Lui & Lei
LA TENDA DI PANNO ROSSO
di smudanderos
10.08.2021 |
1.748 |
57
"Altre coppie si sono avvicinate e, a vedere da come si toccano tutte, sembra si stiano proprio gustando la scena..."
Mi sorreggo al braccio di Eros, gli accarezzo la mano; ho la testa appoggiata alla spalla e gli occhi fissi sullo schermo, entrambi siamo ipnotizzati dalle immagini proiettate. Solo la poca luce riflessa dai corpi bollenti illumina la piccola sala.Quando l’occhio della macchina da presa esplora da vicino la pelle nuda dell’attrice, l’ambiente si rischiara e riesco a vedere i volti delle persone presenti, mentre nelle scene più scure, a malapena ne distinguo le sagome.
Eros è più assorto di me; certo, anch’io guardo il film, ma in genere non mi appassiona molto il porno; però devo ammettere, che quando vedo un bel corpo maschile, con un cazzo da Oscar e un culo che parla, beh, qualcosa friccica qua sotto, dove c’è la reception... «dell’albergo da quattro soldi», concluderebbe Eros, sempre pronto al sarcasmo, ovviamente in tono scherzoso e mai veramente offensivo, altrimenti col cavolo che avrebbe diritto, senza limiti di tempo, di usufruire di tutti i servizi e lavoretti, che offre la casa.
Noi siamo in piedi, giusto davanti alla tenda rossa dell’ingresso, un po’ di lato per non intralciare il passaggio; poco prima stavamo ballando, quando ci è venuta la voglia di fare un giretto nel privé, scivolando furtivi e curiosi lungo il labirinto di corridoi, per scrutare ogni movimento, osservare ogni persona, spiare qualsiasi contatto fisico all’interno delle piccole alcove del peccato.
Camminando, Eros mi teneva la mano sul sedere, non del tutto coperto dalla minigonna, solleticando anche il forellino, per portarmi oltre quel confine dove i freni inibitori smettono di funzionare e accade tutto quello che deve accadere... e che succede? Come al solito sono tutta bagnata!
A ridosso della parete che abbraccia lo schermo, ci fa l’occhiolino un lettone rotondo di vinilpelle nera, unico e imperante arredo della camera; sarebbe invitante se non vi fossero abbandonate delle lenzuola sgualcite, apparentemente non macchiate, ma visibilmente usate: i soliti maleducati che non le ripongono nelle ceste dopo essersi divertiti.
Una coppia, sul lato opposto della stanza, in posizione speculare alla nostra, è anch’essa coinvolta dalla proiezione. È la classica coppia da club: lei vestita molto sexy, con tacchi alti e abito nero cortissimo, giro figa come il mio, per intenderci; lui molto elegante, in camicia bianca a manica lunga, nonostante sia ancora la bella stagione: dress code indossato dalla maggioranza, tipico di questi locali.
Non mi sembra di averli visti prima in pista e nemmeno al bar. C’eravamo scambiati qualche occhiata appena entrati: avevamo preso le misure e ricavato le impressioni, ma ora è tutto tranquillo, non siamo andati oltre, non ancora perlomeno.
Con una zumata più larga, allontanandosi dal primo piano che mostrava il bacino dell’attrice con una nerchia nel culo e una in figa, la carrellata ora mostra la troia in azione anche con la bocca, mentre pompa voluttuosamente un terzo cazzo e con le mani ne sega altri due, a movimenti alterni: su una mano e giù l’altra, e così via... porca puttana!
Cinque cazzi contemporaneamente! Ma riesce a godere?! A me sembra solo un sacco di lavoro e basta! Però, a vedere tutte quelle mazze grosse e dure mi sta venendo su una di quelle voglie... .
Assorta tra questi pensieri e ancora senza lumi sul da farsi, sento Eros nuovamente sfiorare le mie cosce da dietro, questa volta con più irruenza, salendo con la mano sotto la gonna fino a toccarmi proprio là, dove sta l’amica più cara e stronza che ho, la gran vacca della mia figa, l’albergatrice in persona, che ospita cazzi a tutte le stagioni.
Facilmente mi apre le morbide labbra ed entra con quelle sue dita sfrontate, che non chiedono mai il permesso, ma mi esplorano sempre tutta, rallentando a ogni curva (pericolosa, aggiunge solitamente lui), fuori e dentro, fino a dove riesce ad arrivare; sarebbe inutile dire di no... : «Tanto - dice spesso e con un largo sorriso - questi sono i miei possedimenti... ».
Oooh, siii... mi piace, allargo un po’ le gambe per favorire la penetrazione e ondeggio un po’ al fine di convogliare quei polpastrelli malandrini a strisciare le pareti interne della vagina nei punti dove più mi piace, praticamente dappertutto.
Stringo ancor più il suo braccio e mi allungo per dargli un bacio sul collo, fino a mordergli un lobo e poi lecco dietro l’orecchio. Lui mi accarezza il viso e intrufola quella linguaccia sfacciata nella mia bocca, già aperta e pronta per la fluida e deliziosa schermaglia. È un bacio maiale, bagnato, appassionato.
Ora la sua mano dal viso è scesa sulle tette nude, infilandosi nella scollatura vertiginosa e assaporo quella palpata inebriante, che ben mi conosce, sapiente nei movimenti, ai quali aggiunge una birbante leccatina ai capezzoli, ormai belli in vista.
Noto, infatti, che si sposta di lato per mettere le mie tette bene in mostra... scruto con la coda dell’occhio e intravedo l’altra coppia che ci imita nel gioco, in un flash vedo una mano scendere, lasciando apparire una tetta, per finire tra le gambe della tipa, ma non riesco a guardare oltre, sono troppo presa, sto godendo, lma... ma... ma... ma porca di quella puttana... proprio in quello stesso momento realizzo chiaramente che: uno, sono appesa al braccio di Eros, mano nella mano e: due, con la mano libera lui mi palpeggia la tetta...
Allora di chi cazzo è la terza mano che mi ravana la figa? Uhh... che fitta di adrenalina e... che fiotto di piacere! Che brivido lungo la schiena.
Uh, però quella mano intrufolatasi dentro di me sa come toccarmi e, mmmhh come mi piace sta cosa zozza! Mmmmmh, che maiale sto imbucato alla festa e che party a sorpresa! Eros se ne sarà accorto o no?
Uhhh... non dico una parola perché non voglio interrompere questo flusso potente di energia, dall’ospite imprevisto alla porca «entraîneuse» della sala giochi al piano di sotto!
Giro un po’ la testa per guardare dietro, oltre la spalla di Eros, ma vedo solo il panno rosso, mosso dalla misteriosa presenza; infatti, il porco senza volto che mi sta fottendo con le dita, ha infilato il braccio tra lo stipite e la tenda.
Però, deciso il tizio! Accarezzo con gratitudine il dorso di quella mano furfante, la quale, incoraggiata da questa mia ricompensa, si fa ancora più spudorata e invadente. Eros si accorge che godo come una vacca e mi chiede: «Ti piace davvero così tanto questo film?». Che bandito! Mi prende anche per il culo! È evidente che ha la vista buona e la cosa gli piace.
Non voglio rispondere, ma mi è uscito un improvviso, soffocato e intenso: «siiiiiii mi piaaaaceeee... » e «continuo a godereeeee!».
Quell’uomo si sente ora complice e nel diritto di appoggiare il cazzone duro tra le mie natiche, che prontamente gli spingo contro imitando le movenze del twist. Raggiunta quella nerchia dura con la mano, ora la stringo e sento con il tatto che lui sta srotolando, dalla cappella e poi giù lungo l’asta, l’inconfondibile gommina lubrificata; più sotto trovo due morbide sacche, ben depilate, come piacciono a me: chissà quanta buona roba contengono.
Po Ora la tenda è un po’ più scostata, giusto quel tanto per permettergli di avvolgermi il fianco con un braccio e tenermi con forza per il ventre, per rendere più agevole la ricerca della mia spacca, con la punta della sua verga.
Dopo un paio di colpi andati a vuoto per la foga, tra figa e culo prima, sfregando malamente e senza delicatezza la mia clitoride poi, indugiando ulteriormente nello spazio triangolare che c’è tra le cosce, infine capisce che non è l’apertura che si aspetta e alza leggermente il tiro trovando, alleluia, il buco giusto e vi entra di botto fino in fondo all’utero.
Uuuuh, che spinta! Il maiale è dotato di un cazzo portentoso; aaahh, come lo sento e... cazzo se mi riempie tutta. Che gusto! Ogni colpo una botta di piacere, non capisco più niente; sono ubriaca di godimento e talmente bagnata, da sentire la figa sciaguattare a ogni poderosa compressione delle mie labbra spinte dentro e a ogni successiva loro espansione, attaccate come ventose a quel cazzo pauroso, che sembra voglia rivoltarmi come un calzino ad ogni stantuffata.
Un po’ mi vergogno per essere così vacca, non vorrei dare l’impressione che il mio «albergo interno» sia un porto di mare, ma non posso non pensare di fare questo effetto e alzo un secondo lo sguardo per capire che figura da puttana da strada sto facendo. Invece sembra che la scena piaccia: la coppia sta scopando in piedi: lei appoggiata con i gomiti sul letto ed entrambi che mi guardano; a un tratto lei alza il pollice con un sorriso complice, io sorrido di rimando.
Altre coppie si sono avvicinate e, a vedere da come si toccano tutte, sembra si stiano proprio gustando la scena. Intendiamoci, sto dalla parte di: «troia è bello!», ma a volte mi sembra di esagerare un po’, ecco tutto.
Più di questo non noto, non saprei descrivere i particolari; tutte le mie pare svaniscono e mi rituffo ad ascoltare quelle gustosissime vibrazioni pulsare nella «sala giochi», che ho tra le gambe.
Eros, che sicuramente si era accorto dell’intrusione ben prima di me, ora sgrilletta la mia clitoride, sussurrandomi con voce roca per l’eccitazione, che sono una gran troia! Mmmmhhh, come mi piace quando usa quell’appellativo e come mi piace quando mi tocca con quelle sue dita morbide!
Solo al sentire quella parola sporca, un fiotto di liquido si aggiunge alla fontana grondante umori, che inonda quel palo nella mia bernarda e cola tra le sue palle, tra le mie gambe, sui sandali, raggiungendo il pavimento e formando un lago che si espande sempre più.
Ora la mia mano è sul cazzo di Eros, che da un po’ se lo stava menando, ma ora gradisce il tocco femminile della sua brava mogliettina... .
Cercando di trovare la capacità di far uscire le parole, tra i colpi che mi strozzano la gola, gli chiedo: «Ri-i...e-e... sci a ve-e... dere... chi... è?... ». Mi risponde che c’è la tenda, ma dietro vede solo il buio, da dove spuntano fuori due braccia, uniche parti illuminate e visibili dell’uomo misterioso, che mi tiene vigorosamente stretta per i fianchi.
Il porco cazzuto continua a pomparmi possentemente; ora mi stringe la carne con forza e mi sculaccia con insolenza. Che stronzo! Però con quella impudenza mi fa partire un orgasmo folle!
Lo sento pulsare dentro, sento gli spasmi dell’asta al passare dei fiotti di sborra... le mie pareti si allargano e si stringono indipendenti dalla mia volontà, non ho più alcun controllo, sto volando, sto godendo, sto sborrando, sto pisciando piacere dappertutto! Che goduriaaaaaa... mmmmmhhh che troia che sono, che vacca da monta, come dice Eros, sempre fecondo di turpiloquio pesante! Siiiiiiii Ho la figa in fiamme... si accende la miccia che sale su per la spina dorsale... che mi brucia tutta in un attimo... che mi dà fuoco al cervello... oh, diooooooo... caaaaaaa...z... z... zooooooo... esplodooooooooooo... wwoooooooommmmmmmm... godiamo insieme!
Peccato che la sborrata si debba infrangere nel serbatoio di lattice e rimanerne lì prigioniera, invece di inondarmi dentro, per poi sbrodolare fuori per dare piacere anche all’occhio del maniaco sessuale di Eros, che possa anche lui toccare con mano, la calda prova dell’avvenuta violazione della sua «fedifraga proprietà»: la figa della puttana di sua moglie! Potrebbe poi spalmarla sulle tette come crema rassodante, contenente il DNA dello stupratore, da minacciare di denuncia se non accettasse di scoparmi ancora e ancora!
Cazzo che goduta! Era
da un pezzo che non venivo così intensamente e così follemente! Che meraviglia! Che spruzzi... che piacere... che porcata fantastica! Che chiavata pazzesca!
Lo sento ritrarsi e questa volta la figa lo lascia andare. Io rimango lì, appoggiata a Eros, piegata in due, con la crepa al vento per sbollire, con il suo cazzo nella mia bocca aperta, ma sto ferma, senza la forza di succhiare, solo quella di leccare, lentamente e senza vigore, la base della cappella gonfia che, lo so, vorrebbe qualcosa di più di quello che riesco a dare in questo momento di totale devastazione.
Eros apre la tenda per conoscerlo... ma l’intruso è sparito. Siamo sorpresi, un po’ sconcertati: «Ecco toh, sedotta e abbandonata... » dice lui e mi strappa un sorriso e poi ci scappa da ridere; ci ricomponiamo per spostarci nel corridoio fino ai bagni, dove mi sistemo un minimo, ma niente, non riusciamo a capire chi sia appena entrato nella mia «locanda del viandante».
Ci inoltriamo fino alla sala, poi al bar, dove ne approfittiamo per bere dell’acqua; ci guardiamo attorno, ma nulla che ci dia una minima indicazione. Potrebbe essere qualunque o nessuno dei presenti*.
Beh, a questo punto: pazienza, rimarrà mister X... ma che figata sta storia! Mi balena un’idea per fare godere anche mio marito e dico: «Dai, Eros, su, vieni di là che ora tocca a te... ». Ci incamminiamo nella galleria scura: ho in mente qualcosina di speciale per lui: «andiamo a vedere se ci sono ancora quelle coppiette porcelle nella saletta».
Questa maialata particolarissima si è fissata indelebilmente nella mia anima nera come la notte dei peccati, bianca come lo sperma da cosmesi, rossa come quel panno che ha acceso un incendio e bruciato l’«albergatrice» con tutto l’«hotel».
Ogni volta che torniamo in quel locale, accarezzo il tessuto, inviando con la mano un bacio al misterioso, caldo porco e stronzo amante, che rimarrà per sempre celato là dietro, sperando che prima o poi si rifaccia vivo, magari allo stesso modo. Ma mentre sto ferma qualche istante davanti a quella tenda, che fu maledettamente galeotta, in attesa di una mano che mi tocchi, penso che forse è meglio così: se lo vedessi faccia a faccia potrebbe essere una delusione. Meglio conservare nella mente e nella vagina il caldo bel ricordo.
La porcata è avvenuta in un club privé veneto, circa una decina di anni fa.
(Eros l’ha titolata: «incursione vaginale di livello 4», che sarebbe uno stupro... consenziente).
* Una volta tornati nella saletta, abbiamo visto alcune persone sul lettone, impegnate in un’orgia molto interessante. La donna della coppia che avevamo visto giocare all’inizio, ci ha invitato a salire, informandoci che aveva sostituito le lenzuola e così ci siamo buttati nella mischia.
Finiti i giochi, con il godimento di tutti, abbiamo chiesto se qualcuno avesse visto chi mi stava scopando da dietro quella tenda rossa. Purtroppo no, nessuno aveva notato chi fosse, perché quando erano arrivati, il corridoio era piuttosto scuro e all’ingresso si sono trovati in controluce per la proiezione del video. Hanno però notato che c’era del movimento molto interessante.
Hanno detto che quella performance particolare è stata motivo scatenante della loro lussuria, che hanno poi sfogato sul lettone con intenso piacere.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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