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Berlino 2006: l'Italia Campione del Mondo di calcio, io di Sesso


di Membro VIP di Annunci69.it anita69
23.11.2020    |    4.343    |    9 9.8
"Aveva un mini pistolino che finiva per sguazzare nel lago della mia fica, senza riempirmi tutta come facevano gli altri due..."
Quando nel luglio del 2006 l’Italia andò in finale del Campionato del Mondo di pallone a Gius venne la smania di andare a Berlino, a vedere la finale.
Alessio, un ragazzo amico, agente di viaggio, che trafficava anche con il bagarinaggio dei biglietti di eventi sportivi e culturali, fu immediatamente cercato e attivato.
Fece il miracolo trovò i biglietti, ma dovette comprarne 4, li vendevano in blocco ad un prezzo mostruoso.
Due per noi, uno per lui e uno per Adriano, un suo amico sommelier in hotel ristorante a 5 stelle in Pisa, giovane come lui.
Il 9 luglio eravamo a Berlino, in un hotel periferico, ma accettabile.
La sera all’Olympiastadion fu bellissimo: prima un grande patimento, poi al rigore di Grosso, la liberazione. Grandi abbracci, pianti-riso-salti-gioia, irrefrenabili.
Usciti dalla calca, ordinata, come doveroso in Germania, andammo tutti e quattro a cercare un locale aperto dove continuare a festeggiare
Trovammo un posto ottimo: Schweinshaxe e Riesling Renano, a fiumi, una bottiglia dopo l’altra, un brindisi dopo l’altro, con abbracci e baci fra noi.
Pur avviandomi ad una sbronza epica notai che ad ogni abbraccio Alessio e Adriano mi stringevano sempre più forte e i loro baci si avvicinava sempre più alla mia bocca.
Quando ci buttarono fuori dal locale per la chiusura, andammo barcollando in taxi all’Hotel e i due ragazzi, molto più giovani di noi, ci invitarono nella loro camera, che era accanto alla nostra, per bere il bicchiere dalla staffa.
Accettammo e ci ritrovammo a sedere sul letto a scolare le bottigline del frigo bar: qualunque cosa che fosse alcolica.
Il grande bere mi portò ad andare in bagno, la porta non aveva chiusura e mentre, abbassati i jeans e gli slip, finivo di fare la pipì, la porta si aprì e comparve Alessio con il suo uccello già fuori dei pantaloni, duro e dritto, come un fusto di cannone.
Non feci in tempo a sorprendermi che appoggio il suo arnese sulle mie labbra ed io, tranquillamente, aprii la bocca e lo feci entrare.
Avevo bevuto è vero, ma ero anche una troia desiderosa di cazzo,
Ero ubriaca, ma Alessio mi era sempre piaciuto e più volte ci avevo fatto un pensierino, subito scacciato dalla mia mente, data l'amicizia che avevamo, anche con sua moglie.
Iniziai a leccare e ingollare il suo cazzo, lungo e storto, con delicata decisione, appassionandomi al "lavoro".
Dopo un poco, non vedendoci tornare, Gius e Adriano si affacciarono al bagno e si fermarono a rimirare la scena: Io con i pantaloni e gli slip a terra seduta sul water e Alessio pantaloni e mutande penzoloni, che mi scopava la bocca.
La sorpresa durò poco. Gius mi disse sei la solita troia, ma si vedeva che era contento della piega che aveva preso la serata.
Mi alzai dal water, mi liberai con i piedi di pantaloni e slip e preso Alessio per l'uccello, ci trasferimmo in camera, sul letto.
Appena mi sdraiai, nuda e con le cosce aperte i tre uomini si avventarono su di me.
Tutti e quattro, credo non aspettassimo altro.
I tre maschietti iniziarono a baciarmi, leccarmi e a scopami a turno in tutte le maniere: godevo come una maiala infoiata, era la prima volta con tre cazzi assieme e due, di trentenni vogliosi.
Sembrava di essere ad una catena di montaggio, Alessio metteva il suo cazzo nella mia fica bagnata, Gius il suo nella mia bocca, Adriamo mi ciucciava tette e capezzoli, poi i tre si spostavano sincrotizzati, Adriano in fica, Gius sulle poppe, Alessio nella mia bocca.
Un turbillon infinito, i tre si alternavano sul mio corpo, facendomi godere da matti.
La mia fica era un lago che si riempiva sempre più, mi accorsi allora che quando mi scopava Adriano era diverso da quando mi scopavano gli altri due: non sentivo nulla. Aveva un mini pistolino che finiva per sguazzare nel lago della mia fica, senza riempirmi tutta come facevano gli altri due.
A questo trovò rimedio Alessio, il più porco dei tre, che mi fece salire a cavalcioni sul suo cazzo mentre lui era sdraiato sul letto, poi mi strinse a se con forza e disse a Adriano: mettiglielo nel culo, il mio, che era quasi vergine e molto stretto invero.
Provai a protestare, dicendo nel culo no, che è quasi vergine....molto quasi in vero.
Adriano appoggio il suo cazzetto sul buchino e riuscì ad entrare subito, facendomi poco dolore.
Anche gli uccelli piccoli hanno i loro pregi.
Alessio prese a muovere il suo cazzo nella mia fica e Adriano a spingere il suo nel mio culo.
Stavo quasi svenendo dal godimento di sentire, ed era la prima volta, due cazzi che stantuffavano dentro di me, strusciandosi nella sottile membrana che separava la mia vagina dallo sfintere.
Fu allora che Gius spinse il suo cazzo dentro la mia bocca ansimante, e tre! ma fu questione di poco, perché eruttò un mare di lava nella mia gola che mi fece rinvivire e non svenni più.
Bevvi tutto avidamente, continuando a sbrodare per i due cazzi dentro di me.
Fu questione di poco, prima uno poi l'altro vennero nei buchi di loro competenza, lasciandomi stremata sul letto.
Finita la giostra ci sedemmo per riprenderci a fumare una sigaretta.
Gius, che non fuma, disse che non aveva voglia di aspirare il nostro fumo e che sarebbe andato a letto. Era invero stravolto da tutto quel sesso sfrenato e non era certo giovane come gli altri due.
Mi disse: dopo la cicca vieni in camera, non tardare.
La cicca fini, ma gli uccelli dei due ragazzi iniziarono nuovamente a dare segni di vita.
Mi pregarono di aiutarli a ritrovare la passata maestà, cosa che feci leccandoli e sorbendoli, un po' uno ,un po' l'altro.
Ovviamente appena in tiro vollero ricominciare la giostra e finii per scopare nuovamente con tutti e due, con grande mio godimento: due ragazzi giovani tutta la notte per me.
La notte stava finendo, il tempo era passato inesorabile: ammucchiati i miei abiti, abbandonai i giovani amici e andai, nuda, alla porta accanto, dove era la mia camera:
La porta era chiusa.
Si vede che Gius si era rotto di aspettare, immaginando le ragioni del mio ritardo e mi aveva chiuso fuori.
Cominciai a fare casino, a battere sulla porta, a chiamare Gius: erano ormai quasi le cinque del mattino.
Gius dalla porta chiusa mi disse…troia….ti apro solo se mi racconti tutto quello che hai fatto.
Accettai e senza lavarmi, con la fica piena, molle e arrossata assai, entrai nel letto e incominciai a raccontare a Gius, che ovviamente mi mise il suo cazzo dentro la fica e ascoltò il racconto, muovendo lentamente l'uccello dentro di me, lentamente, ma con gusto. per entrambi.
Ci addormentammo così, con la mia fica piena del cazzo di Gius, ormai basotto e molle dei miei umori.
Quella sera l’Italia del pallone aveva segnato sei reti, io sei cazzi nella passera + uno nel fiorellino: ho vinto 7 a 6.

Anita


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