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UN BEL GIOCO DURA...


03.02.2025 |
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"Donna disse che gli sembrava un gioco un po’ stupido, quindi posò il vassoio su di un tavolino e fece per andarsene, quando il figlio, disse a sua madre se..."
Quel pomeriggio estivo scorreva lento e noioso per la signora Donna Vanderberg; seduta sulla veranda osservava il giardino constatando come fosse poco curato, le piante crescevano in maniera disordinata e in molte zone il prato era ingiallito per la mancanza d’acqua. La stessa incuria di poteva riscontrare un po’ dovunque, anche nello stesso appartamento che avrebbe avuto bisogno di qualche opera di manutenzione, ma la Vanderberg da quando era rimasta vedova aveva dovuto prendersi cura del figlio, un ragazzo molto chiuso, con un carattere scontroso che non facilitava la socializzazione con chicchessia, ed ora alla soglia dei 50 anni, la donna capiva che avrebbe dovuto trovare una soluzione per modificare lo status quo, non era intenzionata a trascorrere da sola tutta la vita. Assorta in questi pensieri, Donna, fu colpita dal silenzio assoluto, eppure suo figlio si trovava in camera sua insieme a Bobby e Fred, due amici di suo figlio, da poco conosciuti, che frequentavano lo stesso college e con i quali, cosa del quanto anomala, visto il carattere difficile del figlio, avevano stretto un forte rapporto.
I tre, trascorrevano quasi tutti i pomeriggi estivi, spesso chiusi a giocare in camera, qualche volta, ma raramente uscivano per fare un giro in città, distante solo poche miglia dalla villetta dei Vanderberg.
Visto che il sole batteva implacabile e i suoi raggi si erano spostati sulla veranda dove Donna era seduta, incuriosita anche dal silenzio, decise di andare a vedere cosa stessero combinando i tre con la scusa di offrire loro qualcosa di fresco, uno spuntino, considerando che era quasi l’ora di fare merenda.
Passando davanti lo specchio posto nell’androne, Donna si guardò un attimo compiacendosi di se stessa. Gli anni non avevano affatto influito sul suo aspetto, il suo seno alquanto prosperoso, sembrava volesse esplodere sotto la sottile camicetta estiva, le gambe perfettamente tornite venivano evidenziate dalla gonna corta e dai tacchi non eccessivamente alti, ma che sottolineavano comunque la sua femminilità prorompente; rimirandosi ancora un istante, rassettò con le dita i suoi capelli, volutamente resi quasi bianchi da una fresca tintura e sbottonò un bottone, facendo trasparire i lembi del reggiseno, quindi si recò in cucina dove preparò dei toast e mise in una caraffa una fresca bevanda, indi pose tutto in un vassoio e entrò nella stanza del figlio.
I tre ragazzi erano seduti per terra in cerchio e stavano armeggiando con una gran quantità di corde, accanto a loro diversi rotoli di nastro adesivo nero.
Donna, nell’invitarli a fare merenda, quasi ridendo, chiese loro cosa stessero combinando, e visto che oramai erano quasi adulti li invitò ad uscire all’aria aperta e fare qualcosa di più consono alla loro età, come ad esempio andare a cercare delle ragazze.
Danny, un ragazzone robusto che sembrava molto più adulto dei suoi 17 anni, rispose che andare fuori era una cosa noiosa e spiegò che stavano facendo un gioco di abilità. Uno di loro, a turno, veniva legato e se non si fosse riuscito a liberarsi entro 5 minuti, avrebbe dovuto pagare 2 euro agli altri due. Donna disse che gli sembrava un gioco un po’ stupido, quindi posò il vassoio su di un tavolino e fece per andarsene, quando il figlio, disse a sua madre se avesse voluto provare il gioco anche lei. Donna, si schernì, dicendo che non aveva il tempo per giocare, che doveva sbrigare un sacco di faccende, ma al figlio, in coro, si unirono anche gli altri due ragazzi, pregando Donna di giocare per soli 5 minuti, proponendo che se fosse riuscita a liberarsi entro il tempo stabilito avrebbero sistemato le erbacce in giardino, in caso contrario, avrebbe pagato 2 dollari a testa ad ognuno dei tre.
Donna ribadì il suo no, ma i tre insistettero talmente tanto che alla fine la donna, pur confermando che per lei si trattava di una sciocchezza, pensò di assecondare il capriccio. Rimanendo in piedi Danny le prese i polsi portandoli dietro la schiena, legandoglieli. Donna chiese di non stringere troppo, ma Danny non l’ascoltò, stringendo ancora di più le corde, tanto da strappare un lamento alla malcapitata. Quando ebbe finito, l’altro ragazzo, Alfred, prese un altro pezzo di fune e lego all’altezza dei gomiti. Donna disse che stavano un po’ esagerando e che le stavano facendo male; in risposta, suo figlio disse che il cronometro era partito e i cinque minuti stavano passando.
Donna, provò a muovere i polsi, gli sembrava che le corde stessero cedendo, ma non riusciva a sfilare la mano, proprio a causa dei gomiti bloccati. Dopo qualche minuto, rivolgendosi al figlio disse che non sarebbe stata capace di liberarsi e chiese loro di sciogliere le funi, ma i tre, ridendo iniziarono ad incitarla battendo ritmicamente le mani. Donna iniziò allora a divincolarsi nel tentativo vano di liberarsi e nel muoversi, inarcando il corpo, lasciò aprire un altro bottone della camicetta, facendo prorompere il seno quasi fuori dall’indumento.
A questo punto si fermò intimando loro di scioglierla, asserendo che era stufa di questo gioco e che dava vinta la partita pagando quanto stabilito ai tre. I ragazzi, rimasero ad osservarla per qualche istante, la camicetta sbottonata, un leggero rivolo di sudore imperlava la parte alta del seno, i capelli leggermente scarmigliati e la gonna, che era leggermente salita in sopra, ancora qualche centimetro e si sarebbero potute vedere le mutandine.
A questo punto Danny, si avvicinò a Donna e afferrandola per le natiche la sollevò di peso, dicendole che ancora il tempo non era finito e che doveva impegnarsi di più. Donna rimase sbalordita da questo gesto e il suo sbalordimento si trasformò in preoccupazione, sentendo chiaramente nel non voluto abbraccio il pene di Danny in piena erezione, alché quasi urlando ordinò a Danny di metterla giù e di liberarla. Una volta che Danny la poggiò nuovamente a terra, improvvisamente, suo figlio, posizionatosi alle sue spalle avvolse la sua bocca con diversi giri di nastro adesivo di colore nero.
Donna rimase completamente allibita, la situazione era priva di controllo e mentre si trovava in una situazione di panico, venne sollevata di peso e portata sul letto. Provò a scalciare, ma questo sembrava far eccitare i ragazzi, che in men che non si dica le sfilarono la gonna, e mentre suo figlio e Alfred le tenevano le gambe divaricate, Danny, le strappò letteralmente la mutandina, lasciando scoperta la figa ben depilata e candida.
La vista della figa, tumida, liscia, che odorava di crema detergente, fece letteralmente impazzire i ragazzi che iniziarono a turno a toccarla, a penetrarla con le dita, poi, qualcuno le bendò anche gli occhi e la fecero sedere sul letto, mentre Danny tagliava con le forbici la camicetta ed il reggiseno, lasciando libere le prosperose mammelle.
Nella sua situazione, Donna non riusciva a capire chi dei tre stesse palpeggiandola sui seni, carezzandola prima e prendendo a schiaffi i seni, facendoli sobbalzare e provocando l’ilarità generale dei tre.
Poi sentì un dolore lanciante ai capezzoli, le avevano posto delle mollette e inoltre delle funi iniziarono a stringere la base dei seni, trasformandoli in breve tempo in due enormi palloncini viola.
Così legata fu di nuovo costretta a distendersi sul letto e mentre nuovamente due di loro le tenevano le gambe divaricate, un terzo la penetrava in figa, con una furia tipica di un ragazzo. Donna nonostante lo choc sperò non fosse suo figlio, e cercò disperatamente ma inutilmente di urlare, innalzando ancor di più l’eccitazione del ragazzo sopra di lei, che eiaculò quasi subito dentro la sua figa.
Donna sentì il liquido caldo dentro il suo corpo e udì chiaramente Alfred dicendo che adesso sarebbe toccato a lui, quindi pensò che a possederla era stato Danny. Alfred non fu da meno di Danny, impetuoso e rapido, come spesso capita nel sesso tra ragazzi, ma quello che l’angosciò e che dopo Alfred, di nuovo, un terzo cazzo era dentro di lei e questo era sicuramente Danny, perché le dimensioni erano diverse e il peso del corpo poggiato su ella era notevole.
La vergogna di Donna aumentò quando, suo malgrado ebbe un violento orgasmo, l'essere penetrata da quei membri giovani e vigorosi la costrinse a orgasmi multipli, che provocarono ulteriore eccitazione tra i ragazzi che la possedettero per tutto il pomeriggio.
Quando poi, si ritenettero sazi, i tre parlottarono a bassa voce tra do loro, tanto che donna non comprese nulla di quello che dicevano, poi uscirono dalla stanza, lasciandola stremata sul letto, bloccata dalle robuste funi, con rivoli di sperma che colavano dai suoi orifizi. Donna, si lasciò andare sentendo unicamente il battito del suo cuore.
EPILOGO
Erano passati due giorni da quando Donna era stata il bersaglio del gioco dei ragazzi, Quella mattina il suo risveglio fu più confusionario del solito. Aprì gli occhi, guardandosi intorno, sentiva molto caldo, il suo corpo era tutto ricoperto di sudore, nella penombra della stanza cercò di orientarsi, nel letto accanto il figlio dormiva beatamente, cercò di muoversi ma la corda, che dal collo passava tra i seni, scendendo in mezzo alle grandi labbra e risaliva in mezzo ai glutei, gli provocava un gran fastidio, provò a muovere le mani, ma come sempre erano legate dietro la schiena. I seni violacei per le legature, anche se non più così strette, portavano i segni delle mollette che gli venivano applicate con costanza. Provò a mugolare da sotto il suo bavaglio, ma l’unica cosa che ricevette fu un rimprovero del figlio che la zittì dicendo che era ancora presto e voleva dormire, ribandendo che più tardi sarebbero venuti i suoi amici per giocare.
Donna tacque e tirò un sospiro di rassegnazione, sapendo di essere, suo malgrado diventata un giocattolo per suo figlio e per i suoi amici
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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