tradimenti

Darkroom


di AndreaCork
24.02.2020    |    8.877    |    6 9.2
"“Il matrimonio va così… succede…” dice ancora, cercando di intortarmi..."
Dark room


Dark room. Camera oscura. Non si vede niente. Ma proprio niente. Non è che si veda male o poco… o che ci sia appena penombra. No no no, è proprio del tutto buio. Non si vede proprio nulla. Una camera senza alcuna luce, con l’ingresso coperto da due strati di tende pesantissime che non lasciano filtrare la luce. Si cammina a tentoni, si sta attenti a non inciampare e quello che succede… succede.


Ho 27 anni e un lavoro da grafico in un giornale. Me la passo via con gli amici, suono il basso con il mio gruppo metal, mi diverto e vivo la mia vita tra una storia più o meno amorosa e l’altra. Oggi è sabato ma non ho voglia di suonare: bevo un caffè al bar, poi torno a casa e… mi masturbo. Voglia di sesso. E questa sera, una botta di vita. Me ne vado al privè, vediamo se trovo qualche coppia con cui divertirmi un po'. Ebbene sì, mi diverto a fare il terzo per le coppie in cerca di trasgressione. E stasera sarò tutto elegante e pronto a far divertire qualche signora che ha voglia di novità.
Arrivo al locale verso le ventidue e trenta, abbastanza presto da vedere chi entra e rendermi conto di come sarà la serata. Qualche singolo, qualche coppia ma niente di troppo interessante, per ora. Mi dirigo verso la zona dei salottini appartati per vedere se qualcuno si sta già dando da fare: ancora nessuno, se non qualcuno in vena di chiacchiere nella sala cinema. Esco nella zona fumatori e c’è qualcuno che conosco: una coppia con cui ho già giocato in passato, un’altra coppia che non conosco, Ornella la moglie del proprietario del club e un paio di singoli. Ci scambiamo un bacio io e Ornella, due battute maliziose e ci si presenta con le altre coppie: si chiacchiera, si scherza un po' e il tempo passa. Decido di fare un altro giro per la zona appartata, anche se so per esperienza diretta che non è il modo più furbo di “beccare”: il modo migliore è presentarsi con garbo e provare a conoscere la coppia e aggirarsi per la zona buia serve solo a farsi vedere come dei maiali morti di fica. Ma ho voglia di osservare se c’è qualche coppia in azione, per divertirmi un po'. Sento qualcuno che fa sesso… ma nei salottini non c’è nessuno. Dev’essere per forza nella dark room: provo a entrare. Vediamo che succede. Sì, qualcuno sta scopando. Non resisto. Devo avvicinarmi. Nel buio, piano piano, cammino fino ad arrivare al letto. Una donna alle prese con più uomini. Bellissimo!!! La situazione che preferisco!!! Dalle voci che sento, devono essere tre. Tocco piano per sentire com’è… è formosa!!! Indossa le calze di nylon!!! E qui il cazzo inizia a scoppiare nei pantaloni!!! Accarezzo le sue gambe… tocco il seno… è enorme!!! E si lascia pure toccare… favoloso!!! Che seno!!! Come il seno di mia zia… sì, da anni e anni mi masturbo pensando a mia zia, come fanno molti. Vorrei scoparmi mia zia: da quando, da bambino, andavo a casa sua e con un pretesto o con l’altro mi infilavo sotto il tavolo dove lei lavorava o guardava la tv o faceva le parole crociate: in quei pomeriggi in cui i miei genitori non potevano stare con me mi affidavano a lei, e mi portavano in quella casa di campagna dove lei viveva con il marito. Mi infilavo sotto il tavolo e le fissavo le gambe e i piedi perfetti, cercando istintivamente di annusarli. E lei scherzosa:
“Che fai lì sotto? Guardi le mutande della zia?”: io non dicevo nulla, mi limitavo a continuare a giocare con le mie macchinine e poi piano piano avvicinavo il viso a quei piedi, che fossero fasciati dalle calze color carne che indossava quasi sempre o che fossero incorniciati da delle semplici infradito. E fu proprio lei, inconsciamente, a farmi diventare feticista dei piedi. Trovavo ogni pretesto per andare in bagno ad annusare di nascosto le sue ciabatte e le sue scarpe: sembrava le lasciasse lì apposta per me. Mi perdevo a sentire il suo odore in quelle scarpe usate dove le sue dita avevano lasciato il segno. Annusavo e mi masturbavo immaginando di poterla scopare un giorno. E questa sera, questa donna dalle tette enormi e da quel che sento, anche dal culo grosso… adesso… mi ricorda mia zia Isabella come non mai… immagino di avere lei tra le mani…
Mamma mia che meraviglia!!! Sento che ha un cazzo in bocca e a occhio uno in mano… tiro fuori il mio, ormai durissimo, e inizio a strofinarlo sulle gambe per sentire il nylon delle calze, immaginando di avere davanti mia zia… sfilo le scarpe e annuso i piedi mentre le tocco i seni, lei mi sente e con la mano cerca il mio cazzo.
“Uuuhh che bel cazzo!!!” sussura a bassa voce mentre gode: mi masturba, e sento che nel buio continuano a scoparla in bocca e tra le gambe dandosi il cambio.
“Ti piacciono i piedi eh… annusa… bravo...” sussurra ancora la signora.
Ovviamente zia Isabella era una donna troppo seria e a modo per essere anche solo sfiorata dal pensiero di farsi scopare dal figlio di sua sorella. Era davvero una brava zia, lo è sempre stata, e sono sempre state fantasie solo mie, di cui lei ovviamente non ha mai saputo nulla. Ma è finita che poi ho sempre cercato donne con le sue forme. Crescendo non ho più potuto godere dell’odore dei suoi piedi in quel modo, non avevo più la... “protezione” della giovane età da potermi infilare sotto quel tavolo e ho sempre dovuto accontentarmi di annusare solo le sue scarpe o le sue ciabatte. Al massimo, lo confesso, una volta, avrò avuto quindici o sedici anni, rischiando di brutto, le ho annusato i piedi mentre faceva una pennichella. E non dico dopo la sega che mi sono fatto ripensando a come sono riuscito a sentire l’odore dei suoi piedi con quelle calze usate… e quante me ne sono fatte negli anni ripensando a quell’episodio che purtroppo non ha più avuto seguito. Ed è per quello che alla fine ho sempre cercato di avere donne con le sue forme, come questa meravigliosa sconosciuta. Sono nato che lei aveva vent’anni, quindi anche ora a quarantasette anni è una bellissima donna piacente, dalle curve rotonde con il culo un pò grosso e delle tette enormi. E quando sono da lei, non manco mai di ammirare sognante le sue gambe e i suoi piedi. E di nuovo mentre sono in compagnia di questa donna penso a mia zia… e il cazzo mi si indurisce ancora di più, sentendo in questi piedi lo stesso odore che sentivo un tempo.
Uno degli uomini ha goduto e lascia libera la fica della donna senza nome e senza volto. Mi fiondo tra le sue gambe e incurante che possa essere piena dello sperma di un altro uomo, la lecco. Bevo il suo piacere, la sento bagnatissima godere dei miei baci e delle mie dita… Sento che gode ancora, da come respira e da come si muove. Mi incurvo su di lei e le bacio i seni enormi stringendoli tra le mani. Provo a baciarle la bocca ma sento che è impegnata a succhiare un altro cazzo. Favolosa!!!
La penetro… è bellissima la sua vagina, dilatata al massimo dall’eccitazione e dal piacere. E sento che le piace essere presa con la dolcezza che ci metto, nonostante la foga del momento la faccia da padrona. Mi concentro sui suoi piedi e sulle sue gambe: annuso, bacio, scopo, accarezzo… lei gode ancora e io glielo chiedo:
“Dove vuoi che venga…?”
“In bocca...” mi sussurra.
Infilo il cazzo nella sua bocca, mioddio ma è bravissima a succhiarlo e in pochi secondi mi porta all’orgasmo, un orgasmo che le riempie la bocca e che sento straripare dalle sue labbra. Percepisco nel buio che raccoglie anche le gocce che colano fuori per bere tutto il mio piacere. La dark room funziona così: fai sesso con sconosciuti, poi senza tanto parlare per non rovinare il mistero, ti rivesti ed esci. E io mi rivesto ed esco, non prima di aver annusato i suoi piedi un’ultima volta.
Vado al bar a prendermi da bere e poi verso la zona all’aperto per rilassarmi un po', passo davanti alla dark room quando sento dietro di me la coppia con cui ho appena giocato. Sento i commenti:
“Quanto mi è piaciuto quando quello là mi annusava i piedi… era bellissimo!!!”: mi giro e vedo prima un bell’uomo che non ho mai visto, e poi una faccia ben conosciuta e molto sorpresa. Come sono sorpreso io: zia Isabella!!! Cazzo!!! Mi sono scopato mia zia!!! Non ci credo!!! Lei è molto più sorpresa di me nel vedermi lì, soprattutto per un’altra cosa importante: non è lì con suo marito. Fa le corna al marito!!! Figata!!!
“Tu…?” mi dice con lo sguardo, guardandomi spaventata, quasi implorante di mantenere il suo segreto. E puoi immaginarti se dico qualcosa!!!
Io la guardo e le passo di fianco facendole segno di non dire nulla in segno di complicità.
“Ssshhhttt!!!” le sussurro.
Vanno verso il bar, e li seguo piano piano. Mi avvicino e inizio a chiacchierare con loro, per mia fortuna non mi manca l’eloquenza. Attacco bottone con lui che mi racconta un sacco di balle su loro due. Noto il nervosismo della zia, le offro da bere e lei accetta. Seduta sullo sgabello, non riesfe ad abbassare la gonna e a evitare che l’elastico di pizzo delle calze sbuchi malizioso. Mi limito alle chiacchiere, non faccio avances di alcun tipo, non voglio giocarmi male le mie carte e poco dopo lascio la coppia alle sue cose. Ma è chiaro che ci sarà da divertirsi, qui. Non so nemmeno io come faccio a mantenere quest aplomb.
E’ solo quando torno a casa, che l’incredulità di quanto ho vissuto si fa strada dentro me, al punto che faccio fatica a guidare dall’emozione: ho scopato zia Isabella!!! Ho scopato zia Isabella!!! Ho scopato zia Isabella!!! E lei… non lo sa!!!
Il giorno dopo ovviamente mi chiama, mi dice di andare a trovarla e che deve parlarmi. So già di cosa vuole parlare: di sicuro cerca la mia complicità. E di sicuro la avrà. Oh, se la avrà!!! E le costerà. Come si dice, nemmeno il cane muove la coda per niente. Severo, ma giusto.
Arrivo da lei e la trovo in tuta da ginnastica, ciabatte e calze di nylon, come suo solito. Di giorno donna di casa mezza dismessa, la notte… hmmm… già mi tira il cazzo.
“Andrea...” esordisce. “Ti prego, non giudicarmi, non pensare male...”: solita tiritera di chi è sgamato con le mani nella marmellata e non sa come venirne fuori.
“Il matrimonio va così… succede…” dice ancora, cercando di intortarmi. Fingo di ascoltare le cazzate che mi racconta. Le voglio dare la sensazione di essere creduta.
“Ma ti prego di non dire niente, lascia che me la sbrighi io...” dice, mettendo su il caffè. Le guardo il culo e i piedi. Ci sediamo a tavola e mi spiega che suo marito la trascura per il lavoro, che va sempre a pescare o a giocare a calcio, che una donna ha bisogno di attenzioni e finisce per cercarle altrove… solite cose. Io guardo i suoi piedi nelle ciabatte. Guardo il segno delle sue dita nel cuoio. Le tolgo una ciabatta.
“Che fai??? Ma sei scemo???” mi dice stupita.
Mi inginocchio di fronte a lei e inizio ad annusare quei piedi come facevo la sera prima, nel buio. Li accarezzo e li bacio.
“Daaaiii che cazzo fai!!!”
“Ieri sera, quando lo facevo, ti piaceva...”
“TUUUUUUUUUUUUUUU???” mi guarda, scandalizzata.
“Anche quando ti ho scopata...” dico, accarezzandole l’arco del piede.
“Tu mi hai…?”
Mi alzo in piedi, lei è incapace di dire qualunque cosa… tiro fuori il cazzo durissimo.
“Lo riconosci questo…?”: lo tocca, timida, non più protetta dall’anonimato del buio.
“Ti piace la sborra in bocca, vero zia?” le chiedo, sicuro della sua risposta.
“Cazzo...”
“Eh già… cazzo...” dico, mentre lei, ormai prima imbarazzata, poi solo divertita, si spoglia e mi prende in bocca iniziando il primo di tanti pomeriggi di sesso tra noi. E di tante serate nella dark room.
Fine.


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