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Tradimento


di Membro VIP di Annunci69.it Amberslave
17.01.2025    |    2    |    0 6.0
"Diana si posizionò sopra di me, afferrando il mio pene e iniziando a cavalcarmi..."
Mi sentivo irrequieto e desideroso di nuove emozioni, così, senza avvertire Maria, decisi di avventurarmi in una serata diversa dal solito. Mi vestii con cura, indossando il mio completo da segretaria, completo di autoreggenti e tacchi alti, e mi diressi verso un bar noto per essere frequentato da dominatrici. Il mio cuore batteva forte mentre varcavo la soglia, sapendo che stavo per entrare in un mondo di piacere e sottomissione.

Il bar era illuminato da luci soffuse e la musica sensuale creava un'atmosfera carica di erotismo. Mi sedetti al bancone, ordinando un drink per dare un po' di coraggio al mio animo. Le mie gambe tremavano leggermente sotto il tavolo, mentre osservavo l'ambiente circostante. Il mio sguardo fu subito catturato da un gruppo di tre donne sedute a un tavolo vicino. Erano bellissime, ognuna con un fascino unico e un'aria di potere che le circondava.

Una di loro, con lunghi capelli neri e occhi penetranti, mi fissò con intensità. Il suo sguardo mi fece rabbrividire, ma allo stesso tempo mi eccitò. Si alzò e si diresse verso di me con passi sinuosi, come una pantera che si avvicina alla preda. Si fermò davanti a me, la sua altezza sovrastava la mia, e sorrise maliziosamente.

"Sei qui da sola, piccola segretarietta?" mi chiese con una voce profonda e seducente.

Annuii, incapace di trovare le parole. La sua vicinanza mi faceva sentire vulnerabile e desideroso di sottomettermi.

"Mi chiamo Victoria" disse, accarezzandomi il viso con il dorso della mano. "E le mie amiche sono Diana e Sophia. Stiamo cercando un nuovo giocattolo con cui divertirci. Qualcuno che sappia apprezzare il piacere della sottomissione".

Le mie guance si arrossarono all'idea di diventare il loro giocattolo sessuale. Non avevo mai nemmeno immaginato qualcosa del genere, ma la curiosità e il desiderio erano troppo forti per resistere.

"V-vorrei provare" balbettai, trovando finalmente il coraggio di parlare.

Victoria sorrise, mostrando i suoi denti perfetti. "Ottimo. Allora seguici".

Mi alzai, sentendo le mie ginocchia tremare, e le seguii verso un'area privata del bar, lontana da sguardi indiscreti. La stanza era allestita come un piccolo dungeon, con vari strumenti di bondage e giochi erotici. Il mio cuore accelerò alla vista di quelle attrezzature, sapendo che presto sarei stato al loro centro.

Diana e Sophia mi circondarono, mentre Victoria spiegava le regole del gioco. "Questa sera, tu sarai la nostra proprietà, la nostra schiava personale. Farai tutto ciò che ti verrà ordinato, senza porre domande. Sarai il nostro oggetto di piacere, da usare e abusare come meglio crediamo".

Le sue parole mi eccitarono e allo stesso tempo mi spaventarono. Sapevo che Maria mi aveva introdotto al mondo della sottomissione, ma questa esperienza sembrava spingersi oltre i confini che avevo esplorato fino a quel momento.

"Inizia a spogliarti" ordinò Victoria, "e indossa questo". Mi porse un collare di pelle nera, simile a quello che Maria mi aveva fatto indossare, ma con un lucchetto e un piccolo anello metallico attaccato.

Obbedii, togliendomi lentamente i vestiti, rivelando il mio corpo travestito e il mio pene piccolo ma già eretto. Le tre donne mi osservavano con occhi bramosi, e questo mi eccitava ulteriormente. Indossai il collare, sentendo il freddo metallo sulla mia pelle.

"Ora, inginocchiati," disse Sophia, indicando un tappeto di pelliccia sul pavimento.

Mi posi in ginocchio, assumendo una posizione di sottomissione. Victoria si avvicinò e legò le mie mani dietro la schiena con delle morbide corde di seta. Mi sentivo completamente alla loro mercé, incapace di opporre resistenza.

"Hai un bel culetto, segretarietta" commentò Diana, accarezzandomi le natiche con le sue lunghe unghie smaltate. "Scommetto che è pronto per essere punito".

Arrossii, sapendo che il mio lato femminile aveva un punto debole per le punizioni. Ma la vergogna si mescolava al piacere, creando una sensazione intensa.

Victoria si chinò e aprì un bauletto, estraendo una frusta di cuoio. "Questa sera, ti faremo provare il piacere della sofferenza" annunciò. "E vedremo quanto sei disposto a sopportare per il nostro divertimento".

La frusta si abbatté sulla mia schiena, lasciando una scia di fuoco. Gemetti, ma il suono fu soffocato dal collare che stringeva la mia gola. Il dolore era intenso, ma allo stesso tempo mi eccitava, facendomi sentire vivo come non mai.

Le tre dominatrici si alternavano, colpendomi con la frusta, ogni colpo più forte del precedente. Il mio corpo si contorceva, ma le corde mi tenevano fermo, impedendomi di scappare. Sentivo il mio pene pulsare, duro e pronto ad esplodere, ma sapevo che non mi sarebbe stato permesso di raggiungere l'orgasmo.

"Ora, segretarietta, è tempo di provare qualcosa di diverso," disse Sophia, avvicinandosi alla mia bocca. Mi spinse la testa all'indietro e mi costrinse a guardarla negli occhi. "Vuoi leccare i nostri stivali, vero?".

Annuii, sapendo che non avevo scelta. Mi chinai, leccando le suole dei loro stivali di pelle, assaporando il gusto del cuoio e la loro dominanza. Le donne ridevano, divertite dal mio imbarazzo.

"Brava schiavetta" sussurrò Diana, accarezzandomi i capelli. "Ora, vogliamo vedere quanto sei brava a succhiare."

Mi resi conto che si stavano spogliando, rivelando i loro corpi perfetti. Victoria si posizionò sopra di me, afferrando il mio viso e spingendo il suo sesso contro le mie labbra. Il suo sapore mi invase, mentre mi ordinava di leccare e succhiare.

Mi dedicai con passione al mio compito, usando la lingua per darle piacere. Le altre due donne si avvicinarono, accarezzando i loro corpi e baciandosi appassionatamente. La stanza era piena di gemiti e sussurri, mentre io mi dedicavo a soddisfare Victoria.

"Ora, cambiamo posizione" ordinò Sophia, tirandomi per i capelli. Mi trascinò verso un tavolo imbottito e mi fece sdraiare, legando le mie caviglie alle gambe del tavolo.

Diana si posizionò sopra di me, afferrando il mio pene e iniziando a cavalcarmi. I suoi movimenti erano lenti e sensuali, mentre Victoria leccava e succhiava i suoi seni. Il piacere mi travolse, ma sapevo che non avrei potuto raggiungere il culmine.

"Non osare venire" mi ordinò Sophia, colpendomi leggermente i testicoli. "Non ancora".

Il gioco continuò, con le tre donne che si alternavano, usando il mio corpo per il loro piacere. Mi sentivo come se fossi al centro di un rito erotico, completamente sottomesso alla loro volontà.

Dopo ore di giochi e piaceri, le dominatrici si fermarono, guardandomi con espressioni soddisfatte.

"Hai fatto un ottimo lavoro, segretarietta" disse Victoria, sbloccando il lucchetto del mio collare. "Ma questa è solo l'inizio. Ti aspettiamo qui domani sera per un'altra sessione. E assicurati di non deluderci".

Mi alzai, sentendo le mie gambe deboli e il mio corpo ricoperto di segni rossi. Mi vestii in fretta e uscii dal bar, sapendo che avevo appena vissuto un'esperienza indimenticabile.

Mentre tornavo a casa, il mio corpo pulsava di piacere e dolore, e la mia mente era invasa da pensieri osceni. Non vedevo l'ora di tornare da quelle dominatrici e scoprire cosa mi avrebbero riservato la prossima volta.

Ero felice di aver trovato il coraggio di esplorare i miei desideri più nascosti, e non vedevo l'ora di spingermi oltre i miei limiti, diventando il loro giocattolo perfetto.

Spevo anche che non avrei dovuto farlo per lealtà a Maria, ma le emozioni di quella sera non riuscivano a far emergere la mia razionalità.
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