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Una laurea nel cesso


di AndreaCork
06.03.2020    |    13.430    |    11 9.8
"Non ci credo a quanto piacere questi due riescano a procurarmi..."
Una laurea nel cesso

Sono ingegnere. Mi occupo di costruzioni edili e amo il mio lavoro. Ho fatto di tutto per riuscire a lavorare in un prestigioso studio come professionista. Anzi. Sono ingegnere. Mi occupavo di costruzioni edili e amavo il mio lavoro. Poi una serie di circostanze mi hanno costretta a lasciare quell’occupazione e a cercarmi altro. Ho deciso che avrei cambiato ramo, completamente. Non ne potevo più di quell’ambiente troppo competitivo che mi stava consumando il fegato e la vita privata. Mi sono attirata l’odio dei miei genitori e della mia famiglia: hanno biasimato tutti la mia scelta di cambiare, di lasciare un lavoro fisso in cui mi ricoprivano di denaro per aprire una piccola impresa tutta mia: un negozio di specialità alimentari, tranquillo, in cui vendo cose un pò particolari che non si trovano ovunque. Hanno cercato tutti di mettermi in guardia contro i rischi della partita IVA, cercando di farmi desistere in tutti i modi ma io non ne ho voluto sapere: la vita è la mia e passati i trent’anni, non essendo sposata e senza figli da mantenere, non devo rendere conto a nessuno se non a me stessa. E se devo rovinarmi il fegato sarà per colpa mia e non per qualche collega infame che si diverte a rendermi difficili le cose. L’unica persona che mi ha incoraggiato è stato Andrea, il mio amico di vecchia data: mi ha spinto in questa mia scelta e mi è stato vicino nei momenti di difficoltà. Grazie al suo buon gusto di artista mi ha aiutato a scegliere la “location” (oggi si dice così… anche se io preferisco chiamarlo “posto”, alla vecchia maniera: ma tant’è...), mi ha aiutato con gli arredamenti e i colori dei muri, ha disegnato l’insegna del negozio e in men che non si dica sono stata pronta a partire. Sì, di fatto ho buttato la laurea nel cesso per mettermi in proprio. E non potevo fare scelta migliore.
Sto bene, vivo del mio lavoro e il mio fegato se la passa alla grande. Senza chiacchiere, senza mobbing o cazzate del genere. La mia giornata è divisa tra il banco e il retro bottega, dove confeziono vasetti di spezie preziose che faccio arrivare da ogni parte del mondo per venderle ai clienti. I pomeriggi viene Marcello, un ragazzo che studia all’università che mi dà una mano a confezionare i vasetti, che grazie a internet ho iniziato a spedire in tutta Italia. A volte si occupa delle consegne in città e mi aiuta un po' in tutto qui dentro. Davvero un bravo ragazzo, e anche un bel vedere per le clienti di sesso femminile: un bel ragazzo dai muscoli ben sviluppati, con la pelle scura, simpatico e gentile, è un bell’incentivo a passare nel mio negozio. Una cosa simpatica di questo nuovo lavoro, me lo ha fatto notare Andrea, è che non sono più obbligata a stare vestita elegante per tutto il giorno: stando dietro il bancone e con il grembiule da salumiera non devo essere elegante come se stessi in ufficio, e questo va tutto a beneficio della mia comodità. Mi limito a qualche scollatura generosa: se Marcello attirale clienti donne, io devo attirare anche i clienti maschi… il trucco è sempre perfettamente in ordine e la bocca carnosa è sempre sottolineata da un bel rossetto scuro. Ma per il resto… pantaloni e ciabatte. Che Andrea apprezza particolarmente tutte le volte che viene a trovarmi. Si siede di fianco al bancone e mi guarda i piedi tutto il tempo: quando so che deve venire mi diverto a indossare le calze di nylon, visto che a fine giornata finiamo a casa mia a divertirci. Se un cliente si trattiene a chiacchierare, mi appoggio al bancone e inizio a giocare con le ciabatte di pelle bianca sfilandole di continuo cosicchè lui possa fantasticare per bene. A fine giornata mi porto le ciabatte a casa e lui le annusa, ci mette dentro il cazzo durissimo, mi annusa i piedi, li bacia… si eccita così. E poi finisce che ci divertiamo per bene. Adoro prenderglielo in bocca mentre si scatena con le sue fantasie di feticista dopo una giornata di lavoro, e lui adora scoparmi. E, dato che adoro come usa il suo attrezzo, sono ben contenta di lasciarmi guardare i piedi anche per ore da lui.
Poi, se devo essere sincera, anche Marcello non disdegna qualche sguardo alle mie gambe e ai miei piedi; già, più di una volta l’ho beccato a guardarmi: quei pomeriggi dove si lavora di meno, e stiamo insieme nella sala delle spezie: siamo a lavorare seduti di spalle. Io sto sul mio sgabello e lui sul suo: talvolta mi giro e vedo dove si posa il suo sguardo: proprio lì, dove cade sempre lo sguardo di Andrea; e lo vedo il ragazzino come si rifà gli occhi quelle volte che indosso la gonna e le calze. Ovvio che lo lascio fare: mi piace sentirmi desiderata anche se da un ragazzo molto più giovane di me. Ammetto tutta la mia cattiveria: talvolta apposta lascio cadere una ciabatta e mi diverto a vedere che si gira di scatto per osservare lo spettacolo che gli offro. Magari resto girata verso di lui per chiacchierare un po', proprio per divertirmi un pochino a spese sue. Ormai, grazie ad Andrea, so riconoscere un feticista a distanza.
Si nota benissimo lo sguardo deluso di Marcello quando entra in negozio e vede che invece delle calze di nylon ho dei normalissimi calzini di cotone, mentre quando oso delle calze un po' particolari me lo dice chiaro:
“Belle calze oggi...” io facendo finta di non aver capito il suo gioco lo ringrazio del complimento e lo metto sotto a lavorare per poi divertirmi di nuovo a stuzzicarlo: mi piazzo davanti al suo tavolo, mi chino verso di lui e mostrandogli la scollatura gli propongo una pausa caffè: andiamo insieme alla macchinetta e mentre chiacchieriamo mi diverto, anche con lui, a giocare con i piedi.
Mi eccito, un po' pensando a quello che mi farà Andrea qualche ora più tardi, un po' divertendomi a vedere l’erezione nei pantaloni di Marcello durante i miei cattivissimi giochi: sfilo le ciabatte, mi strofino i piedi sulle gambe, riprendo le ciabatte e le muovo avanti e indietro. E lui si gusta lo show: guarda, deglutisce, arrossisce e non capisce che lo faccio apposta… o se lo capisce fa finta di nulla pure lui.
Questa sera viene Andrea e decido di renderlo partecipe del mio gioco: gli dico cosa indosso, lui mi manda la foto del cazzo durissimo. Gli dico anche che è tutta la giornata che Marcello mi osserva di nascosto i piedi. Gli racconto come l’ho beccato pià di una volta a guardarmi le gambe con desiderio. Andrea mi manda un video stavolta, in cui si tocca il cazzo. E a me viene una immensa voglia di prenderglielo in bocca.
“Sarebbe la volta buona che lo facciamo in tre ;-)” mi scrive. Sì, è da un pezzo che abbiamo voglia di farlo in tre ma non si è mai presentata l’occasione.
“Dai è giovane!!!” taglio corto. Con Marcello no. È un mio dipendente. Non se ne parla nemmeno. Zero!!!
Continuo a lavorare ai vasetti di spezie. Sono concentrata nel lavoro e non mi rendo conto di come mi sto muovendo. O meglio, della posizione in cui sono. Ho le gambe sotto la sedia, piegate all’indietro, i piedi appena appoggiati sulle ciabatte, le dita in vista, i talloni sporgono e le piante sono in mostra. Lo facevo in presenza di Andrea ancora prima che lui trovasse il coraggio di esternarmi questa sua passione. Marcello gira per la stanza controllando i lotti e le date di scadenza dei prodotti. Parliamo del più e del meno, mi racconta dei suoi esami e di come gli vanno le cose. Gli propongo la solita pausa caffè che lui accetta volentieri.
“Però oggi andiamo al bar e offro io!!! L’esame è andato bene e si deve festeggiare!!!” dice. Azzarda, pure!!! Accetto l’invito.
“Va bene dai, metto gli stivali e andiamo...”
“Ma venga così signora!!! Tanto è la porta di fianco, che le importa...”: ora ne sono sicura. Mi guarda davvero. Voglio vedere dove arriva e lo assecondo: esco così, come dice lui. Chiudo il negozio e andiamo al bar. Ordiniamo il caffè, e io lo provoco col solito giochino. Sì, decisamente il suo sguardo non si stacca dalle mie estremità.
Torniamo al negozio e riprendiamo il lavoro: io seduta, lui a controllare i lotti e le scadenze. Oggi va così: mi sento di provocare. Accavallo le gambe e lascio un piede libero togliendo una delle ciabatte. Che si diverta pure lui… così festeggia il suo voto all’esame con una bella sega alla mia salute. Io continuo a riempire e a pesare i vasetti uno a uno e quando mi interrompo per stiracchiarmi sento la presenza del ragazzo alle mie spalle.
“Stanca?” chiede.
“Un po'… questa posizione a lungo andare ti spezza la schiena!!!”: Marcello si fa intraprendente e con mia immensa sorpresa mi mette le mani sulle spalle e inizia a massaggiarmi. Ed è pure bravo!!! Brivido!!!
Dovrei interrompere la cosa immediatamente ma il massaggio ci sta tutto. Lascio che le sue mani mi tocchino le spalle e la schiena, ed è un vero toccasana per me!!! Solo pochi minuti e poi si riprende a darsi da fare… Marcello si ferma da solo e senza chiedermi niente si inchina e inizia ad annusarmi il piede a penzoloni.
“Cosa fai???” gli chiedo stupita da tanto osare. “Sei impazzito???”
“Non resisto più… per favore me lo lasci fare un po'...” dice, annusando e baciando delicatamente.
Non so come reagire. Dovrei arrabbiarmi e metterlo in riga, magari addirittura licenziarlo. Ok mi piace divertirmi e anche quello che mi sta facendo mi piace, ma è pur sempre un mio dipendente.
“Sono buonissimi i suoi piedi, sono bellissimi signora!!!”: annusa, bacia e accarezza tutto quello che trova. Ha completamente perso il controllo ma devo ammettere che pure io sto iniziando a non capirci più niente. La situazione proibita, il pensiero della serata con Andrea e le carezze di questo bel ragazzo mi stanno eccitando a più non posso. Con enorme sorpresa mi ritrovo bagnatissima ora e decido di lasciarlo fare: il suo viso si strofina sul mio piede e sulla mia gamba, e adoro la delicatezza dei suoi baci.
“Hm vabbè dai, oggi è la tua giornata fortunata...” dico a Marcello guardando la sua espressione estasiata. Entra qualcuno. Sento aprirsi la porta e il campanello. Uffa, proprio ora… metto la ciabatta e vado a servire il cliente, sperando di fare in fretta.
“Aspettami qui tu...” dico.
Lui mi fa un segno di assenso, ancora inginocchiato a terra. Servo il cliente in tutta fretta, chiudo il negozio per sicurezza e quando torno lo trovo sdraiato sotto il tavolo… con il cazzo di fuori!!! Pure!!! Ok, ho capito che è la sua giornata fortunata, ma qui si esagera!!! Guardo meglio… e si esagera pure con le dimensioni, devo dire… sì, è proprio ben messo l’amico. Proprio un gran bel cazzone!!! Che faccio? Posso tirarmi indietro? Mi siedo come se nulla fosse, sfilo le ciabatte e continuo a lavorare usando Marcello come un poggiapiedi. Stessi giochi che faccio con Andrea. Gli tocco il cazzo con i piedi, è bellissimo sentire questo attrezzo durissimo e caldo: questo gioco aumenta la mia eccitazione a dismisura.
Andrea mi manda un messaggio chiedendomi come sto e se ho voglia della nostra serata.
Scatto una foto ai miei piedi che massaggiano il cazzo di Marcello e gliela mando.
“Secondo te come sto?”
“Maledetta!!!” mi risponde. “Ti diverti, eh?”
“Moltissimo!!!” la mia risposta. Sento che Marcello inizia ad ancheggiare in su e giù. Mi sta proprio scopando i piedi, tenendoli fermi con le mani. Ha davvero un cazzo sensazionale. E la mia vagina è un lago, ora.
“Posso venire?” mi chiede.
“No!!!”: mi voglio divertire un altro po'… tolgo i piedi dal suo cazzo e rimetto le ciabatte.
“La pregooo!!!” mi supplica.
“No no no!!! Non se ne parla nemmeno!!!” gli dico. “Anzi, tirati su… forza!!!”: si rimette in piedi vicino a me. Ha ancora il cazzo fuori dai pantaloni, vicino al mio viso. Lo tocco. Lui sospira.
“Hm… sei messo bene però, devo dire…” faccio, mentre la mia mano va su e giù su quella meraviglia di carne durissima. Vedo che mi guarda la scollatura.
“Vuoi vedere queste, eh?” gli chiedo, aprendo la camicetta e lasciando le mie tettone coperte solo dal regiseno di pizzo. Io e il ragazzo siamo inebetiti da quanto sta succedendo: lui per tanta fortuna, io per l’ardire di cui non mi sarei mai creduta capace.
Andrea mi chiama. Non so se rispondere o no. Senza pensarci, rispondo, ma senza mollare il cazzone.
“Sì… sono qui in negozio… eh ho le mani… occupate...” dico, mettendomi in bocca il cazzo del mio dipendente.
“E… hmglom… ora anche la bocca...” faccio. Il ragazzo mi guarda incredulo, godendosi le mie labbra e la mia lingua. Niente da fare, i miei pompini non li batte proprio nessuno.
Mi stacco da Marcello: “Ma sei qui fuori?” chiedo.
“Aspettami… arrivo...”
Marcello fa per mettere via il cazzo.
“No!!! Tienilo lì!!! Guai a te se lo metti via!!!”
Mi guarda senza capire cosa sta succedendo.
“Fai come ti dico!!!” gli ordino, indicandolo con l’indice in segno di ammonimento.
Vado ad aprire Andrea e lo vedo, attraverso i pantaloni, che ha il cazzo durissimo. Non faccio in tempo a chiudere a chiave la porta che già mi ha messo una mano sul culo, senza rendermi conto che sono andata davanti all’ingresso del mio negozio con le tette praticamente di fuori. Chiudo in fretta e mi mette subito la lingua in bocca.
“Hmmm… sai di cazzo...” mi dice. “Glielo stavi davvero succhiando?” sussurra.
Lo prendo per mano.
“Vieni a vedere...”: mi segue nel retro e vede Marcello col cazzo ancora di fuori, durissimo e umido della mia saliva.
Faccio le presentazioni. Pensavo si sarebbero guardati in cagnesco, magari Marcello teme che il momento finisca lì. Ma io senza dire nulla mi siedo di nuovo di fronte a lui e riprendo il lavoro che gli stavo facendo. Andrea si mette vicino a me per guardare le mie labbra e la mia lingua che procurano piacere a un cazzo che non è il suo: tira fuori il suo cazzo e me lo strofina sulla guancia. Sono ammutoliti tutti e due, sento solo i loro sospiri di eccitazione e il lavoro dei risucchi che faccio. Prendo in bocca Andrea ora, senza mollare Marcello. Adoro sentire due cazzi tutti per me nelle mie mani. Li succhio a turno, li lecco, strofino le loro cappelle sulla mia lingua. Andrea tira fuori le mie tette enormi e inizia a succhiarmi i capezzoli, e la cosa mi fa impazzire ancora di più di piacere. Iniziano ad accarezzarmi dappertutto e in un attimo le mie mutandine volano via. Mi siedo sul tavolo e apro le gambe. Ormai indosso solo le calze e loro due sono del tutto nudi. Lascio che sia Marcello a leccarmi in mezzo alle gambe. Non è bravo come Andrea ma ci sa fare davvero, mi godo la sua lingua che mi regala delle belle scosse di piacere mentre il cazzo di Andrea pulsa nella mia mano. Andrea mi annusa i piedi mentre godo con Marcello.
“Senti ma… che ne dici di scoparmi un po'?” gli chiedo. Lui non se lo fa ripetere e in men che non si dica sento il suo glande strofinarmi il clitoride durissimo. Entra. Lo sento che si fa strada dentro di me quel cazzo enorme… mamma mia… è bellissimo. Piano piano spinge, lo sento che entra… ecco, ora è dentro tutto. Vedo il suo pube a contatto col mio, spinge ancora con i reni e la stimolazione del clitoride mi fa impazzire. Mi sento totalmente riempita e Andrea è rapito nel vedermi scopata da un altro. Annusa i miei piedi e mi bacia mentre ansimo sotto i colpi del ragazzo. Lo sento benissimo in questa posizione, e ora anche lui mi sta annusando i piedi. Non avrei mai immaginato quanto fosse bello farsi adorare i piedi da due uomini contemporaenamente. Soprattutto se uno dei due ha un cazzo enorme e lo sta usando per scoparmi. Non ci vedo più dal piacere e godo urlando tutto il mio piacere. Vengo come una pazza tenendo il cazzo di Andrea in mano: lo stringo talmente forte nell’orgasmo da fargli male.
Marcello continua a farmi sentire il suo cazzo dentro di me, ha una resistenza pazzesca… lo tira fuori del tutto per poi rientrare di colpo: continuo a sentire il suo glande farsi strada tra le mie carni mentre Andrea mi tocca dappertutto. Entrambi i miei amici mi baciano sulla bocca a turno, finché Andrea non inizia a leccarmi il clitoride mentre Marcello è ancora dentro di me. Non ci credo a quanto piacere questi due riescano a procurarmi. In pochissimo un altro orgasmo mi sconvolge i sensi. Solo ora Marcello si decide a smettere di torturarmi e mi lascia un attimo di tregua. Andrea non smette di leccarmi e di bere ogni goccia che esce da me. Lo allontano con la mano.
“Che ne dite se… andiamo da me? Vi va se stiamo più comodi…?” Non ci penso nemmeno a rimanere in negozio fino a ora di chiusura: voglio vedere dove arrivano questi due, insieme.
I due non vedono l’ora di proseguire il divertimento e in men che non si dica siamo seduti in auto da Andrea. Ovvio che mentre lui guida io sono dietro con Marcello, che non smette un attimo di tormentarmi. E io non mollo un attimo il suo cazzo, mentre la sua bocca mi bacia il collo e cerca di continuo la mia lingua con le dita. In ascensore la tensione erotica è palpabile e prego per arrivare presto in casa mia: la mia coinquilina dovrebbe essere già uscita per la sua serata con il fidanzato, stando ai miei calcoli. Che ovviamente sono sbagliatissimi. Appena in casa troviamo Paola che si sta preparando. Impreco mentalmente per i suoi continui ritardi, facendo buon viso a cattivo gioco: faccio finta di nulla, come se i miei amici fossero lì solo per passare una serata in compagnia; con nonchalance metto le ciabatte per fare impazzire i due e intanto chiacchiero con Paola, più che altro per tenerla d’occhio per essere certa che se ne vada al più presto. Sono bagnatissima in mezzo alle gambe e con la code dell’occhio vedo Andrea e Marcello che si sfiorano i cazzi attraverso i pantaloni. Mi guardano.
“Ancora non sai cosa ti aspetta...” sembrano dire. Invece lo so molto bene. E anche Paola vedo che mi guarda come a chiedere: “Non avrai intenzione di scoparteli tutti e due???”
“Sì!!!” le rispondo mentalmente.
Finalmente Paola è pronta. Non ne possiamo più di aspettare. Appena esce di casa mi fiondo sul divano in mezzo a loro. Inutile dirlo, giusto il tempo di chiudere la porta di casa che questi due maiali hanno già i cazzi fuori. Mi aprono la camicia e mi tirano fuori le tettone. Me le baciano, mi accarezzano, è tutto un gioco di carezze e di lingue che si rincorrono. Le mie mani accarezzano quelle due meraviglie dure che non aspettano altro che di scoparmi. Li sento come pulsano, vogliosi di me. Apro le gambe e le appoggio sulle loro, incoraggiandoli a toccarmi. Entrambi mi penetrano a turno e mi solleticano il clitoride, mentre io lascio che si prendano cura del mio piacere. Mi alzo in piedi e mi spoglio. Tengo solo quello che piace a loro. Anche loro si spogliano e si avvicinano a me. Devo farlo: mi inginocchio e li prendo in bocca tutti e due. Andrea entra perfettamente nella mia bocca, Marcello invece fa più fatica: è davvero messo bene, il ragazzo.
“Andiamo in camera...” propone Andrea. “Il letto è meglio, o no?”
Non dico nulla e per tutta risposta mi avvio verso il corridoio. I due mi seguono. Li aspetto sdraiata sul letto con le gambe aperte.
Punto i piedi verso Andrea.
“Le ciabatte...” dico. Lui le toglie e mi bacia i piedi. Marcello si sdraia vicino a me e riprende a baciarmi: mi tocca i seni, mi lecca le labbra e cerca la mia lingua mentre io lo masturbo. Non vedo l’ora di rimettermi dentro il suo cazzo.
“Andrea… dai… preparami per lui...” dico: Andrea capisce al volo e si mette a leccarmi il clioride e il buco. Cerco il suo cazzo con i piedi mentre mi lascio portare ancora vicino al godimento.
“Basta… voglio lui ora...”: Andrea lascia il campo libero a Marcello che ancora mi penetra facendomi rovesciare gli occhi all’indietro dal piacere. Mi scopa con foga mentre Andrea mi mette il cazzo davanti alla faccia. Io che adoro fare i pompini… non posso fare altro che prenderglielo in bocca con gusto mentre godo dei colpi del giovane ragazzo. Cambio posizione: ho voglia di stare un po' sopra. Ordino a Marcello di sdraiarsi. Mi metto sopra di lui e Andrea è in piedi di fronte a me, pronto ad affogare col cazzo nella mia bocca carnosa. Guido il cazzone dentro di me e mi lascio andare, mentre Marcello si aggrappa ai miei seni. Andrea mi dice che sono bellissima, e io così mi sento: bellissima, desiderata e scatenata. Ora Andrea si mette dietro di me e inizia a un gioco favoloso: i loro cazzi si alternano dentro di me. Danno qualche colpo ciascuno per poi darsi il cambio. Con questo alternarsi di forme e di cazzi mi sento davvero perversa e l’eccitazione mi porta vicino a un altro orgasmo. Quando Andrea è fuori da me, capisco che osserva il cazzone dell’altro ragazzo che fa dentro e fuori dal mio corpo. Ora Andrea decide di farmi impazzire davvero: inizia a leccarmi l’ano mentre Marcello continua a prendermi. Ora il piacere è una scossa continua che mi attraversa. Lo sento che mi lecca e un po' mi annusa i piedi. Sentire il cazzo di Marcello e la lingua di Andrea, così delicata, è semplicemente fantastico. Ora quel porco di Andrea, non contento, prende il lubrificante. Lo sapevo che ci avrebbe provato alla prima occasione. E io non mi tiro indietro. Sento il liquido freddo entrare dentro di me, accompagnato con un dito che fa dentroe fuori. Se lo spalma anche sul cazzo e piano piano inizia a spingere. Io e Marcello fermiamo la nostra danza per lasciarlo entrare. Ecco… il glande è dentro… lo sento, come sento il piacere che mi regala. Marcello si muove piano, quel tanto che basta da non farmi sentire dolore per l’inculata… piano piano Andrea entra, lo sento che è dentro un po' di più… male… piacere… male… piacere… si muove piano… inizia a scoparmi… mi sento imprigionata tra questi due porci che mi procurano un piacere infinito. Adoro prenderlo dietro e devo dire che questa doppia penetrazione mi sta facendo letteralmente impazzire. Non urlo per non farmi sentire dai vicini ma vorrei tanto farlo… è stupendo… ora godo… cazzo se godo!!! Un altro orgasmo!!! Mi sento distrutta nelle carni da questi due cazzi di marmo che mi prendono selvaggiamente. Gli orgasmi non li conto più. Devo però interrompere la posizione, ora inizio a sentire troppo male nell’ano. Mi rilasso sul letto, distrutta per il piacere e per lo sforzo di accogliere in me due uomini. Respiro affannosamente. Ma i miei amici no, non sono ancora contenti. Andrea vuole la mia vagina. Ancora non l’ha avuta oggi… ha ragione. Inizia a giocarci, la bacia, è delicato, la lecca, la beve, sa come mi piace… mentre succhio il cazzo di Marcello. Andrea inizia a baciarmi dappertutto: pancia, gambe, seni, bocca, arriva anche a toccare il cazzo di Marcello pur di baciare la mia bocca. Entra in me. Mi scopa ancora. Dopo il cazzone di Marcello la mia sensibilità è un po' diminuita, ma Andrea sa come farmi godere ancora: infila due dita dentro di me e tira verso l’alto come se volesse sollevarmi dal materasso. Si muove velocissimo, dentro e fuori e su e giù, facendo una pressione fortissima sul mio punto G. Cazzo!!! Inizio a godere come non mai, ed ecco che… schizzo sul suo viso, bagnando tutto il materasso. Ora sono morta. Distrutta davvero. Rilasso le gambe e un’altra volta provo a riprendere il respiro ma questi due non ne vogliono proprio sapere di lasciarmi in pace:
“Siediti sul mio viso… ti prego...” mi chiede Andrea. Decido di accontentarlo, mettendo la mia vagina bagnata sul suo viso: mi godo ancora la sua bocca premurosa. Prendo istintivamente in bocca il suo cazzo bello duro mentre Marcello con mia sorpresa inizia a riempirmi ancora, così, a pecorina. Sento le mani di Andrea sui miei piedi, il cazzo di Marcello che mi scopa e una lingua che mi lavora senza sosta sul clitoride. Vogliono farmi morire questi due… sono vicinissima all’orgamso ma proprio non ci riesco, ho goduto troppo stasera… e finalmente ecco Marcello che gode. Lo sento dentro di me, ingrossarsi fino a svuotare il suo sperma tra le mie labbra bagnate di piacere e di ripetuti orgasmi. Si toglie dopo un ultimo colpo di reni. Sento Andrea leccare e bere la sborra di Marcello e in quel momento anche lui gode nella mia bocca. A letto non mi risparmio,ok? Far godere un uomo con la mia bocca è per me motivo di orgoglio e non mi tiro indietro se vuole concludere sulla mia lingua. E mi eccita da morire l’idea di Andrea che beve la sborra del mio dipendente. Ora proprio non ce la faccio più, ho davvero bisogno di rilassarmi. Sono passate delle indimenticabili ore di sesso sfrenato, e ho bisogno di lasciarmi cadere sul materasso. Non mi avranno ancora. Non oggi, per lo meno. Tengo in mano i loro cazzi ancora mezzi duri e loro due mi toccano i seni, baciandoli. Ci rilassiamo senza dire nulla poi Marcello si riveste e se ne va, lasciandoci soli.
Ho scopato col mio dipendente. Dovrei vergognarmi? No. Sono contenta di questa esperienza. Avevo già fatto sesso a tre ma non era stato né così spinto né così appagante. Lo rifarò? Mi chiedo mentre Andrea si masturba lentamente leccando la mia bocca.
Sì, lo rifarò. Con chi e quando? Non lo so. Ma lo rifarò, e ancora con più gusto. Sento ancora la voglia di cazzo, sono ancora eccitata per quello che ho combinato. Senza dire nulla, prendo in bocca il cazzo di Andrea.
“Portami al privè stasera… voglio proprio provare ad andarci...” gli dico, mentre le sue dita si fanno strada prepotenti nel mio culo rilassato.
Fine.
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