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La segretaria sottomessa


di Membro VIP di Annunci69.it Amberslave
08.01.2025    |    29    |    2 9.3
""Tutto ciò che desidero, senza limiti" sussurrò, le sue labbra sfiorando il mio orecchio..."
Oggi mi chiamo Amberslave e questa è la storia di come sono diventato la schiava personale di Maria, una donna dominante e affascinante che ha cambiato per sempre la mia vita. Tutto è iniziato in una calda giornata estiva a Milano, quando la mia curiosità mi ha spinto verso un destino inaspettato.
Ero in città per lavoro, la solita routine che di solito non offriva molte emozioni. Ma quel giorno, mentre camminavo per le strade affollate guardando il solito sito di incontri che mi aiutava a tirarmi su, notai un last minute: "Cerco una segretaria personale. Richiesta discrezione e disponibilità. Pagamento generoso", recitava l'annuncio, seguito da un numero di telefono. C'era qualcosa in quelle parole che mi intrigò, forse la promessa di un'avventura o semplicemente la noia della mia vita quotidiana. Senza pensarci troppo, composi il numero.
Una voce femminile rispose, calda e profonda. "Pronto, hai chiamato per l'annuncio?" chiese. La mia voce tremò mentre risposi, "Sì, sono interessato al lavoro". Lei rise, un suono sensuale che mi fece rabbrividire. "Bene, tesoro, vieni nel mio ufficio tra un'ora. Ti darò tutti i dettagli".
Mi diressi verso l'indirizzo fornito, un elegante edificio nel centro di Milano. Il mio cuore batteva forte mentre salivo le scale fino all'appartamento indicato. Bussai alla porta, e dopo un momento, essa si aprì rivelando una donna alta e formosa. I suoi occhi scuri mi scrutarono, valutando la mia presenza. "Entra" disse con un sorriso enigmatico.

Maria, come scoprii essere il suo nome, mi condusse in un salotto lussuoso. L'arredamento era elegante, con divani in pelle e quadri costosi alle pareti. "Siediti," mi ordinò, indicando una sedia di fronte alla sua. Obbedii, sentendomi nervoso e eccitato allo stesso tempo.
Maria si sedette, incrociando le gambe e rivelando una gonna corta che lasciava intravedere le sue lunghe cosce. "Allora, sei qui per il lavoro di segretaria, giusto?".
La sua voce era bassa e seducente. Annuii, incapace di formare parole. "Bene, il lavoro richiede una persona molto speciale. Qualcuno che sia disposto a fare tutto ciò che gli viene chiesto, senza fare domande".
Mentre parlava, si alzò e si avvicinò a me, accarezzandomi il viso con le dita. "Tutto ciò che desidero, senza limiti" sussurrò, le sue labbra sfiorando il mio orecchio. Il mio corpo tremò al suo tocco, desiderando di più. "Ti piace l'idea di essere la mia segretaria personale, di soddisfare ogni mio capriccio?".

Non riuscivo a parlare, ma annuii con entusiasmo. Maria sorrise, soddisfatta. "Bene, allora iniziamo il tuo addestramento. Prima di tutto, devi spogliarti". I suoi occhi brillavano di potere mentre mi guardava, aspettando la mia obbedienza.

Mi alzai lentamente, sentendomi esposto e vulnerabile. Con mani tremanti, iniziai a sbottonare la camicia, rivelando il mio corpo robusto e il mio petto villoso. Maria mi osservava, i suoi occhi affamati mi spogliavano di ogni dignità. Quando rimasi in piedi davanti a lei indossando solo le mutande, si alzò e mi girò di spalle.

"Ho detto nudo: levati i boxer. Ora, indossa questo" disse, porgendomi un completo da segretaria: un completo intimo di pizzo nero, delle calze autoreggenti, una camicetta bianca, una gonna aderente e un paio di scarpe col tacco. "Voglio che tu ti senta la mia segretaria, che tu entri nel ruolo". Obbedii, sentendomi ridicolo ma eccitato allo stesso tempo.

Una volta vestito, Maria mi fece girare di nuovo verso di lei. I suoi occhi si illuminarono di piacere mentre mi ispezionava. "Perfetto, Amberslave, da oggi questo sarà il tuo nome. Ora, segui le mie istruzioni alla lettera". Si avvicinò e mi legò le mani dietro la schiena con una corda di seta, assicurandosi che fossi completamente sotto il suo controllo.

"In ginocchio, schiava" ordinò, e io obbedii, inginocchiandomi di fronte a lei.
Maria si sedette sul divano, incrociando le gambe e mostrando la sua biancheria intima di pizzo nero. "Ora, leccami i piedi" disse, inclinando il piede verso di me.
Mi chinai, la mia lingua accarezzava la sua pianta. Il sapore della sua pelle e il profumo del suo corpo mi eccitarono ulteriormente. Lei gemeva, incoraggiandomi a continuare. "Brava, Amberslave, sei una segretaria obbediente".

Maria mi fece alzare e mi guidò verso una stanza adiacente, una camera da letto elegantemente arredata. Mi spinse sul letto, legando le mie caviglie ai piedi dello stesso. Ero completamente esposto e indifeso, pronto a soddisfare ogni suo desiderio.

Si inginocchiò tra le mie gambe, afferrando il mio piccolo pene con una mano esperta. "Ora, schiava, è tempo di divertirsi" disse, iniziando a masturbarmi lentamente. I suoi occhi erano fissi su di me, godendo del mio piacere.

La sua mano si muoveva su e giù, facendo crescere la mia eccitazione. Gemevo, incapace di contenere il mio desiderio. "Per favore, padrona" sussurrai, implorando il suo tocco. Maria rise, aumentando la velocità. "Chiedi perdono per essere stata così curiosa, schiava".

"Perdonami, padrona" gemetti, mentre il piacere mi travolgeva. Maria mi guardò con soddisfazione, continuando a masturbarmi fino a quando non raggiunsi l'orgasmo, il mio corpo scosso da piacere.

"Brava, Ambraslave" disse, accarezzando i miei capelli. "Hai soddisfatto la tua padrona. Ma questo è solo l'inizio". Si alzò e si diresse verso un cassetto, da cui tirò fuori un frustino di pelle.

"Ora, schiava, è tempo di punirti per la tua curiosità" disse, avvicinandosi a me. Il frustino colpì le mie natiche, mandando scosse di dolore e piacere attraverso il mio corpo. Gemetti, una miscela di sensazioni che mi confondevano.

Maria continuò a frustarmi, ogni colpo più intenso del precedente. "Impara la lezione, Ambraslave. La curiosità può essere pericolosa". I miei gemiti riempivano la stanza, una musica per le sue orecchie.

Dopo diversi minuti di punizione, Maria gettò il frustino da parte. Si chinò e baciò le mie natiche, lenendo il dolore con le sue labbra. "Hai imparato la lezione, schiava?" chiese la sua voce dolce ma ferma.

"Sì, padrona" risposi con il respiro ancora affannoso. Maria sorrise, soddisfatta. "Bene, allora la tua punizione è finita. Ma ricorda, la curiosità deve essere controllata".

Mi liberò dalle corde, e mi alzai dal letto, le gambe tremanti. Maria mi guardò, i suoi occhi pieni di potere. "Ora, Ambraslave, hai ancora molto da imparare. Ma per oggi, il tuo addestramento è finito."

Mi vestii di nuovo con i miei vestiti normali, sentendomi confuso e eccitato allo stesso tempo. Maria mi accompagnò alla porta, la sua mano sulla mia spalla. "Ricorda, Amberslave, sei la mia segretaria personale ora. E io sono la tua padrona".

Uscii dall'appartamento, il mio corpo ancora vibrante di emozioni contrastanti. Maria aveva risvegliato in me desideri che non sapevo di avere. Ero stato dominato, umiliato e punito, eppure desideravo ardentemente di più.

Mentre camminavo per le strade di Milano, sapevo che la mia vita era cambiata per sempre. Maria mi aveva mostrato un mondo di sottomissione e piacere, e non vedevo l'ora di esplorarlo ulteriormente. Ma prima, dovevo affrontare la sfida di tenere a bada la mia curiosità, sapendo che ogni passo falso avrebbe portato a una punizione dolce e dolorosa.

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