bdsm
SCHIAVO PER VOCAZIONE PRIMO CAPITOLO CONTROLLO PSICOCORPORALE
di pulpmy
04.04.2021 |
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"Al suo rincasare dopo una lunga giornata lavorativa, le portavo le pantofole e la vestaglia, tutta pulita e profumata di ammorbidente , quindi la..."
Entrando in quel’ appartamento ,al chiudersi della porta alle mie spalle, ebbi come un attimo di smarrimento, ebbi il netto sentore di aver varcato una soglia a senso unico. La mia nuova Padrona mi si pose davanti con aria severa e tono imperativo ordino:“ora spogliati tutto” Divenni un peperone, esegui l’ordine non senza esitazione, quando arrivai agli slip mi bloccai , lei esortandomi” coraggio nudo ho detto” ed anche gli ultimi veli scesero, mostrandomi cosi nudo come un verme al suo cospetto. A quel tempo, avevo un fisico longilineo, alto e smilzo , carnagione bianchissima, occhi chiari, capelli biondi, una fitta peluria bionda su tutto il corpo, il ciuffo pubico scarlatto e tanto folto da nascondeva quasi per intero il pene .
Alla vista della mia nudità scoppio in una risata sguaiata , “Ma che bello il mio pel di caroto, non se ne vedono molti policromati come te “poi mi tasto i glutei a quel tempo marmorei, i pettorali quasi inesistenti, il collo quasi femmineo e i fianchi larghi come le spalle, mi chiese di piegarmi a 90 , da dietro mi palpò lo scroto, tastò le palle svuotate da poco, poi mi esorto ad aprire le chiappe , cosi facendo esposi il mio ano , mai ne visto e ne violato da alcuno a parte la mia mamma da piccolo, alla sua vista, . In quella posizione umiliane, mentre esibivo le parti del mio corpo più intime, mi accorsi che mi stavo eccitando, e di ciò se ne accorse ben presto anche la mia signora, visto che il mio membro inarcatosi a mezza luna s’era fatto duro come la pietra, a quella vista, ella fece come un risolino di soddisfazione e commento “ho visto di peggio, un po’ di peluria in eccesso ma ci si può lavorare” poi porgendomi un guinzaglio di cuoio mi ordino di indossarlo, quindi prosegui estraendo da un astuccio una cosa mai vista prima, un aggeggio di plastica e metallo con un lucchetto, era una gabbia fallica un sorta di cintura di castità.
” questa te la faro indossare ogni volta che ti lascerò da solo,” e con un tono allusivo continuo ”visto il vizietto che ben conosciamo, ,non voglio che mi imbratti tutto l’appartamento di sborra ?” Si padrona come vuole lei.
“Ecco bravo voglio il controllo totale del tuo corpo, farai i tuoi bisogni corporali solo quando ti darò il mio permesso va bene?”” Si padrona come vuole” sarò io a lavarti e prendermi cura della tua igiene intesi?”
“La pipi la farai in questo vaso da notte sedendoti come una femminuccia non voglio trovarmi schizzi del tuo piscio dappertutto, e al mio rientro la sera ti porterò al bagno dove potrai fare il resto”
Da li in avanti, persi letteralmente la testa e mi invaghii anima e corpo di quella splendida femmina dominante , per me esserle asservito ,divenne ben presto un bisogno una vera dipendenza, obbedire ciecamente ed esaudire ogni suo ordine diventò la mia ragione di vita.
Facevo col massimo impegno tutto ciò che mi ordinava ,divenni ben presto un bravo domestico, molto abile nel tenere in ordine la casa ed imparai pure a cucinare, fare il bucato ,stirare insomma un casalingo coi fiocchi, la mia passione era lavare i suoi capi intimi, prima di porli in lavatrice o lavarli a mano me li annusavo ,assaporavo se poi notavo qualche piccolo ingiallimento mmmmmmmmmmmm era come trovare un primizia una prelibatezza.
Sentirla rincasare la sera era una gioia immensa mi batteva forte il cuore,l’apparire della sua persona non finì mai di emozionarmi.
Bastava un suo impercettibile cenno di intesa o una piccola attenzione ,per rendermi felice, come pure pronto a subire in modo totalmente remissivo senza il minimo rancore, i rimproveri e le punizioni, per altro mia troppo cruente o severe. Le punizioni erano chiaramente inflitte a scopo pedagogico, e sinceramente mentre le subivo mi eccitavano a dismisura, ogni umiliazione subita , era per me motivo di soddisfazione sessuale, e difficile da spiegare ma il mio godimento passava attraverso la prostrazione totale alla mia domina, ogni volta che mi sgridava o sentivo di averla delusa temevo di perdere il suo affetto , ,come un bambino quando sgridato e punito ha paura di perdere l’amore materno, quando poi manifestava interesse o apprensione per il mi stato fisico e il mio benessere, andavo in brodo di giuggiole e mi sentivo al settimo cielo.
Al suo rincasare dopo una lunga giornata lavorativa, le portavo le pantofole e la vestaglia, tutta pulita e profumata di ammorbidente , quindi la spogliavo adoravo il suo corpo perfetto, mi mettevo in ginocchio ed assecondando il suo volere, le davo bacetti in tutto il corpo o la leccavo nelle parti intime, mi era proibito nel modo più assoluto usare e le mani, lei dal canto suo mi liberava dalla cintura fallica e guardava con un certa soddisfazione il mio uccelleto che prontamente si inturgidiva . A giorni alterni prima della doccia faceva un po’ di attività fisica in una palestra domestica, io la ammiravo eccitatissimo, quel corpo imperlato di sudore che tendeva la muscolatura mi dava il capogiro, prima di entrare in doccia se mi riteneva meritorio di un premio si faceva dare una leccatine nelle parti più intime e sudate tipo sotto le ascelle nella spacca del sedere e via dicendo, io impazzivo dalla libidine, per me il suo sudore salato ed olezzoso era più di un afrodisiaco, molte volte senza neppure toccarmi eiaculavo copiosamente
Era evidente che vedermi vinto dalla libidine e incapace di trattenere l’orgasmo dava molta soddisfazione alla mia signora ,che tuttavia doveva darmi comunque una punizione, avendo infranto un suo ordine cioè ,quello di venire senza il suo permesso.
erano punizioni molte labili quasi premi per me , tipo leccare e pulire dal suo corpo quello gocce di sperma che avevo involontariamente schizzato su di lei, oppure mi portava in bagno e dopo aver fatto pipi mi faceva asciugare la sua divina vagina con la lingua, oppure ancora dopo avermi steso nella vasca da bagno saliva a cavalcioni su di questa e mi pisciava direttamente sul viso ed in bocca. Una volta soltanto mi inflisse una punizione pesante, quando, agli inizi del nostro rapporto, diedi sfogo al mio stato di eccitazione in modo irriverente, mi diedi due menate con la mano e sborrai con violenza il mio seme sul suo corpo persino uno schizzo sui capelli .Quando placato il desiderio, incrocia il suo sguardo severo , penetrante, pieno di rabbia per ciò che avevo appena osato, capii la gravita del gesto e profondamente desolato mi sentivo smarrito impaurito, senza dire una parola mi prese per il collare e mi strattono in bagno, mi fece accovacciare vicino al wc, poi si sedette sulla tazza dopo aver espletato la sua funzione fisiologica, si alzò e mi mise il culo in faccia allargandosi le natiche con le mani , io ritenendo la punizione meritata e desideroso di ottenere il perdono della mia Divina, dopo aver avuto un attimo di titubanza, leccai con intensità crescente quel deretano divino ben che lordo, pulii ben bene con la lingua senza provare nemmeno disgusto anzi,mi sentivo riconoscente verso la mia imperatrice, per avermi dato la possibilità di farmi perdonare. Va da se che un rapporto cosi intenso porta ad una confidenza ed un sintonia totale , per cui non avvertivo più nessun pudore o vergogna nel relazionarmi al corpo e alla corporalità con la mia padrona, no provando nel modo più assoluto schifo e disgusto, La mia signora dava libero sfogo ad ogni manifestazione corporale. capitava spesso che , mentre le baciavo la schiena o il collo lei sorseggiando un calice di birra ruttasse rumorosamente, oppure mentre leccassi il suo divino anello di venere, mi emettesse sul viso e in bocca i suoi gas intestinali
Inutile ribadire che tutto ciò mi dava un immenso piacere , annusando intensamente i suoi peti o leccando con bramosia la sua pipi mi eccitavo tanto fino a perdere il controllo e sborrare copiosamente sempre senza il bisogno di toccarmi o sfregarmi il membro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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