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Gay & Bisex

Il Padrone del Dogging, 1 parte.


di Loladogging
17.12.2023    |    419    |    6 9.5
"Si trattava di un vero Master maturo con comprovata esperienza nel dogging, al quale interessava disporre di vere cagne come me..."
Il mio Nick Loladogging è la mia presentazione, comunica subito la mia passione per il dogging ed anche chi mi conosce al di fuori di A69 sa che pratico volentieri questo tipo di incontri. In questo contesto, un porco che frequento e frequentavo già da qualche tempo un giorno mi contattava dicendomi che aveva conosciuto un tipo che avrebbe fatto al caso mio. Si trattava di un vero Master maturo con comprovata esperienza nel dogging, al quale interessava disporre di vere cagne come me. Aggiungeva che gli aveva già parlato di me e che si era dichiarato disponibile per portarmi a fare la troia. Mi diceva che qualora avessi accettato di essere la sua cagna non avrei avuto alcuna voce in capitolo e che il trattamento sarebbe stato assolutamente severo e trasgressivo. Insomma se accettavo avrei dovuto subire ogni sua depravazione senza se e senza ma, comprese sevizie e punizioni. Per farla in breve, accettavo e incaricavo il mio conoscente di organizzare un incontro, che si concretizzava dopo una decina di giorni. Era un sabato pomeriggio di primavera il mio conoscente mi dava appuntamento in una zona di periferia alle ore 15.30, dove puntualmente ci incontravamo, mi faceva cenno di posteggiare la mia auto e di salire con lui. Io ero in tuta sportiva e sotto ero completamente nuda se non una micro camicia cortissima e trasparente che avevo annodato in vita, in una borsa avevo i tacchi. Salito in macchina con Lui, mi invitava subito a spogliarmi e ad calzare il mio tacco 12, cosa che facevo immediatamente. Partivamo e percorrevamo dei vialoni con fabbriche chiuse e mezzi pesanti posteggiati ai lati, in giro c'erano pochissime macchine e praticamente nessuno a piedi, la classica zona industriale. Dopo aver svoltato un paio di volte e aver raggiunto il limite della zona boschiva si infilava in una strada chiusa che in fondo aveva una piccola rotonda. Proprio in questo piccolo piazzale c'erano diverse autovetture posteggiate ed in fondo un gruppetto di persone che chiaccheravano. Lui posteggiava il mezza ad una ventina di metri e mi diceva di aspettare in macchina, aggiungeva che avrei dovuto raggiungerlo solo su suo cenno a che una volta arrivato al loro cospetto non avrei dovuto di nulla se non interpellato. Cosi restavo in macchina mentre lui raggiugeva i tipi. In quel frangete avevo modo di vedere che su alcune della auto posteggiate c'era dentro il conducente e c'era un sentierino che dalla strada portava nel boschetto. Insomma era un evidente luogo di incontri simile a tanti che già conoscevo. Vedevo che il mio conoscente salutava confidenzialmente i tipi fuori dalle auto, con i quali parlava per pochi minuti, quindi rivolto verso di me a chiari gesti mi intimava di raggiungerli. Scendevo dalla macchina con non poco imbarazzo, ero praticamente nuda sui tacchi, la camicetta trasparente e aperta non mi copriva nè il culo nè la pisella e mi trovavo in pieno giorno su una strada pubblica anche se deserta. Percorrevo quei venti metri con il cuore in gola mi sentivo gli occhi addosso di tutti i presenti. Venti lunghissimi metri, quindi raggiungevo i tipi, tutti maturi tra i 50 e i 70 anni, quindi quello che evidentemente era il Master, il classico porco bestia sul metro e ottanta, grosso e panzuto, pelato, subito mi chiedeva: "Sai chi sono merda?", io rispondevo secco: "Lei è il Padrone". Lui: "Io sono il tuo Padrone.... il tuo Diavolo e tu sei una merda". Oltre agli insulti mi diceva che io da quel momento, dato che avevo scelto di presentarmi, non avrei avuto più alcuna volontà e che avrei dovuto eseguire ogni suo volere e subito mi ordinò di aprire la bocca cosa che facevo subito. Ma il Padrone mi girò senza indugio un ceffone secco sulla guancia, soggiungendo che quando lui ordinava di aprire la bocca la dovevo spalancare al massimo mostrando le tonsille e cacciando fuori tutta la lingua, cosa che a quel punto facevo subito, guadagnandomi gli sputi dei presenti. Contestualmente prelevò da uno zainetto il classico guinzaglio che mi strinse al collo e senza perdere altro tempo mi trascinò per il sentierino. Gli altri quattro ci seguirono, inoltre vedevo che anche altre persone che evidentemente erano uscite dalle auto in sosta si accodavano a noi. Mi fecero camminare sul sentiero, con i tacchi sbandavo vistosamente, per alcuni minuti sino a che tra la boscaglia appariva un grande cavalcavia di una strada sopraelevata. Per terra tra i cespugli vi erano fazzolettini, preservativi, bottiglie, insomma un mondezzaio. Mi portava sino tra i piloni in cemento del viadotto, dove le basi dei pilastri formavano dei gradoni e vi era anche un piccolo ruscello, dicendomi con un ghigno da paura: "Ora qui puoi gridare quanto vuoi che non ti trovano neanche con i satelliti". Oltre al padrone ed ai suoi compagni di merende, ad una decina di metri, che assistevano allo spettacolo, c'era un gruppetto di persone ai quali il Padrone disse fin da subito che poi avrebbero avuto spazio anche loro per svuotarsi. A quel punto mi prendeva i seni e iniziava a strizzarli, poi si fa passare lo zainetto dal quale prelevava due pinze con i pesi che me le applicava con rabbia ai capezzoli, provocandomi un male atroce, facendomi emettere delle urla strozzate, che vennero ripagate con una altro ceffone e un "zitta merda", quindi mi fece mettere a novanta gradi sui gradoni dicendo "Ora mettiamo subito in chiaro i concetti.... ora fai la puttana per tutti e fai tutto ciò che ordino altrimenti......" a quel punto con la cinghia dei pantaloni mi assestò una serie di cinghiate sul culo e sulla schiena e anche un altro dei suoi soci che si era armato di una rametto mi colpì ridendo e facendo ridere la platea. (fine prima parte)
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