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La panna e il mio culetto


di Membro VIP di Annunci69.it anita69
06.11.2020    |    12.189    |    19 9.9
"Mi ero rinfrancata, soprattutto per la paura che avevo avuto di sputtanare il negozio, anche se l’atto, in se, non mi era dispiaciuto affatto..."
Qualche anno fa gestivo un negozio di biancheria intima non lontano da Pisa, situato in una zona periferica della città e soprattutto senza grandi palazzi accanto.
Un piccolo fabbricato, con solo il mio negozio, con un grande parcheggio sterrato davanti e dietro.
La mia attività lavorativa scorreva sempre uguale, aprivo alla mattina verso le 10, una breve sosta per andare a mangiare qualcosa al Bar vicino, poi chiusura alle 19.
Clientela quasi esclusivamente al femminile, che veniva soprattutto nel pomeriggio e quindi le mie mattinate sarebbero state implacabilmente noiose, se non ci fosse stato Adriano, un valido rappresentante di biancheria, che ogni tanto passava a farmi vedere le novità, ma anche per tentare con me, la carta della seduzione.
Appena entrava era piacevolmente insistente, con i complimenti più arditi e con le proposte sempre più esplicite.
Un gioco di seduzione che mese dopo mese diventava sempre più assillante e piacevolmente intrigante.
Le prime volte restando di là dal tavolo di vendita si abbassava dicendo “fammi vedere lo spacco della gonna e le bellissime cosce che hai”… settimana dopo settimana è arrivato a chiedermi di accavallare le gambe, per vedere, nell’incrocio, i miei slip.
Iniziò poi ad essere più ardito e mi chiese di ripetere il gioco delle gambe accavallate, dopo essermi tolti gli slip, emulando Sharon Stone.
Le prime volte mi sono rifiutata, ma la sua insistenza era indefessa, mi pregava, mi adulava…”È solo in gioco, guardo, ma non mi avvicino a te”
Una mattina mi sono fatta convincere ed ho iniziato a fare l’accavallamento senza slip. Quando arrivava e iniziava la preghiera sapevo che avrei finito per togliere lo slip e rendere felici i suoi occhi.
Un giorno, era estate, caldo, la vita sessuale con mio marito in un momento di stanca e lui che doveva essersene accorto, ha superato il bancone e si è avvicinato.
Dopo la solita preghiera "allarga le cosce a fatti vedere", senza chiedermi di levare gli slip, ha allungato una mano, dicendo: “fammi sentire se è più liscia la seta dei tuoi slip o la pelle delle tue cosce”.
Mi ha preso alla sprovvista, ho serrato le cosce, ma ormai la sua mano era rimasta all’interno. E’ stata come una scossa elettrica, sono venuta subito, con uno scatto improvviso, che ha stupito me ma anche lui.
E’ tornato a trovarmi sempre più spesso, a volte lo facevo giocare con i miei slip.
A volte facevo la sostenuta, ma un giorno mentre la sua mano giocava con la mia intimità non ho resistito a toccare il suo birillo che si vedeva ben dritto nei suoi pantaloni estivi.
E’ stato un attimo, ma lui velocissimo, ha abbassato la cerniera e lo ha fatto uscire essendo senza mutande. Non era molto dotato, ma il suo sesso era duro e vibrante.
Ha spinto la mia faccia verso lui e ho aperto la bocca per prenderlo dentro, iniziando a fargli un pompino mostruoso, mentre lui, rompendo gli indugi, mi ficcava tre dita dentro la fica, facendomi sbrodare più volte.
Dopo quella mattina è tornato più volte settimana dopo settimana per riproporre il suo gioco, chiedendo anzi supplicando un rapporto completo.
Siamo andati avanti un paio di mesi così, senza esaudire le sue richieste, qualche pompino, qualche toccatina e basta.
Un giorno in cui eravamo particolarmente infoiati, mi ha chiesto di andare nel bagnetto del negozio, chiedendomi di fargli vedere il mio culettto, dato che quel giorno portavo dei jeans.
Gli ho detto che avevo paura che entrasse qualche cliente conosciuta, ma lui ha insistito dicendo che sarebbe stata cosa di pochi minuti. Mi sarei abbassati i jeans e gli slip e lui mi avrebbe toccato il culetto e basta.
Mi sono lasciata convincere ma quando ero ormai con i pantaloni abbassati appoggiata al WC lui con una mossa rapida e grazie al suo cazzetto non grande me lo ha infilato nel buchetto, che normalmente non do mai a nessuno, perché sento male.
Sarà stata la sorpresa, il piccolo suo arnese, la rapidità del gesto, ma sono stata penetrata velocemente, tutta, senza dolore…anzi…
Lui dette qualche colpetto veloce e venne subito, forse per l’emozione.
Lo cacciai dal bagno, mi ripulii, lo invitai ad uscire dal negozio e gli vietai di rimettere piede nel negozio
Sembrava aver capito perché per alcune settimane non si ripresentò.
Mi ero rinfrancata, soprattutto per la paura che avevo avuto di sputtanare il negozio, anche se l’atto, in se, non mi era dispiaciuto affatto. Mai avevo goduto così nel buchetto che avevo concesso poche volte nella vita e sempre con dolore.
Averlo avuto così dolcemente, con piacere, sia pure di rapina, mi aveva pienamente soddisfatto. Mi ero quasi pentita di averlo diffidato dal tornare.
Una mattina verso le nove, dopo aver parcheggiato l’auto stavo scendendo per andare ad aprire il negozio in anticipo perché dovevo mettere a posto dei nuovi arrivi
Adriano mi affianca con il suo fuoristrada Toyota. Apre lo sportello e mi dice: “visto che mi hai proibito di entrare nel tuo negozio, entra nella mia auto, che parcheggio qui e facciamo colazione assieme: “ho acquistato delle paste per farmi perdonare”.
La cosa era buffa, era presto per aprire il negozio, sono salita e lui ha parcheggiato dietro dove non ci si vedeva dalla strada.
Ha aperto il pacchetto delle paste alla crema, al cioccolato, alla panna. Dopo aver degustato la prima gli ho detto, ma di tutte queste paste che ne facciamo.
Lui ha detto “ora vedi” ha diviso un bignè alla crema, mi ha scostato camicetta e reggiseno e ha strusciato la crema sui miei capezzoli.
Sono rimasta basita ma anche divertita e lui ha iniziato a leccarmi e mangiarmi i capezzoli, facendomi bagnare tutta.
Mi ha alzato la gonna, abbassato gli slip e mi ha strusciato la fica con il bignè alla cioccolata.
Sceso dal Suv ha aperto la mia portiera e ha ficcato la testa fra le mie cosce aperte per leccare la cioccolata sparsa fra le labbra della fica.
Mi ha “mangiato” letteralmente a lungo facendomi venire più volte.
A quel punto mi ha girato e con la panna del terzo bignè mi ha impiastrato il culo, ficcando la panna dentro il buchetto, con un dito.
Poi con il suo cazzetto mi ha preso nuovamente da dietro e devo dire che ne stavo in voglia. Ad ogni suo colpo, con le palle che sbattevano fra le mie chiappe, godevo come una maiala.
Non è durato molto, è venuto mischiando nel mio buchetto, la sua crema con la panna del bignè.
Sono fuggita nel negozio vergognandomi di quanto successo…mi ero fatta inculare
scomodamente ma con grande godimento sul sedile di un Suv, all’aperto, dietro il mio negozio, a pochi metri dalla strada, godendo alla grande con la crema, la cioccolata e la panna. Una esperienza entusiasmante, ma folle, da non ripetere.
L’ho lasciato in auto con il suo uccello gocciolante di crema e panna e non l’ho più visto….

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