolto da mille sensazioni. Non era stato un sogno: era tutto vero e soprattutto era successo a me! D'istinto allungai una mano di fianco per cercare Mohamed, ma lui non c'era e in effetti sapevo che sarebbe uscito presto, insieme agli altri ragazzi. Sentivo addosso l'odore del sesso e di quel maschio che solo poche ore prima mi aveva saputo scopare con tanta forza e passione. Ero ancora eccitato e mi chiedevo se e quando sarebbe potuto succedere di nuovo. Ma magari invece … non ci sarebbe stato mai più nulla!Con le dita mi accarezzai il buco del culo e lo sentì umido e morbido. Mohamed era riuscito a sfondarmelo con tutto se stesso e ora mi sembrava di averlo ancora aperto, rotto e capace di prendere tanti e tanti altri cazzi ancora. Mi alzai per andare in bagno e, siccome sapevo di essere solo, mi misi solamente un pareo leggerissimo attorno ai fianchi e, senza neppure fare luce in camera, entrai in bagno. Continuavo a toccarmi il buco del culo. Non era così, ma mi sembrava di avere ancora la sborra di Mohamed che mi colava tra le gambe. Davanti allo specchio mi allargavo le chiappe e provavo a immaginare il cazzo di Mohamed poco prima che mi scopava da dietro ansimando e sbattendo le palle sul mio culo bianco.
Avevo assolutamente bisogno di un caffé. Andai in cucina e cercai tutto quello di cui avevo bisogno, aprendo e sbattendo tutti gli sportelli, convinto sempre di essere solo in casa. Nel lavandino c'erano montagne di piatti, padelle e bicchieri da lavare. E così pensai di fare una cosa carina, per ringraziare a modo mio i ragazzi della loro disponibilità: li avrei lavati io mentre aspettavo il caffè. Accesi anche una radiolina, che era su uno scaffale e cantando e ballando cominciai a darmi da fare. Ero immerso in mille pensieri e con l'acqua che scrosciava, quando da dietro sentì una mano darmi una fortissima pacca sul culo accompagnata da un ''buongiorno, puttanella!”. Era Youssef ! Cazzo, non ero solo! - pensai.
“Spero di non averti svegliato! Non pensavo che ci fosse qualcuno in casa!” - dissi io.
“Ed è per questo che sei mezza nuda, allora?” - fece lui con voce strana.
Non sapevo che rispondere e ora che ci pensavo il mio pareo era pure di quelli super trasparenti.
"Anche Youssef mi parla al femminile" - pensai tra me e me. "Forse, loro mi vedono davvero come una femminuccia" - fu il mio pensiero.
“Volevo farmi un caffé prima di buttarmi in doccia! Anzi mi faresti un piacere? Sta uscendo il caffé. Io finisco di lavare queste due cose. Lo metteresti tu?” - gli domandai, mentre sciacquavo alcuni piatti e avevo le mani insaponate. Lui senza dire niente andò a spengere il caffé e venne lentamente verso il lavandino dov'ero io di spalle. Mi sembrò di sentire i suoi occhi sulla mia schiena nuda, ma rimasi lì. Fu allora che sentì Youssef poggiare il suo pacco sul mio culo con la scusa di allungarsi per prendere i bicchierini in alto. Fu un gesto morbido, delicato ma sensuale. Avrei potuto svincolarmi ma non era quello che volevo e poi … perché? Youssef aveva addosso quei boxer bianchi attillati, che mi sono sempre piaciuti in un uomo, perché lasciano immaginare di tutto di più. E Youssef aveva davvero una gran bella dotazione, che ora sentivo strusciare sul tessuto leggero del mio pareo. Anche Mohamed aveva cominciato così il giorno prima, fuori la porta di casa, per cui – pensai tra me e me: “se tanto mi dà tanto !!!!”. Youssef allungò le mani per prendere i bicchierini e fu allora che avvicinando la bocca al mio orecchio, mi disse sussurrando:
“Ti ho sentito come ti facevi sbattere da Mohamed, puttanella! Sono rimasto col cazzo dritto tutta la notte.” - e mentre diceva questo dimenava il bacino facendomi sentire meglio il suo palo duro tra le chiappe - “Senti come me lo hai fatto diventare, troia!”. Il suo fiato sul collo, la sua calda voce nell'orecchio e quel suo spingermi maschio contro il lavandino, mi stava facendo eccitare, per cui lo lasciai fare e lo facilitavo muovendo il culo con fare malizioso. Youssef mi sollevò il pareo da sotto, senza scioglierlo e l'attimo dopo sentì il suo cazzo enorme poggiarsi tra le due chiappe, facendolo scivolare su e giù. Riuscivo a vederlo con la cosa dell'occhio: bello, duro e grosso. Aveva ragione Mohamed: Youssef aveva un cazzo gigante. “Che culo da troia!” - diceva - “non resisto!”. Avrei voluto prenderglielo in bocca ma era fin troppo chiaro: Youssef era troppo eccitato e aveva solo voglia di sbattermelo in culo. “Ti piace il cazzo nero, eh? Puttana! Tu non cercavi una casa! Tu cercavi cazzi! E li hai trovati. Non hai visto ancora niente!”. Mi eccitava il suo parlare con questi toni maschi e autoritari. Youssef era quello che parlava meglio italiano. Mi eccitava sentirgli dire queste porcate, per via del suo accento comunque straniero. Magari tante altre cose non le sapeva dire, ma (si sa!) le parolacce sono le prime cose che si imparano di una lingua. “Troia! Ti scopo qui in cucina, così sentono anche i mie amici dell'appartamento accanto!” e mentre diceva così, sentì che con la mano puntava la sua cappella sul mio buco. Aveva il cazzo talmente duro che non fu difficile tenerlo in tiro, pronto di lì a poco a sfondarmi con tutto se stesso. “Apri il culo, troia! Allarga! Lo so che ti piace. Ce l'hai già sfondato!”. E in effetti, sebbene la sua cappella era un po' più grossa di quella di Mohamed, sentì che scivolò dentro, forzando una certa mia prima resistenza.
“Siiiiiii, così !!!! Non toglierlo!” - ansimai io, dopo un urletto iniziale. Sentivo bruciore ma non volevo tirarmi via. Youssef era il nero che tutte le troie passive come me desiderano almeno una volta nella vita. E poi, scoparmi due marocchini in poche ore era qualcosa che mi faceva sentire tanto puttana e fiera di esserlo. “No, che non lo tolgo! Adesso sentirai com'è grosso” - disse mentre piano piano lo spingeva sempre più dentro. Capivo che ne mancava ancora tanto ma francamente ero lì per prenderlo tutto e ci sarei riuscito. I suoi colpi si facevano sempre più decisi e io non potevo resistere: ansimavo e godevo. Lui con un rapido gesto della mano spense la radio e senza togliermi il cazzo dal culo mi spostò a 90 gradi sul tavolino della cucina. “Al di là del muro ci sono altri tre marocchini col cazzo grosso come il mio! Fa sentire quanto sei troia! “ - e in quel momento mi diede un colpo fortissimo di reni, che mi fece gridare forte dal dolore mentre da dietro mi tirava per i capelli. “Urla! Puttana! Hai tutto il mio cazzo dentro! Di' che sei una troia!” e io: “Siiii, sono una lurida troia. Scopami. Hai il cazzo enorme. Sfondami tutta!”. Quelle parole e quella situazione erano davvero eccitanti e Youssef mi scopava con tanta di quella forza da far sbattere continuamente il tavolino a muro. “Vedrai quando lo dirò a Mohamed !!!!” - disse lui. Non ero felicissimo di questa cosa. Forse non avrei voluto che Mohamed sapesse, ma in quel momento non c'era molto da pensare. Avevo un cazzo di quelle proporzioni nel culo e non desideravo di meglio. “Siiiiiiii, spaccami il culo! Mohamed me l'aveva detto che sei un toro!”. “E lui mi ha detto stamattina che sei una gran cagna! Ci divertiremo a scoparti tutti i giorni, troia! Prendiiiiii !” - e mi continuava a sbattere tutto quel palo duro in culo. “Guarda che buco largo !!!!” - mi disse togliendo il cazzo di botto e poi ancora tutto dentro di colpo. “Ahhhhhhhhhh! Cazzo. Mi sfondi!” - gridai io. “E quello che merita una vacca come te! Voglio sborrarti in bocca, puttana!!!! - fece nel momento in cui sentiva di essere sul punto di venire. “Siiiii, voglio la tua sborra in bocca!” (che poi era quello che volevo!) “Girati e mettiti in ginocchio, succhiacazzi!”. Mi sfilò il cazzo dal culo lasciandomi una forte sensazione di vuoto. Mi fece inginocchiare con forza e cominciò a segarsi davanti alla mia bocca. Non venne subito. Mi teneva per i capelli e mi ordinava: “Apri la bocca!” e mi ci sputò dentro. Mentre si masturbava con forza, mi sbatteva la cappella sulla faccia, sulle labbra e sulla lingua. Di tanto in tanto mi spingeva il cazzo in bocca fin dove riuscivo a prenderlo e anche di più, provocandomi sforzi con la gola. Poi sentì il suo corpo irrigidirsi e il suo fiato farsi affannoso, mentre ancora mi tirava i capelli e stava a guardarmi con la bocca spalancata. “Ecco …. sto per sborrare ….. Siiiii …. Apriiiii!”.
Uno …. due …. tre … quattro schizzi possenti, dritti nella mia bocca da troia e altri ad imbrattare la mia faccia provata. Con la cappella raccolse tutta quella sborra densa che avevo in viso e me la portò in bocca, affondando il suo cazzo nella mia gola da zoccola! Inghiottì e continuai a succhiarglielo, anche dopo. Lui si chinò verso di me, che avevo ancora la bocca aperta e mi ci sputò dentro, dandomi uno schiaffetto sulla guancia: “sei una bella puttanella! Questo è niente! Io ho sempre voglia. Vedrai”. E figuriamoci io – pensai tra me e me, preguastando tante altre belle avventure in quella casa (diciamo così) "accogliente" !
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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