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Ascoltando


di AndreaCork
08.10.2020    |    11.988    |    3 8.6
"” disse Alice, sdraiandosi sul letto..."
“Aaahhh… ha ha ha ha ha ha...” rideva Alice. A gambe aperte sul suo letto, vestita solo di quelle calze autoreggenti color carne, il grosso cazzo iniziava a penetrarla. Lei si stupiva di come un affare di tali dimensioni potesse farsi strada tra le sue carni e darle al contempo tanto piacere. Non aveva mai provato un cazzo così grosso in vita sua. Non era una cosa mostruosa, per carità, ma pur sempre più grosso di qualunque cazzo avesse mai provato.

Sì, Marcello ci aveva davvero saputo fare. L’aveva sedotta prima con le parole. Poi con degli sfioramenti leggeri e quasi casuali durante i primi incontri, poi con qualche bacio cui lei aveva ceduto in quei sabati autunnali. Imparare a usare i piedi l’aveva divertita da morire, e di questo doveva ringraziare Andrea, al punto che le calze di nylon erano entrate a far parte del suo corredo di seduzione: nonostante Marcello non fosse un appassionato di piedi, quel giorno per vedersi con lui aveva optato per una gonna al ginocchio, delle decoltè rosse e una maglietta scollata che metteva in risalto il suo seno enorme. Ovviamente, appunto, le gambe erano fasciate da quelle calze affascinanti che non mancavano di destare sguardi ammirati da chi si soffermava a guardargliele. L’aperitivo scorse piacevole e lei continuava a giocare con le scarpe: era ormai diventata una piacevole abitudine quella di sfilare di continuo sandali e ciabatte. Non si erano detti nulla di compromettente se non qualche battuta un po' piccante e senza nemmeno scendere mai nel personale, ma gli sguardi tra loro parlavano chiaro: volevano scoparsi. Sporgendosi sul tavolino del bar, lui si avvicinò a lei e con la scusa di spostare il bicchiere le sfiorò un seno. Lei si sentì bagnare all’istante. E vide l’ingrossamento tra le gambe di lui. Istintivamente sfilò una scarpa e si avvicinò al viso di Marcello, baciandolo, leccandogli leggermente l’angolo del labbro.
“Paghiamo e andiamo...” disse soltanto.
Lui la seguì, ben deciso a farsi portare da lei ovunque. Alice salì nell’auto di Marcello e appena chiusero le portiere si baciarono sul serio. Gli mise una mano sui pantaloni mentre lui osava toccandole le gambe.
“Ohhh!!!” fece lei, tastando il grosso cazzo. “Sei contento di vedermi?” Chiese, muovendo la mano avanti e indietro. Lui le strinse un seno con la mano.
“Frrr!!!” disse Alice.
“Beh?”
“Eh se tu sei messo così… io qui ho le mutandine ridotte male...” e dicendo così, si assicurò che intorno non vi fosse nessuno. Poi le tolse e gliele mise in faccia.
“Andiamo?”
“Andiamo!!!” disse lui. Mise in moto l’auto e lei lo condusse a casa sua, senza mollare mai la presa sul suo cazzo durissimo. Salirono in casa e non persero tempo: non avevano voglia di bere o di inutili convenevoli. Quello che sarebbe successo lo sapevano molto bene entrambi, non serviva girarci intorno. E ci misero pochi secondi a ritrovarsi nudi. Quando lei vide il cazzo nudo di Marcello rimase stupita. E provò un immenso piacere quando lui, baciandole i seni, la toccò in mezzo alle gambe. Lo fece sedere sul divano e subito fu in ginocchio davanti a lui. Lo baciò, lo leccò in quel suo inimitabile modo, tenendo la lingua tra i denti. Lo massaggiò e finalmente si decise a provare a prenderlo in bocca. Era grosso. Duro e grosso, come non ne aveva mai provati, eccetto quel vibratore enorme che le era stato regalato. Ma una cosa era infilarsi un vibratore di silicone, e una cosa era giocare con quell’attrezzo di carne: così caldo e reattivo, pulsava a ogni tocco di lei. Lo mise in bocca e si sentiva riempita al punto da fare quasi fatica a contenere la saliva. Era bello e buono. Piano piano si muoveva su e giù sull’asta, solleticando il glande con la lingua. Sia lei che Marcello avevano un’espressione estasiata. Era sempre bravissima, Alice, con la bocca. E con quella bocca avrebbe saputo regalare piacere al più freddo degli uomini. Marcello guardava le sue tettone muoversi ritmicamente, seguendo il movimento della testa di lei. Niente da fare, era troppo bagnata, e sarebbe stato un autentico piacere prendersi quel cazzone. Lo sentiva che non sarebbe stato come con quel vibratore troppo grosso per lei. Portò Marcello all’orgasmo e lo lasciò godere nella sua bocca. Una sborrata lunga e densa, che la sentiva impastarle la bocca in mille fili ogni volta che muoveva la lingua. Succhiava ancora per aiutarsi a ingoiare il frutto del suo lavoro.
“Eh… ora mi ricambi il favore bello mio!!!” disse, prendendolo per mano e conducendolo in camera da letto.
Socchiuse la porta, si sdraiò e aprì le gambe mentre Marcello si metteva di fianco a lei, baciandola dappertutto. Ci sapeva fare con le mani, l’amico: sapeva molto bene come toccare una donna, mentre le mani di lei non lasciavano il suo cazzone durissimo.
Le mani di Marcello frugavano la vagina bagnatissima di Alice, e la sua bocca non mollava i capezzoli duri. Alice ansimava sotto quella dolce tortura, ancheggiando avanti e indietro. Voleva che lui la prendesse, ora. E ancora lui non lo fece: si inginocchiò di fronte a lei e la baciò, la leccò, la portò all’orgasmo, fino a farla tremare: era sempre così. Tremava sempre, quando la facevano venire. “Tac!!! Tac!!! Tac!!!”, faceva il suo bacino, scattando dopo l’orgasmo. Solo allora lui la penetrò: si mise di fronte a lei, le strofinò il cazzo sul clitoride, la eccitò ancora, entrò solo con il glande.
“Fai piano che ce l’hai grosso...” disse. Ma rideva e non vedeva l’ora di essere presa da lui: solo con il glande dentro iniziava già a sentire un immenso piacere. Pensava avrebbe avuto bisogno di sfiorarsi mentre lui entrava in lei, ma niente: era troppo eccitata, e lui troppo delicato, per aver bisogno di aiuti extra. Il cazzo di lui in un solo movimento, costante ma delicato, entrò. E appena fu dentro, senza nemmeno doversi muovere, lei sentì subito piacere. Si sentiva aperta e riempita. Poteva percepire le pulsazioni delle vene del cazzo del suo amico spingere contro le sue carni. Lo sentiva vibrare, tanta era la voglia di scoparla.
“Ahhh… è grosso… che bello...” disse, sentendo il piacere invadere ogni fibra del suo corpo. Si prese i seni in mano cercando un modo di sfogare quella voglia di godere che la stava facendo impazzire. Marcello spinse un po' di più a strofinare il pube contro il clitoride di lei.
“Diooo!!!” disse Alice. Marcello spinse ancora. “Sfrccc!!!” fece la sua vagina. Un primo schizzo di piacere. E finalmente iniziò a scoparla veramente. Dentro e fuori, dentro e fuori, dentro e fuori, poi si fermava a strofinare ancora il pube contro il clitoride. Doveva godere. E lo fece. Un orgasmo, poi un altro, e un altro ancora. Quanto cazzo era bello scopare con lui??? Davvero, prima di prenderlo pensava le avrebbe fatto male in qualche modo. E invece no: era solo bello e piacevole. Gli accarezzava la schiena con le gambe mentre lui la scopava sempre con più foga. Non smetteva più di godere. “Sfrccc!!! Sfrccc!!! Sfrccc!!!” faceva la sua figa a ogni affondo di quel cazzone duro. Quanto andò avanti? Perse il conto degli ogasmi che Marcello le regalò, baciando di continuo la sua bocca e il suo seno.
“E tu non vieni?”
“Voglio goderti tutta...” disse lui, uscendo da lei e sdraiandosi.
Lei guardò quell’uomo dal fisico scolpito vicino a lei. Gli accarezzò l’addome, poi lo prese in bocca un’altra volta e poi iniziò a passarselo tra i seni enormi. Lui impazzì di piacere al contatto con la pelle fresca di Alice: stretto tra le sue tettone, il glande del suo cazzo spuntava agevolmente fino a raggiungere la bocca di lei.
“Adoro il tuo cazzo...” disse, staccandosene un attimo per contemplarlo. Gli fece cadere su un po' di saliva e ci si sedette sopra. Le mani di Marcello si aggrapparono ai suoi seni mentre lei lo cavalcava con foga fino a godere ancora. Se lo prese in diverse posizioni, da dietro, di fianco, poi si fece scopare ancora mettendosi sotto di lui. E finalmente lui la riempì di sperma, godendo con lei. Spingeva talmente tanto, godendo, che lei credette che lui volesse sfondarle lo stomaco.
Stettero sdraiati vicini a riprendere il respiro: il cazzo di lui pulsava, espellendo le ultime gocce di sperma. Alice lo prese ancora in bocca per puliro.
“Ecco, ora sei a posto...” disse, dopo aver bevuto le ultime gocce di sperma. Si riposarono un po', ripresero fiato, chiacchierarono qualche minuto.
Adesso lei, esausta, voleva restare a sola. Aveva voglia di passare la serata senza di lui. Avevano avuto quello che volevano e adesso non aveva voglia di interagire con Marcello. Non aveva voglia di preparargli la cena o di uscire a bere. Magari più tardi le sarebbe potuto venir voglia di bere qualcosa, forse. Ma in quel momento no, finito di godere, passata l’eccitazione, aveva voglia che lui se ne andasse. Con gentilezza glielo disse e fortunatamente lui non fece problemi o storie. Si rivestì, lei lo accompagnò alla porta e lo baciò. Le era piaciuta quella scopata. E anche tanto. E sì, di sicuro lo avrebbe rivisto: era bello, simpatico, sexy da impazzire e in più scopava vergognosamente bene. Ma ora voleva starsene in pace nel suo mondo. Marcello uscì di casa che ormai era quasi buio. Alice prese il telefono e scrisse ad Andrea.
“A posto, casa libera”
Andrea uscì dalla sua stanza. La guardò con un sorriso compiaciuto.
“Ti sei divertito oggi, a vedere come giocavo con le scarpe mentre ero con lui...”
“E non solo lì mi son divertito...”
“Hai visto che cazzone?” disse Alice.
“Ho visto come te lo sei gustato...” fece lui avvicinandosi a lei. “Hai goduto bene, eh?” chiese guardandole i piedi.
“Ho goduto da morire. Senti, mi ridai le ciabatte?”
“Giusto...” Andrea entrò in camera sua e prese le ciabatte di Alice. Le depose vicino a lei, che le indossò prontamente.
“Ti piaceva annusarle mentre mi guardavi scopare con lui, eh? Le hai anche sborrate, magari?”
“Ovvio che le ho sborrate… che domande...”
“Bene… devo rilassarmi ora...” disse Alice, sdraiandosi sul letto. “Dai, puliscimi...” disse. Aprì le gambe e si mostrò a lui, che prontamente si inginocchiò a leccare l’intimità di lei, ancora piena dello sperma di Marcello.
“E non dimenticarti di leccarmi anche il culo...”
Fine.


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