bdsm
Settimana da incubo (meravigliosa) 3p
di schiavototale
24.07.2024 |
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"Una volta che i due hanno finito, la padrona vuole giocare un po'..."
Arriviamo alla Villa e subito vengo portato nelle cantine .Inizio' la vestizione , calze bianche da perfetta Sissi vestito lungo fino ai piedi, parrucca biondo platino..
-Il trucco lo metteremo dopo Zoccola - mi disse la Padrona.
-Ora riposati perché se non ti comporterai bene la tua settimana finirà qui-
-alle 15 ti aspettano in sala -e così dicendo uscì dalla cantina .
Una cena servita in divisa da cameriera alla Padrona e agli ospiti.
Terza voce .....
La tavola preparata, la cena pronta, l'umile accoglienza degli invitati.
La sorpresa, però, non è lui ad avere l'onore di servire come cameriera: a essere vestito di tutto punto con grembiulino, guanti e crestina è un altro schiavo chiamato dalla Padrona.
Lui è in un angolo a quattro zampe, nudo con il collare e con la faccia verso il muro.
L'imbarazzo è forte, ha il sedere esposto verso gli ospiti e non mancano commenti, risatine, apprezzamenti non proprio elogiativi verso il suo "culone".
Ma subito dopo i primi commenti, i commensali si scordano di lui, chiacchierano e mangiano tranquillamente, comodamente serviti dallo schiavo/cameriera.
La serata per lui è solo nelle voci della Padrona e degli ospiti, almeno fino a quando non viene chiamato per svolgere il suo compito, anzi i suoi compiti:
"Leccapiedi!", "Sputacchiera!", "Cesso"", "Poggiapiedi", "Troia!"
Ordini secchi dati dalle Signore e dai Signori alla cameriera, che ogni volta viene verso di lui, attacca il guinzaglio al suo collare e lo porta a quattro zampe a svolgere il suo incarico: leccare i piedi stanchi di un ospite, oppure accogliere lo sputo di un'altra invitata, far orinare un Signore nella sua bocca e poi ripulirlo (in modo da non farlo alzare da tavola) oppure stendersi sotti i piedi di una Signora in modo che li appoggi su di lui o ancora dare piacere a un altro ospite.
E ogni volta, dopo il suo compito, deve dire il suo grazie per l'onore ricevuto ("Grazie Signora", “Grazie Signore") e tornare al suo angolino a quattro zampe, faccia al muro e sedere esposto.
E il tutto sempre con tanta gelosia verso l'altro schiavo che serve la cena vestito da cameriera, vivendo la sua fantasia preferita e riempito (anzi “riempita”) di elogi dai commensali e dalla Padrona.
I suoi compiti continuano allo stesso modo anche a fine cena, quando gli ospiti sono sul divano e prendono il caffé.
Viene ignorato per un bel po' di tempo, durante il quale c'è chi chiacchiera e chi guarda la tv.
Poi, all'improvviso, la Padrona lo fa prendere dalla cameriera e portare a quattro zampe davanti al divano.
"Facciamo un gioco?", dice agli ospiti e contemporaneamente gli dà un calcio nel sedere.
"Grazie Signora, sono una culona troia" risponde subito.
Poi gli dà uno scappellotto e lui subito: "Grazie Signora, sono un pezzo di merda e faccio schifo anche ai maiali".
Poi, si china a toccargli il pene e ottiene la prevista risposta "automatica": "Grazie Signora, sono una gran puttana".
Il gioco diverte gli ospiti e così comincia a prendere tanti calci nel sedere, scappellotti, buffetti sul pene e deve sempre rispondere esattamente a ogni stimolo senza sbagliare mai per non essere punito.
A volte si divertono a dargli stimoli contemporanei e deve dire due frasi insieme il più velocemente possibile.
Alla fine loro si sono divertiti, complimentati con la Padrona "per questo simpatico meccanismo" e lui è riportato nell'angolo.
Gli ospiti se ne vanno, salutano la Padrona.
La cameriera finisce di sistemare, poi va in bagno a servire la Padrona e l'accompagna in camera per aiutarla a prepararsi per la notte.
La porta della camera si chiude, le luci sono spente, anche la sua notte sarà nella cantina, nudo e col collare.
Nella mia cella penso e spero di aver passato il compito e di poter continuare la settimana ....
GIORNO 2
Vestito da Sissi servo la colazione con i Padroni a letto La Padrona si fa' massaggiare con oli e crema che le ha gentilmente donato la Sua amica .
Poi escono dicendomi che sarebbe tornata nel pomeriggio solo la Padrona , perché il Padrone era impegnato .....
Ma io avrei dovuto pulire per bene tutta la casa.
Terza ...voce .....
E' vestito da cameriera e ha sfaccendato e pulito tutto il giorno.
Aspetta Lei, sua Signora e Padrona, con tanta voglia di servirla e adorarla.
L'aspetta per la cena, per servirla a tavola come un'umile domestica, ma arriva in anticipo.
Già a metà pomeriggio sente la chiave girare nella serratura della porta dell' appartamento.
Non è questa, però, l'unica sorpresa: la sua Padrona non è sola, ma è con due uomini.
Lo shock è grande, deve superare l'imbarazzo e si prostra ai suoi piedi per baciarli, poi le tolglie il cappotto.
Non c'è bisogno che dica nulla, ha capito che deve toglierlo anche ai suoi ospiti e così fa, riponendo poi i cappotti nell'armadio.
Appena torna in salotto vede che la sua padrona ha fatto spogliare i due uomini, capisce che anche loro sono due schiavi. Strisciano a leccarle uno stivale per uno, poi li tolgono e venerano un piede a testa. Lei è comodamente seduta sul divano e lui è in piedi, distante, a testa bassa e in attesa di ordini.
La leccata di piedi va avanti per mezz'ora, poi lei vuole un massaggio. Batte le mani e gli dice: "Serva, vai a prendere oli e creme, voglio un massaggio da questi schiavi".
Risponde col cuore in gola: "Sì Signora Padrona".
Li va a prendere, sono quelli che ha comprato alla sua Padrona per massaggiarla e donarle benessere, e li porge su un vassoio ai due schiavi che lo ignorano.
Loro cominciano a massaggiarle i piedi, lui resta in piedi con il vassoio in mano e ogni volta che hanno bisogno di crema o di olio si abbassa a porgere loro ciò di cui necessitano. Massaggiano bene, lei si rilassa e mugola di eccitazione dicendo: “uhm...finalmente un massaggio come si deve...”.
Lui resta in piedi in silenzio, il volto si fa rosso per gelosia, imbarazzo, eccitazione. E' stanco (anzi, essendo nel suo ruolo di serva, è "stanca"), tutto il giorno in piedi a sfaccendare, ma deve stare in piedi e il massaggio dura tantissimo. Una volta che i due hanno finito, la padrona vuole giocare un po'. Perciò lui deve portare via olio e creme e prendere il frustino, il gatto a nove code, le mollette e attrezzature varie. Le porge a lei su un vassoio. Gli schiavi, intanto, continuano ad adorarla, leccano i piedi, le gambe.
Lei gli dice: "Serva, prendi quei vestiti, piegali e mettili di là".
Risponde umiliata e devota: "Sì Signora Padrona" e così deve prendere i vestiti che i due schiavi hanno messo un po' alla rinfusa sulle sedie e le loro scarpe e sistemare tutto in ordine in camera.
Lei comincia a giocare, si diverte a frustare i due schiavi, a farli gemere di dolore. Loro sembrano resistere bene.
"Finalmente due schiavi che non sono femminucce..." dice la Padrona e lui arrossisce, freme di vergogna e imbarazzo, in piedi con il vassoio in mano, porgendole una volta la frusta, l'altra le mollette.
Gli schiavi gemono, ma sono eccitati. Lei è eccitata e divertita. Lui non esiste...
Il gioco dura un paio d'ore, lunghissime, sempre in piedi per lui e dal gioco si passa oltre. Lei gli fa portare via fruste e oggetti vari e quando torna vede che uno schiavo le sta leccando il sesso, mentre la Padrona sta masturbando l'altro schiavo, senza farlo mai venire e sputandogli in faccia. Lui resta in piedi, a testa bassa, aspettando ordini, ormai sono passate 5 ore. Lei gode, è contenta dei due schiavi. Loro sono segnati, ma entusiasti e instancabili.
"Bene schiavi, dobbiamo uscire no?" dice la Padrona dopo aver goduto più volte sotto gli abili colpi della lingua di uno dei due schiavi e dopo aver portato più volte sul limite l'altro schiavo.
"Sì Signora", rispondono i due, leccandole i piedi.
Lei dice: "Prima lavatemi i piedi" e, rivolgendosi a lui, gli ordina:
"Serva, vai a prendere la bacinella e riempila d'acqua".
Ancora un umile "Sì Signora Padrona", poi va in bagno, umiliatissima, e porge la bacinella ai suoi piedi.
Ognuno di loro lava con delicatezza e adorazione un piede. Poi lei ordina di bere e loro, come cani a quattro zampe, bevono dalla bacinella.
"Serva hai pulito il bagno?" gli chiede la Padrona.
"Sì Signora Padrona", risponde.
Allora Lei si rivolge ai due uomini ancora nudi: "Schiavi, accompagnatemi in bagno".
La Padrona va in bagno, loro seguono a quattro zampe, la porta si chiude.
Lui dolorosamente immagina cosa accade, lei che fa pipì, loro che la puliscono. Lui resta in piedi, distante dalla porta. Poi escono dal bagno e la Padrona ordina un succo di frutta da bere.
"Chiedi anche a loro se vogliono da bere", aggiunge.
I due schiavi sono seduti al tavolo con Lei, ma sempre nudi.
Deve chiedere se vogliono bere... loro sono nudi, sono schiavi che si sono umiliati per Lei e davanti a Lei, ma lui è inferiore anche a loro.
"I Signori desiderano da bere?" chiede umilmente.
Loro stanno baciandole le mani e rispondono distrattamente con un "sì, va bene il succo di frutta", "anche per me...".
Serve prima la Padrona e poi i due schiavi. Quindi si mette in piedi dietro al tavolo, mentre loro conversano e ridono. Dai loro discorsi capisce che devono uscire per cena e che l'appuntamento è fissato per le 10.
"Siete stati proprio bravi - dice la Padrona, porgendo loro le Sue mani da baciare - da tempo non giocavo così, mi avete compiaciuto e adorato come si deve".
Loro ringraziano e continuano a venerarla e sono eccitatissimi. Lei vuole premiarli:
"Meritate una ricompensa, vorreste venire prima di andare a cena?".
Loro sono entusiasti e adoranti: "Oh, sì Signora, La prego, grazie, sì...".
Lei sorride: "Be', che problema c'è? Abbiamo una troia qui, no?".
La Padrona si siede sul divano e ordina a uno dei due schiavi di inginocchiarsi e leccarle i piedi. "Tu alzati e resta in piedi" dice all'altro. Poi si rivolge a lui: E tu troia, inginocchiati e fagli un pompino".
E' stravolta, ha il viso in fiamme, ha sempre saputo che prima o poi sarebbe arrivato questo momento, che la sua Padrona gli avrebbe chiesto questo, ma certo ora è colta di sorpresa.
"Sì Signora Padrona", risponde un po' meccanicamente con lo sguardo sempre basso, ma perso nel vuoto dallo stordimento.
Si inginocchia, comincia a leccare il sesso di uno dei due schiavi, ma lui non è molto eccitato dalla cosa. La Padrona se ne accorge:
"Vedi, troia... non sai nemmeno eccitare un uomo con la bocca..."
Allora fa sedere lo schiavo sul divano e gli porge un piede da leccare. Subito sente il suo pene gonfiarsi in bocca: leccarle il piede lo eccita, certo più della sua bocca. Lo spompina fino all'orgasmo e lui, su ordine della Padrona, gli viene in faccia e poi si prostra a ringraziarla.
"Avanti un altro", dice la Padrona ridendo e la scena si ripete anche con l'altro.
Quando anche lui gli viene in faccia e si prostra a ringraziarla, la Padrona si rivolge a lui:
"E tu? Non ringrazi?"
Subito si prostra per baciarle i piedi, ma lei lo blocca:
"No, no che fai? sei tutta piena di sperma in faccia, mica vorrai sporcarmi i piedi?".
Allora si prostra faccia a terra: "No Signora Padrona, mi scusi. Grazie Padrona".
Lei gli ordina di ringraziare anche loro:
"Grazie Signori", dice rossa di vergogna, ma la Padrona lo riprende:
"No, ringrazia per bene. Non avevi tanta voglia di cazzo? Tu hai sempre tanta voglia di cazzo, no?". L'umiliazione è fortissima, è sconvolta...
"Sì Signora - risponde con un filo di voce - ho sempre tanta voglia di cazzo".
"E allora - gli dice La Padrona - ringraziali per bene, che ti sono venuti in faccia".
Lo fa a sguardo bassissimo: "Grazie Signori di essermi venuti in faccia".
Loro non rispondono nemmeno, sono occupati a leccarle i piedi. La Padrona gli ordina di cambiarsi e ripulirsi, poi deve aiutare i due schiavi a vestirsi.
Quando sono sulla porta e lui aspetta in ginocchio di poter baciare i piedi della Padrona ecco il suo ordine, secco:
"Troia, io esco, quando torno voglio trovare tutto pulito. Pulisci e aspettami alzata".
Si prostra a baciarle i piedi: "Sì Signora Padrona, buona serata".
Saluta anche loro: "Buona serata Signori", ma non gli rispondono.
La loro indifferenza è l'ennesima umiliazione.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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