Lui & Lei
Canto delle Sirene - terzo episodio
di Edonista6969
27.11.2016 |
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"Rapporti umani talmente falsi e noiosi da essere orticanti..."
Marta ancora una volta si risveglia piena di reminiscenze di sensazioni che non riesce a dominare. Ha fatto sesso con Anna e poi con altri, in stato di trance. Troppo per credere che sia successo davvero.Rinuncia a cercare di metabolizzare. Si lascia trascinare dalle consuetudini della sua vita “normale”. Si alza, si veste, va al lavoro. Rapporti umani talmente falsi e noiosi da essere orticanti. Le ore del giorno scorrono lente e si accumulano nel corpo e nella mente con il loro carico di negatività. A sera il fardello è talmente pesante da non riuscire a liberarsene completamente nemmeno con intense sessioni di palestra. Non resta che buttarsi a letto, dormire e ricominciare. Troppo per non sentirsi oppressi, per non cercare fuga in spazi mentali più ampi e diversi. In questa burrasca emotiva, Marta non può fare a meno di ripensare al Canto delle Sirene e a tutte avventure a cui l’ha condotta. Continua ripetersi che non deve cedere alla tentazione di rifugiarsi in quel porto di illusoria salvezza. Restie per giorni e questo accumula tensione dentro di lei. Una sera, più ombrosa delle altre, cede e tutto l’accumulo esonda. Una volta sola. Solo una volta ancora e poi non tornerà più in quel locale. Lo giura. Però se deve essere l’ultima volta, che almeno sia memorabile. Decide di liberare ogni desiderio, di lanciarsi senza freni. Si prepara con dedizione. Si depila con cura, completamente. Si massaggia di crema profumata, lentamente, indugiando sulle parti più sensibili del suo corpo. Deve farsi forza per non masturbarsi, per custodire l’enorme voglia di libertà e voluttà che ha dentro di se. Decide di non indossare biancheria intima. Infila una gonna cortissima e leggera, una maglia di raso leggerissimo che le accarezza i seni facendo inturgidire i capezzoli. Sandali con tacco vertiginoso, legati alla caviglia, completano l’opera. Si sente molto sexy ed è esattamente il risultato che voleva ottenere.
Esce di casa con la precisa volontà di eccitare ogni maschio che incrocerà i suoi occhi. E’ precisamente ciò che succede. Camminando per strada lasciandosi sfuggire sguardi e sorrisi, sente il desiderio dei passanti avvolgerla, quasi toccarla fisicamente. E’ proprio così che vuole sentirsi. Spavalda, venere irraggiungibile.
Il tempo per arrivare al sua meta, passa senza che lei lo percepisca. Realizza di essere arrivata solo quando è davanti al portoncino di legno . Tira un respiro profondo ed entra. Dentro di lei c’è un mare in tempesta ma fuori nessuno sembra accorgersene. Nessuno la nota e lei non fa nulla per farsi notare. Adesso è tesa e circospetta, vuole studiare dall'ombra, non farsi sorprendere. Si siede al bancone senza alzare lo sguardo fino a che non è certa di non aver attratto l’attenzione di nessuno. Incrocia lo sguardo del barista che la riconosce e le sorride. “sei sola ?”. “si, questa notte viaggio da sola”. “capisco. Posso servirti qualcosa ?”. “si, un Canto delle Sirene”. “ghiaccio ?”. “si, molto ghiaccio”. Il barista sorride e carica il drink con una buona dose di elisir. Marta beve. Adesso aspetta che il mondo cominci a sfrecciarle attorno e a dissolversi in altro. Chiede a Marco se può andare di sotto da sola. “corro rischi?”. “solo se vorrai correrne”. “bene, allora vedo a vedere cose c’è laggiù per me”.
Bussa, le viene aperto. Scende una scala stretta, in penombra. Non incontra nessuno. Sente salire il suono di una musica orientaleggiante, l’aria calda è profumata di incenso. Entra in una stanza in quasi completa oscurità. Il pavimento è coperto di tappeti e lumini che permettono di avanzare. Drappi leggeri scendono dal soffitto a proteggere divani, isole di cuscini, una piscina da cui si solleva un denso vapore. Ovunque, corpi nudi che si accoppiano in posizioni che solo si intuiscono nell'ombra. Un uomo in tunica le si avvicina. Marta si aspetta una domanda sul motivo della sua presenza e si prepara all'imbarazzo di non sapere cosa rispondere. Invece no, non arrivano domande. “lei questa notte farà sesso con molte persone. Non ne conosce nessuna e non le rivedrà più. Lei è qui per godere e per far godere. Non c’è ne un prima ne un dopo. Non ci sono motivi o conseguenze. E’ pronta ?”. “si”.
L’uomo la accompagna e le indica un divano su cui sedersi. Ai piedi del divano, sdraiata sul tappeto, una ragazza viene penetrata da un ragazzo. Lui è giovanissimo. La pelle sottile ricopre muscoli ben delineati che si contraggono nel movimento ritmico con cui la possiede. La ragazza geme, più di quanto a Marta non sembri normale. Marta è seduta composta sul divano a un metro da loro e li guarda senza scomporsi. Il ragazzo esce dalla vagina di lei per farle cambiare posizione. E’ enorme, un fallo grande, larghissimo. Marta non può fare a meno di alzare le sopracciglia per la sorpresa. La ragazza si mette a quattro zampe rivolta verso di Marta. Il ragazzo dietro, in ginocchio, la penetra nuovamente, senza violenza, ma con determinazione, lei chiude gli occhi e ricomincia a gemere. Il ragazzo ora alza lo sguardo e fissa Marta negli occhi. Sorride. Lievi smorfie di godimento gli si disegnano sul viso mentre continua la sua cavalcata. Accelera e poi rallenta. Ansima. Stringe la compagna per i fianchi, poi le graffia la schiena. Tutto sempre senza mai distogliere gli occhi da quelli di Marta. Lei si sente avvampare, sposta lo sguardo velocemente alternando tra gli occhi di lui ed il viso di lei, trasfigurato dal godimento. E’ eccitatissima ma non osa muovere un muscolo. Sente la sua vagina pulsare e bagnarsi ma non riesce a fare nulla. Il ragazzo irrigidisce i muscoli del collo, trattiene il respiro, arrossisce. Estrae il pene e trattenendolo in mano lo fa spruzzare a più riprese. Gli schizzi sono potenti, ricoprono la schiena della ragazza, ma arrivano anche sui capelli di lei e su un ginocchio di Marta. Marta guarda lo sperma sul suo ginocchio ma non lo toglie. Quando solleva lo sguardo si accorge che la ragazza a riaperto gli occhi e la guarda di sottecchi con la bocca socchiusa, visibilmente sconvolta. La ragazza avanza dei pochi centimetri che le dividono e comincia a sfiorare la pelle di Marta con la lingua. La percorre lentamente seguendo un invisibile sentiero, fino ad arrivare alla striscia di sperma. Ora allarga la lingua e lo raccoglie, tutto. Poi ricomincia a salire e si arrampica sul corpo di Marta fino a baciarla. Marta lascia che le loro lingue si aggroviglino assaporando il gusto inconfondibile del seme maschile.
Ora il viso della sua compagna torna ad abbassarsi. Per concederle spazio, Marta ha allargato le cosce e ora, divaricata, guarda quella testa affondarle tra le gambe, quella lingua frugarla tra le grandi labbra. Sente finalmente il clitoride trasmetterle scosse di piacere. Si abbandona al godimento e reclina indietro la testa. Ora si rende conto che un uomo in piedi a fianco del divano, sta osservando la scena. Evidentemente è eccitato perché un grosso rigonfiamento gli tende i pantaloni. Marta resta a lungo in quella condizione, con la bocca della compagna che la fa godere, a guardare quel pacco. Poi, senza indecisione, allunga una mano a comincia ad accarezzarlo. Lui abbassa la zip ed estrae un cazzo quasi completamente eretto. Lei lo accarezza ancora e poi lo tira a se, lo prende in bocca. Lo trattiene, lo assapora, guarda contenta la faccia di lui esaltata dall'eccitazione. Intanto altri maschi si sono avvicinati. Marta è prossima all'orgasmo e l’esaltazione le fa svanire la lieve sensazione di panico che ha provato sentendosi accerchiata. Perde coscienza e prudenza. Allunga l’altra mano in direzione di un altro maschio. E’ come il segnale di inizio della caccia, la muta di cani infoiati si muove all'unisono. Lentamente tutti si spogliano e si avvicinano. Marta non riesce a contarli, ma sono molti. Uno nuovo cazzo le riempie la bocca, mentre sente che il primo le sta venendo sul collo dal lato opposto. Un altro si è posizionato dietro la sua compagna e la sta penetrando con forza. Marta non ha intenzione di controllare la situazione, si lascia trasportare dagli eventi e dalle mani che sente ovunque. Il maschio nella sua bocca si ritrae e lei ne è quasi delusa. Per poco, perché subito sente i sui getti raggiungerle le labbra ancora socchiuse. L’odore intenso ed il sapore dello sperma la fanno trasalire. Mani la guidano ad alzarsi e poi a sdraiarsi sopra un maschio steso a terra. Fanno conoscenza con un bacio profondo e lungo che la eccita nuovamente. Marta richiama le gambe sui fianchi di lui e con una mano cerca il suo pene per guidarlo a penetrarla. Sentirsi finalmente dentro la rigidezza di quel membro le da sollievo, come dopo una lunga attesa. Muove il bacino per riuscire a sentirlo in tutti i punti dentro di se. Mentre si rilassa in questo amplesso, sente un tocco sulle natiche e dopo poco capisce che si tratta di labbra e di una lingua che la sfiorano. Il nuovo venuto si fa presto audace e comincia ad avvicinarsi al suo ano. La lingua le sfiora il muscolo e lei si contrae, come a negarsi. Quello però non si scoraggia e continua. Marta ad un certo punto sente la sua ritrosia svanire e si concede, rilassa la muscolatura ed inarca la schiena offrendosi a quella lingua. La perlustrazione è prolungata e profonda e la eccita moltissimo. Alla lingua si sostituisce un dito che si fa spazio senza incontrare resistenza, e poi due. Le dita la frugano e dilatano lentamente. Marta si stupisce della completa assenza di dolore e lascia che tutto ciò accada concedendosi completamente. Quando finalmente un pene si apre la strada nel suo intestino, le giunge come un applauso di gloria. Adesso, si dice, ho un cazzo che mi scopa nella figa ed uno nel culo. Usa proprio queste parole per sentirsi completamente disinibita, persino volgare.
Si immagina vista dall'esterno, serrata tra due maschi che la sbattono. L’eccitazione prende la via del cielo e parte come un ottovolante verso le nuvole. Scossoni, buio, luce senso di vertigine ed infine un orgasmo violento che la fa esplodere. Lei lo sente arrivare e decide di lasciarlo uscire senza trattenere nulla. Urla, di piacere e di gioia. Le sue cosce tremano, il respiro sincopato le scuote i seni. La vertigine le oscura la vista. Viene a lungo, profondamente.
Ora tutti si ritraggono lentamente da lei e la lasciano adagiata su un mucchio di soffici cuscini. Marta lascia che tutto le scivoli addosso, senza chiedersi cosa la aspetta.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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