tradimenti

Pornostar


di AndreaCork
17.02.2020    |    2.925    |    2 6.0
"E io qui da solo a pensare a mia moglie e a quello che dovrà combinare..."
-"Ma lavoro un cazzo porco XXX. Ė delle mie corna che si parla qui"
-"Non bestemmiare... dai lo so..."
-Non bestemmiare? Non bestemmiare????? NON BESTEMMIARE??? Testa di cazzo perché non me lo hai detto che avevi fatto dei film porno?"
-"Film porno adesso… erano cose amatoriali, così, tanto per divertirmi… ed è stato anni fa… se te lo dicevo pensavi male di me...”
-"Ti sposavo lo stesso stupida cretina!!! Ti sei scopata mezza città prima di metterti con me, cosa volevi che me ne importasse per un paio di film del cazzo??? Idiota!!!”
-"Mi vergognavo ok?"
"Deficiente imbecille cogliona idiota stupida cretina e adesso? Eh??? Checcazzo devo fare adesso??? CHECCAZZODEVOFAREIOADESSOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHH???” urlo che non ho praticamente più voce, la bocca spalancata fino a farmi male e gli occhi fuori dalle orbite. E lei? Mi dice di calmarmi come se… non fosse nulla di che, come se mi avesse detto che ha dimenticato di comprare il latte.
È iniziata così. Esatto: anni fa mia moglie prima di conoscermi ha fatto un paio di film porno peruna di quelle case editrici amatoriali che vanno tanto di moda adesso: storie di tutti i giorni, con titoli come “La vicina troia… Storie di sesso di campagna… Segretarie vogliose...” cose così: nessun problema per me, ci mancherebbe. Uno fa quello che vuole quando non è sposato, pure io mi sono divertito e sono sempre stato uno di mente aperta. Ma poi… poi… poi… cazzo, quella cretina non è stata attenta a dove firmava e ora quelli della casa editrice si fanno avanti chiedendo un terzo film. Per contratto dicono: lo avanzano per contratto. O un film o una penale esorbitante. Più di trentamila euro. Chi cazzo ce li ha trentamila euro? Dove vado a trovarli? Li chiedo in banca? Già mi vedo gli impiegati a chiedermi a cosa mi servono quei soldi.
“Deve compare un’auto? Ristrutturare la casa? Abbiamo ottimi prestiti per le famigli...”
“No, devo solo evitare a quella cretina sprovveduta di mia moglie di girare un film porno in cui passerò da cornuto alla faccia di tutti...”
No. Noi due, sicuramente, non abbiamo trentamila euro del cazzo. Imbecille. Abbiamo anche consultato tanti avvocati e nessuno ci offre via di scampo. Oltre alla vergogna di spiegare il problema, ovviamente. Immaginatevi la scena. Lì sì, ho dovuto parlare chiaro. Altro che le banche.
"Eh avvocato... mia moglie in passato ha fatto dei film porno e adesso deve farne un altro per questioni di contratto..."
E sempre ovviamente, anche con gli avvocati nessuna scappatoia: il film va girato e punto: anche intentare una causa, dagli esiti del tutto incerti, costerebbe troppo, per non parlare di un’eventuale sconfitta in tribunale. Niente da fare: si va in scena. Tre scene porno vogliono, e una con lei scosciata in esterna. E mia moglie? Lei sdrammatizza. Dice che è solo lavoro alla fine. Certo. Naturale. Si dovrà far scopare da altri uomini, davanti a una troupe... io passerò da cornuto e... e niente, "tanto... è solo lavoro", dice lei. Solo lavoro.
“Eh già… solo lavoro…”
“Massì dai… sai che è solo il mio corpo… come se fossi in fabbrica… in fabbrica, quando lavori, non lo fai con il corpo? E qui è la stessa cosa, dai… lo sai che ti amo… che il mio cuore e la mia testa sono solo per te...”
“BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA PORCO XXX BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!! ADESSO TUTTE LE DONNE LAVORANO CON IL CULO LA LINGUA E LA FIGA??? EH???” Urlo ancora.
Testa di cazzo. Se me lo diceva prima… vedevamo di trovare una soluzione. E ora le tocca fare questo film. Esco di casa incazzato nero, passeggio veloce per non pensare lasciando mia moglie da sola. Non voglio vederla. Nemmeno dipinta. Zero. La luce viola al neon del caffè del teatro mi invita a entrare. Un locale retrò con le pareti tappezzate di locandine di vecchie rappresentazioni sbiadite dagli anni, in ricordo del passato glorioso di questo piccolo teatro. Qualche foto dei vecchi gestori in compagnia di stelle della lirica e di attori un tempo famosi, il frigo dei gelati è l’unica cosa nuova qui dentro. Quando entro noto la barista, una donna sui quarant’anni molto piacente, che è seduta a un tavolo con Juri, il guardiano del faro del paese: so che sono molto amici e si dice anche che passino parecchio tempo a scopare. Non stanno insieme, scopano e basta, si dice in paese. Juri mi guarda un attimo, nota la mia presenza, mi fa un cenno di saluto con testa rasata, poi torna a leggere il giornale mentre lei si alza in piedi e mi serve velocemente la grappa che ho ordinato. Mi sento addosso gli sguardi degli agricoltori e dei pescatori del posto, sembra che sappiano tutto del casino che sto passando: se solo si facessero i cazzi loro come Juri. Lo invidio, quel maledetto: scopa, si fa gli affari suoi, fa bene il suo lavoro e non rompe il cazzo a nessuno. La barista torna a sedersi vicino a lui, accavalla le gambe, lascia cadere una delle scarpe senza tacco che indossa e si sistema una calza, iniziando con indifferenza a fare il piedino a Juri che le sorride con aria complice. Chiaro che questa sera si vedranno e si divertiranno. Li odio, quei due: hanno trovato la loro dimensione. E io qui da solo a pensare a mia moglie e a quello che dovrà combinare. Maledetti. Torno a casa ancora sconvolto, non riesco proprio a passare sopra a questa cosa. Bestemmio in mille lingue dentro di me. Un gatto bianco e nero mi attraversa la strada e mi fermo qualche minuto con lui: fa le fusa, si rotola a terra e miagola un pò. Poi se ne va per i fatti suoi lasciandomi solo come il coglione che sono.
Torno a casa e trovo mia moglie sul divano che legge un libro. Tranquilla come se fossi semplicemente andato a prendere il prezzemolo nel negozio sotto casa, mentre io sono ancora furibondo con lei. Chiude il libro e mi viene incontro. Mi bacia, mi abbraccia, mi accarezza. Il cazzo tira. La prendo con foga appoggiandola sullo schienale del divano. Andiamo a letto e la prendo ancora, riempio la sua figa di sperma senza dire nulla, voglio che senta che è mia mia mia. Miaaa!!! E lei mi lascia fare, mi accoglie tirandomi i capelli. Ma sente che ho tanto bisogno di sfogarmi, di parlare con lei di questa cosa. Non è come un tradimento subito, che ne parli fino alla nausea e puoi fare mille domande su qualcosa che sai che è successa, quelle classiche domande del cazzo:
“Ma ti è piaciuto… come aveva il cazzo… hai goduto… come è successo...”: quelle domande che si fanno per esorcizzare il trauma, e che sotto sotto soddisfano anche una morbosa eccitazione che i più non vogliono ammettere di provare. No, qui non è successo ancora niente. Ma io le faccio lo stesso, delle domande, mentre giaccio al buio di fianco a lei, col cazzo ancora duro.
“Come ti senti… cosa pensi di questa cosa… ma ti eccita l’idea...” domande così: non ho nulla di preciso su cui basare le mie domande.
Lei insiste che tra noi non cambierà nulla, che mi ama, e nelle sere successive mi cerca ancora più di prima. E’ dolce e affettuosa. Ma per me... Lei dovrà comunque scopare con altri uomini. Questo non me lo toglie nessuno dalla testa, nonostante le sue attenzioni premurose. E più mi cerca e si mostra donna con me, io so che questa sua meravigliosa femminilità presto sarà anche per qualcun altro.
"I vizi segreti di quella troia di mia moglie" si chiama il film. Vivo i giorni prima delle riprese come se attendessi il giorno della mia esecuzione. Condannato a morte senza speranza alcuna di appello. Non ci sarà la telefonata di un presidente che mi concede la grazia. Così, mi sento. Cazzo. Per colpa di quella testa di cazzo di mia moglie. Lei cerca di farsi perdonare, ma io proprio non ci riesco. Non riesco a perdonarla, nonostante tutti i suoi tentativi di rendere normalissima la vita tra noi. Non ci riesco proprio a far finta di niente. Sapere che altre mani la toccheranno, lei toccherà altri corpi… cazzi la scoperanno, succhierà altri cazzi, me la sborreranno, se la godranno. So bene che dovrei far finta di niente, non chiedere niente, non sapere niente. Ma il giorno delle riprese voglio essere presente, a costo di fare un infarto sul set. Le comunico la mia decisione, su questo sono irremovibile: le ordino di informare la casa di produzione, che comunque, data la natura amatoriale dei suoi film, è ben abituata ad avere mariti e compagni sui set e non muove obiezioni alla mia presenza. La sera prima delle riprese siamo agitati: a letto siamo rigidi, vorremmo fare l’amore ma non ci riusciamo: lei stessa, che in principio minimizzava la cosa, ora è nervosa: la notte passa lenta e finalmente arriva il suono della sveglia. Ci alziamo, facciamo colazione in bar e andiamo nella città delle riprese. Durante il viaggio in autostrada parliamo un po' e lei mi ricorda che sarà pagata molto bene per il... lavoro. Bella consolazione: cornuto ma pagato. E tutti potranno veder mia moglie scopare con altri uomini. Bellissimo davvero. Già. Arriviamo sul posto e il regista ci fa accomodare: fregandosene del fatto che sono il marito, le tocca il culo alzandole la gonna e facendo commenti volgari:
“Maaamma mia che bel culo che hai non vedo l’ora di vederti in azione!!!” dice: uno degli attori si avvicina, le abbassa collant e mutandine e le divarica le natiche leccandole l’ano. Mi accorgo solo in quel momento che un cameraman sta riprendendo la scena per avere anche un “dietro le quinte”. Non sanno che la cosa mi da fastidio, pensano che io sia contento. Idioti. Se potessi li fucilerei tutti. Io ho un attacco di rabbia terribile, ma sono costretto a mordermi la lingua e a piantarmi le unghie nei polsi. Una costumista le passa delle scarpe col tacco e delle autoreggenti da indossare, oltre a una gonna più corta di quella che indossa: lei si cambia davanti a tutti mostrandosi nuda senza problemi. Eh già, l’ha già fatto… ovvio che non si vergogna, la maledetta troia. Toglie anche le mutande, così sotto la gonna è completamente nuda, con la sua figa dal pelo curato.
Le riprese iniziano con gli esterni dove lei passeggia normalmente: si deve creare un po' di storia, ovviamente.
Prima scende dall’auto, poi la riprendono seduta su una panchina, lunga inquadratura delle sue gambe che si accavallano: lei segue disinvolta gli ordini del regista come se fosse una consumata attrice professionista. Poi iniziano le scene vere e proprie, dove lei incontra gli stalloni: due bei ragazzi giovani ai quali lei sorride compiaciuta quando le toccano il bel culo sodo. Troia. Ridono insieme, loro sparano battute e lei ride mentre uno le tira fuori i seni e le lecca i capezzoli già duri. Ride ancora, la zoccola. Mette le braccia intorno al collo dei due e si lascia succhiare le tette davanti a me. Poi iniziano davvero a girare. Solito cliché da film porno: prima seduti sul divano vestiti, finte chiacchiere, poi inizia a baciare con la lingua uno degli attori mentre l’altro le apre le gambe e mostra alla telecamera la figa; i due tirano fuori i cazzi enormi che lei prende in mano e inizia a masturbare; poi si inginocchia e spara a entrambi un bel pompino, anche doppio: vedo i cazzi degli stalloni puntati sul viso della mia donna che li succhia e li lecca con gran gusto, guardandomi negli occhi; maledetta, la odio in questo momento. Odio tutti qui dentro. Ora è sdraiata sul divano mentre uno dei due le lecca la figa, e anche qui lei sembra apprezzare... l’altro attore non perde tempo e le infila il cazzo in bocca: lei è bravissima a farlo sparire fino alle palle cacciandoselo dritto fino in gola, al punto che due lacrime le spuntano dagli occhi. Quando il cazzone esce dalla sua bocca, un filo enorme di saliva le cola sulle tette e lei lo risucchia con rumore. Poi lo succhia normalmente, tutta presa a godersi la leccata di fica dell’altro.
“Stop!!! Trucco!!!” ordina il regista. Arriva la truccatrice che ripulisce il viso di mia moglie e le ricompone il rossetto , sbiadito dai cazzi in bocca e dalla saliva. Durante le riprese non mi guarda più, è come se io non esistessi nella sua vita. E la cosa mi irrita terribilmente, dovrei prendere a pugni regista, attori, staff, afferrarla per un braccio e portarmela via. Ma so che non si può. Devo ingoiare questo rospo maledetto.
Il regista batte le mani a richiamare l’attenzione di tutti. “Dai adesso me la scopate, forzaaa!!!” urla mentre osserva la scena dallo schermo collegato alla telecamera. Un cameraman di avvicina alle sue gambe aperte. Inquadratura da vicino.
“Toccati, forza!!! Hai voglia di cazzo, ricordalo!!!”: è chiaro che è ben eccitata, ma anche se non ha bisogno di sentirselo ordinare ubbidisce all’ordine e le sue dita iniziano ad accarezzare il clitoride, mentre ancheggia di piacere con il bacino, chiamando cazzi. Conosco quei movimenti: è davvero eccitata, adesso. Odio anche lei. Uno degli attori si avvicina massaggiandosi il cazzo. Glielo strofina sul clitoride. La cosa le dà piacere. La vedo. Ecco, ci siamo. Sto per essere davvero cornuto. Un altro cazzo sta per entrare dentro mia moglie. Strofina, lei lo prende in mano e fa da sola. Lo sa quanto mi piace quando me lo prende e se lo infila. Era un gioco nostro… Stronza. Il cameraman inquadra da vicino il momento. Guardo dallo schermo del regista: vedo il glande dell’attore premere piano sulla vagina della mia donna fino a entrare. Ecco… dentro. Cazzo. Vedo gli occhi di mia moglie che si aggrappa alla schiena dello stallone: sono all’indietro.
“Ahhhmmmammmmmamia!!!” dice quando l’uomo inizia a scoparla. Cazzo. “Bruttazoccolamaledettadelcazzo. Ti sta piacendo, allora...” penso. Ha la lingua di fuori mentre l’uomo inizia a muoversi avanti e indietro dentro di lei.
“Aaahhh… ha ha ha ha ha ha… mamma mia...” dice lei: un po' gode e un po' ride di soddisfatto piacere. L’attore le alza le gambe e la scopa: inquadrano prima il cazzo che entra ed esce da lei e poi le sue espressioni di piacere. Non sta recitando nemmeno un po'. Si gode e basta quel cazzone enorme che la prende alla faccia mia.
“Dai anche tu mettiglielo in bocca forza che le piace!!!” dice il regista all’altro attore che osservava la scena: lui non se lo fa ripetere e si piazza in faccia a mia moglie, che pronta lo accoglie nella sua bocca: ha una mano sulla schiena dell’uomo che la scopa e l’altra è aggrappata al cazzo che sta davanti al suo viso: un po' lo succhia e un po' lo masturba.
Le succhiano i seni, li toccano, uno la scopa e l’altro le strofina il cazzo sulle tette.
“Uuuhhh che bello!!!” urla la mia donna.
“Mamma mia godo è bellissimooo!!!”. Ecco. Pure l’orgasmo. La sento come urla, sì, sta godendo davvero. Vorrei piangere ma la dignità mi impone di far finta di nulla. Cambio di cazzo. Ora lei è a pecorina e l’altro attore la penetra con il cazzo mentre con il dito le solletica l’ano esposto alla telecamera. La penetra col dito anche lì. Dentro. Tutto dentro. Sembra un pollo allo spiedo, con un cazzo nella vagina e uno in bocca.
“Sborriamo o no?” chiede il regista. I due attori escono da lei, si ripuliscono i cazzi pieni dei suoi umori e si piazzano in piedi di fronte a lei seduta sul divano.
Li succhia di nuovo mentre loro si masturbano e a turno le vengono in faccia: da come gioca con lo sperma sul suo viso e sulla sua lingua capisco anche qui che lei apprezza veramente. Pausa. Il regista guarda le scene e le commenta col suo assistente. Io rimango zitto in un angolo, mia moglie non ha il coraggio di guardarmi, e chiacchiera con gli attori. E io zitto. E cornuto. E ferito. Ho mal di pancia a causa della marea di emozioni che sto provando. Sono ferito, ma mi scopro anche eccitato. Dalla situazione, dai commenti del regista, dagli apprezzamenti degli attori... Qualcuno offre caffè a tutti, anche a me. Mia moglie proprio ora non mi guarda, tutta assorbita dalle istruzioni del regista e dalle chiacchiere con gli attori: nonostante abbiano appena finito di scoparla, ancora la sbaciucchiano e la palpano dappertutto. Cosa che lei gradisce, ricambiando con toccatine ai loro cazzoni ancora duri.
Cambio di abito, cambio di stanza, e si riprende a girare con altri tre attori. La scena è del tutto diversa: ci sono altre tre ragazze seminude nella stanza, sedute su delle poltrone vicine al letto, che hanno solo il compito di fare da contorno: la incitano a scopare e si masturbano mentre lei si lascia fare di tutto, osando sempre di più. Seduta su un cazzo, ne succhia due. Li masturba con i piedi, le leccano la fica masturbandola con un vibratore, le mettono i cazzi in bocca a turno come se fosse uno scopatoio. Poi le riservano lo stesso trattamento nella vagina. Uno a turno: due tre colpetti a testa e via, cambio di cazzo. Viene sborrata ancora, sia nella figa che nel culo: i cazzi la scopano, poi quando sono vicini all’orgasmo si ritraggono lievemente in modo da non far penetrare lo sperma troppo in profondità così, appena escono, è possibile ottenere una bella ripresa di mia moglie piena della sborra di altri cazzi che esce dai suoi buchi.
“Vabbè hanno sborrato adesso, tanto poi con il montaggio sistemiamo tutto… senti, ma lo prendi in culo tu?” chiede il regista alla mia donna.
Lei finalmente sembra iniziare a vergognarsi un po'.
“Povera...” penso, sarcasticamente.
“Beh… sì...” dice timida al regista. Come se il sesso anale fosse una cosa di cui vergognarsi.
“Il sesso anale. Scopare con tre uomini davanti a tuo marito no, eh? Non ti devi vergognare di quello, vero?”
“Dai allora ragazzi che la inculiamo adesso!!!” ordina il capo.
La mia donna si ripulisce dello sperma, poi si mette docilmente a pecorina e una delle ragazze le lecca l’ano per poi riempirlo di lubrificante, mentre uno degli attori fa lo stesso con il suo cazzo.
Viene scopata, impalata, lubrificata e sodomizzata, inculata ancora, leccata, scopata con le mani: me la inculano a pecorina, ogni tanto i cazzi escono da lei e due mani le divaricano le natiche a far vedere alla telecamera quanto sia aperto il suo culo. Il mio culo. Ci stanno giocando come se fosse pubblico. Doppia penetrazione a turno, e un cazzo sempre davanti al viso. Quello che fa veramente male è che non sta fingendo: quel modo di appoggiare la testa e di ribaltare all'indietro gli occhi, quel respiro, quei singhiozzi, quel modo di muovere i piedi io li conosco troppo bene: sta godendo. Orgasmi multipli. Me la stanno facendo godere. E lei gode. Se la sta proprio godendo… non mi guarda, vero, ma non perché non ha il coraggio di affrontare il mio sguardo pietrificato, ma perchè è tutta presa a godere!!! Maledetta troia!!! Ora in posa per le foto della copertina: tutti fermi, il cazzo in figa e uno in bocca. Lei in ginocchio con un cazzo in figa e due in faccia. E lei? Si diverte alla fine la stronza: si diverte anche quando girano il dietro le quinte e la riprendono in doccia, insieme agli stalloni che scherzano e la scopano e la toccano ancora tutta insaponata... I loro cazzoni nelle sue mani... Li sta lavando lei, si inginocchia e li succhia ancora questa puttana. Le battute di spirito, le loro lingue sotto il getto della doccia... uno in figa e uno in culo, lei stretta in mezzo a loro, altri due cazzi in mano. Io sono ferito e cornuto ma stranamente col cazzo durissimo. Alla fine scherzano ancora tra loro, e il regista si complimenta con lei, dandole un bacio sulle labbra e due colpi di lingua, che lei ricambia ridendo. E io zitto.
“Andiamo a pranzo...” mi fa lei. “Ci vediamo dopo ok?”
“Come???” penso.
“Massì... andiamo a mangiare qualcosa… poi ti chiamo quando abbiamo finito…” mi dice lei. Io non sono invitato. Umiliato da questa umiliazione. Va a pranzo con gli uomini che l’hanno scopata per ore e non mi invita. La guardo allontanarsi, con la stessa gonna che aveva per girare la prima scena.
Mi lascia da solo. Vado a mangiare qualcosa pure io, offeso per non essere stato invitato. Passeggio per la città, guardo le vetrine, mangio qualcosa, guardo con insistenza il telefono per vedere se mi scrive. Sono arrabbiato, curioso e anche un po' eccitato. Le scrivo, passa del tempo prima che visualizzi ogni messaggio. Le ore passano, inizia a fare buio. Sono preoccupato, non mi risponde. Legge e basta.
“Sto arrivando all’auto...” mi scrive, finalmente. Ormai ho imparato memoria tutte le vetrine di questa città. Sono incazzato nero.
“Dove sei stata, scusa? Non mi hai nemmeno risposto. Non si fa così”, le dico. Anzi, glielo ripeto, visto che glielo avrò scritto almento trenta volte.
“Senti… non iniziare ok???” taglia corto lei.
“Cazzo avrò diritto a sapere dove sei stata? O no?”
“Mamma mia… siamo andati a mangiare...”
“Sei ore. Sei cazzo di ore sei stata via. Dove cazzo sei stata?”
“Uff… siamo stati al ristorante ok?”
“Sei ore? Eh? Adesso mi dici dove cazzo sei stata!!!”
Si avvicina a me. Mi guarda a muso duro, mi sfida come fa ogni volta che si infastidisce.
“Altrimenti?” dice reclinando la testa all’indietro, puntandomi il mento contro.
“Che fai? Eh? Sentiamo...”: si avvicina ancora e mette una gamba tra le mie.
“Che fai…?”
Non cedo. Mi mette una mano sulla spalla, vicino al collo.
“Do-ve-caz-zo-sei-sta-ta!!!” incalzo, scandendo le sillabe, sibilandole tra i denti.
“A scopare” mi dice, con la naturalezza di ti dice cosa ha preparato per cena.
“Eh???”
“A scopare...” dice mettendomi una mano sul cazzo. “E vedo che non ti da tutto questo fastidio… senti che duro che è...”
Ha ragione. Ho il cazzo duro. Da quando siamo entrati in quella stanza con la troupe e gli attori. Avevo il cazzo duro.
“Siamo stati al ristorante. Ero seduta tra due degli attori. Mi hanno toccato le gambe per tutto il pranzo. Siamo andati in una sauna nudista di proprietà del regista. Abbiamo scopato tutto il pomeriggio. Prima che tu me lo chieda: sì, ero eccitata da morire. Mi sono divertita un sacco. Ho goduto come una pazza. Contento?”
Contento? Alla fine… divertito. Eccitato. Non dovrei essere eccitat da questa cosa.
“Sauna nudista???”
“Sì… senti, mi ci voleva un pomeriggio così ok? E non pensare di prenderti anche tu un pomeriggio di libertà da me, tu scopi solo con me è chiaro?”
“Ma io non ho mai detto che… ma aspetta… quindi…cioè... hai fatto sesso anche con altri...”
“Con altri???" fece un passo indietro e rise cattiva: "Sì, te lo dico: i cazzi che ho preso oggi non li ho più contati a un certo punto, ok? E sappilo già da ora, lo farò di nuovo. Se ti sta bene è così, altrimenti… aria, chiaro? Quello che ho provato oggi mi ha cambiata, mio caro...”
E’ perentoria.
“Non farò altri film, ma il mio pomeriggio di libertà non si tocca… ok, CORNUTO?”: scandisce bene l’ultima parola indurendo la erre.
Non ho la forza di replicare. Ora sono davvero eccitatissimo e non so nemmeno io il perché.
“Quando ne avrò voglia, andrò via da sola. Non farai domande. Al massimo racconterò io. Chiaro? Inizierò già sabato prossimo, con uno che ho conosciuto oggi. Tu mi aspetterai a casa e non dirai nulla.”
Sono troppo eccitato. La bacio con passione. Lei ricambia.
“Ok, ma niente baci ad altri uomini...” impongo le mie regole.
Mi bacia ancora con ardore e mi tocca il cazzo.
“Tu stai scherzando… le corna, o si fanno come si deve, o niente… Ora andiamo a casa, che ho voglia di quel cornuto di mio marito...” mi dice.
Fine.








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