Lui & Lei

Azzurra


di AndreaCork
13.02.2020    |    5.596    |    1 9.9
"E il cazzo gli tornò duro, attraverso i boxer..."
Istinto

“Sono una pecora ma con l’istinto da lupo...” disse lei.
“Beh un notevole risparmio di maglioni… e se hai fame puoi sempre auto-mangiarti...” rispose lui.
“Mangio gli altri… auuuhhh!!!” ululò Azzurra sfilando le ciabatte e incrociando i piedi sul divano.
Scherzavano così, battute nonsense, surreali. Non si vedevano da… cinque? Sei anni? E ancora scherzavano e si raccontavano come se si fossero salutati il giorno prima.
Era da quando si erano lasciati che non si vedevano, anche se in amicizia avevano ripreso a sentirsi. Le vite di entrambi erano andate avanti poi si erano visti per caso, in città, quando lei era tornata per sistemare alcune cose. Un incontro casuale ma piacevole. Lui si era trovato a passare vicino a casa di lei e l’aveva vista mentre cercava le chiavi per entrare nel cortile del suo condominio. Giubbotto di pelle, minigonna, anfibi e calze di nylon color carne. Le suonò il clacson per salutarla. Lei si girò e la sorpresa fu enorme quando lo riconobbe. Alex parcheggiò l’auto e scese per salutarla di persona: si abbracciarono fortissimo e con naturalezza lei lo invitò a salire in casa a prendere un caffè. Era sola, e suo fratello, che viveva in quella che era stata la casa dei loro genitori, sarebbe rientrato solo il giorno dopo. Alex accettò l’invito con piacere, pensando che lei aveva sempre un bel culo: questo doveva riconoscerlo. E gli dispiaceva non essere mai riuscito a prenderselo; sapeva che Sergio, l’attuale compagno di lei, era riuscito nell’impresa che lui aveva sempre miserabilmente fallito: il pensiero di un cazzo nel culo della sua ex fidanzata lo faceva divertire e eccitare, e insieme a lei ci scherzava via whatsapp. Certe cose se le raccontavano ancora, anche se ovviamente non vi era più la malizia dei tempi in cui stavano insieme. Azzura entrò in casa e Alex la seguì. Lei tolse gli anfibi e infilò le ciabatte, quelle con le fibbie incrociate e un po' di zeppa che tanto lo facevano impazzire, facendo sì che Alex potesse ammirare i suoi piedi contornati dalla cucitura delle calze.
“Non ha smesso di portare i collant da quando le ho insegnato a farlo...” pensò lui ammirando la naturale gestualità di lei.
“Però sono una bonacciona…” disse lei.
“Finchè non ti si fa incazzare!!!” Azzurra mosse ancora i piedi sul divano.
“Cazzo guardi? Ma ancora guardi queste cose?” chiese lei divertita conducendolo in cucina, dove vi erano ancora quelle sedie sulle quali lui spesso la prendeva facendolo sedere sul suo cazzo sempre duro.
“Eh un feticista non si smentisce mai, lo sai… mi conosci abbastanza bene...”
“Sìsìsì lo so che sei un maiale, tu… vabbè per oggi faccio questo regalino, e tu ti gusti lo show… in memoria dei vecchi tempi...”
Il cazzo ora pulsava nei boxer di Alex: un bel paio di piedi, fasciati da un bel paio di calze, di quelle con la punta rinforzata, dentro alle ciabatte giuste, era sempre un bellissimo spettacolo per lui. Azzurra mise il caffè sul fuoco, si appoggiò al mobile della cucina e iniziarono a chiacchierare tranquillamente. Parlando, non smetteva di sfilare le ciabatte, giocandoci e rovesciandole per poi cercarle col piede.
“Sì ma anche tu però eh… io guardo ma tu cazzo vuoi star ferma con quei piedi???”
“Mi conosci, sono in casa mia e faccio quello che voglio… lo sai… e poi è troppo divertente vederti imbarazzato!!!”. Risero insieme.
“Sempre sul pezzo eh? Stronza come sempre...”
“No, peggio… sono peggiorata con gli anni… dai che mi racconti?”
“Ho fatto un nuovo tatuaggio...”
“Ah dove?”
“Sul polpaccio...”
Azzurra servì il caffè, sfilò le ciabatte e si sedette incrociando le gambe sulla sedia, lievemente orientata verso di lui. Autoreggenti. Cazzo. Poteva scorgerle le mutandine di pizzo. Maledetta. Cazzo durissimo.
“Ancora guardi???”
“E tu basta mostrare!!!”
“Allora mostra tu…”
“Cosa?”
“Il tatuaggio, cretino...”
Alex si alzò in piedi e sollevò i pantaloni oltre il polpaccio per mostrarle la gamba tatuata.
Lei lo guardò ammirata, lo sfiorò con le dita. Era ancora bello il contatto con lei, doveva ammetterlo. Fece per riabbassare il pantalone sulla gamba ma sorse un problema: pantaloni attillati, polpaccio troppo grosso: non riusciva più ad abbassare niente. Tirava, muoveva la gamba, il pantalone non scendeva. Cazzo. Azzurra rideva. Lui prendeva in seria considerazione l’idea di tagliare i pantaloni. Non guardava più i piedi di Azzurra, e nemmeno il suo culo. Voleva solo tirarsi fuori da quel guaio: provando e riprovando si strappava i peli della gamba, bestemmiava, alzava e riabbassava. Lei rideva come una matta. Sbottonò i pantaloni per rendersi il compito più facile. Lei rideva ancora di più. Poi mossa a compassione si risolse ad aiutarlo. In due tiravano, lui con i pantaloni calati e incastrati sulla gamba, lei che rideva e notava il suo imbarazzo. Solo dopo lunghi tentativi riuscirono a sistemare la situazione. Alex, sfinito, cadde sulla sedia, i pantaloni ancora calati, lei si sedette per terra, sfinita come lui, anche se più dalle risate che dal lavoro. Ecco, ora Alex poteva tornare a guardarle le gambe e i piedi. E il cazzo gli tornò duro, attraverso i boxer.
“Beh? E questo?” disse Azzurra, toccandolo con un dito.
“Eh… lo sai… e se lo tocchi peggiori le cose...”
“Come? Così?” disse Azzurra, sfiorandolo con un più insistenza, sentendo la durezza di lui.
“Sì… cazzo ma lo fai apposta???”
“Eddai… ancora c’è malizia tra noi???” chiese lei. Poi sfilò una ciabatta e col piede gli toccò l’erezione.
“Dai cazzo...” Azzurra continuava ad accarezzare il cazzo durissimo.
Alex le toccò il piede, sentendo il nylon della calza e il calore della pelle.
Si gustò le carezze di lei, che si sedette sulla sedia e senza dire niente abbassò anche i boxer di Alex.
“Anche tu sempre sul pezzo eh?” disse:“Sempre un bel pistolone duro… Ricordi come te lo succhiavo?”
“Altro che!!!”
“Che scopate ci facevamo noi due!!!”: Azzurra si mise in bocca un dito e iniziò a succhiarselo.
“E i pompini che ti facevo?” Lui non aveva dimenticato lo sguardo di Azzurra quando aveva in bocca un cazzo: labbra serrate a creare il vuoto e occhi sbarrati, quasi fuori dalle orbite: aveva sempre sostenuto, da esteta qual era, che buona parte del piacere dato dal pompino era lo sguardo di chi lo fa.
“I tuoi occhi… la faccia che fai quando fai i pompini… Azzurra mi fa impazzire!!!”
“Questa?” disse lei, e si rimise il dito in bocca facendo “quella faccia”. “Eh?”
“Sì… questa faccia qui...”
“La stessa faccia che avevo quelgiorno alla sauna, la prima volta che ti ho fatto le corna?”
“Hmmmsììì...”: Alex stava impazzendo dall’eccitazione, a ricordare quell’episodio.
“Quando tu mi hai lasciata sola per andare a farti in giretto e io dopo dieci minuti già stavo succhiando il cazzo a quel tipo mentre il suo amico mi leccava la figa? Ricordi come glielo succhiavo quel cazzone? Facevo così con la testa...”: e iniziò a fare sul suo dito lo stesso movimento che faceva quel giorno.
Alex osò: “sì, ma col cazzo in bocca sei molto più bella...”
“Quale cazzo?”: lei si inginocchiò di fronte a lui.
“Questo?” disse, prendendoglielo in mano.
“Cazzo...”
“Stai zitto...” disse. E lo prese in bocca con dolcezza ma anche con voglia. Cazzo, era sempre stata bravissima a fare i pompini, ma era addirittura migliorata col tempo. Alex si godeva la bocca di Azzurra, guardava i talloni staccati dalle ciabatte, pensando che le ricordavano i piedi di sua zia, quando era bambino, mentre gli sistemava l’orlo dei pantaloni da accorciare.
“Sempre fantastici i tuoi pompini!!!” disse lui balbettando per il piacere.
Lei si staccò dal cazzo di Alex e si pulì un filo di saliva che le univa la lingua al glande di lui.
“Eh tesoro, quando una è troia… se le piace il cazzo non se lo fa mai mancare… e poi il tuo… ti ho sempre detto che è perfetto… guarda qui...”: lo riprese in bocca per un attimo. “Mi sta in bocca alla perfezione!!! Hmmm!!!” e riprese a succhiarlo con piacere. Lui la guardava negli occhi e si godeva il momento.
“Cazzo sto per venire...” fece Alex, al culimne dell’eccitazione. Azzurra si staccò.
“Eh no!!!” disse. Si alzò, si avvinghiò a lui, strusciando il pube contro il cazzo di Alex.
“Vuoi godere solo tu?” disse, baciandolo con la bocca bagnata di saliva. Alex infilò la mano tra le gambe di Azzurra, scostandole le mutandine. Sentì che era bagnatissima. Azzurra lo assecondò con quelle pose che lui adorava, poggiando la gamba sulla sedia. Alex la penetrò con le dita, lei lo masturbava e le loro lingue giocavano.
La ragazza si tolse le mutandine, e si sedette sul tavolo della cucina. Lui si sedette di fronte a lei e iniziò a leccare in mezzo alle gambe, assaporando la sua vagina bagnata. Le sfilò le ciabatte, si appoggiò i piedi di lei sulle gambe e li accarezzava mentre con la lingua la masturbava. La conosceva ancora, e ancora sapeva come farla godere. Si godeva i respiri di lei che con le mani gli spingeva la testa contro l’inguine fino a fargli dolorare la bocca. E la portò all’orgasmo, bevendo tutto quanto usciva da lei. Alzandosi in piedi, la spinse all’indietro, le sollevò le gambe e la penetrò che era ancora ansante di orgasmo. Iniziò a scoparla, le denudò i seni e leccò i capezzoli, mentre i colpi del suo cazzo le regalavano scosse di piacere.
“Fermati!!!” fece lei. E lo condusse nella sua stanza. Si spogliarono completamente.
“Queste però scommetto che vuoi che le tenga...” disse lei, indicando le calze e le ciabatte.
“Beh…” Azzurra rise e si sdraiò sul letto, aprendo le gambe e mostrandosi in tutta la sua nudità bagnata.
“Scopami, forza...”
Alex le fu sopra e la prese. Con forza, alternava strusciamenti tra i due inguini a momenti in cui le dava dei colpi da farle quasi male. Alzò le gambe di Azzurra e si portò i suoi piedi in faccia.
Quell’odore che lui adorava, sempre quello, esattamente come lo ricordava. Come piaceva a lui. Li annusò e riprese a scoparla: lei si mise le mani sugli occhi: era venuta un’altra volta.
Ansimava Azzura.
“Questo mi è sempre piaciuto di te: non vieni mai per primo, sei sempre attento a far godere la donna… senti, esci… ti faccio fare una cosa...” disse lei. Alex uscì da lei, che si mise a cercare qualcosa nella sua borsa da viaggio. Ne tirò fuori una bottiglietta di lubrificante profumato e gliela porse.
“Ora puoi prendertelo il mio culetto se vuoi… è tutto tuo...” disse, mettendosi a pecorina. Si aprì le natiche.
“Guarda come è rilassato...”
Alex non se lo fece ripetere, leccò un po' l’ano della ragazza, si prese tutto il gusto del suo corpo, poi spalmò il suo glande di una generosa porzione di lubrificante. Lubrificò anche il buchetto della ragazza e piano la penetrò anche lì: prima con un dito.
“Ah...” fece lei.
“Ti fa male?”
“No… mi piace… così… col dito… ancora...”: Alex scopava con il dito il culo di Azzurra, lubrificò ancora e le dita in lei ora erano due.
“Vuoi proprio recuperare… ah… il tempo perso...” fece lei, toccandosi il clitoride.
“Sì...” rispose Alex. Poi puntòil cazzo sul culo della sua ex donna. Piano piano entrava in lei, si stava prendendo quell’ano che tanto aveva voluto, e che ora non era più vergine. Lei si toccava, e venne ancora mentre Alex godeva nel suo ano.
“Bello rilassato eh...”
“Da quando mi hai lasciato qualche cazzo ci è passato, di qua...” fece lei godendosi i colpi lenti del suo amico.
“Maledetta...”: Alex si muoveva lentamente in lei. “Ma… non eri fidanzata…?” disse, scopandola ancora.
“Pfff… è pieno di corna… solo che lui non lo sa...”
La troiaggine di Azzura aveva sempre eccitato Alex, e adesso era sul punto di venire. “Dove vuoi che venga?” le chiese.
“Dove vuoi...”
“Mettiti a sessantanove...” disse, andando verso il bagno per sciacquarsi il pene sempre durissimo ma ormai pronto a venire.
Azzurra lo accontentò. Si sedette sul suo viso e iniziò a succhiarlo. Lui leccava la vagina ancora bagnata di lei, il suo ano e le annusava e toccava i piedi. Succhiò quel cazzo che aveva sempre adorato fino a farlo venire nella sua bocca.
Si girò verso di lui, e con la bocca piena di sperma lo baciò di gusto. Insieme bevvero e giocarono con lo sperma di lui, mentre il suo cazzo ancora durò la penetrò ancora nella vagina. Vennero insieme, e lui la riempì di sperma per poi fermarsi a guardarla mentre dalle suelabbra intime colava il liquido bianco: la leccò e la accarezzò con la stessa dolcezza di un tempo. Poi senza dire nulla, si rivestirono, entrambi ripensando al fatto che l’alchimia tra loro non fosse mai mancata, nemmeno dopo tutto quel tempo.
“Davvero è pieno di corna?”
“Sì… mi ha sempre scopata poco… sa benissimo che io il cazzo lo voglio. E su questo non transigo, lo sai...”
“Sempre la stessa tu!!!”: risero di gusto.
“Sempre lo stesso anche tu… e adoro ancora guzzare con te...”
Quella parola!!! Che aveva sentito per la prima volta da un amichetto quando aveva sei anni, la prima volta che aveva sentito parlare esplicitamente di sesso e che gli avevano detto come si fa… quella parola che non si usava più da tanti anni… in bocca a lei assumeva un’aria terribilmente sexy. Una parola volgarissima che inconsciamente lo riportava alla curiosità un po' morbosa per il sesso che si ha quando gli istinti sono già ben delineati ma ancora si è troppo giovani per poterlo praticare. Lo eccitava sentirla così disinvolta, era sempre stato attratto dal suo modo di vivere il sesso. Era tardi ormai, e si salutarono con lo stesso affetto di quando si erano ritrovati: un abbraccio fortissimo e un bacio. Questa volta sulle labbra.
“Prossima volta, mi riempi anche dietro...” disse lei accompagnandolo all’auto. E sciabattando, se ne tornò in casa mentre lui guidava tra le prima gocce di pioggia che iniziavano a cadere.
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