bdsm
Al centro commerciale
di Amberslave
10.01.2025 |
28 |
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"La commessa lanciò un'occhiata curiosa alla mia figura, notando probabilmente i vestiti femminili che indossavo..."
La mattina era cominciata con un messaggio molto laconico di Maria: "Vieni, ho bisogno della mia segretaria".Come intontito avevo camminato fino al suo appartamento dove avevo trovato la porta socchiusa. Varcato l'uscio piegati sul pavimento c'era l'occorrente per diventare Amber e un biglietto appoggiato sopra gli abiti recitava: "Muoviti schiava, cambiati e raggiungimi in salotto".
Lei mi aspettava seduta sul divano. Io entrai e mi inginocchiai davanti a lei in senso di devozione con gli occhi a terra. La sua voce entrò come una lama nei miei pensieri: "Bene troietta, oggi ti porto a fare shopping".
Mi sentivo eccitato e confuso mentre seguivo Maria attraverso il centro commerciale, tenendo in mano i sacchetti con i suoi acquisti. Il ricordo delle sensazioni contrastanti che avevo provato nel suo appartamento mi rendeva agitato, ma allo stesso tempo, non vedevo l'ora di scoprire cosa avesse in serbo per me. La mia trasformazione in una segretaria sottomessa era stata sia umiliante che eccitante, e non riuscivo a smettere di pensare a come il mio corpo aveva risposto ai suoi comandi.
Maria sembrava leggere i miei pensieri, perché mi lanciò un sorriso divertito mentre camminavamo. "Ti piace essere il mio giocattolo personale, vero, Amber?" sussurrò, usando il nome che aveva scelto per me. "Ti piace essere al mio comando, fare tutto ciò che dico, senza fare domande".
Annuii, incapace di parlare, mentre il mio cuore batteva forte. Sapevo che Maria aveva ragione. Mi eccitava l'idea di essere sotto il suo controllo, di essere guidato da lei in questo mondo di dominazione e sottomissione.
Entrammo in un negozio di abbigliamento e lingerie, e il campanello sopra la porta tintinnò al nostro ingresso. L'interno era illuminato da luci soffuse e la musica rilassante creava un'atmosfera intima. Scaffali pieni di delicate creazioni in pizzo e seta riempivano lo spazio, presentando una vasta gamma di colori seducenti.
"Benvenuti!" esclamò una commessa sorridente, avvicinandosi a noi. "Posso aiutarvi a trovare qualcosa di speciale?".
Maria le rivolse un sorriso seducente. "Sì, stiamo cercando qualcosa di davvero piccante per la mia amica qui". Indicò me, e sentii il mio viso arrossire. "Vogliamo trasformarla in una vera tentatrice".
La commessa lanciò un'occhiata curiosa alla mia figura, notando probabilmente i vestiti femminili che indossavo. "Certo, abbiamo molti pezzi affascinanti che potrebbero adattarsi perfettamente a lei" disse.
Maria mi prese per mano e mi guidò tra i banchi, sfiorando delicatamente i vari completi intimi con le dita. "Voglio che tu provi questi, Amber" disse, scegliendo un set di lingerie composto da un reggiseno push-up in pizzo nero e un perizoma abbinato. "E anche questo" aggiunse, prendendo un baby doll trasparente con ricami floreali.
Mi sentivo imbarazzato e eccitato allo stesso tempo, mentre prendevo i capi che Maria mi aveva indicato. Il negozio era quasi deserto, ma non potevo fare a meno di immaginare gli sguardi curiosi degli altri clienti.
"Vai a provarli" mi ordinò Maria, indicando il camerino. "Voglio vedere come ti stanno".
Obbedii, dirigendomi verso il camerino e chiudendo la tenda dietro di me. Mi guardai allo specchio, vedendo un uomo maturo con la parrucca. Il vestito da segretaria che indossavo mi stava stretto, mettendo in risalto le mie curve.
Iniziai a spogliarmi, togliendo lentamente il vestito e rimanendo in reggiseno e mutandine. Il mio pene, piccolo e morbido, pendeva tra le mie gambe, in contrasto con il resto del mio corpo femminilizzato.
Indossai il reggiseno di pizzo, regolando le spalline per adattarlo al mio petto piatto. Le coppe imbottite spingevano i miei seni inesistenti, creando una scollatura seducente. Poi, con le mani tremanti, tirai su il perizoma, sentendo il tessuto morbido aderire alle mie natiche.
Mi guardai allo specchio, vedendo una donna seducente che mi fissava. Il reggiseno sollevava il mio petto, dando l'illusione di curve femminili, mentre il perizoma metteva in risalto il mio lato B, rendendolo ancora più attraente.
"Amber, sei pronta?". La voce di Maria mi raggiunse dall'altra parte della tenda.
"Sì, un momento" risposi, prendendomi un attimo per ammirare la mia immagine riflessa.
Aprii la tenda del camerino, rivelando la mia figura in lingerie. Maria mi scrutò con uno sguardo intenso, i suoi occhi scuri che mi percorrevano da capo a piedi.
"Mmm, molto sexy" commentò, avvicinandosi a me. "Il pizzo nero ti sta benissimo, e quel perizoma mette in risalto il tuo lato B".
Arrossii sotto il suo sguardo, sentendomi esposto e vulnerabile. "Grazie, padrona" sussurrai.
"Ora rivestiti e raggiungimi" mi ordinò senza mezzi termini.
Uscito dal camerino lei mi prese per mano e mi guidò fuori verso il bancone. "Prenderemo questi" annunciò alla commessa, posando i completi intimi sul banco.
Mentre la commessa si occupava della transazione, Maria mi sussurrò all'orecchio: "Adesso voglio che tu provi queste". Mi porse un paio di scarpe con i tacchi alti, cinturini alla caviglia e plateau.
Esitai, guardando i tacchi con un misto di desiderio e paura. "Non so se riesco a camminarci, signora" dissi.
"Lo scopriremo" rispose lei, con un sorriso malizioso. "Provali, Amber. Voglio vederti camminare con quei tacchi".
Obbedii, sedendomi sulla piccola panca vicino al bancone e togliendomi le scarpe che indossavo. Le mie caviglie erano ancora un po' segnate dai lacci che Maria aveva usato per legarmi, e il contatto del cinturino con la mia pelle sensibile mi fece trattenere il fiato.
Con un po' di fatica, riuscii a infilarmi le scarpe, sentendo il mio corpo assumere una postura diversa. Mi alzai in piedi, barcollando leggermente, e mi guardai allo specchio. La mia figura era trasformata: le curve accentuate, le gambe lunghe e affusolate grazie ai tacchi.
"Perfetto" sussurrò Maria, avvicinandosi a me. "Adesso cammina per il negozio. Voglio che tutti vedano quanto sei sexy".
Il mio cuore martellava nel petto mentre obbedivo, iniziando a camminare lentamente tra gli scaffali. Sentivo gli sguardi degli altri clienti su di me, alcuni curiosi, altri sorpresi. Una donna mi lanciò un sorriso divertito, mentre un uomo mi guardava con desiderio.
"Così va bene, Amber" disse Maria, seguendo i miei movimenti. "Mostra a tutti il tuo lato B, fai oscillare i tuoi fianchi".
Mi sforzai di camminare in modo seducente, oscillando i fianchi e muovendo le spalle. I tacchi cliccavano sul pavimento, attirando l'attenzione su di me. Sentivo gli occhi di tutti addosso, e questo mi eccitava e imbarazzava allo stesso tempo.
Maria si avvicinò a me, sfiorandomi la schiena con le dita. "Molto bene, tesoro" bisbigliò. "Adesso vieni con me".
Dopo aver pagato le scarpe, mi guidò fuori dal negozio, verso la zona ristorazione del centro commerciale. Ci sedemmo a un tavolo, e Maria ordinò due caffè.
"Sei stata bravissima, Amber" mi disse, sorseggiando il suo caffè. "Hai seguito i miei ordini e hai mostrato a tutti la tua femminilità".
Arrossii, sentendomi lusingato dalle sue parole. "Grazie, padrona" risposi, "è stata un'esperienza eccitante".
Lei mi guardò intensamente, i suoi occhi scuri pieni di desiderio. "Non abbiamo ancora finito, tesoro" sussurrò, "voglio che tu mi segua in bagno".
Il mio cuore accelerò. Sapevo cosa voleva dire. Mi alzai, seguendo Maria attraverso la folla, verso i bagni. Entrammo in un bagno vuoto e lei chiuse la porta a chiave.
"Adesso spogliati, Amber" ordinò, guardandomi con uno sguardo ardente. "Voglio vederti nuda".
Obbedii, togliendomi lentamente la lingerie, rivelando il mio corpo trasformato. Il mio pene, piccolo e morbido, pendeva tra le mie gambe, in contrasto con il mio lato B sodo e rotondo.
Maria si avvicinò a me, accarezzandomi il viso con le dita. "Sei bellissima" sussurrò. "Adesso inginocchiati."
Mi inginocchiai davanti a lei, sentendo il pavimento freddo sotto le mie ginocchia. Maria si slacciò la gonna, lasciandola cadere ai suoi piedi, rivelando la sua mancanza di biancheria intima. Il suo sesso era rasato, e le sue labbra erano già umide e gonfie.
"Leccami, Amber" ordinò, afferrando i miei capelli e guidando il mio viso verso di lei.
Obbedii, avvicinando le mie labbra alla sua intimità. La sua fragranza mi invase i sensi, un mix di profumo femminile e desiderio. Iniziai a leccare delicatamente, assaporando il suo gusto dolce e salato.
Maria gemette, afferrando la mia testa e premendola contro di lei. "Sì, così, leccami bene puttanella" gemeva, muovendo i suoi fianchi contro il mio viso.
Mi sforzai di soddisfarla, usando la mia lingua per esplorare ogni piega del suo sesso, mentre le sue dita affondavano nei miei capelli. I suoi gemiti riempivano il bagno, e il mio pene, piccolo pulsava tra le mie gambe.
"Ora, succhiati le dita," ordinò Maria, dopo avermi fatto smettere di leccarla.
Obbedii, bagnando le mie dita con la saliva e inserendole lentamente nella mia bocca, immaginando che fossero il pene di un uomo.
"Bene, Amber, ora vieni qui" disse Maria, tirandomi su da terra. Mi guidò verso il lavandino, facendomi appoggiare le mani sul freddo marmo. "Adesso voglio che ti masturbi per me".
Con le mani tremanti, iniziai a toccarmi, sfiorando il mio pene e accarezzando le mie natiche. Maria si posizionò dietro di me, sfiorando il mio corpo con le sue mani.
"Sì, così, fallo per me" sussurrò all'orecchio, mentre le sue dita esploravano il mio corpo. "Immagina che sia io a toccarti, a farti godere".
Mi lasciai andare, immaginando le sue mani sul mio corpo, mentre mi masturbavo lentamente. I miei gemiti riempivano il bagno, e il mio piacere cresceva con ogni tocco.
"Sì, vieni per me, Amber" sussurrò Maria, accarezzando le mie natiche, "lasciati andare, godi per la tua padrona".
Il mio orgasmo mi travolse, e gemetti il suo nome mentre il mio seme caldo schizzava sul lavandino. Tremavo, sentendo il piacere scorrere attraverso il mio corpo.
Maria mi abbracciò da dietro, baciandomi il collo. "Sei stata bravissima, tesoro" mi sussurrò. "Adesso torniamo a casa, ho in mente altre cose divertenti per te".
Mentre lasciavamo il centro commerciale, mano nella mano, sapevo che la mia avventura con Maria era solo all'inizio. Non vedevo l'ora di scoprire cosa mi avrebbe riservato il futuro come sua segretaria sottomessa.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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