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Sua moglie, al terzo piano


di Bukolos89
16.06.2023    |    402    |    1 7.6
"” Maurizio va via, Alessio appena lo saluta perché questa volta gli occhi li punta direttamente sui suoi..."
È da giorni che Alessio si è accorto dei suoi sguardi. Mentre fuma fuori dall’università, lei resta affacciata alla finestra con gli occhi verso di lui, mai davvero su di lui, piuttosto intorno, fingendo indifferenza mentre una spallina le scivola sulla spalla. Si sporge appena per mostrare due seni sodi, grossi, su cui oscillano i capelli bruni. E quando Alessio le rivolge lo sguardo, attento a non farsi scoprire, lei accenna un movimento in avanti che le scopre il petto. Ha gli occhi grandi e di sicuro il rossetto sulle labbra.

Dura pochi minuti quel gioco di sguardi, ma poco basta per farne un’ossessione. Alessio spegne la sigaretta, torna a casa a studiare, ma continua a pensare alla donna affacciata, ai seni che sporgono dalla finestra, alla spallina lasciata cadere. La vorrebbe prendere, tirarla giù, afferrarle le tette con le mani. E poi? Gli diventa duro e finisce per rileggere una, due, tre volte lo stesso paragrafo perché torna sempre a lei e non riesce a non afferrarsi il cazzo nei pantaloncini, a volte mettere una mano dentro e palparsi le palle. E poi finisce a segarsi su quella fantasia, ripetendosi che l'indomani non si arrende: entra nel palazzo, la raggiunge, le afferra le tette, le lecca i capezzoli, poi le sfila le mutandine e inizia a giocare con la sua figa.

L’indomani Maurizio deve scappare. Hanno anticipato l’allenamento e la pausa sigaretta manco inizia. La fuma solo Alessio, mentre saluta distratto il suo amico e subito porta gli occhi su: lei è lì, i capelli sciolti, il petto in avanti, la spallina giù.
“Oh, vado, a domani.” Maurizio va via, Alessio appena lo saluta perché questa volta gli occhi li punta direttamente sui suoi. Ha passato tutta la notte pensandola, immaginando di entrare, prenderla, metterla a novanta, affondare il suo cazzo dentro di lei mentre le slingua i capezzoli. Ora lo sguardo di lei è come benzina sulle sue fantasie notturne. Le riaccende fino a fargli sentire caldo e rigidi i muscoli. Ha voglia di salire da lei, la vuole scopare e sentirla godere. Espira e torna a guardare giù, intorno a lui, come se avesse bisogno di staccarsi dalla finestra per tornare nella realtà. Quando riporta gli occhi al terzo piano, lei non c’è più. Per un attimo controlla di non aver sbagliato finestra, ma è impossibile. Lei non c’è, è andata. Forse l’ha fissata troppo a lungo, l’ha spaventata, era solo un gioco di sguardi che ha frainteso. Poi un TAC metallico, con un’eco elettrica, richiama la sua attenzione proprio davanti a lui, oltre il marciapiede, dove vede scattare la serratura di un portone che si apre. Alza di scatto la testa, non può crederci: lei è di nuovo lì e questa volta lo guarda accarezzandosi le tette. E poi sparisce.

È come se lo avessero drogato: l’adrenalina, unita alla voglia, lo fa ansimare senza che abbia mosso un muscolo. Ha paura di entrare, ma ha voglia di salire e spogliarla. E se fosse uno scherzo, e se si stesse sbagliando? Pensa a tutti i motivi per restare fermo, ma sente il cazzo mezzo duro che pulsa al ritmo delle sue fantasie. Da qualche parte nella sua testa lui è tra le sue cosce, con la lingua sul clitoride.

Apre il portone mosso da un istinto che non ha mai provato. Sale al terzo piano guardandosi attorno. Più tardi ammetterà che quella sensazione clandestina gli piace, lo eccita di più. Arriva al pianerottolo e una delle tre porte è socchiusa. Entra, è quasi buio, il silenzio è così denso che il suo respiro sembra più un affanno. Si guarda intorno, sa che in una di quelle stanze c’è lei, e a passi lenti sbircia dietro una, due, tre porte, credendo di trovarla in piedi come alla finestra, ad aspettarlo.

E invece, è solo quando sbircia oltre la porta della camera da letto che la trova lì, sdraiata, completamente nuda, con le gambe piegate e leggermente divaricate. Con un vibratore dorato si accarezza la figa che un lento movimento delle cosce nasconde e rivela. Ha le labbra scure, carnose, lunghe. Il vibratore le accarezza, indugia a spostarle, sfiorarle. Con l’altra mano gioca a stropicciarsi un capezzolo. Nella stanza c’è poca luce, quella che filtra dalle imposte le cade sul pube rasato, una striscia di peli bruni ben corti sopra la figa, il vibratore che continua a muovere le labbra scure e carnose, entrare appena e subito uscire mentre lei accenna un verso di goduria e continua a muovere le cosce come se stesse danzando.

Alessio ha il cazzo duro, gli pulsa nei jeans mentre il fiato è corto e la salivazione aumenta. Può entrare? Può toccarla o deve soltanto guardare? Lei sembra ascoltare i suoi pensieri mentre mette dentro il vibratore e muggisce portando appena la testa indietro. Lui si palpa il cazzo, gli sta facendo male tanto ce l’ha duro. Sa che quando è così arrapato si bagna in pochi minuti, ed è così che si immagina ora: col cazzo pronto a entrare dentro di lei. Ma non sa se può, non sa se lei vuole.

“Vieni” gli dice. E lui aspetta qualche secondo prima di muoversi. Si ripete la sua voce nella mente, come per assicurarsi che sia vera. Appoggia un ginocchio sul letto, poi l’altro. Lei spalanca le cosce e gli offre la figa. Da quel momento in poi, quello che ricorda è il calore delle sue labbra umide, il clitoride che stimola con la punta della lingua ora piano, ora con più intensità, giocando a farla ansimare mentre lui lecca. E leccare gli piace da morire. Inizia piano, quasi timido, e ora è lì con la bocca che quasi la divora inseguendo con la lingua i suoi gemiti, stringendo tra le sue labbra quelle di lei, tirandole appena, poi tornando sul clitoride e ricominciando quel gioco che per lui potrebbe durare ancora le ore. E mentre va su e con la lingua gioca tra i peli di lei, col dito inizia a masturbarla fino a farle rompere il silenzio con dei “sì, sì, sì” che diventano sempre più insistenti. Lui, a pancia in giù, sente il cazzo pulsare e fargli male, con una mano slaccia i jeans. Non fa in tempo perché lei se ne accorge.

“Spogliati”, gli dice. Lui esegue mentre lei appoggia la schiena al muro e con le mani inizia a guardarlo, stropicciarsi i capezzoli e massaggiarsi le tette. Finalmente ce le ha davanti, grosse, sode, coi capezzoli scuri e grossi su cui si fionda con dita e lingua. E fa così: uno lo stringe con pollice e indice, l’altro lo lecca avanti e indietro e gli piace sentirlo, come il clitoride poco prima, scorrere e scattare sotto la sua bocca, ciucciarlo mentre lei gli tiene la testa perché da lui vuole proprio quello. Mentre lecca, con la mano le massaggia la figa che è umida e bagnata. Lei lo vuole dentro, lui pure mentre le affonda la faccia tra quelle tette che ha sognato per giorni interi masturbandosi pomeriggio e sera, immaginandole calde, sode proprio come sono.

Gli piace che lei lo stia trattenendo sul suo corpo, che lo stia dominando e usando per godere come forse desiderava da giorni, mentre lo guardava. Lo stacca dal suo seno, con le dita tocca i suoi capezzoli e Alessio sente una scossa elettrica che gli fa scattare il cazzo. Lo fa distendere e in un attimo si mette sopra di lui, sovrastandolo mentre affonda il cazzo dentro di lei e inizia a muovere il bacino con movimenti circolari. Prima lenti, poi più veloci e decisi. Alessio gode, la guarda inerme mentre tutte le sue energie sono concentrate sul piacere che sta provando. E mai gli era capitato prima di entrare a casa di una donna sconosciuta, trovarla nuda. Scoparla come sta facendo adesso che lei ha iniziato a cavalcarlo su e giù su e giù mentre con l’altra mano gli afferra le palle, gliele palpa e da lì stacca le mani solo per tornare sulle tette, giocare coi capezzoli e stringere le labbra mentre mugugna e ansima. Ad Alessio piace quando gli palpa le palle, vorrebbe che glielo succhiasse ma non sa come chiederglielo perché la guarda ma lei ha lo sguardo verso l’alto, totalmente inebriata dal piacere che prova, dal cazzone grosso di un ragazzo di venticinque anni che sta usando come il suo giocattolo sessuale. La cappella di Alessio la sta facendo godere nel profondo, lo sente duro e pulsante come lo voleva fin dal primo giorno che lo aveva avvistato sotto casa.

Ora è lì sotto di lei, finalmente, e coi suoi fianchi lo sente dentro, e immagina che anche i suoi compagni di corso salgano e vengano a possederla così, una dopo l’altro. Accelera sempre di più fino a quando è la voce di Alessio a rompere le sue fantasie: “Sto per venire, sto per venire”, dice con la voce soffocata. E allora si stacca, sa cosa fare: appoggia le tette sul cazzo duro e fradicio, lo massaggia bene mentre Alessio ansima sempre più forte fino a quando soffoca un grido e un’onda bollente e viscosa le riempie le tette. Alessio si placa, è immobile. Lei, tra le sue cosce pelose, si massaggia lo sperma sui capezzoli e un po’ lo porta alla bocca perché vuole sentire il sapore del suo ragazzo. Perché così ha deciso. È suo.

“Ora vai via”, tra non molto mio marito torna. Alessio si alza di scatto, la guarda profondamente, solo più tardi, a casa sua, ripenserà a tutto e sentirà il cazzo rizzarglisi di nuovo desideroso di rivederla, di fare tutto ciò che non è riuscito a fare nell’impeto di quell’incontro. Obbediente, si riveste veloce e con un sorriso le volge le spalle mentre lei si copre con una vestaglia, le tette ancora umide di sborra.

Alessio scappa prima che arrivi il marito. Ma quello che Alessio non sa è che il marito era dietro la porta. E ha guardato ogni minuto di quella scena, spostandosi appena prima che lui uscisse dalla camera da letto per andare via.
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