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Gay & Bisex

L'assemblea


di Mestesso2018
23.04.2020    |    11.616    |    9 8.8
"Dopo un po estrae l'arnese segandosi velocemente mentre con l'altra mano mi tiene per i capelli tenendomi il viso inclinato..."
La sveglia era suonata da poco e aveva interrotto uno di quei sogni che mi piacciono molto.
Ero con un ragazzo bellissimo, nel suo appartamento e gli stavo succhiando il pisello. Le mie mani correvano su suo torace ben scolpito, disteso su un letto candido. agguantavo il suo attrezzo del piacere con entrambe le mani e dalla mia posizione alzavo gli occhi e riuscivo a vedere i suoi pettorali ben in rilievo con una leggera peluria che rendeva tutto molto più eccitante. I suoi mugolii di piacere arrivavano alle mie orecchie amplificando il mio godimento e mischiandosi al suono della sveglia.
Apro gli occhi e stacco la sveglia.
Mia moglie sdraiata al mio fianco si gira e mi ricorda di sbrigarmi perché avrei fatto tardi e la sveglia suonava già da un po.
Mi alzo con un erezione evidente e mi dirigo in bagno per una doccia veloce. L'acqua scorre sul mio corpo ancora pieno di vibrazioni e voglie. Vorrei toccarmi per liberare il piacere ma non ho tempo. Rientro in camera da letto mentre mia moglie già in piedi sorridendo mi chiede cosa sognassi prima avendo sentito qualcosa. Rimango sul vago evitando il ricordo e sostituendo quello che non potrebbe mai accettare.
Una colazione veloce, un bacio e sono in auto che corro verso la sede del CNR dove in una calda giornata di fine maggio avrei avuto un assemblea di lavoro.
Arrivo in ritardo e tutti sono già seduti. Cerco di scorgere qualche conoscente tra la folla del grande salone che ospita l'evento ma nulla. Magari un posto vicino a qualcuno che conosco. Niente da fare.Gli unici posti liberi sono in fondo alla sala vicino alla porta principale. Posti scomodi e con una visuale tagliata dalla galleria.Mi guardo intorno e ne scelgo uno laterale non molto lontano da dove sono ora. Chiedo al vicino se libero e mi siedo.
Dopo alcuni minuti il mio vicino, un ragazzo sui 30 anni molto virile, si alza e mi chiede di farlo passare. Noto subito le sue cosce grosse e molto ben evidenziate dai jeans che le fasciano. Lui mi rifà la domanda ed io mi accorgo di essermi soffermato troppo nei miei pensieri. Sposto le mie ginocchia di lato e lo lascio passare senza alzarmi. Il mio occhio cade sul suo pacco che mi passa proprio ad altezza viso. Penso di esagerare e dico a me stesso di trattenermi. Distolgo lo sguardo ed una volta passato mi rimetto a posto.
Il dialogo degli oratori sul palco va avanti sempre più noioso e mi viene voglia di un caffè. Ho intravisto delle macchinette nel corridoio mentre correvo per entrare.ci penso bene e mi viene in mente che sono appena dopo l'ingresso. vorrei alzarmi per andare ma noto che il mio vicino sta tornando a sedersi allora evito. Lui passa guardandomi sorridente e chiedendomi scusa ma con un modo di fare quasi scocciato. Quasi come non fosse tenuto ma per un pro-forma obbligato dal contesto formale. Io per gentilezza rispondo con le mie scuse e lui, con un sorriso ironico, mi risponde "scuse accettate".
Si siede e mi chiede se il discorso dell'oratore era migliore rispetto a prima che andasse al bagno. Gli rispondo sorridendo che è diventato sempre più sonnifero tanto da voler andare fuori a prendere un caffè. A questo punto mi alzo e mi dirigo verso le macchinette. Lui mi segue dicendo che avrebbe accettato caffè come scuse. Io un po stranito per l'esplicita richiesta di un caffe gli rispondo comunque che non c'è nessun problema. Un bel vedere come lui, credo che mi farebbe passare sopra ad un un'atteggiamento di pretesa.
Usciamo dal salone, giriamo in un corridoio lungo e ci presentiamo. Lui si chiama luca e lavora li come tecnico informatico. mi fa strada fino alle macchinette del caffè e arrivati mette le mani in tasca e rovista per delle monetine ma io gli dico di lasciar stare. Lui mi risponde di non preoccuparmi ed ironicamente gli chiedo come posso far accettare le mie scuse se non gli offro il caffè. Lui molto divertito mi dice che mi darà altre possibilità visto che la giornata sarà lunga. Io accetto ironizzando sul fatto che me la caverò con qualche spicciolo visto il costo del caffe. Lui allora mi dice che forse dovrà alzare la posta, visto che lui conosce i segreti della struttura e me ne ha appena mostrata una...la posizione delle macchinette che fanno il caffè migliore! Io molto ironico mentre sorseggio gli rispondo che non è poi un gran segreto visto che si trova in un corridoio. Lui un po stizzito dall'affronto mi dice di potermi mostrare un vero posto segreto della struttura ma che questo varrà molto più di un caffè. Ironizza sul fatto che molti suoi colleghi lo chiamano "il padrone" e quindi di portare rispetto al padrone del posto. Io scherzosamente rispondo di accettare la scommessa e ,pensando all'eventuale pausa pranzo, di esser pronto rischiare ma solo se il segreto porta reali benefici esclusivi. Lui mi dice che sicuramente porterà beneficio e che si tratta di posti tranquilli dove seguire l'assemblea senza avere le persone sui gomiti. Io accetto volentieri ed ironicamente chiedo cosa volesse per pranzo il padrone della struttura. Lui mi risponde che gli piace il mio atteggiamento e che è il giusto modo per rapportarsi con lui.
Mi sono sempre piaciute le situazioni dove un bel ragazzo come lui fa "il padrone" ed io obbedisco e questa cosa che si sta creando inizia ad eccitarmi ma ovviamente rimango con i piedi per terra senza fantasticare troppo ma ammetto che inizio a sperare che la cosa si avveri con questo bel ragazzo mediterraneo, virile e maschio quasi come quello del mio sogno.
Luca mi distoglie dai miei pensieri chiedendomi se sono preoccupato ed al mio no lui mi risponde che non devo preoccuparmi perché se nel caso cambiassi idea potrei sempre dirlo ed potrei tranquillamente tornarmene in platea.
mi chiede di seguirlo col cenno di una mano e lasciandomi alle spalle. Mentre osservo la sua camminata e le sue spalle larghe coperte da una camicia di lino, gli chiedo se fosse pericoloso farci vedere in una zona dove magari è vietato l'accesso. Lui senza voltarsi mi risponde che è una zona dove ora non passa nessuno e che comunque io non devo preoccuparmi, al massimo rifiutare ed andare via. Io lo seguo senza rispondere e lui ride dicendo che sono bravo ad obbedire.
La cosa inizia ad intrigarmi molto ma sono anche un po spaventato. La voglia di seguirlo è molta ed ha il sopravvento sulla paura.
Dopo due rampe di scale mi ritrovo in un corridoio ovattato da una moquette ruvidissima ed incredibilmente silenzioso, si ferma vicino ad una porta e la apre. Mi fa cenno di entrare per primo ed io ubbidisco. Mentre entro, passando tra lui e la porta mi sussurra "prima le donne".
Avrei voluto rispondere ma rimango senza parole vedendo che quella piccola stanzetta buia e silenziosa è in realtà una stanza finestrata che da direttamente nella sala dell'assemblea con due sedute comodissime. Io mi appoggio alla vetrata e lui mi dice che sono i vetri specchiato che si vedono nel salone dell'assemblea e che quelle sono le stanze dove in genere vanno i traduttori e che per seguire il discorso posso usare le cuffie. Io entusiasta e molto colpito lo ringrazio ma lui mi dice che il padrone è abituato ai grazie e che lui pretende ben altro di un grazie ed un caffè. Gli chiedo allora, cercando di capire se veramente la direzione è quella, cosa desiderasse per pranzo ma lui mi dice, in tono quasi stufato che al pranzo avrei dovuto pensarci dopo.
Io interdetto per la paura di esagerare mi blocco senza sapere come sbilanciare un eventuale proposta. Lui scocciato mi mette una mano sulle spalle e mi fa sedere.
"Mi sono accorto di come mi guardavi il pacco prima" esclama
Io non so cosa rispondere ed arrossato mi esce solo un "scusa" soffocato prima che lui mi riprenda dicendo "ricordati che sono il padrone ora e tu sei in debito con me"
"Certo, cosa posso fare per te"
Lui mi da uno schiaffetto simbolico e sorridendo mi dice " chiamami padrone, per le prossime ore io sono il tuo padrone. Ti va bene?" Io capisco che le sue parole do prima erano mirate a questo. Se non mi va bene vado via. Ma la voglia di quel bel tronco di ragazzo mi fa capire cosa voglio veramente in quel momento...fanculo l'assemblea!
"Si padrone! Cosa posso fare per te padrone?"
Lui sorride soddisfatto "vedi che impari presto! Inginocchiati ed inizia a baciarmi le scarpe!"
Io lo guardo con un attimo di titubanza
Non l'ho mai fatto e non so come potrei reagire. E se non mi piace?
"Fai quello che dico altrimenti esci e non farti vedere più!"
"Si padrone!"
Mi inginocchio e la sensazione di stare sotto di lui mi fa salire il sangue alla testa ed al pisello. Inizio a scoprire un lato nuovo di me che fino ad allora avevo solo immaginato nelle mie fantasie più nascoste. Alzo gli occhi e lo guardo e lui mi esorta nuovamente dicendo che devo sbrigarmi perché si sta già annoiando. Io mi abbasso ed iniziò a baciare le sue scarpe di pelle marroni. Fortunatamente è un ragazzo molto curato e riesco a sentire l'odore di pulito da sotto l'orlo dei jeans. Con una mano alzo l'orlo e vorrei baciargli la caviglia. Lui si abbassa e mi schiaffeggia la mano dicendo che non devo prendere iniziative.
"Scusa padrone!" La mia unica risposta
Luca mi prende per il polso ed in quel momento sento la sua stretta vigorosa, mi tira su.
mi tira a se.
Riesco a sentire il suo profumo trasudare dal suo petto villoso lasciato parzialmente scoperto da due bottoni della camicia non allacciati. Una sensazione inebriante. Mi viene voglia di leccarlo e voglio avvicinarmi ancora di più.
"Spostati e fammi sedere"
Mi risveglio dal torpore e mi sposto facendolo accomodare. Una volta seduto le sue cosce ed il rigonfiamento della patta mi fanno perdere ogni inibizione e mi rimetto in ginocchio in attesa di nuovi ordini del mio padrone.
"Slacciami le scarpe e toglimele"
Io eseguo tutto con dovizia sistemando accuratamente tutto mentre sbircio la sua mano massaggiarti la patta.
"Se lo vuoi devi essere bravo!"
Si è accorto della mia voglia. Credo da molto tempo e sa come usare la cosa.
Alza un suo piede fino al livello del mio volto ed io capisco subito. Lo tengo per la caviglia per non farlo stancare ed inizio a leccarlo per bene nella speranza di gustarmi la grossa ricompensa che si massaggia tra le gambe facendomi intravedere le proporzioni ma senza mai mostrarlo. alza l'altro piede ed io eseguo. Nel frattempo Luca si slaccia la cintura ed io ho un sussulto fantasticando sulla ricompensa che arriverà fra poco. Lui la sfila dai jeans alzandosi e per farlo mi spinge indietro con il piede che stavo leccando e mi intima di non muovermi.
Io sono una statua con un cuore a mille ed il cazzo durissimo che ha oramai bagnato le mutande.
Si slaccia il bottone dei jeans e mentre mi guarda divertito mi chiede se ho voglia di prenderlo in bocca.
"Non aspetto altro, padrone mio!"
Lui ride dicendo "cazzo, sei proprio una puttanella in calore"
"Tu padrone mi fai questo effetto"
"Certo! ..le puttane come te le conosco bene"
Voglio ribadire ma vengo zittito e intimato a sfilare jeans e piegarli per bene. Lo faccio mentre lui mi si avvicina. Io mi giro e mi ritrovo il grosso rigonfiamento coperto da slip azzurri a portata di bocca. Mi ci avvicino e lui mi rimprovera nuovamente dicendo di aspettare i suoi ordini. Capisco che prova piacere nel vedere la voglia che cresce in me e mi stuzzica per testare la mia tentazione nell'infrangerli. Si avvicina col pacco al mio viso fino a farmi sentire l'odore. Resto immobile ma col fiato sempre più corto per l'eccitazione che sale inesorabile.
Sento un applauso dalla platea ma in ginocchio non riesco a vedere che l'alto soffitto del grande locale da quella finestra specchiata.
"Ti hanno fatto anche un applauso! Leccami le gambe fino all'inguine"
Io mi butto con la lingua su quelle cosce muscolose leccando il muscolo dall'attaccatuta sul ginocchio fino all'inguine. Il mio viso sfiora la grossa protuberanza che ha un sussulto. Mi trattengo un po di più e sento Luca ansimare di piacere. Una piccola soddisfazione che mi incita a dare più piacere. Lui lo capisce e forse per questo mi passa una mano in testa per accarezzarmi per poi prendermela con entrambe le mani e dirigerla sui suoi coglioni gonfi di goduria.
La sua cappella, grazie ai movimenti del mio viso sugli slip riesce a liberarsi finalmente da quella gabbia e la noto subito. Mi ci voglio avvicinare per leccarla ma le sue mani mi obbligano a girarci attorno, ad avvicinarmici ma senza mai sfiorarla.
Ad un certo punto mi ferma e mi dice di rimanere immobile.
Si sfila gli slip e vedo finalmente il suo cazzo. Dritto e grosso pronto per la mia bocca. Sento che manca poco che venga nelle mutande.
Luca prende le sue mutande e me le mente in testa a coprire gli occhi.
Sono nel buio totale oramai ed il piacere di vederlo mi viene privato.
Mi prende la testa da entrambi i lati e sento il suo odore sempre più forte.
"Apri la bocca e cerca di resistere"
Apro e sento il suo cazzo entrarmi in bocca lentamente. Voglio succhiarlo e socchiudo un po la bocca per iniziare a muovere la lingua sull'asta durissima. Lui lo tira fuori e mi tira uno schiaffo.
"Niente iniziative, devi solo obbedire se vuoi continuare"
Attende una mia risposta.
"Va bene padrone" rimango un momento nel buio dei suoi slip in attesa.
Ricomincia ad infilarlo lentamente
"Vediamo ora quanta voglia di cazzo hai"
Continua a mandarlo giù lentamente e si ferma e ritrae quando sente che sto per soffocare. Continua aumentando il ritmo incitandomi a resistere. Dopo aver giocato un po con la mia bocca lo estrae e mi dice: "bravo! Ora ti concedo 4 minuti di libertà di iniziativa ma non farmi venire"
" grazie padrone!"
Ovviamente mi aggrappo al suo bastone con la mano e lo succhio gustosamente per un po.
Gli chiedo di sedersi e poi affondo il suo pisello fino in gola giocando con la lingua su tutta la lunghezza. Le mie mani corrono contemporaneamente dalle ginocchia fino ad infilarsi sotto alla camicia salendo tra la folta peluria fin sopra i capezzoli. Lui si sbottona il resto della camicia e davanti a me immagino la scena del mio sogno.
Impazzisco di piacere e cerco di trattenere le pulsazioni che dalle tempie rimbombano fino al mio pisello. Lo sento, sto per venire. Tolgo una mano da un suo capezzolo per stringermi il cazzo e per evitare di spruzzare ma lui me le trattiene sul suo petto. Io affondo la bocca sulla sua verga e mi lascio al piacere completo.
Il mio urlo di piacere e soffocato e smorzato ma contribuisce al piacere stesso.
Rimango immobile per qualche secondo. non vedo nulla ma sento il suo sesso vibrarmi in bocca.
Si alza tenendomi con le mani la testa sul suo cazzo e inizia a scoparmi la bocca come se fosse una figa.
"Guarda ora come viene il tuo padrone" e dopo avermi finalmente tolto i suoi slip dalla testa continua a chiavarmi facendomi colare la saliva sulla mia camicia.
Il suo ritmo accelera, a volte devo trattenermi perché il suo glande mi sbatte in gola provocandomi forti conati. Lui continua alternando affondi spietati e scivolate più leggere. Il suo bastone brilla nella luce fioca che arriva dalla sala.
Dopo un po estrae l'arnese segandosi velocemente mentre con l'altra mano mi tiene per i capelli tenendomi il viso inclinato.
Versa poi la sua goduria calda sulla mia guancia esplodendo in un "vengo" urlato sottovoce.
Io godo nel vedere quel maschio così bello trarre piacere dal mio operato e gli sorrido compiaciuto.
Lui mi lascia i capelli e mi accarezza la guancia sgombra dal suo seme. Una cosa che mi piace è proprio questa in lui, il mix di autorità e dolcezza.
Ci puliamo alla meglio che si può e si fa passare i suoi indumenti.
"Ok, a pranzo andiamo in una tavola calda nelle vicinanze così dopo possiamo tornare qui velocemente"
Quel giorno tornai a casa verso le 18 con la voglia di trombarmi mia moglie e con un numero di telefono in più in rubrica.
Da quel giorno ho un padrone che ogni tanto mi messaggia per dirmi quando gli servo. Una parte di me che completa un complesso quadro della sfera sessuale di un bisex convinto.
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