Gay & Bisex
In Metro a Roma

05.06.2024 |
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"Ma oramai c'ero e decisi di avventurarmi, le accortezze contro le borseggiatrice le avevo prese, d'altronde sulla metro c'era l'aria condizionata ed inoltre..."
Era una giornata calda, e pur di non annoiarmi a casa da solo, decisi di farmi un giro per Roma, decisi per i giardini di Villa borghese sperando in un po' di frescura.Lasciai la macchina al parcheggio e decisi di andare in metro.
Per paura delle borseggiatrici, misi tutto in un piccolo borsello legato in vita e tenuto davanti. Una magliettina leggera, ed un paio di pantaloni della tuta, anch'essi molto leggeri, fini.
Arrivato sulla banchina, mi sorpresi nel vedere molta gente, era un orario tranquillo ed un giorno feriale, non credevo tutta questa folla. Ma oramai c'ero e decisi di avventurarmi, le accortezze contro le borseggiatrice le avevo prese, d'altronde sulla metro c'era l'aria condizionata ed inoltre non erano così tante fermate. Arrivata la metro riuscii ad entrare tra i primi ma questo mi comportò di ritrovarmi incastrato in un angolo alla fine del vagone. Ero stato messo all'angolo, tra due pareti chiuse, dalla massa di gente che spingeva per entrare. Eravamo come sardine, io avevo il viso verso le due pareti e naturalmente non mancò chi mi si piazzò dietro. Il tessuto dei miei pantaloni era così fino che mi risultò facile capire che dietro avevo un cazzo grosso e semiduro piazzato sulle natiche, un fremito mi assalì e dovevo prendere una decisione, spostarmi o sfruttare la situazione? Il movimento della metro diede risposta ai miei dubbi, quel movimento aggiustò la posizione al centro dello spacco, eccitandomi, anzi eccitandoci visto che ora il pacco era molto duro. Mi voltai, e vidi un uomo, maturo, distinti, poca pancia, brizzolato, avrà avuto 45/50 anni. Lo guardai, ma non dissi nulla, forse ancora pieno di dubbi, ma lui sorrise, e come se gli avessi dato il mio consenso, con due dita mi allargò l'elastico dei pantaloni ed infilò la sua mano sulle mie chiappe. Mano calda. L'eccitazione salì oltre ogni limite, e mi sentii autorizzato a tastare il suo pacco. Era durissimo. Anche lui apprezzava.
Scesi alla fermata per Villa borghese, e lui fece altrettanto. Camminavo ed ogni tanto mi voltavo per vedere se mi seguiva.
Pensavo, dentro di me, che avrei passato una bella mattinata. Avevo una voglia di cazzo che mi divorava.
Arrivati quasi all'uscita, lui mi sorpassa e va avanti. No, non è possibile, mi sono sbagliato? Se ne va per conto suo?
L'amarezza e la delusione era tanta, ma l'eccitazione per quanto accaduto e per quanto mi aspettavo, mi spinsero a verificare, e lo seguii.
Entrò nei giardini, e si diresse verso una zona con molti cespugli, arbusti, molto fitto. Non capii, ma quando lo vidi infilarsi tra i cespugli, e voltandosi per vedere se lo seguivo, tutto mi apparve chiaro...mi sarei divertito.
Mi guardai intorno, e accertato che nessuno ci aveva visto, mi infilai anche io tra i cespugli.
Lui mi attendeva già con il cazzo fuori e duro, ora sembrava anche più grande di ciò che avevo immaginato tastandolo.
Mi avvicinai, e senza mettermi in ginocchio, mi piegai per portare la mia bocca su quell'uccello, rimanendo quasi a pecorina.
Lo presi in bocca ed iniziai un favoloso pompino, iniziai con la lingua a solleticare il suo frenulo, poi lo feci sparire in bocca con un movimento lento ma costante, aveva un buon sapore, di pulito, e gradiva, sentiti i gemiti. Mi fece scendere i pantaloni e con le dita mi solletico la mia fica anale, ora il mio cervello era dissociato vista l'eccitazione. Si lubrificò le dita e me ne infilò una nel culo, poi passò a due, allargandomi per bene. Mentre lo pompavo, sentivo le sue pulsazioni e già immaginavo l'esplosione di sborra nella mia bocca. Ma lui mi disse, perentorio, "girati, voglio il culo" e senza attendere risposta mi fece appoggiare verso il tronco di un albero, in una posizione tra la pecorina e dritta, il suo cazzo era abbastanza lungo da potercela fare anche così.
Gli chiesi se aveva il preservativo, è mia abitudine farlo protetto, specialmente nei rapporti occasionali. Ma lui rispose di no, e come se non avessi detto nulla poggiò la sua cappella sul mio buchino.
Avrei voluto oppormi, ma ero così eccitato, che sentire la sua cappella a punta, entrare dentro, e sentirlo avanzare piano piano, tutto dentro, lo lasciai fare
Stette fermo per un secondo per abituarmi al suo cazzo, poi inizio lo stantuffamento.
Stavo godendo e lui dopo un po' (anche grazie al mio pompino) esplose con tutta la sua sborra nel mio culo.
Era una sensazione piacevolissima, sentire la sua sborra calda inondarmi il retto.
Lo sfilò, si puli con i fazzoletti, me ne diede un po', e ricomponendosi andò via.
Sentivo la sua sborra uscire dal culo e colarmi sulle cosce. Mi pulii anche io, e per non sporcarmi con quella ancora dentro, feci un rotolino di carta e lo posizionai nello spacco delle mie chiappe. Mi rivestii, e andando via mi sentivo contento, ma nel camminare mi eccitavo ad ogni passo, perché quel corpo estraneo che strusciava sul mio buchino mi stimolava ancora.
Tornai a casa, appagato ed eccitato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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