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Mohamed e gli altri - parte 2


di Membro VIP di Annunci69.it cumonface
07.01.2012    |    38.514    |    16 9.5
"“Stanotte voglio che dormi con la mia sborra in culo” Ed io quella notte dormì anche col pensiero di una scopata come non ricordavo più da tempo!..."
Quel benvenuto da parte loro mi aveva sicuramente un po’ frastornato ma nello stesso tempo aveva acceso in me qualcosina che neppure sapevo spiegare. Non facevo altro che ripensarci, anche quando dissi loro che sarei andato a fare la doccia. Erano stati giorni faticosi per me e finalmente potevo dire di aver trovato un posto dove stare, senza timore di finire in breve tutti i soldi che mi erano rimasti. Erano stati carini a lasciare che io non pagassi quei primi giorni. Non mi chiesero neppure la caparra o altri soldi che in ogni caso sapevo di non possedere. Fui lieto di poter dire ai miei di stare tranquilli, perché finalmente avevo trovato casa. Ovviamente non dissi che i miei coinquilini erano tre marocchini. Li avrei fatti preoccupare per niente e di sicuro non avrebbero approvato.
Chiesi a Mohamed di prestarmi un asciugamano, perché non ne avevo e lui mi disse che avrei potuto usare il suo accappatoio bianco, che era in bagno appeso da una parte. Non so perché ma continuavo a sentirmi osservato. “Che avevano da guardare e da sogghignare tanto?!”
Mi sentivo un po’ a disagio.
Ma forse ero io che mi stavo facendo troppi film – pensai. Forse ero io la persona strana per loro e non loro per me! In fin dei conti ero io ad essere piombato nella loro casa e non viceversa.
“Ma perché ogni tanto parlavano tra di loro in arabo?!?” … “Parlavano forse di me?!?” …. “E cosa si stavano dicendo?!?” ….. “C’era da fidarsi?!?”
Alla fine decisi di farmi meno domande e di godermi lo scroscio possente di una bella doccia calda!
Presi uno dei loro saponi e provai ad immaginarmi di chi potesse essere. Lo lasciai scivolare morbido sul collo, sul mio petto liscio … e poi giù, fino a sfiorare e a massaggiare il mio uccello ormai duro.
Pensavo ai loro corpi nudi …. alla naturalezza del loro mettermi in mezzo … alle forza di quelle braccia che poco prima mi tenevano stretto … al profumo della pelle e alle loro risate complici e maliziose. Fantasticavo su quel loro essere infinitamente maschi … sui loro sospiri fatti per gioco …. su quelle voci dallo strano accento che mi dicevano: “troia!!!”.
Allungai la mano e mi avvolsi nell’accappatoio di Mohamed … più grande di me …. e dannatamente eccitante. Uscendo dal bagno, erano ancora lì …. Youssef …. Said e … Mohamed.
Non so quanto potessi esserci stato sotto la doccia …. Capì solo che non fu poco, perché Youssef si alzò immediatamente per venire verso di me, cioè verso il bagno:
“Finalmente, …. mi stava scoppiando l’uccello!” e dicendo così, si strizzò scherzosamente il pisello, per farmi capire che non resisteva più. Gli altri due risero, mentre Youssef senza neppure chiudere la porta cominciò lungamente a pisciare e a sfottermi: “Puttanella, la prossima volta ti piscio in bocca se ci fai aspettare ancora!”. Sorrisi. Sapevo che non diceva sul serio e anche se fosse stato, non mi sarebbe dispiaciuto – pensavo tra me e me.
“Ridi! Ridi! “ – disse Said – “Guarda che Youssef ne è capace, sai?!?”
Decisi di stare al gioco anch’io e a quel punto risposi: “E chi vi dice che magari non possa piacermi?!?.
Forse mi ero spinto troppo in là con quella battuta o forse …. no.
Fu Mohamed a dire: “Non li stuzzicare …. ché sono pericolosi. Poi non dire che non te l’avevo detto!!!!”
“Adesso va molto meglio!!!! “ andava sospirando Youssef, mentre usciva dal bagno, continuando a sistemarsi l’uccello nelle mutande. Quel suo mettersi la mano dentro il pacco mi fece venire una gran voglia di fare sesso … subito …. senza troppe regole …. e senza limite.
Lasciai stare, salutai i ragazzi e andai a letto: la mia prima notte in quella casa.
Faceva un gran caldo. Avrei voluto dormire nudo, come al mio solito …. ma forse non era il caso: sarebbe stato troppo – pensai.
Nell’altra stanza sentivo una gran baldoria: musica, parole ad alta voce, schiamazzi, rumore di sedie, bottiglie di birra che andavano, risate e … una lingua a me - a dir poco - incomprensibile.
Erano in tre …. ma sembravano venti, con tutto che avessi chiuso la porta.
Per fortuna non ero (e non sono) uno che si addormenta con difficoltà, per cui presi sonno abbastanza presto …. o almeno così mi parve.
Qualche ora dopo … sentii dei passi intorno alla stanza: era Mohamed. Non feci vedere che ero sveglio, ma non potei neppure fare a meno di sbirciare di nascosto ogni suo movimento. Accese una piccola luce e quella mi fu sufficiente per godermi quel corpo con addosso un solo paio di calzoncini rossi. Ero come ipnotizzato da quel corpo forte, muscoloso e reso scintillante da quel fioco bagliore di luce. Mi coprii il viso col cuscino e col lenzuolo: solo così potei spiarlo senza essere visto. Mohamed – secondo me – aveva bevuto e fumato un bel po’ in compagnia dei suoi amici, perché mi accorsi quanto a stento riuscisse a stare dritto. Mi faceva simpatia. Lo sentivo ridacchiare e sbiascicare confusamente, come fa solo chi è sbronzo. Non so neppure se Mohamed avesse idea di chi ci fosse nel letto quella notte …. ma credo pure che fosse l’ultimo dei suoi pensieri.
Poco prima di buttarsi sul letto, fece una cosa che mai mi sarei aspettato, perché era oltre ogni mia immaginazione: si avvicinò alla sponda del letto e si calò lentamente i pantaloncini, lasciandoli scivolare a terra. In un istante mi ritrovai il suo uccello praticamente all’altezza di dove arrivava il mio occhio. Ebbi la fortuna che Mohamed restò immobile qualche istante in quella posizione, giusto il tempo di cancellare un paio di messaggi dal telefonino e di impostare una nuova sveglia per il giorno dopo. Ero eccitatissimo …. forse anche troppo. Non mi sbagliavo: Mohamed aveva proprio un bell’arnese. L’avevo capito sin dal primo momento, quando me lo aveva semplicemente appoggiato sul culo fuori la porta. Adesso era lì … a pochi cm …. bello …. grosso …che pendeva tra le sue cosce forti e abbronzate.
Mohamed dimenticò di spengere la luce. Lo vidi e lo sentì infilarsi magicamente sotto il lenzuolo, facendosi spazio e realizzando (forse solo in quell’istante) di non essere solo. Io continuai a fingere di dormire ma mi voltai su un fianco, dandogli la schiena come chi cerca nel sonno una nuova posizione. Lui prese a muoversi, aggiustandosi il cuscino, tirandosi il lenzuolo e … sfiorandomi ogni tanto, come era inevitabilmente che fosse, visto che mi ero allungato un po’ oltre la mia metà del letto. Non so se fu perché Mohamed avesse poco spazio dalla sua parte …. o altro …. ma a un certo punto sentì il corpo attaccarsi al mio e il suo uccello schiacciarsi contro il mio culo. Fu una sensazione incredibile. Sentire quel cazzo appoggiato alle mie chiappe mi sembrò molto più di un sogno. Peccato solo non essermi tolto le mutande prima, pensai. Forse fu suggestione o forse no … ma avevo la sensazione che Mohamed si strusciasse in maniera leggera. Non riuscivo a capire se fosse già crollato nel sonno … oppure no; se stesse sognando … oppure no. Io rimasi immobile e solo impercettibilmente muovevo il culo per sentire meglio quell’uccello dietro di me. Ma forse ero solo io che pensavo che fosse “impercettibile”. Forse non lo era, … perché Mohamed era tutt’altro che addormentato. Brillo sì ma di sicuro …. presente. Fu lui infatti ad aumentare quel ritmo fatto di strusciamenti e leggeri affondi. Senti le sue mani sulle mie cosce, salire dal basso verso i miei glutei e poi bloccarmi per farmi sentire il suo uccello spingere. Quel movimento si fece sempre più audace, mentre con una mano mi afferrò lo slip e me lo tirò di scatto tutto dentro il solco delle natiche, facendomi fremere per l’impeto di quel gesto. Intorno c’era silenzio. La casa dormiva e in quel letto vibravano due corpi abbandonati a brividi e carezze. Non sono sicuro che Mohamed sapesse davvero cosa stesse facendo. Forse era l’alcool …. o forse il fumo …. o semplicemente un bisogno di contatto. O forse era solo un po’ di paura …. la mia, ovviamente.
Ci pensò Mohamed a sciogliermi: “Che bel culo! E che pelle morbida!” – mi sospirò da dietro, mentre le sue mani massaggiavano il mio corpo liscio. “Ti piace il mio cazzo?!? … Lo so che lo vuoi?!?” – mi ripeteva in un orecchio.
Il suo abbraccio si fece più caldo. Mi stringeva forte a sé e il suo uccello indugiava nel solco dei miei glutei con un movimento inebriante, sensuale e deciso nello stesso tempo.
Ero in sua balìa … bloccato su un fianco, con la schiena avvinta a quel corpo che cominciavo a sentire mio.
“Siiiii! “ – fu tutto ciò che riuscii a pronunciare. Bastò questo per accendere la passione. Mohamed prese a baciarmi la schiena … a darmi dei piccoli morsi e poi ancora baci … e carezze dappertutto.
Mi spinse dolcemente a pancia in giù. Tolse il lenzuolo e mi salì dietro come se volesse cavalcarmi. Mi lasciai trasportare da quell’incantesimo e dalle sue mani grandi che sfioravano la mia pelle profumata. Mohamed conosceva l’arte di quel massaggio e di sicuro conosceva come accendere un fuoco. Non erano solo le sue mani ad eccitarmi, ma tutto un insieme di sospiri …. di sensazioni rubate …. di attimi di intensa passione. Mohamed scivolò con tutto il corpo fino a poggiare le sue labbra sui miei glutei, che le sue mani ora stringevano forte. Fremevo al piacere delle sue dita che sentivo perdersi nel solco del mio piacere … mentre mi accarezzavano …frugavano …. ed esploravano la via più breve. Fui attraversato da un brivido inatteso, quando sentii la sua saliva scivolarmi leggera sul buco come fosse sorgente e poi … la sua lingua solleticare ogni mia parte.
“che bella fica!” – continuava a dire, mentre le sue grosse dita cercavano di aprirsi la strada dentro di me. “Che fica aperta!” … “Senti com’è calda!” … - ansimava.
Non mi importava se diceva “fica” anziché “culo”. Forse in quel momento, Mohamed si stava immaginando una ragazza … e magari gli riusciva meglio così. Forse per lui ero solo un buco da scopare e a me … francamente … andava più che bene. Ogni tanto si fermava per appoggiare la sua dura cappella, bagnata di saliva. Era bellissimo sentire quel suo leggero ma inesorabile spingere, quasi a forzare … quasi a vedere quanto fossi già pronto a ricevere quel palo. Strinsi i denti e cercai di lasciarmi andare. Mohamed aveva capito che quello sarebbe stato il momento … Irrigidì i muscoli delle gambe e, premendo un po’ più forte e senza esitazione, riuscì a vincere quell’iniziale resistenza, che era solo mia.
Mi sciolsi in un gemito, un misto di dolore e di soddisfazione. Adesso ero io ad irrigidirmi un poco. “Fai piano! Aspetta!” – gli sussurrai. Mohamed rimase fermo in quella posizione, con tutto il corpo su di me: “Ho infilato solo la cappella! Senti com’è grossa! Muoviti tu … fallo entrare …. Voglio sentirlo tutto dentro!”.
“Siiii! … Anch’io voglio sentirlo tutto dentro” e cominciai allora a muovere il culo per abituarmi a quel palo e per aprirmi ancora di più. Mohamed godeva nel sentire quel calore avvolgere il suo uccello e man mano sentiva pure che scivolava da solo sempre più giù.
“Senti che bel culo … Senti come entra tutto … Sei proprio una puttana!” – diceva ansimando. “Ti piace il cazzo marocchino, eh? Troia!”.
“Siiii! Mi piace il tuo cazzo. E’ enorme. E’ una spada!”
“E allora prendilooooo!” – mi gridò affondando in un colpo solo tutto il suo grosso uccello.
“ahhhhhhi …. così mi sfondi!” – gli dissi io, mentre lui si affrettò a chiudermi la bocca con una mano.
“Zitta! Puttana! Godi in silenzio! Non vorrai mica svegliare gli altri?!?” … “Non ti conviene, perché altrimenti vengono qui e ti scopano pure loro! …. Youssef già mi ha detto lo farà. Preparati … perché ha un cazzo enorme. Più del mio, troia”
Mi eccitava essere trattato in quel modo e mi eccitava ancora di più sapere che non mi sbagliavo: anche gli altri mi avevano messo gli occhi addosso.
“Scopami …. Continua così …. Fammi sentire il cazzo marocchino tutto in culo”
“Ti rompo la fica, puttana. Ti faccio conoscere il vero Marocco! E se fai la brava ti presento tutti i miei amici del bar …. così ti scopano per bene ”
“Siiii … sei un porco. Mi piace …. continua …. ancora …. siiiii” – continuavo a gemere, mentre lui non solo affondava il cazzo ma lo muoveva dentro il mio culo, procurandomi un piacere che non avevo mai provato.
Il letto sbatteva contro il muro e questo aumentava la mia eccitazione, specie dopo quello che mi aveva detto dei suoi coinquilini.
Mohamed mi trattenne per le sulle spalle e con un colpo secco mi infilò tutto il cazzo in culo. Sentì un dolore fortissimo ma passò in un istante. Ora sentivo le sue palle sbattere sulle mie chiappe e i suoi affondi … sempre più violenti e diretti.
“Senti come sei sfondata, troia! Adesso ce ne entrerebbero due di cazzi!”
Era come diceva lui. Non sentivo più niente se non quel continuo entrare ed uscire di Mohamed, che sapeva come tenere il tempo …. come e quando tirarlo fuori, … come e quando impalarmi di nuovo, lasciandomi ogni volta senza fiato.
Era instancabile: una vera macchina da guerra. Ci metteva ogni suo muscolo … gambe, braccia, addome, dorsali. Mi sbatteva come una puttana e mi tirava per i capelli.
“Adesso, troia …. Ti riempio il culo. Preparati … che ti sborro dentro. Ti inondo”
“Siiiii ….. scopami forte …. sborrami in culo”
“Dimmi che sei una puttana! Dimmi che lo vuoi dentro!”
“Siiii …. Sono la tua puttana. Vienimi dentro ….”
Mohamed si fece sempre più impetuoso …. e aumentò i suoi colpi ….
Lo sentivo ansimare …. e poi gemere …. e poi irrigidirsi.
“Ahhhhh …. Siii … troia ….. sborroooooo ….. tutto in culooooo! Siiiii ….
Dopo essere venuto, Mohamed tirò fuori il suo cazzo, ancora bagnato e rimase fermo a guardare il mio buco dilatato al massimo. Mi allargò con le mani le chiappe e mi disse: “Che bel culo pieno di sborra! Buttala fuori, puttana!”
Spinsi per lasciar uscire un po’ della sua sborra, mentre lui mi teneva aperte le chiappe.
“Si … così … troia …. Fammi vedere come sei brava!”
E fu allora che poggiò di nuovo la sua cappella ancora dura sul mio buco enorme e mi infilò di nuovo il cazzo dentro, con tutta la sborra che c’era intorno.
“Stanotte voglio che dormi con la mia sborra in culo”
Ed io quella notte dormì anche col pensiero di una scopata come non ricordavo più da tempo!
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Questa è la seconda parte del racconto …. Grazie dei commenti alla storia precedente. Aspetto nuovi messaggi … e vi anticipo pure che …. CONTINUA
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