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La Grande Scoperta


01.06.2020 |
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"Poi rimase dietro di Lei fermo per un tempo che sembrò lunghissimo, nessuno di noi si muoveva..."
Siamo arrivati al terzo racconto della vita di questa coppia di amici, che ho conosciuto su A69 e che mi hanno dato l’opportunità di trasformarla in un racconto erotico. Per chi volesse leggere i precedenti racconti dovrà cercare “La Storia Ebbe Inizio” e “IL Primo Incontro con Mio Marito e l’Altro”, che sono stati pubblicati sempre su questo sito.Marconci
…………………Lei che normalmente è sempre pronta ad un parlare franco e a battute sagaci, ora era accorta e timorosa come una bestia fiera si trova davanti al suo domatore. Non me ne resi conto in quel momento, il futuro ci avrebbe riservato esperienze, con quell’uomo, che avrebbero confermato, soprattutto a Lei, ma anche a me, ciò che il suo istinto le stava trasmettendo.
Quello sguardo mi era rimasto impresso nella mente, quell’uomo aveva qualcosa di strano negli occhi che non avevo saputo leggere e spesso, i suoi occhi, mi tornavano in mente. Ero sicura di averlo soddisfatto, anche le sue parole lo avevano confermato ed il fatto che aveva promesso che ci saremmo rivisti ne era un’ulteriore conferma. Anche se era stato il mio primo incontro con un uomo che non era mio marito, sapevo di essere brava a fare sesso, da una parte per i rapporti che avevo con Mario, col quale avevo sperimentato un po’ tutto il repertorio, ma soprattutto i modi di stuzzicare ed eccitare per aumentare la voglia di arrivare dell’uomo era una mia capacità naturale. Dall’altra quella mia voglia, che era cresciuta nel tempo, di sperimentare rapporti oltre quelli coniugali mi davano una carica erotica, che ero sicura Lui avesse percepito e assaporato fino in fondo. Ora ad un’età ormai matura, si erano svegliati in me voglie e desideri, che in precedenza, erano rimasti schiacciati dalle incombenze di una famiglia, dove problemi molto seri mi avevano fatto dimenticare il mio corpo e la mia femminilità. Ma ora ero di nuovo libera da quel tempo passato e la mia femminilità si esprimeva attraverso la mia mente e soprattutto attraverso il mio corpo ancora in grado di attirare gli uomini in maniera irresistibile.
Passarono alcuni giorni prima che Lui mi contattasse, poi cominciarono alcune telefonate nelle quali Lui cominciò a chiedermi, in maniera velata, se avessi voluto provare qualcosa di più di un semplice rapporto sessuale. Cose che Lui avrebbe potuto insegnarmi. Le sue insinuazioni mi incuriosivano, ed io, per quella mia natura che ormai si stava risvegliando dentro di me, tendevo a lasciare aperta la porta alle sue proposte, cercando di non fargli capire quanto quello che mi diceva aumentava la mia aspettativa. Piano, piano mi svelò che avrebbe voluto scoprire la mia natura fino in fondo e se ero adatta a delle pratiche, che lui amava usare sulle donne, per aumentare il loro piacere. Ero molto curiosa di sapere cosa avrebbe voluto fare ma io non lo chiedevo e lui non lo chiarì fino al momento in cui ci accordammo per il nuovo incontro.
Maria era attenta a non nascondermi nulla, dopo l’esperienza che aveva rischiato di chiudere per sempre la sua possibilità di conoscere altri uomini e fare sesso con loro e dopo quel primo incontro dove io ero stato complice e Le avevo dimostrato che potevo sopportare quei suoi desideri di fare sesso con un altro in mia presenza, era un libro aperto, mi teneva informato delle loro telefonate. Mi aveva anche accennato a qualcosa di strano che l’uomo gli diceva di voler provare, di cui non aveva però chiarito fino in fondo cosa fosse. Mi diceva che l’uomo avrebbe voluto scoprire quale fosse la sua natura nascosta ed i suoi limiti.
Tutto divenne chiaro quando, al telefono, decidemmo la data del nuovo incontro. In quella telefonata mi disse che l’incontro sarebbe stato diverso dal precedente e che il rapporto sessuale avrebbe dovuto essere il premio delle mie capacità. Per ottenere quel premio avrei dovuto superare delle prove sia psicologiche che fisiche e questo mi avrebbe procurato molto più piacere di una semplice scopata. Mi disse anche che avrebbe utilizzato degli strumenti oltre al proprio corpo, senza spiegarmi tutto in dettaglio. Era stato molto bravo a stuzzicare il mio io, mi ritenevo una donna forte in grado di tenere testa ad un uomo e mi sentivo sicura del supporto che avevo da parte di mio marito, che mi avrebbe protetta ed ero sicura di non rischiare nulla di serio, piuttosto avrei giocato la mia partita con quell’uomo ed ero curiosa di vedere chi avrebbe vinto.
Quando Maria mi informò che l’incontro era fissato, volle spiegarmi che avrei dovuto aspettarmi qualcosa di diverso dal precedente. Lei aveva accettato la sfida che l’uomo Le aveva proposto per cui il rapporto sessuale sarebbe stato il premio che Lui gli avrebbe elargito, solo se Lei avrebbe superato le prove alle quali la avrebbe sottoposta. Mi disse che Lei aveva accettato quel gioco per mettersi alla prova e per quella sua curiosità verso ogni cosa che avesse al centro il sesso. Non mi chiese il permesso, anzi mi disse che io avrei dovuto assistere senza intervenire, tranne che non fossero avvenute cose gravi. Questa cosa mi rese nervoso, avevo proposto io a Maria di andare con atri uomini per farle quei doni che non avrei potuto farle in altro modo, e soprattutto conoscendo la sua voglia di scoprire il sesso fuori dal nostro rapporto, durato tanti anni e forse un po’ affievolito, ma la sua incolumità non l’avrei rischiata per nessuna cosa al mondo. Il mio amore per Lei era così forte che ero in grado di sopportare di vederla prendere da un altro e sentirla godere tra le sue braccia e sotto le sue spinte mentre la scopava. Ma c’era un limite che avrei difeso ad ogni costo.
Il giorno dell’incontro Maria iniziò i suoi soliti preparativi, la vedevo prepararsi per quell’uomo e ricordavo momenti felici quando lo faceva per me, era ormai passata una vita da quei momenti, non ero più in grado di apprezzarli. Il sesso per me non era più una priorità, gli anni avevano scalfito, non tanto il mio corpo ancora possente ed in grado di soddisfare benissimo una donna, quanto la mia mente. Troppe difficoltà e soprattutto la consapevolezza che Le ero debitore per quanto Lei aveva fatto caricandosi anche la mia parte di peso sulle sue spalle. Mi rassegnai al suo volere, le sarei stato accanto e l’avrei protetta ma sarei intervenuto solo se Lei me l’avesse chiesto. Sarebbe stata una nuova prova del mio amore per la mia donna.
Mentre Lei si faceva bella, preferii uscire e rimanere solo coi miei pensieri, come nelle altre occasioni, in quei momenti rivedevo la nostra vita, gli oltre trent’anni passati insieme e la mia natura riflessiva faceva l’analisi degli errori fatti, assolvendo quella mia bellissima moglie da ogni peccato. Io mi ero giudicato ed avevo deciso la mia pena ed ero determinato a scontarla fino in fondo. Nulla mi avrebbe privato del suo amore ed io gli avrei donato il mio sempre e a qualsiasi condizione. Quando rientrai, per poi recarci al nuovo appuntamento, rimasi colpito dalla sua bellezza e dalla sua eleganza, ogni volta trovavo una donna nuova, l’unica cosa che non poteva cambiare erano i suoi meravigliosi occhi verdi che mi avevano fatto innamorare sin da quando ci eravamo conosciuti.
La strada scorreva sotto di noi e la conversazione, scarsa, era banale, nessun accenno a quello che sarebbe avvento dopo pochi minuti. Sembravamo una coppia che nel pomeriggio libero, per la chiusura del nostro negozio, si stava recando al cinema o ad un centro commerciale per fare shopping. Non sono mai riuscito a capire cosa passasse nella testa di mia moglie in quei momenti. Nella mia riflettevo di come dovevo comportarmi per non crearLe imbarazzo e preoccupazione e quindi ostentavo calma e sicurezza, che non era proprio vera fino in fondo.
Arrivati e scesi dalla macchina, L’uomo ci venne incontro e ci furono i soliti brevi convenevoli, una coppa di champagne di ottimo livello, qualche frase sulla vita di tutti i giorni, qualche apprezzamento alla bellezza, eleganza e classe di Maria. Poi ci fece strada verso la stanza dove avremmo svolto il nostro gioco. Un bell’ambiente curato, spazioso ben riscaldato, c’era anche una sauna a disposizione. Come solito, Maria andò in bagno per pochi minuti, il tempo di rinfrescarsi, poi uscì ed io gli diedi il cambio, per lasciarli soli qualche minuto.
Quando Mario entrò in bagno e noi due rimanemmo soli, questa volta Lui non cominciò neanche a toccarmi, ma mi osservò e poi mi chiese di spogliarmi. Io feci quello che mi aveva chiesto cercando di rendere quel rito il più sensuale possibile, con calma, cercando di svelare il mio corpo con mosse studiate per creare eccitazione. Rimasi nuda solo con le mie scarpe col tacco 10 alle quali non ero proprio abituata e m’imponevano una postura provocante. Lui attese un certo tempo prima di parlare di nuovo, dandomi un nuovo ordine. Mi disse: “ora avvicinati e spoglia me”, la sua voce era determinata ed i suoi occhi fissavano sempre i miei procurandomi una certa soggezione, ma quella richiesta era musica per le mie orecchie, mi è sempre piaciuto spogliare l’uomo, anche se fino a quel momento l’avevo fatto solo con mio marito. Eravamo in piedi vicino al letto, Lui era vestito elegante con un abito costoso, camicia e cravatta ed io comincia proprio da quella, passandogli prima le mie dita sul collo e sfiorando leggermente la sua barba curata e le sue labbra con un dito, sciolsi il nodo e lentamente la feci scorrere. Poi gli sfilai la giacca, mentre gli accarezzavo il torace sulla camicia, e la posai sul letto, piegandomi per mostrare le mie gambe ed il mio bel culo che erano valorizzati dalle scarpe col tacco e poi tornai a sbottonare lentamente i bottoni della sua camicia, passando le dita tra i peli del suo petto robusto. Slaccia la sua cinta e abbassai i suoi pantaloni fino alle caviglie, poi mi inginocchiai per slacciare le sue scarpe lucide e le sfilai delicatamente, il suo odore era molto delicato, odore di un sapone muschiato, sicuramente si era lavato poco prima il nostro arrivo, Sfilai i suoi pantaloni dai piedi e, come prima per la giacca, li riposi sul letto facendo in modo di mostrare il mio seno generoso coi capezzoli già irti par il piacere che cominciavo a pregustare. Erano rimasti i calzini e d i suoi boxer ed io gli infilai le dita nell’elastico per abbassarli e cominciare a leccare il suo membro che intuivo già in parte eccitato.
Rimasi sorpresa da quel nuovo ordine: “no! Non ancora, ora toglimi i calzini!”, a malincuore mi misi di nuovo in ginocchio per accontentarlo e sfilai una alla volta i suoi calzini, pensando subito dopo di tornare ad abbassargli i suoi boxer e finalmente iniziare a leccare la sua carne, cominciavo a sentire i miei succhi bagnare la mia vagina e a sentirmi eccitata. Ma quel suo nuovo ordine mi lasciò interdetta e mi bloccò. Mi disse: “ora bacia i miei piedi” rimasi ferma, quella cosa non mi piaceva e alzai il mio sguardo fiero in senso di sfida, guardandolo negli occhi. Lui mi fissava ed il suo sguardo ripeteva quell’ordine senza ammettere, da parte mia, alcuna via di uscita. Io sostenevo il suo sguardo e ripetevo, senza parlare il mio no. Lui allora si piegò mettendomi la sua mano sulla testa e, spingendo senza violenza ma con decisione, il mio viso verso i suoi piedi, fino a farmi toccare con le labbra le dita del suo piede e mi ripeté “ora bacia!”. Ero ancora titubante, mi venne in mente che Mario sarebbe uscito da un momento all’altro e decisi di cedere perché non volevo che, che mio marito mi vedesse prostata a compiere quell’atto di sottomissione. Bacia i suoi piedi e sentii la sua soddisfazione, che espresse con un semplice “brava! Questo è l’inizio della tua sottomissione” , mi tolse la mano dalla testa ed io tornai a fissarlo negli occhi, continuando a lanciare la mia sfida. Avevo perso il primo round ma non certo l’incontro. Pensavo di rifarmi.
Quando uscii dal bagno Lui era in piedi e mia moglie in ginocchio stava abbassando i suoi boxer, il suo pene era solo in parte gonfio ma non ancora completamente eretto, Maria cominciò a passare la sua lingua sulla cappella per farlo diventare duro e poi lo prese in bocca cominciando un lento movimento, durò solo qualche istante, perché l’uomo fermo la sua testa delicatamente e le disse che non era ancora il momento. Poi, con decisione Le ordinò di mettersi a quattro zampe e di rimanere in quella posizione, Maria obbedì e rimase ferma mentre l’uomo le girò intorno e le accarezzo dolcemente le chiappe. Poi rimase dietro di Lei fermo per un tempo che sembrò lunghissimo, nessuno di noi si muoveva. Lui era impassibile il suo pene aveva perso l’erezione. Mi domandavo cosa avrebbe fatto, ma rimanevo anche io impassibile in attesa degli eventi. Lui si mosse verso uno dei mobili della stanza ed apri un cassetto, tirò fuori un oggetto che avevo visto qualche volta nei film porno, si trattava di una palla forata di gomma con ai lati due cinturini come fosse una cinta con una fibbia per fissarla, in seguito scoprii che il suo nome è Ball Gag. Si avvicinò alla testa di Maria e le chiese di alzare la testa ed aprire la bocca, poi introdusse la palla nella sua bocca e fisso la cinta dietro la sua testa. In quella situazione Maria non poteva parlare, Lei rimaneva in attesa senza mostrare fastidio, i fori nella palla Le permettevano di respirare, mi guardò per rassicurarmi e poi rivolse il suo sguardo all’altro uomo, mostrando ancora la sua fierezza.
Ci fu ancora un lungo tempo di attesa, l’uomo le chiese se era tranquilla e Lei rispose solo con il cenno del capo ostentando la sua sicurezza. Trascorso quel tempo Lui tornò al cassetto che era rimasto aperto e ne estrasse una frusta di cuoio, non era molto lunga aveva un manico corto sempre di cuoio intrecciato e una ventina di strisce lunghe una quarantina di centimetri. Ormai era chiaro cosa sarebbe avvenuto da li a pochi minuti. Maria non l’aveva ancora vista perché era girata con le spalle all’uomo, io lo scrutavo, Lui non mi rivolse mai lo sguardo. Si avvicinò di nuovo alla sua testa e si abbassò vicino al suo orecchio, poi a bassa voce Le disse: “ora devi dimostrare quanto sarai brava ed obbediente e superata la prova avrai il tuo premio. Poi lentamente le girò davanti ponendosi in maniera di mostrare a Maria quello che aveva in mano. Prese a fare una descrizione della sua frusta, spiegando che era un’opera di artigianato fatta da un artigiano tedesco specializzato in quel tipo di oggetti, che Lui aveva acquistato in uno dei suoi viaggi di affari e piacere. Poi le chiese se era pronta e Lei fieramente annuì.
Poi spiegò a Maria quale fosse la prova che doveva superare per ottenere il suo premio, ovvero essere scopata, e ricevere quel piacere che Lei cercava in quegli incontri. Le disse che gli avrebbe inferto 12 frustate e che Lei avrebbe dovuto contarle. Se avesse resistito avrebbe avuto il premio, in caso contrario Lui l’avrebbe liberata ma sarebbe tornata a casa senza la sua soddisfazione.
La tortura cominciò Lui alzò il braccio e la prima frustata la colpì sulla chiappa destra, non era stata inferta con troppa forza e Maria ebbe una reazione appena accennata col capo, la seconda infierì ancora nello stesso punto e già si vedeva il rossore sulla sua carne bianca, Maria contò ma la sua voce era distorta, appena si capiva cosa volesse dire. Poi ce ne furono 2 sull’altra chiappa, sempre inferte dall’alto verso il basso. I colpi erano precisi, si capiva che l’uomo aveva grande esperienza. Ci fu una breve pausa, l’uomo aspettava che si rilassasse così da colpirla quando non se lo aspettava. I colpi successivi, sempre cadenzati e sempre nello stesso modo, avevano reso le chiappe di mia moglie già di un rosso vermiglio, ma non si vedevano lacerazioni.
Io assistevo un po’ imbambolato, capivo che non c’erano rischi gravi che l’uomo più che voler infliggere un vero dolore, che comunque c’era, cercava di giocare con la sua mente e la spingeva coi suoi modi tranquilli a superare la prova. Il suo volto era impassibile, ne piacere, ne pietà, ne vera violenza, quasi come per lui fosse veramente un solo esercizio per insegnare qualcosa ad una alunna. Poi arrivarono gli ultimi quattro colpi, inferti con maggiore violenza e non più dall’alto ma allargando il suo braccio di lato dall’esterno verso quel culo indifeso e già provato dalle frustate ricevute. A quelli Maria reagì cercando di muovere il suo culo per attutirli e il suo conteggio si fece incerto. Ma lui, esperto, li inflisse in rapida successione, quasi per non darle il tempo di chiedergli di fermarsi. Finita la prova attese paziente che il respiro di Maria che si era fatto affannoso, ritornasse più lento. Lei si rivolse a me con lo sguardo ancora una volta per rassicurami e poi a Lui con tutta la sua fierezza per avergli dato prova della sua forza.
L’uomo con calma ripose la sua frusta poi tornò da Maria e la liberò del morso, la palla era fradicia della sua saliva che in quella condizione non aveva potuto ingoiare ed anche le sue labbra erano completamente bagnate, Lui appena tolto il morso le passò la lingua sulle labbra assaporando la sua saliva e penetrandola con la sua lingua per far crescere l’eccitazione, la fece alzare delicatamente, sorreggendola, dopo tutto quel tempo a quattro zampe le sue gamme per un po’ furono incerte. Poi l’accompagnò ad una poltrona posta a poca distanza dalla mia e le chiese di mettersi in ginocchio su questa, non potevo vederla in viso, Lui le passò davanti e Le chiese di succhiarlo per farlo diventare duro. Vedevo la testa di mia moglie nel classico movimento del pompino e le sue mani che si sporgevano per toccarlo. Quando fu pronto tornò dietro di lei e la penetrò con delicatezza, Lei cominciò a gemere ed a muovere il suo culo contro il ventre di lui per sentirlo penetrare il più possibile. Lui da dietro le accarezzava i seni pendenti e gli stringeva senza cattiveria i capezzoli per aumentare il suo piacere. Poi passava ad accarezzarle le chiappe come per lenire il suo dolore, ma dai gemiti che uscivano dalla bocca di mia moglie sembrava che il dolore fosse dimenticato e solo il suo piacere era evidente. Vidi Maria contrarsi nel suo classico modo quando raggiunge l’orgasmo almeno tre volte, la sua natura Le permette di avere molti orgasmi anche in poco tempo. Quando l’uomo fu soddisfatto si sfilò, tolse il preservativo e sborrò, emettendo una serie di grugniti, sulle chiappe rosse per le frustate ricevute. Poi lui spalmò il suo seme su quei glutei, come fosse una pomata, finché non venne assorbito e continuando a penetrarla con le dita sia nella vagina che nel suo fiorellino. Maria venne ancora durante quelle penetrazioni e quando Lui la lasciò Lei si rivolse a Lui coi suoi occhi verdi, grata del premio ricevuto e ormai soddisfatta.
Il mio Padrone, ormai soddisfatto mi mormorò, avvicinandosi al mio orecchio: “sei stata brava, sarai una schiava eccellente, ti farò conoscere limiti di te stessa che non avresti mai immaginato”. Poi si rivestì senza dire altro ed uscì dalla stanza.
Ora potevo rilassarmi e mentre mi giravo per alzarmi incrociai gli occhi di mio marito; era rimasto li accanto a me, a meno di un metro, seduto sull’altra poltroncina. Dopo la prova ed il piacere ricevuto che mi avevano scossa sia nel corpo che nella mente, questa cominciava e metabolizzare quanto era accaduto e, guardando Mario, molte domande si fecero strada. Lo guardai a lungo negli occhi per capire i suoi pensieri ed osservai il suo corpo possente, molto più dell’altro uomo. Osservai il suo membro, che era molle, non dava alcun segno di piacere. Il suo sguardo come tutto il suo corpo sembrava sereno, come avesse assistito ad un incontro sportivo in cui la sua squadra si era comportata bene. Gli feci una carezza sul viso ed un sorriso e mi avviai al bagno per farmi la doccia e togliere dal mio corpo gli odori e gli umori che aveva sparso su di me in quel tempo in cui mi aveva posseduta.
Lavata e profumata tornai da Lui, dal mio vero uomo. Ora era in piedi e nel suo corpo fiero, che ben conoscevo, mi avvicinai e gli porsi le mie labbra, di nuovo rosse con il mio rossetto che usavo solo con Lui quando volevo eccitarlo. Lui rispose d’impeto alla mia offerta con un bacio appassionato e carico di libidine, sentivo forte la sua passione ed anche il suo membro reagiva divenendo duro e lo sentivo spingere sul mio ventre, quasi senza staccare le nostre bocche ci avvicinammo al lettino per i massaggi che era nella stanza, mi fece sdraiare e continuò a baciare tutto il mio corpo, non c’erano parole, solo il linguaggio dei corpi ormai eccitati e vogliosi di unirsi come sempre, da una vita, avveniva tra noi. Io gli presi il membro ormai durissimo e lo masturbai delicatamente, lui mi penetrò con le dita, prese a leccarmi la vulva e piano piano le labbra, aprendole dolcemente e penetrandomi con la lingua, ebbi un nuovo fortissimo orgasmo, che accompagnai con forti gemiti e contrazioni, spingendo forte la sua testa in mezzo alle mie gambe. Lui attese che quella frenesia scemasse lentamente, massaggiandomi delicatamente i seni ed i capezzoli durissimi e sensibili. Poi, tornandomi a baciare sulla bocca, si sdraiò su di me penetrandomi con foga e cercò il suo piacere ed io risposi ancora una volta con la mia eccitazione, incrociano le mie gambe dietro la sua schiena. Fu una lunga cavalcata come lui era abituato, i miei orgasmi si susseguirono senza soluzione di continuità, ormai ero in preda ad un delirio orgasmico, non connettevo più, riuscivo solo a stringerlo con le gambe e con le braccia, a piantare le mie unghie sulla sua schiena, che ne uscì martoriata, ed a baciarlo e leccarlo dovunque riuscissi ad arrivare. Solo dopo aver sentito pulsare il suo seme caldo nella mia vagina ed aver sentito tutto il suo corpo aderire al mio, ormai rilassato, mentre i nostri respiri affannosi cercavano di ritrovare il loro ritmo, quasi all’unisono, dalle nostre bocche uscì la stessa parola:” Ti Amo”.
Questo racconto è basato sui fatti realmente accaduti in una città imprecisata del centro Italia, dove la vita di Maria e Mario ( nomi di fantasia ) da quel giorno è cambiata per sempre, prendendo strade inaspettate, che li hanno portati a tante nuove esperienze in cui il sesso è una componente importante.
Il loro amore li unisce e li supporta in questa nuova vita e continuerà farlo per sempre, spero. Nel loro racconto, di questo ed altri episodi vissuti, che hanno voluto offrirmi come spunto, oltre all’alto contenuto erotico che li contraddistingue, la cosa più bella che ho trovato è il groviglio di sentimenti umani. Alla base di tutto c’è un amore infinito da parte di lui che è riuscito a piegare se stesso, per dare a lei quello che nel suo intimo sognava. Tengo a precisare con fermezza che non siamo di fronte alla classica coppia cuck, questa è una vera storia d’amore. Lei è una donna stupenda, con una carica erotica incredibile, che vive questa sua esperienza con la consapevolezza di avere accanto un uomo magnifico che la protegge e la sostiene in ogni suo desiderio.
Per una serie di motivi non sono certo di poter scrivere altri racconti su questa splendida coppia, che mi ha molto appassionato e coinvolto nel racconto di questa, strana e bellissima parte della loro vita. Per il momento non posso che ringraziarli………………….
Mi farebbero piacere commenti ed osservazioni o se ci fossero altri interessati a porre le loro storie al centro di un racconto che io scriverò per loro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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