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La prima volta con gli amici Fabio


di Membro VIP di Annunci69.it marconci
03.05.2020    |    1.378    |    0 10.0
"Tutti bravi ragazzi, niente droga, solo un po' di buon vino fresco, il classico Verdicchio dei Castelli, che dopo un po' mi aveva resa allegra e, con..."
Quella sera eravamo invitati ad una festa, che un nostro amico aveva organizzato in una casa in collina. Era la casa dei suoi nonni, ormai vuota, e spesso si utilizzava per delle feste tra amici.

Eravamo in molti e la serata, fino a quel momento era stata piacevole, si rideva, scherzava ci si prendeva in giro. Eravamo tutti ragazzi e ragazze poco più che ventenni. Tutti bravi ragazzi, niente droga, solo un po' di buon vino fresco, il classico Verdicchio dei Castelli, che dopo un po' mi aveva resa allegra e, con Fabio il mio ragazzo, ci scambiavamo effusioni come sempre si fa a quell'età, ed io ridevo parecchio.

Insieme a noi anche i due più cari amici di Fabio, erano amici per la pelle da quando erano ragazzini, avevano fatto sempre tutto insieme; ormai venticinquenni, avevano meno tempo da passare insieme e quella era un'occasione ghiotta per raccontarsi storie e cazzeggiare. Non mi tenevano in disparte, anzi mi circondavano affettuosi e si divertivano quando i loro discorsi erano piccanti, a scrutarmi, farmi l'occhiolino o farmi domande imbarazzanti. Io vicina al mio uomo mi sentivo sicura, cercavo di farmi valere come donna matura, quale in realtà non ero.

La proposta arrivò all'improvviso, lì davanti ai suoi amici ben sentita da tutti: "Paula andiamo su al piano di sopra coi miei amici, ti facciamo giocare un po' e ci divertiamo".

Era stato Fabio a parlare, io non avevo ben capito, e risposi che potevamo giocare anche lì dove ci trovavamo.

Mi accorsi, subito dopo, degli sguardi che i tre maschi si scambiavano e, nonostante i fumi del vino, ebbi una strana sensazione, un piccolo campanello d'allarme risuono nella mia testa.

La cosa sembrò finire lì. Ci furono altre chiacchiere innocenti, ma continuavano gli sguardi, i sorrisetti, i cenni della testa. Fabio mi portò ancora un bicchiere di vivo fresco, che nella serata calda era un vero piacere, io avevo cercato di respingerlo ma Fabio rassicurandomi che non dovevo guidare fu insistente e mi baciò con un bacio molto erotico e appassionato, con le nostre lingue che s'incontrarono ancor prima che le nostre bocche si toccassero.

Gli amici di Fabio ci guardavano attenti e mi guardavano negli occhi, facevano battute a Fabio dicendo aveva trovato la donna ideale, che ero uno schianto, la più bella di tutte e che non era giusto che fossi solo per lui; che loro avevano sempre condiviso tutto e, quindi, sarebbe stato giusto che condividessero anche questo bel fiore, che tutti loro avrebbero voluto, ma che Fabio aveva colto per primo.

Insieme alle battute iniziarono anche dei piccoli palpeggiamenti rivolti soprattutto al mio fondo schiena che, per la verità, era sempre stata la parte del mio corpo, esile da modella, più ammirata in assoluto. Fabio rideva per le battute e sembrava indifferente a quelle carezze, anzi dopo poco, cominciò a sollecitare i suoi amici, chiedendogli cosa mi avrebbero fatto se gli avesse concesso di avermi a disposizione. Questo scatenò risate più forti e uno dei due parlò all'orecchio di Fabio senza farmi sentire, ma subito dall'espressione di Fabio e dal suo gesto inequivocabile capii che agli avesse detto che avrebbe voluto mettermelo in bocca.

Io ero frastornata, il vino mi aveva intontita, e vivevo tutto in una sorta di sogno per cui ridevo anch'io quasi come fossi divertita da quelle proposte oscene. Fabio cominciò a baciarmi e carezzarmi, io cominciai a sentirmi un po' di eccitazione adosso che crebbe quando sentii la mano che mi accarezzava dolcemente le chiappe nude, sotto il vestitino corto e largo, che avevo messo per l'occasione. Il mio piccolo pery lasciava infatti completamente scoperti quei glutei sodi come marmo. Ma quando mi accorsi che Fabio mi teneva abbracciata con le due mani, mi domandai di chi fosse l'altra ed immediatamente mi voltai per capire. Vidi la faccia di Marco con un sorriso beffardo stampato, che appena incrociò i miei occhi, mi apostrofò dicendo "è stato meraviglioso Paula" e mi stampò un bacio furtivo sulla bocca, appena sfiorandomi le labbra con la lingua.

Io non capivo più nulla, Fabio rideva da matti e tenendomi un braccio intono alla vita, cominciò a spingermi verso le scale che portavano al piano di sopra dove c'erano le stanze da letto. Le mie gambe erano incerte, sia per il vino, sia per gli avvenimenti che erano accaduti. I maschi mi avvolsero tra loro e mi fecero salire le scale quasi senza poggiare i piedi sui gradini. Ci ritrovammo d'un colpo in una stanza con un grande letto e sentii chiudere la serratura.

Fabio mi diceva che ero uno schianto e che i suoi amici non potevano resistere oltre e mi rassicurava che lui sarebbe rimasto vicino a me e che voleva che io fossi brava con gli amici e che lui mi avrebbe amata ancora di più se io lo fossi stata.

Io ero rimasta in piedi al centro dei tre maschi e Fabio mi teneva le mani e stendendo le sue si allontanò, con un passo indietro, per dare spazio agli altri due. Mi dicevano frasi di ogni tipo, da cose dolci come: "Paula sei stupenda, è da sempre che aspetto questo momento, sai quante volte l'ho detto a Fabio, che se t'avesse convinta, io dovevo essere il primo". A cose più triviali, come: "guarda che culo è una favola".

A quel punto le mani di tutti i maschi avevano preso possesso del mio corpo, le sentivo scorrere sulle cosce, sulle chiappe, sui seni ancora coperti dai vestiti, sulle mie guance ed in fine sul triangolino di stoffa che copriva precariamente la mia figa. Uno dei due a quel punto cercò di baciarmi in bocca, io cercai di respingerlo e guardai Fabio negli occhi sgranando i miei, vidi solo un dolce sorriso mentre mi diceva: "dai Paula sai quanto aspettavo questo momento, rilassati fatti scopare dai miei amici".

Fabio si distaccò da me definitivamente e lo vidi mentre, spostandosi in un angolo, si abbassava la lampo dei jeans e tirava fuori il suo cazzo, duro, gonfio e cominciò il lento movimento della sega. Mentre ero assorta a registrare quell'immagine, che è rimasta scolpita nella mia mente, come un marchio indelebile, non mi ero neanche accorta che gli altri due si erano portati un bel po' avanti. Uno dei due mi aveva scoperto i seni e mungeva le mie zinne come un vitello affamato; l'altro mi stava dietro, mi aveva sollevato la gonna e ormai si strofinava arrapatissimo sul mio culo, con un cazzo che sentivo benissimo in mezzo al solco delle chiappe ormai completamente scoperte. Cercavo di levarmeli di dosso e continuavo a implorare, con gli occhi Fabio, che però era eccitatissimo continuava a segarsi, ora lentamente, ora più velocemente, e mi incitava a prendere in mano i piselli dei suoi amici che ormai avevano tirato fuori e che mi porgevano come fossero cannoli da assaporare.

La situazione era così surreale che le mie difese cominciarono a vacillare. Feci un ultimo tentativo, guardando Fabio negli occhi, gli chiesi: "Fabio lo vuoi d'avvero", la sua risposta fu immediata e quasi mi tramortì "Paula lo sai che è quello che desidero da sempre". Diventai una bambola di pezza nelle mai dei due maschi infoiati all'inverosimile, quasi contemporaneamente, lì in mezzo a quella stanza, con la luce del tramonto che entrava dalla finestra, mi piegarono a pecorina e li sentii entrare uno nella mia bocca e l'altro, con un grido di vittoria, nella mia figa strappandomi il piccolo perizoma che nulla poteva difendere.

Fu una monta breve, ma furiosa i maschi sembrava non capissero più nulla, erano come animali, sentivo i colpi velocissimi di quello dietro nella figa e quelli più lunghi e cadenzati nella bocca dove il pisello spingeva per arrivare in gola ed i loro commenti sempre più volgari. Poi tutto finì, quasi d'improvviso, e mentre sentivo la sborra riempirmi l'utero ed il grido pronunciato come fosse un grido di vittoria, "sborro, siiiiiiiiiiii ………….. ti riempio";
sentii gli schizzi sul mio viso, inondarmi e poi, ancora una volta, penetrarmi le labbra per dare gli ultimi colpi con quel cazzo pulsante ed il sapore acre di quel liquido viscoso.

Io, ormai esausta, quasi no mi reggevo sulle gambe, tant'è che i due maschi, ormai appagati, mi sorreggevano delicatamente coi cazzi ancora fuori, ormai mosci. Scena che ancora oggi, ripensandoci, mi sembra ridicola. Il mio sguardo, allora, cercò Fabio che cominciava a muoversi verso di me, con una mano piena del suo seme. Quando mi fu vicino, mi baciò con una passione incredibile assaporando anche il seme del suo amico che mi copriva le labbra. Poi mi porse la sua mano e l'avvicino alla mia bocca che quasi automaticamente si aprì per succhiare anche il suo seme, più dolce dell'altro, che io a quel punto succhiai, guardandolo negli occhi per gridargli, muta, tutto il mio amore. Rimanemmo così, abbracciati, sporchi e sfiniti dalle emozioni provate. Io, giovane donna innamorata, non avevo più certezze.

Non avevo provato alcun piacere fisico, in quell'occasione, ed in realtà l'unico momento in cui ero quasi venuta era stato alla fine, raccolta nelle braccia del mio uomo, che m'aveva concessa ai suoi amici per il suo piacere.

Ebbi tempo, successivamente, di ripensare a quell'avvenimento dove era, finalmente, avvenuto quello che Fabio mi aveva mormorato mille volte durante i nostri amplessi: "vorrei vederti godere tra le braccia di mille altri uomini. I loro membri che ti circondano e ti penetrano in ogni buco e che ti fanno godere senza tregua, all'infinito. Solo questo mi appagherà e mi renderà finalmente felice".
Fine di questo primo racconto della vita di Paula e Fabio.

Questa è una storia vera i cui protagonisti, ovviamente hanno altri nomi, ma vivono in mezzo a noi, una vita apparentemente normale e potrebbero essere dei nostri conoscenti, che nascondono perfettamente nei loro cuori un amore vero e perverso. Come in realtà tanti altri, che si possono incontrare solo su questo o altri siti dove il sesso e padrone e signore e le persone che vi sono entrate non hanno vergogna, ne timore, di sentirsi giudicati, secondo la mentalità ipocrita che nasconde il "normale senso del pudore".

Ringrazio tutti quelli che leggeranno questo racconto che, se avrà successo, mi sarà di sprone a scriverne altri che prendono spunto dalla vita di una bellissima donna, ancora giovane che sta vivendo una vita di piacere infinito, con mille uomini, grazie al desiderio insaziabile del suo uomo, oggi marito, di cederla ad altri per goderne di un piacere folle ed irresistibile.

L'ultimo, il più caro e sentito ringraziamento, va a LEI la regina della storia. Donna e mamma splendida che ogni uomo vorrebbe e che molti hanno avuto e molti ancora avranno, ma uno solo potrà avere per sempre. Un caldo e appassionato bacio da parte mia.

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