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Gay & Bisex

In hotel, al buio (parte 2)


di Bukolos89
19.08.2022    |    1.454    |    10 9.8
"Lui continua ad ansimare, secondo me sta sborrando pure l'anima..."
È talmente immerso nel piacere che prova col mio pompino, da sembrare quasi in trance. Siamo al buio, sul letto, io sento solo le sue cosce pelose contratte e il cazzo pulsarmi tra le labbra. Tengo le palle in mano e con l'altra mano mi sego lentamente. Cazzo quanto godo, non ho idea di che ore siano, so solo che è l'incontro perfetto.
A quel punto la sua mano si posa sulla mia testa e quello che sta per succedere mi sorprende. Sento che piega le gambe poggiando i piedi sul letto e con un movimento lento ma deciso alza il bacino, spalancando ancora di più le cosce. Con la mano mi spinge verso il basso e sussurra: "Dai, ti prego, leccami il culo".
Tra uomini ho sempre giocato in modo soft, e ammetto che il rimming era più una scena da porno che una pratica abituale. Ci trovavo qualcosa di strano? Ovviamente no, semplicemente seguivo le mie abitudini, e tutti sappiamo che le abitudini prima o poi vanno leggermente scosse. Era arrivato quel momento.

Un po' incuriosito e sorpreso, faccio scivolare le labbra sul suo perineo: sento i peli corti solleticarmi, il suo respiro farsi più accelerato, la pelle diventare sempre più calda. Millimetro dopo millimetro, è il calore a guidarmi fino a quel punto in cui lo sento scottare e ansimare. Tiro fuori la lingua. Sento il buchetto liscio e bollente. Lecco una seconda volta, sempre con la punta, curioso anche io di capire cosa provavo. I suoi muggiti mi provocano e mi spingono a continuare. Chissà, forse ha capito che ho bisogno di una piccola spinta per buttarmi del tutto, e riesce a darmela accavallando le cosce sulla mia schiena, stringendomi tra esse e quasi imprigionandomi. Non saprei dirti cosa ho provato in quell'istante: è stato un senso di goduria, intimità, forza e dominazione dosati alla perfezione. Non me lo sono fatto ripetere una sola volta: ho tirato fuori la lingua e iniziato a leccare profondamente quel buco, a volte a colpetti rapidi, altre volte con ampie e profonde leccate. E più andavo avanti, più insistevo e mi godevo l'estasi di essere sprofondato nel suo intimo più nascosto. Stavo letteralmente divorando quel buco di culo mentre strusciavo il mio cazzo sul materasso. Lui ansimava e diceva porcate, il timbro della sua voce si era abbassato, il resto del corpo si era rilassato fino a darsi completamente a me. La mia lingua in quel momento aveva un potere incredibile sul suo piacere.

Iniziai a provare anche io il bisogno di ricevere quel trattamento, volevo capire cosa provava. Succede che lui abbassa una gamba e io trovo spazio per muovermi e, con una mano, toccarmi il buco del culo. Facendolo, struscio la sua gamba e quel contatto gli permette di capire di cosa avevo voglia. "Girati", mi dice, "Mettimi il culo in faccia, così ti lecco". Mi dispongo a 69 lentamente, girandomi e indietreggiando fino a quando, come una scarica elettrica, sento un'ondata di calore avvolgermi il buco e premere su di esso. Credo di essere rimasto in trance per qualche minuto, completamente in balia di quella goduria che non avevo mai provato e che adesso concentrava tutti i miei sensi su di essa. Smetto di toccarlo e leccarlo, sono a 90 col culo sulla sua bocca e lui si dimostra più esperto di me: slingua deciso, preme sul buco e poi ripete. A tratti infila la punta della lingua, strappandomi quasi un grido di piacere. Mi manca il respiro, sento un piacere infinito irradiarsi dal buco del culo fino al cazzo. Mi sego come se fossi ubriaco, lui lo sente perché lo imploro di continuare con la voce strozzata dai gemiti. Ti giuro che, se prima di questo momento mi avessi detto che avrei goduto messo a 90 con la lingua di un maschio nel culo, non ci avrei creduto.
E siccome il mio compagno è più disinibito di me, si concede un altro asso nella manica. Senza che me ne accorga, infila un dito: non va molto in profondità, ma riesce a stimolare la parte più sensibile, come se toccasse un punto che era lì in sua attesa. "Porco cazzo sì, ancora ti prego, oh cazzo", dico ansimando, sempre segandomi. "Lo so che ti piace, godi cazzo, pensa solo a godere, così si fa", mi incita e io ormai ho abbandonato qualsiasi inibizione e resistenza.

Sono completamente in preda al piacere che mi dà con dito e lingua, e mi godo quel fiume di goduria fino a quando sento la sborra montarmi dal profondo, come se tutti i miei muscoli iniziassero a contrarsi e produrre una sensazione di piacere che si innerva fino al mio cazzo di marmo.
"Devo sborrare, sto per sborrare, cazzo", dico quasi senz'aria.
"Bravo, sborra, non la fermare, tutta fuori la voglio."
Obbedisco e mi lascio attraversare da quel fiume: sento l'orgasmo aumentare, stordirmi e travolgermi, gettando fuori di me non so quanta sborra bollente che al buio chissà dov'è finita. Un orgasmo durato un'eternità, in cui mi è sembrato di perdermi in un'estasi senza tempo. Ho un po' di sperma sulla mano, sono spossato, non so nemmeno se ho gridato. A volte il piacere è così intenso da produrre sensazioni simili alla perdita dei sensi.
"Goduto eh? Così deve fare un maschio", mi dice il mio compagno, e allora sono pronto a ricambiare il favore e ringraziarlo per tutto il piacere che mi ha fatto provare.
"Leccami i coglioni mentre sborro, dai", mi chiede. Mi fiondo sulle sue palle, le ciuccio bene mentre sento le scosse della sua mano che sega quel cazzone durissimo, lungo e largo. Lo sento ansimare sempre di più, una mano all'improvviso mi afferra il braccio e mi stringe così forte da farmi quasi male. Sento che è arrivato il momento, quindi decido di fargli una sorpresa: con un dito premo sul suo buco e infilo appena la falange.
"Sì cazzo, sììììììì", grida lui.
Sento uno schizzo caldo cadermi sul braccio, un altro mi arriva sulla guancia. Lui continua ad ansimare, secondo me sta sborrando pure l'anima. "Porco cane che sborrata", mi dice e io, ancora eccitato, passo la mano sulla guancia e raccolgo il suo sperma caldo con cui mi massaggio un po' i capezzoli.

Per qualche secondo rimaniamo senza fiato sul letto, coi cazzi barzotti e bagnati di sborra. È stato fantastico, potrei anche ricominciare subito. Mi sembra di avere ancora il sapore del suo culo in bocca e il pelo delle sue cosce sulla schiena.
"Vado in doccia", mi dice.
Mi alzo e una fessura luminosa mi guida verso la porta. Camminando, sento a terra i miei pantaloncini e la maglietta. Mi rivesto lentamente e, senza dire nulla, apro la porta ed esco.
Sono rientrato in camera e, sotto la doccia, mi sono rilassato pensando che, al di là delle mille convenzioni sociali che regolano i nostri rapporti (anche quelli sessuali), si trovi un piacere fine a se stesso, animale, istintivo, profondo e rinvigorente.
Sono pronto a ripetere tutto il prossimo weekend di viaggio. In hotel, ovviamente al buio.
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