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Gay & Bisex

L'uomo nero


di Membro VIP di Annunci69.it PassMatVoglioso
17.03.2020    |    2.890    |    10 9.9
"Mi parlò della sua vita, delle ovvie difficoltà che incontrava a stare in Italia, lontano dalla famiglia e poche possibilità di fare sesso..."
In questi tempi di prigionia forzata, non si può fare altro che ricorrere ai ricordi anche per aiutare l’amichetto che risente della situazione e sta un po’ giù!!
Premetto che gli uomini di colore mi hanno sempre attizzato parecchio e quando ho superato la timidezza e l’insicurezza delle prime volte mi sono lasciato andare a fantasie su di loro, surrogate anche dai giornalini porno che all’epoca ancora facevano bella vista nelle edicole notturne vicino alla stazione. Non parlo dell’epoca dei brontosauri ma dei primi anni 90, internet e la telefonia mobile non esistevano, i cinema porno erano ancora aperti e il battuage notturno offriva molte soluzioni. La stazione Termini di Roma aveva almeno 3 edicole aperte tutta la notte, montavano di sera una specie di tendone “aggiuntivo” dove esponevano la “merce”, tante riviste etero, poche gay e cassette VHS. Ricordo la smania che mi prendeva di sera e poi la decisione di prendere la macchina, partire da casa ed arrivare col fiato corto a Piazza dei Cinquecento. Non mi fermavo subito, dovevo capire se c’era gente che comprava, temevo di incontrare qualcuno che mi conoscesse e quindi facevo almeno un paio di giri in macchina intorno all’edicola prima di farmi coraggio e fermarmi. Proprio in questi giri passavo in Piazza Repubblica dove vedevo tanti maschi che passeggiavano, si guardavano intorno ed i più arditi si toccavano e ti guardavano fissi negli occhi. Che tremarella ma al tempo stesso che emozione, sentivo il sangue ribollire, impaurito ed eccitato al tempo stesso. Una sera passai davanti ad un ragazzone di colore ma troppo impaurito spinsi sull’acceleratore e continuai il mio giro. Era notte, il traffico azzerato e non ci misi molto a ritornare allo stesso punto e lui era ancora lì, camminava nel senso inverso la mio…mi venne un improvviso moto di coraggio e accostai. Lui si avvicinò, era alto, massiccio, ben vestito, sbarbato, una faccia squadrata e una chiostra di denti bianchissimi che spiccavano sulla pelle nerissima. Per fortuna fece lui il primo passo, non avrei saputo cosa dire, come condurre la trattativa. Aprì la portiera ed entrò in macchina. Il cuore mi batteva all’impazzata ma rimisi in moto e ci allontanammo per trovare un posto appartato. Il tragitto non fu brevissimo ma fu una fortuna perché ebbi il tempo di parlare con lui e calmarmi. Si chiamava Paul ed era del Togo, parlava un discreto italiano, più grande di me di qualche anno e questo mi rilassò, non era un ragazzino. Mi parlò della sua vita, delle ovvie difficoltà che incontrava a stare in Italia, lontano dalla famiglia e poche possibilità di fare sesso. Approfittando del fatto che dovevo cambiare marcia, mi prese la mano e la poggiò sul pacco…era carico, duro, sembrava stesse per scoppiare nei pantaloni! Con il cuore in gola dall’eccitazione riuscii ad arrivare a destinazione, un boschetto alla periferia di Roma, spensi il motore e … azione fu! Mi ricordo che mi saltò addosso in un attimo, aveva una voglia arretrata che non gli consentiva di perdere tempo, quasi pari alla mia che pure era notevole!! Mi baciò con passione e nel mentre le sue mani mi perlustavano dappertutto. Era quasi estate e non avevamo molto addosso, si tolse la camicia e mi si parò davanti un torso perfetto, pettorali scolpiti e spalle larghe, due grandi capezzoli, braccia robuste…sembrava una statua greca. Mi sfilò la maglietta e lessi il suo sguardo arrapato alla vita dei miei capezzoli…cominciò a succhiare e leccare come un ossesso, sembrava un bambino affamato dentro una pasticceria! Cominci ad esplorare il suo corpo, le mie mani carezzavano le sue spalle, il collo, la testa ricciuta…aveva una pelle meravigliosa, una seta profumata di sapone che non riusciva però a nascondere l’odore un po’ selvaggio ed acre tipico dei neri. Era abbastanza glabro, aveva solo qualche ciuffetto di peli intorno ai capezzoli e sotto le ascelle, il resto era liscio, morbido al tatto e odoroso di maschio. Reclinammo i sedili, voleva stare sopra di me, mi baciava il collo, le orecchie, il petto e impazziva quando facevo lo stesso. Mi slacciò i pantaloni e io armeggiai con la cinta dei suoi che non voleva saperne di sganciarsi, allora uscì dalla macchina e si spogliò completamente. Ossignore, rimasi a bocca aperta per quanto era bello, un accenno di pancia, fianchi stretti, gambe muscolose e lunghe e un bosco di ricci neri che facevano corona ad un pisello nero, grosso, nodoso, già in tiro e sormontato da una bella cappella rosa ormai umida. Mentre rientrava in macchina mi liberai dei miei pochi stracci e lo accolsi a braccia aperte, sentii il peso ed il calore del suo corpo su di me, mi allargò le cosce ci appoggiò il cazzo in mezzo facendomi sentire la sua durezza sul mio buchino che già smaniava! Abbracciandolo le mie mani scesero sul suo sedere, un mandolino di pietra, una fessura stretta ed i fianchi appena ammorbiditi da un filo di grasso…li presi per bene e lo accostai ancora di più a me, volevo sentirne ancora di più! La temperatura della macchina cominciava a salire e i nostri corpi cominciarono ad imperlarsi di sudore…persi la testa ancora di più se possibile e leccai, leccavo quello che sembrava nettare e intanto i nostri corpi si avvinghiavano sempre di più, sempre più lubrificati da sudore e saliva. Si mise in ginocchio sopra di me e mi offrì la vista di quel magnifico pezzo di carne che aveva in mezzo alle gambe, lucido e nero, con vene rigonfie e svettante verso le mie labbra. Leccai una prima goccia che faceva capolino nella spaccatura del glande e mai dimenticherò il sapore fantastico di quel miele. Presi a piene mani le sue magnifiche chiappe sode e spinsi il bastone in bocca. Non entrava tutto, era troppo lungo e rischiava di soffocarmi ma mi feci scopare la bocca perché lo desideravo troppo. Il suo pacco odorava meravigliosamente di sudore intimo, con una punta di acredine che mi tolse completamente ogni freno inibitorio. E’ proprio vero che quando provi il black, never come back! Lui apri ancora meglio le cosce e mi piazzò le sue palle in faccia, non avevo notato nell’oscurità che il pacco era corredato di due sacche grosse e pelose che pendevano magnificamente sotto il suo bellissimo culo. La mia lingua saettò vogliosa su quella manna inaspettata, affondando per bene il naso e la bocca sul triangolo del piacere! Per la prima volta la mia lingua leccava il sedere di un uomo e fu meraviglioso! La cosa non sorprese solo me ma anche lui che si fece leccare tra spasmi di piacere, aumentati dal fatto che continuavo a smanettare il suo uccello in tutta la sua lunghezza. Preso dall’eccitazione volle ricambiare il favore, mi girò sul sedile e cominciò a baciare il mio sedere, morbido e burroso al confronto col suo fino a spingersi con la lingua sul mio buchetto. Sono eccitato al solo ricordare quella meravigliosa sensazione di essere slinguazzato e la cosa che mi fece ancora più eccitare fu che prese della saliva per lubrificare bene il buco e continuare a lavorare di lingua! Si mise a cavalcioni su di me e mentre insalivava per bene il culo potevo continuare ad insalivare il suo grosso uccello. Gli chiesi di fermarsi, stavo venendo e non volevo già concludere, al contrario di lui che, nonostante l’astinenza di settimane, ancora durava. Mi confessò che ci avrebbe messo un po’ a venire e fu musica celestiale per le mie orecchie!!! Ci rimettemmo seduti e riprendemmo a pomiciare, le nostre bocche si cercavano avidamente, soprattutto adesso che sapevano di cazzo e di culo, di sudore e precum. Mentre ci baciavamo, lui infilò una mano tra le mie cosce e cominciò a sditalinare il mio buchetto…ero in estasi, a cosce larghe mentre le nostre lingue si intrecciavano, si inseguivano su collo, ascelle e capezzoli per poi ricongiungersi ed intrecciarsi di nuovo. Eravamo fianco a fianco, bocca su bocca, la sua mano tra le mie gambe e la mia sul suo uccello. Avrei continuato per ore ma l’eccitazione stava raggiungendo il culmine. Mi spostò una coscia sulle sue fino a farmi sedere in braccio a lui, strofinava il cazzo sul mio culo ormai lubrificato ed aperto. Poggiò la cappella sul buco, ero spaventato perché non ero mai stato penetrato ma continuava a spingere, mi passò il braccio libero intorno alle spalle afferrandomi una tetta e l’altra mano teneva larghe le mie gambe. Mi leccava l’orecchio, baciava il collo e intanto sentivo il glande premere sul buco e lentamente lo sentii entrare. Allargò bene le sue cosce sedendosi meglio e io scivolai sul suo cazzo, impalato da quel bastone duro che sentivo fremere, pulsare, saettare dentro di me. Rimase fermo e fui io a cominciare a muovermi, sentivo vampate di piacere partire dal buco del culo e divampare per tutto il corpo, in preda ad una eccitazione grandiosa, scariche elettriche di puro piacere che fecero accelerare il mio ritmo, mentre il suo fiato diventava sempre più affannoso, sempre più rapido. Non so dire quanto tempo cavalcammo all’unisono e finalmente l’orgasmo ci travolse. Lui dette un primo colpo di reni seguito da almeno un’altra decina, urlò il suo piacere con voce roca e sentii fiotti di sborra inondarmi il culo e così facendo mi fece esplodere senza neanche toccarmi, schizzai sui sedili, sulla portiera della macchina, sulla mia pancia. Rimanemmo qualche minuto ancora uno seduto sull’altro, il suo braccio sul mio petto, la sua bocca sul mio collo e ci volle un po’ per riprendere fiato. Quando il battito cardiaco riprese la sua normale attività tentammo di ricomporci, lui estrasse il suo pisello ancora turgido dalle mie chiappe ormai infuocate e a fatica uscimmo dalla macchina per darci una sistemata. Eravamo sudati, le gambe a stento mi reggevano per quanto tremavano e fiotti di sborra mi colavano tra le cosce. Avevo dei fazzoletti di carta, per fortuna, che usammo in gran quantità per dare una parvenza di pulizia, ci rivestimmo e riprendemmo la strada del ritorno. Ero spaventato perché non solo non avevo mai fatto sesso anale ma oltretutto lo avevo fatto senza preservativo. Credo mi lesse nel pensiero perché tentò di rassicurarmi… non era mercenario e anche lui non lo faceva mai senza precauzioni. Era in Italia da meno di un anno, lavorava come impiegato nella Ambasciata del suo paese e da quando si era trasferito senza la moglie non aveva fatto sesso con nessuno. Feci fatica a credergli ma mi fece piacere il suo tentativo di rassicurarmi, Lo accompagnai a casa e tornai alla mia. Nei giorni successivi feci i test tra mille paure ma fortunatamente era tutto a posto e negli anni a seguire li ho regolarmente ripetuti, sempre negativi. Non lo incontrai più, purtroppo, e seppi in seguito, in modo fortuito (la vita a volte è veramente strana!!), che il suo incarico in Italia si era concluso poco tempo dopo il nostro incontro. Da allora ho avuto altre esperienze con maschi di colore, mai quante ne avrei volute ma sempre più che soddisfacenti!! Ora capisco perché continuo a fare il cattivo, spero sempre che mi venga a prendere l’uomo nero a portarmi via!!!
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