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Gay & Bisex

Di notte tutto può accadere...


di Bsx_930
15.02.2015    |    17.632    |    1 9.2
"Mi baciò nuovamente e poi scoppiammo a ridere..."
"Shh, non fare rumore". Dissi prendendolo per mano.
Lui sogghignò.
“Dove stiamo andando?”. Mi chiese sottovoce.
“Shh!”.
Aprì piano la porta della casa di legno.
Fuori la quiete più assurda, solo i grilli cantavano.
Il campeggio era meraviglioso per scopare, se i miei non fossero venuti a rompere i coglioni nel week-end.
Uscimmo in silenzio e richiusi la porta.
“Seguimi”. Gli dissi sparendo nel buio della notte. L'unica luce era quella della luna.
Lui era in boxer e maglietta. Io con dei pantaloncini di una taglia più grande.
“Vieni!”. Esclamai un po' più forte al che mi segui.
“Mi dici dove andiamo?”. Continuò lui.
Mi fermai e lo presi per la mano.
Mi avvicinai e lo baciai.
“A scopare idiota”. Dissi ribaciandolo a stampo.
“Sono con te allora”. Disse dandomi una pacca sul culo.
Andammo nei bagni, a quell'ora c'era poca attività.
Entrammo in quello più grande, e più pulito.
Chiusi la porta a chiave e lo baciai intensamente.
Uno, due, tre baci intensi. Lo guardai negli occhi, quegli splendidi occhi nocciola.
Gli scostai i riccioli dalla fronte.
“Quanto vorrei non andarmene da qui”. Disse lui ribaciandomi a stampo.
“Abbiano ancora un mese dai”. Dissi accarezzandogli la schiena.
“Anche te però potevi baciarmi prima eh”. Disse poggiando la fronte contro la mia.
“Come? E tu? Io facevo di tutto, mi facevo trovare nudo da te mentre tornavi dalla doccia e nulla”.
“Be' ti stavi asciugando! Che ne so io che volevi!”.
“Ogni volta che entravi ero sempre a pecora per prendere qualcosa!”.
Mi tirò a se e mi baciò con passione.
“Oppure potevi fare così dal primo giorno”. Dissi ribaciandolo.
“Due settimane farci seghe su porno con donne dalle bocce immense, quando potevamo divertirci così”. Disse mettendo le mani nei miei pantaloni.
“Scopiamo così”. Dissi.
“E come vuoi scopare?”. Continuò lui strizzandomi i glutei.
“No, vestiti”. Dissi.
“Come faccio a mettertelo dentro se ci sono i pantaloni?”.
“Spostali”. Mi poggiai al muro aprendo le gambe e alzando i glutei.
“Sposti una gamba del pantalone e il buco è li, dovrebbe essere facile da trovare, da quanto me l'hai lavorato ci passa un tir”. Dissi muovendo il culo su e giù.
“Anche il mio non scherza”. Disse poggiando le mani sui miei fianchi.
Cominciò a strusciare il suo pacco gonfio contro di me.
Poi passò a baciarmi la schiena, il collo...
“Scopami”. Sussurrai.
Non se lo fece richiedere.
Tirò fuori il cazzo dai boxer, spostò i miei pantaloni, e cominciò a cercare con la cappella.
Quando trovò il buco la sensazione fu meravigliosa.
Lo sentivo, lo sentivo pieno e voglioso.
“Mi è mancato questo buchetto”. Disse sussurrandomi all'orecchio.
“A me mancava questo proiettile”.
Ventidue centimetri di pura goduria, con una cappella abbastanza grande, ed un corpo ancora più grande.
Oramai era come se fosse parte di me.
Mi cinse con un braccio il petto e con la mano libera tirò fuori il mio cazzo e cominciò a segarmi.
“Fermo lo sai che duro poco se mi inculi e seghi”.
“Dobbiamo fare veloce.. Sono le 5 e mezza, se i tuoi si svegliano e non ci trovano siamo rovinati”.
Non risposi, aveva ragione.
Portai la mia mano sulla sua testa e si avvicinò per baciarmi il collo.
Intanto sotto, ci stava dando dentro come un treno, sentivo ogni botta di quella meraviglia.
Ansimavo, e molto.
I suoi capelli cominciavano a bagnarsi con il sudore, e io sentivo le goccioline crearsi e scendere sulla schiena.
“Sto per venire”. Disse staccando le labbra dal mio collo.
“Vienimi dentro, non abbiamo preso niente per pulirci, sto per arrivare anche io...”.
Detto fatto.
Sentì un altro calore aggiungersi dentro di me, un calore che non avevo ancora sentito.
Era strano, ma stupendo.
Dopo pochi istanti venni anche io schizzando il muro azzurro del bagno.
Ci staccammo e quando fummo faccia a faccia lui mi mise il dito sporco di sborra in bocca, ed io da brava puttanella succhiai via tutto.
Ci ribaciammo intensamente.
“Come fai con sborra in culo?”. Chiese lui uscendo dal bagno.
“Appena arriviamo a casa mi asciugo con il telo”. Dissi prendendogli la mano.
“Credi che appena ricomincerà la scuola ci vedremo lo stesso?”. Chiese.
Mi voltai per guardarlo negli occhi e sorrisi.
“Certo che no, preferisco i rossi, e a scuola ce ne sono uno o due che quasi quasi..”. Mi baciò nuovamente e poi scoppiammo a ridere.
“Non so quel che faremo, ma spero che tu sia con me”. Dissi rivolgendogli un altro sorriso.
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