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l l culo di Zia Mery*


di MasterT2
29.04.2020    |    15.399    |    3 9.9
"Lunghi schizzi fiottarono per aria per poi ricadermi sul ventre..."
l culo di Zia Meri
Questa storia ebbe inizio parecchi anni fa, prima di internet, dei filmini facili, del sesso dappertutto. Quando un ‘adolescente si smanettava brutalmente l’uccello, chiuso in bagno con una rivista od un fumetto hard.

Tra quegli adolescenti, c’ero anch’io. Ed ero anche tra quelli più imbranati. All’inizio di questa storia, a parte qualche bacetto e palpatina sopra i vestiti, la mia esperienza con l’altro sesso era inesistente. Si, racconti di coetanei e per l’appunto, le rare riviste che mi arrivavano tra le mani già usate e che mi vergognavo mortalmente di portare a casa. Perciò anche le seghe me le facevo, più che altro, sotto le lenzuola prima di dormire, solo con le mie fantasie. Mio padre in servizio attivo, ero a casa con mamma e, spesso, quando lei lo raggiungeva, venivo spedito da zia Meri. La sorella maggiore di mamma era una donna attiva e senza peli sulla lingua, ma anche dolce e coccolona. Quante volte mi aveva consolato stringendomi al suo petto morbido e abbondante!! Passare pomeriggi e anche settimane da zia Meri era pertanto un’abitudine. Con lei mi trovavo perfettamente a mio agio, anche se lo zio mi era cordialmente antipatico. Avevano anche due figli, i miei cugini, già grandi. Uno sposato e uno all’università. Ma torniamo alla storia. Quel giorno, avevamo passato il pomeriggio in spiaggia. La zia si era persa in chiacchiere ed avevamo fatto tardi, perciò al momento di cambiarci aveva fretta. Di solito facevo prima io la doccia e poi lei mentre mi vestivo per poi vestirsi lei mentre io portavo la roba in macchina. Quel gorno si infilò nella doccia subito dietro di me. La guardai interrogativo.

“Dai, dai che non c’è tempo!! Tanto non ti guardo mica. Ecco, mi giro verso il muro. Va bene? Fammi un favore, sganciami il costume.”

Nudo dietro di lei mi diedi da fare col famoso gancetto liberandola dell’indumento. Non vedevo niente, ma saperla con le tette al vento mi fece eccitare. Mi chiese di insaponarle la schiena e intanto si sfilò anche il sotto del bikini, rimanendo a culo nudo. Fu uno schock pazzesco. Rimasi impalato e per di più mi si era anche drizzato. Dato che mi ero fermato, girò la testa, mi vide tutto bloccato e notò dove stavo guardando. Si fece una sonora risata.

“Marco!! Cosa c’è? Mai visto un culo?”

“Ehm, si, no, è che così, io… è che, zia, hai un sedere bellissimo!!”

“Stupidino! Dai, dai che sono tutti uguali. Datti da fare col sapone che dobbiamo sbrigarci.”

Obbedii cercando di starle il più lontano possibile per non rischiare di toccarla con la punta del mio cazzo sempre dritto. L’insaponarle le chiappone sode non mi fece molta impressione, era vederlo che mi turbava! Poi toccò a me girarmi perché mi insaponasse la schiena a sua volta. Nel movimento non mancai di addocchiare le tettone bianche dai grossi capezzoli scuri ed ebbi anche una vista del suo cespuglio scuro e folto. Il fatto che lei ebbe modo di vedere la mia erezione, in quel momento non mi sovvenne. Le sue mani passarono ad insaponarmi le chiappe fin giù nel solco e più sotto.

“Ma guarda un po’ dove sei pieno di sabbia! Bisogna toglierla che ti fa irritare la pelle!”

Fece una sonora risata mentre la sua mano mi insaponava le palle e più su anche l’asta dritta.

“E anche le palle!! E tutto il resto!!”

Così dicendo me lo strinse nella mano insaponata facendola scorrere.

“E così ti piace il sedere di tua zia eh? Ed io che credevo che tu fossi un bravo ragazzo!”

La sua mano si mosse ancora ed io non resistetti. Anzi, fu una sorpresa anche per me. La sborrata partì all’improvviso dal cazzo stretto nella sua mano. Anche lei ne fu genuinamente sorpresa.

“Oddio! Scusa Marco. Mi sono dimenticata che voi giovanotti siete così sensibili lì sotto!”

“Mmmm, mmmmm, scusa zia. Io eehhmmm, io…!”

E intanto continuava spremerlo per bene.

“No, no caro. Non ti preoccupare!! Non è successo niente! Cose che capitano. Dai, dai finisci di sciacquarti che dobbiamo andare!”

Mogio mogio, terminai senza guardarla in faccia. Ricordo visioni paradisiache di lei che si asciugava e rivestiva, ed io sempre a testa bassa. Fino a che mi prese per le spalle e mi fece alzare la testa.

“Marco, ti ho detto che non è successo niente. Sarà solo un piccolo segreto tra di noi. Va bene? Andiamo adesso!”

Uno scappellotto e via a casa. Da allora più nemmeno una parola. Passarono più di due anni, anni in cui cominciai a fare le mie sperienze con le ragazze. Niente scopate ancora, ma seghe e pompini non mancavano ed io ero riuscito ad esplorare tutti gli anfratti segreti del corpo femminile. In più anche il mio fisico era cambiato. Ero cresciuto, messo su un po’ di muscoli e, con mio grande orgoglio, mi stavano crescendo peli su petto e sotto il naso. Mi sentivo adulto, sicuro di me stesso, pronto a tutto. La relazione con la zia non era cambiata per niente. Anzi, lei ogni tanto si metteva in mostra e quando vedeva che la guardavo mi strizzava l’occhio, cosa che mi faceva correre in bagno e quando uscivo mi dava occhiate maliziose. Niente di più. Fu appunto dopo tutto quel tempo che ci ritrovammo in una situazione simile.

Stavolta ero al mare con lei e mia madre che, all’improvviso, dovette lasciarci causa un’urgenza, lei è medico, ed io mi ritrovai affidato a zia Meri. Fu solo al momento di andare a cambiarci che realizzai la situazione. Lei, invece, l’aveva già valutata. Feci per lasciarla sola mentre entrava in doccia, ma lei mi prese per un braccio e mi tirò dentro.

“Dai, vieni qui che in due facciamo prima!”

Mi appoggio' le mani sulle spalle. Ero più alto di lei.

“Sai che sei proprio cresciuto? Scommetto che hai un sacco di gallinelle che ti girano attorno. Non mi racconti mai niente!!”

“E’ perché non c’è molto da raccontare. Niente di serio, intendo!”

“Mah. Sarà, ma non me la racconti giusta. Un bel ragazzo come te! E il mio sedere ti piace sempre?”

“Zia!!”

“Beh, una volta dicevi che era il più bello del mondo! E anche adesso so che me lo guardi. E poi scappi in bagno!!”

“Zia, dai!! Mi metti in imbarazzo!”

Si, in imbarazzo, ma intanto mi stava venendo duro, specie con l’immagine del suo culone che mi vagava per la testa e l’idea che, forse, stavo per rivederlo.

“Va bene, va bene! Se non mi vuoi aiutare vai pure. Ricordo ancora che l’ultima volta ti era ‘piaciuto’ insaponarmi!”

“Beh, allora ero ancora un ragazzino. Però ti aiuto volentieri. E sì, il tuo sedere mi piace sempre!! Sempre il più bello del mondo!!”

“Adulatore! Ma ad una donna piace sentirselo dire, specie se comincia ad essere anzianotta. Dai, sgancia!”

Deja vu! Le mie mani sul gancetto, il reggiseno che cade, lei che si curva a togliersi l’altro pezzo. Il suo bel culo. Grande, bianco, morbido e sodo allo stesso tempo. Mi sfilai il costume. Durissimo. Si appoggiò alla parete e cominciai ad insaponarla. Per rendermi tutto più difficile, spinse il culo all’indietro toccandomi l’uccello con le chiappe. Stavolta non mi allontanai e continuai ad insaponarla, lasciando che la cappella vagasse lungo il solco. Mi feci anche più ardito e le insaponai prima le chiappe e poi, o la va o la spacca, anche tra le cosce. Il contatto col suo pelo e poi con la sua carne umida, quasi mi fece svenire.

“Si, bravo Marco! Insaponami bene dappertutto! Hai delle mani dolcissime! Fammi un bel massaggio!”

Fu più istintivo per che altro. Le sue belle tettone penzolavano sotto di lei. Feci un mezzo passo avanti per prenderle nelle mani insaponate. Che delizia palparle, morbide, setose, con la punta rigida del capezzolo. Erano anni che volevo farlo! Lo stesso movimento causò il mio cazzo di scontrarsi contro le sue chiappe ed infilarsi su per il solco insaponato e lì giacere come se avesse trovato il suo nido. Zia Meri mugolò di piacere sia per le mani che per averlo sentito, duro e caldo contro di lei.

“Oh, si, Marco. Propriò così. Lo sento! Il massaggio intendo. Però sento anche il resto! Dove hai imparato a toccare così una donna? Eh Birbante!! Adesso non mi dirai che ancora non hai ragazze vero?”

“No, zia! Te lo giuro! Credo sia solo l’istinto! Sei così bella e morbida. Sono anni che sogno di toccarti, di vederti ancora nuda! Beh, si, qualche esperienza l’ho avuta, ma niente di ‘serio’!”

“Non me lo dire! Dai, non ci credo! Solo bacetti e toccatine? Vuoi dire che non l’hai ancora ‘fatto’?”

“No zia! Da quel lato lì, sono ancora un ‘vergine’! Però con le ragazze qualcosina l’ho fatta. C’era Francesca che le piaceva da matti mettersi nudi a letto e farlo con la bocca. E Adriana, mi baciava dappertutto! Adesso sto con Cristina che le piace sfregarsi tutta, facciamo tutto, meno che ‘quello’!!”

“Mmmmm, allora mi sa che toccherà a me farti provare cosa vuol dire! Beh, mi sembra giusto! Sono o non sono la tua zietta preferita? Cosa ne dici? Proviamo ?”

“Cosa zia? Proviamo? Beh, si, si, certo! Come vuoi!”

“Marco caro, allora vorresti scopare la zia eh? Lo sai come si fa?”

“Si zia, sarebbe davvero fantastico! Bisogna infilarlo dentro, vero?”

Intanto continuavo a massaggiarle le tette e il resto del corpo e il mio cazzo restava dritto tra le sue natiche, con lei che muoveva leggermente il culo. Una sensazione pazzesca!

“Beh, si, la cosa sarebbe proprio quella! Hei, ma non avere fretta! Primo ti devi ancora sciacquare, e poi mi ricordo ancora l’ultima volta, ho fatto appena in tempo a toccarlo!”

“Ziaaa! Ma allora ero davvero un ragazzino! Adesso ci metto un sacco di tempo! Cristina dice che sono bravo a resistere!”

“Mmmmm, adesso vediamo!!”

Zia Meri si drizzò e si girò. Improvvisamente eravamo faccia a faccia. Tette sempre in mano, il mio uccello appoggiava al suo ventre. Guardandomi neglio occhi, doveva alzare lo sguardo, incominciò ad insaponarmi. Inutile dire che un minuto dopo me lo stava menando allegramente.

“Eh si, sei proprio cresciuto! E qui, l’abbiamo levata la sabbia?”

Una mano che segava e l’altra che si intrufolava, da sotto, tra le mie natiche. La pressione del dito ed il mio buchetto era violato. Che piacere inaspettato! Mi rilassai completamente al suo dito che incominciò a svangare dentro di me allo stesso ritmo della sega. Sentii le gambe farsi molli e se ne accorse anche lei, perché si fermò.

“E no, mio caro! Stavolta non mi freghi. Forza, sciacquamoci che andiamo a casa!! Stasera siamo soli e voglio che la tua prima volta sia indimenticabile!”

Arrivammo a casa chiacchierando del più e del meno, facendo finta di niente, ma entrambi tesi come fionde. Appena dentro ci guardammo e le mie mani scattarono sul suo seno. Ridendo si scostò.

“E no mio caro! Il gioco e mio!! Spogliati, siediti lì e non ti muovere!!”

Obbedii mentre lei andava in camera. Tornò quasi subito. Mi sentivo strano lì seduto col cazzo dritto e lei che sorrideva ambigua. Cominciò a passeggiarmi davanti spogliandosi lentamente.

“No, stai fermo! Non lo toccare!! Allora ti piaccio? Ti piace la zietta vero! Ti piaccione le mie tette? Si, lo so, ecco! Dammi un bel bacetto sui capezzoli. Visto come sono duri? Dritti come il tuo pisello! Mmmmm, e adesso baciami qui, sul culo! Lo so che ti piace il mio culo! Dai, non essere timido, baciami proprio in mezzo! Mmmmm, siiii, con la lingua. Bravo!! Le hai già leccate le tue amichette? Fammi vedere cosa sai fare! Mmmmm. Ooohhh siiii, leccamela tutta!!! Non l’hai mai nominata, ma vedo che non ti dispiace. Dai, lecca la fica della zia! Vedi com’è bella sugosa? Ti piace il sughetto? Sii eh! Bevi amore, bevi, che ce n’è tanto! Mmmmm, aaahhh, mmmmm, siiiiiiii, succhia che la zia ti gode in bocca! Succhiaaaaaaaa!!!”

Era in piedi sopra di me, mezzo sdraiato sulla poltrona. Mi teneva la testa pressata tra le sue gambe e intanto ondulava i fianchi strofinandomi la fica fradicia sulla faccia. Un miscuglio di saliva a brodetto di gnocca, mi colavano sul collo. Lanciò un mezzo ululato e poi si fermò, ansante, sempre tenendomi stretto a lei. Continuai imperterrito a leccare fino a che mi allontanò, ancora attraversata dalle ultime scosse.

“Whao!! Devo dire che le tue amichette ti hanno insegnato bene! Beh, adesso tocca a me insegnarti qualcosa. Vieni tesoro, vieni che mettiamo il biscottino a bagno!”

Zia Meri si appoggiò al bracciolo della poltrona piegandosi tutta e spingendo il culo ben indietro. Senza parlare mi misi dietro di lei, il cazzo duro come una sbarra. Che spettacolo! In bagno non l’avevo vista così. Tutta aperta, anzi spalancata. Gonfia, rossa e gocciolante. Che fica meravigliosa!! Faceva passare il suo gran culo in secondo piano. Quell’occhiello scuro tra le due natiche bianche, natiche che subito presi tra le mani, riempiendomele. Il mio cazzo puntava là in mezzo, dritto come una freccia. Dovetti solo fare un passo, il contatto con le sue labbra mi fece rabbrividire. Altro mezzo passo e, come per magia, mi sentii avvolgere dal suo calore. Spinsi leggermente ed ero dentro di lei. Letteralmente bollente. Non avevo mai, memmeno lontanamente, che potesse essere così. Immerso in un mondo di lava bollente, la prima immagine che ebbi fu quella di un vulcano. Incominciai a muovemi e lei a gemere, tutto il mio essere concentrato su quel calore che mi bruciava, mi scioglieva. Ecco cos’era allora questo grande segreto! Questa cosa che le ragazze si tengono stretta! Lo sanno che una volta assaggiata, non se ne potrà più fare a meno! Spinto da un atavico istinco, mi muovevo dentro di lei, senza bisogno di ulteriori indicazioni o stimoli, solo istigato dai suoi gemiti, grida e mugolii, perso, dimentico di tutto il resto. Il mondo esisteva solo nella mia carne che si muoveva dentro la sua. Più volte la sentii urlare e irrigidirsi fino a che anch’io cominciai ad aumentare il rimo, grugnendo, spinto da una nuova urgenza. Zia meri mi assecondava allegramente fino a che, improvvisamente si fermò e, com la mano mi bloccò!

“No, aspetta! Fermo! Un momento. Aspetta! Ecco, spingilo qua! Ooooohhhhhh, siiiiii!! Spingi, si caro, spingi! Siii, fammi il culo! Mettimelo tutto nel culo!!!”

Con un semplice movimento della mano, lo aveva puntato contro il suo buchetto che si era subito aperto sotto le mie spinte. Un attimo e fu tutto dentro. Nel culo di mia zia!! I suoi gemiti erano ora guaiti e ululati. Il guanto bollente era ora uno stretto anello che mi stringeva forte mentre lo estraevo, per poi rilassarsi e farmi rientrare. Non ricordo un granchè di quella prima inculata. Solo che dopo pochi colpi incominciai a fiottare la mia sborra dentro di lei. Una sborrata, a dir poco, vulcanica. Mi crollarono persino le gambe e dovetti sedermi per non cadere a terra, mentre lei continuava ad ansare e a tremare.

Inutile dire, che da quel giorno e per parecchio tempo, il culo di zia Meri fu preponderante nei miei pensieri. Non resistevo, ogni volta possibile, e anche quando era un po’ rischioso, dal palparglielo e farle sentire la mia erezione contro le natiche, cosa che la faceva morire di voglia anche a lei. Se solo c’era una mezz’oretta, dovunque fosse, allora il suo buchetto si apriva alla mia cappella, con grande piacere di entrambi. Me ne ricordo di inculate sul tavolo della cucina ed una mentre stendeva alla finestra dove non poteva urlare a suo piacimento. La febbre durò per un po’ fino che un giorno:

“Marco, tesoro, non possiamo continuare così!”

“Perché zia? Non ti piace più?”

“Ma è proprio perché mi piace, che dobbiamo fare meglio! Non ho mica detto che dobbiamo smettere. A me queste sveltine mi lasciano tutta eccitata e frustrata, e poi, fatto così non è proprio molto igienico sai!!”

Fu la volta che mi introdusse alle gioie della cannula. Prima mi insegnò a farlo a lei, a giocare col suo buchino fino ad averlo tutto pulsante e pronto ad essere riempito. Poi, un giorno, quasi per gioco, mi trovai ad offrirle il mio di buchetto. Anche se già avevo provato, con piacere, lingua e dita, l’esperienza con la cannula fu trascendentale e illuminante. Capii che anche un maschio poteva provare piaceri anali senza esserne sminuito. Ora non mi sentivo più a disagio quando mi inginocchiavo sul letto e lei si dedicava a lunghe leccate al mio buchino aiutata dalle dita birichine che vi si intrufolavano. Mi portava ad uno stato di eccitazione quasi animalesco fino a che i ruoli cambiavano ed era lei a trovarsi a culo per aria ed io che le trapanavo allegramente il buco del culo. Non che trascurassi la fica, che mi piaceva da matti, ma nel culo non si rischiava niente, e allora…. Dentro!!!

Qualche mese dopo, il nostro rapporto era diventato una quasi routine. Una volta da lei quando il marito era fuori, oppure da me quando mamma era via, ci procuravamo degli interi pomeriggi ed anche qualche serata. Se poi andava male, avevamo scoperto una pensioncina gestita da una simpatica settantenne che sapeva tutto di relazioni clandestine, e tifava per noi. Durante uno di questi pomeriggi, dopo una goduriosa seduta di clisteri, un sessantanove ed una lenta, profonda inculata, rilassandoci abbracciati sul letto, zia Meri uscì con una nuova trovata.

“Marco, caro, che ne diresti di una sorpresa?”

“Mmmm, zia! Che cosa?”

“Sdraiati a pancia sotto!”

Obbedii tranquillamente. Mentre lei prendeva qualcosa. Seduta al mio fianco cominciò a massaggiarmi le natiche per poi, come faceva sempre, dedicarsi al mio buchino. Mi rilassai completamente nelle sue mani. Sentii il fresco di una crema, poi le sue dita. Prima una, a lungo, poi un’altra che mi fece sospirare ed aumentare l’eccitazione. Poi sentii un ronzio, le dita della zia uscirono e qualcosa di duro e liscio prese il loro posto. Duro, liscio e vibrante! La cosa mi lasciò estasiato. Lo spingeva dentro e lo roteava, poi lo estraeva lentamente facendo pressione ai lati. La vibrazione si stava propagando per tutto ilo corpo, su fino al cervello.

“Ti piace tesoro? Stai provando cosa vuol dire sentirselo dentro!”

“Mmmm, si zia! Si, mi piace! Cos’è?”

“Un vibratore!! Lo chiamano anche consolatore. Dovrebbe servire per fare i massaggi!!”

“Mmmmm, siii, i massaggi! Interni però! Dove l’hai preso?”

“Non ci crederai mai. L’avevo visto un giorno alla pensione mentre ti aspettavo, su una rivista. La signora Yole me ne ha ordinato uno e me l’ha regalato. Dice che a lei fa un sacco di bene!!”

“Mmmmm, me l’immagino! Tu l’hai provato?”

“Si, ma preferisco te! Magari, quando non ti interesserò più, allora..”

“Ma cosa dici! Non ne avrò mai basta di te!”

“Si, si, va bene! Adesso girati!”

Mi girai, sempre sdraiato, il vibratore che mi ronzava dentro, il cazzo dritto per aria! Lei si accoccolò tra le mie gambe facendolele allrgare e alzare un poco, continuanto il lavorio che mi stava facendo impazzire. Aveva anche cominciato a massaggiarmi le palle e a stringermi il cazzo, tutto scapellato, muovendo appena appena la mano. Il vibratore continuava a scorrermi dentro senza nessun impedimento. L’orgasmo arrivò potente, improvviso. Lunghi schizzi fiottarono per aria per poi ricadermi sul ventre.

“Ooooohhhh, siiiii, Marco! Che bello! Dai, dai, schizzala tutta! Porcellino della zia! Ti piace prenderlo nel culetto eh! Mmmmm, quanta!!

Il vibratore si aggiunse ai nostri giochi, un valore extra, un’amico instancabile!!

Il culo di zia Meri mi ha fatto godere per tutta la vita! Anche dopo fidanzato, anche dopo sposato. Anche ora che è un’anziana signora dai capelli bianchi, non rinunciamo al piacere che proviamo l’uno nel culo dell’altro. Si, perché ora zia Meri ha uno strap che si lega ai fianchi e con cui mi incula solennemente .

Per chi ai piaceri anali non rinuncia, per chi vorrebbe provarli. Maschi, femmine, il culo è senza pregiudizi. Gode con tutti e fa godere tutti quanti!!! Non perdete l’occasione! Provate almeno una volta e vedrete!!

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Racconto ripubblicato.
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