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OLTRE LE DUNE DEL PIACERE cap.2


di Membro VIP di Annunci69.it Passpiana
18.01.2025    |    10    |    0 9.0
"Rashad si avvicinò a lei e gli disse: “vedo che i miei amici si sono divertiti con te, dovresti darti una bella lavata, sei così sporca di sperma e sabbia..."
CAPITOLO III - Calore
Roberto, si alzò dalla panchina, la lunga attesa lo aveva alquanto innervosito, mille pensieri gli erano balenati nella mente, ed ora che vedeva arrivare a grandi passi Rashad, sperò quasi in cuor suo che il loro progetto fosse naufragato e che in fondo in fondo, riprendere una normale crociera non era poi tanto male. Appena Rashad lo raggiunse, lo prese sotto braccio e con un gran sorriso gli disse “è tutto pronto, seguimi, andiamo a fare una passeggiata fuori città, Giovanna ci aspetta”. Roberto, emozionato e confuso, cercò di avere dall’uomo delle delucidazioni, ma Rashad volle mantenere il più assoluto riserbo a suo dire per mantenere la sorpresa, quindi i due si diressero verso dei taxi poco distanti.
Il buio era totale per Giovanna, sentiva il corpo madido di sudore, le gocce che le imperlavano la fronte scendevano a rivoli sulla benda pregna degli umori degli uomini, scivolando poi sulle guance e sulle labbra. Il tappeto dove era avvolta la soffocava, cercava di muoversi, di divincolarsi, ma i legacci che le bloccavano braccia, polsi, cosce e caviglie erano ben fatti e lo spesso strato del tappeto la costringeva ad una rigidità totale. All’inizio aveva provato a gridare, ma capì ben presto che il suono era ovattato dal tappeto e coperto dallo sfrerragliare del mezzo, quindi dopo un po’ cadde in una sorta di torpore, dal quale fu strappata da una brusca frenata del mezzo e da un silenzio pressoché totale. Ad un tratto udì lo sportello aprirsi e sentì che il tappeto con lei dentro veniva trascinato fuori dal mezzo e posato per terra. Giovanna rimase in attesa, rendendosi conto che quasi quasi avrebbe preferito rimanere protetta in quella sorta di guscio, piuttosto che affrontare qualsiasi nuova disavventura.
Pochi istanti dopo però, qualcuno stava srotolando il tappeto e Giovanna sentì il mondo girare intorno a se, e in breve sentì l’aria calda ma ventosa entrare nelle sue narici e nonostante il caldo, leggeri refoli di vento asciugavano il sudore del suo corpo facendola rabbrividire. L’amico di Rashad, aveva condotto il mezzo in una zona oramai distante dall’abitato, quasi ai margini di un area desertica, dove ad attenderlo vi erano un altro ragazzo. I due, dopo aver srotolato il tappeto, osservarono il corpo nudo di Giovanna, che si dimenava debolmente, quindi uno di loro afferrò un affilato coltello che portava alla cintura e recise con pochi colpi le corde che legavano caviglie e cosce di Giovanna, quindi gli altri due la presero da sotto le ascelle sollevandola in piedi.
Giovanna a questo punto chiede con un flebile e roco tono di voce se avessero potuto liberare i polsi e soprattutto togliergli la benda, ma non ricevette nessuna risposta. I due uomini si posero intorno alla donna rimirandola, quindi uno di loro si avvicinò di dietro afferrandola per i seni e stringendola a se. Giovanna sentì che l’uomo era nudo ed il suo rigido membro premeva in mezzo ai suoi glutei. Quasi allo stesso momento l’altro si stringeva a lei sul davanti, poggiando anch’esso il suo membro nudo sul suo ventre. Entrambi gli uomini iniziarono a frugare tutte le parti della donna, che sentiva le mani dei due scorrere sui fianchi, sul volto, sui seni, sulle gambe, sempre con la pressione dei loro membri davanti e dietro. Stranamente dopo poco, Giovanna non sentì più la voglia di protestare o forse mancava la forza, rassegnandosi al suo destino, e come in una sorte di sindrome di Stoccolma, incominciò a provare un insolito piacere nel trovarsi in quella situazione e anche se nelle fasi iniziali provava una sorta di vergogna con se stessa, ben presto si lasciò andare alle lascive attenzioni dei due, assecondando in maniera sinuosa i loro movimenti, muovendo il bacino avanti ed indietro sempre in maniera più evidente.
Ciò accrebbe il desiderio dei due, che senza profferire parola, spostarono la donna vicino al mezzo e mentre uno si sedeva sul pianale del veicolo, l’altro faceva piegare a pecora Giovanna, portando il suo volto sul cazzo eretto del nuovo ragazzo, mentre l’amico di Rashad, dopo averle allargato le chiappe la penetrò nel culo. Giovanna questa volta non sentì dolore, anzi dopo poco cominciò a provare del piacere che trasmetteva appieno con le sue labbra e la sua lingua sul cazzo del ragazzo. I due, si alternarono più volte tra culo e bocca di Giovanna, quindi la fecero sdraiare per terra, sulla sabbia quasi rovente, scopandola in figa. Giovanna ebbe il suo orgasmo prima che l’amico di Rashad gli sborrasse dentro, mentre l’altro ragazzo, spargeva il suo sperma sul volto e sulle labbra di Giovanna. Dopo che i due ebbero finito guardarono la donna esausta a terra, quindi la presero di peso poggiandola nuovamente sul tappeto. Giovanna implorò loro di liberarla, assicurandoli che sarebbe stata docile ed ubbidiente, tuttavia, i due l’avvolsero nuovamente in quella prigione asfissiante e la caricarono sul mezzo.
Il Taxi che trasportava Rashad e Roberto, raggiunse un brullo altopiano fermandosi nei pressi di una biforcazione con una stradina sterrata. I due scesero dal mezzo e dopo che Roberto pagò in contanti la corsa, iniziarono ad inerpicarsi lungo la stradina, mentre il veicolo, dopo aver effetuato manovra ritornava indietro sulla strada precedentemente percorsa.
Dopo essersi incamminati, Roberto chiese a Rashad il perché di questi misteri e che in verità non pensava in qualcosa di così complesso, così lungo e complicato. Rashad gli rispose dicendogli che per ottenere quel che si vuole le strade sono sempre tortuose, quindi continuarono la loro salita.
Roberto, seguiva ad alcuni passi di distanza Rashad. Il caldo e la sete iniziavano a farsi sentire, inoltre, si sentiva sempre più confuso, non sapeva che fine avesse fatto Giovanna e tutte le sue domande non avevano ricevuto risposta, sapeva solo che tra poco avrebbero visto sua moglie e che lui avrebbe potuto vederla scopare con altri, e tutto questo gli sembrava assolutamente impossibile, come avrebbe potuto Rashad convincere Giovanna a concedersi ad altri.
Assorto in queste sue elucubrazioni, non si accorse di essere arrivato in prossimità di un agglomerato di costruzioni, probabilmente ovili o baracche di pastori, tra le quali spiccava una piccola casa con un piano rialzato, l’unica ricoperta da una bianca facciata e da un terrazzo sul quale vi erano grandi vasi con delle piante grasse. Davanti l’ingresso vi era il mezzo che aveva trasportato Giovanna e la porta d’ingresso era spalancata. Giunti a pochi metri dall’uscio, Rashad invitò Roberto ad aspettare ancora qualche istante, e che lo avrebbe invitato ad entrare tra qualche minuto.
Rashad entrò nella stanza, illuminata unicamente dalla luce che entrava dall’ingresso, le altre finestre erano serrate, lasciando il posto in una fresca penombra, al centro della stanza vi era una sedia sulla quale era seduta Giovanna, con il capo reclinato in avanti e con il respiro regolare come se dormisse; al suo fianco i due ragazzi, che appena videro Rashad, si alzarono andandogli incontro salutandolo festosamente e Rashad rispose al loro saluto. Al suono della voce di Rashad, Giovanna alzò la testa, profferendo a gran voce il nome di Rashad. Rashad si avvicinò a lei e gli disse: “vedo che i miei amici si sono divertiti con te, dovresti darti una bella lavata, sei così sporca di sperma e sabbia che non sei un bello spettacolo”, “Rashad” disse Giovanna, “non so cosa volete farmi, ma ti prego, liberami le braccia, fammi togliere questa benda, ti prometto che farò qualsiasi cosa vorrete, sarò ubbidiente”. Rashad si rivolse ai due uomini dicendo di lavarla, poi rivolgendosi a Giovanna gli disse “tra poco ti libereranno le braccia, ma guai a te se proverai a levare la benda, la tua punizione sarà oltre le tue peggiori paure, ci siamo intesi?”, Giovanna annuì, quindi i due la portarono su un cortiletto antistante l’abitazione e sotto gli occhi interessati di un vecchio pastore appollaiato su un muretto circostante, lavarono la donna con il getto d’acqua di un tubo, quindi la riportarono dentro, spingendola verso un letto, sul quale la fecero sedere.
Rashad, si sedette su uno sgabello di fronte a lei, raccolse i capelli di Giovanna nel suo pugno e tendendoli in alto disse alla donna “ora farai un ultimo sforzo, siamo in quattro e vogliamo vedere quanto una bella ragazza occidentale ci sappia fare, sono sicuro che non ci deluderai e come premio stasera potrai risalire sulla tua nave e riprendere il tuo viaggio. Ho la tua promessa che farai la brava? Dimmi prometto!”, “prometto”, disse con un nodo alla gola Giovanna, quindi mentre uno dei due ragazzi liberava i polsi di Giovanna, Rashad invitava Roberto ad entrare nella stanza.
CONTINUA...
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