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Vacanze coi suoceri


di MasterT2
21.08.2023    |    4.140    |    1 9.8
"Non poteva essere mio suocero visto che sarebbe arrivato tra un paio di giorni..."
Questi fatti, che cambiarono la mia vita, accaddero anni fa, quando non mi conoscevo ancora ed ero da poco sposato.
Mi chiamo Massimo, ho 48anni, ma allora ne avevo 28. Sposato con Nina da un paio. Nina che avevo conosciuto al Liceo e poi ritrovato all’Università. Laureato in informatica, avevo trovato un lavoro favoloso che mi permetteva di fare quasi tutto al computer da casa dandomi immensa libertà. Nina entrò nel mondo della scuola (precaria per tantissimi anni) ma tutto questo c’entra poco nella nostra storia. Basta dire che, all’epoca, ci stavamo sistemando e, per la prima volta, potevamo permetterci lunghe ferie estive. Per l’occasione una stanza nella stessa pensione al mare che frequentavano i suoi, da una vita. Il nostro rapporto era quello, penso, di tutte le giovani coppie. Ad allegri periodi di scopate quotidiane, seguivano periodi di stanca e noia fino a che qualcosa non ci stimolasse. E poi ci si mette il caso. Guarda caso, quella sera Nina aveva le sue cose e mio suocero era tornato in città.
Lui le ferie le aveva più corte e al momento ci raggiungeva nei fine settimana. Faceva un pò caldo ed ero nervosetto. Nina dormiva ma io no. Uscii sul terrazzo a fumarmi una sigaretta. Lo stesso terrazzo su cui dava anche la camera dei suoceri. Maria e Aldo, veneti, 54 lei, 56 lui. Una coppia che potreste incontrare in ogni strada italiana. Lui ragioniere, fisico alla Lino Banfi anni ’80. Lei bidella, rotonda, tracagnotta, allegra e alla mano. Un esempio di coppia in pace con sè stessa. Mai sentiti neanche alzare la voce. Lei era la bidella del Liceo dove ci eravamo conosciuti e quando ci siamo messi assieme, mi hanno accolto come un vero figlio. Ma torniamo a quella notte. Vedo luce dalla loro finestra. Strano, lei era sola e si era ritirata abbastanza presto. Magari non riusciva a dormire. La persiana era socchiusa e la finestra aperta. La brezza dal mare faceva volare le tende. Fumando mi avvicinai e gettai dentro uno sguardo. C’era movimento. Incuriosito guardai meglio. E restai basito. Di sale. In piedi, in fondo al letto, nuda, c’era lei, mia suocera. Non l’avevo mai vista nuda, a parte in costume, ma la riconobbi subito. Le cosce robuste, il culone rotondo, le tette matronali molto più consistenti di quello che mi sarei aspettato. Si, era proprio lei. E, curvo davanti a lei, sul letto, c’era un uomo. Si, proprio un uomo, anzi un ragazzo. Non poteva essere mio suocero visto che sarebbe arrivato tra un paio di giorni. Inoltre questo era magro, da quel che potevo vedere e, appunto, giovane. Si, più giovane di me. Ma la cosa che mi tenne là a bocca aperta fu che lei lo teneva per i fianchi e spingeva contro di lui nel classico movimento della scopata. Ci volle un’attimo perchè capissi. Cambiai il punto da cui spiavo. Non era chiaro, ma mi resi conto che lei aveva delle cinghie ai fianchi e strette alle cosce. Proprio così. Mia suocera si stava inculando un giovanotto. Lo riconobbi dopo: il figlio della padrona. Cazzo!! Doveva conoscerlo sin da bambino. Ogni tanto mi arrivava un gemito e lei che lo azzittiva. Mi resi conto che la cosa mi aveva eccitato. Talmente duro da farmi male. Senza pensare lo acchiappai in mano e giù a smanettare. Waoh, ero più avanti di quello che pensavo. Sarà stata l’astinenza. Il fatto è che dopo quattro menate ero già in dirittura d’arrivo. La ciliegina sulla torta fu che il ragazzo cominciò a godere e si accasciò in avanti permettendomi di vedere il dildo legato ai fianchi di mia suocera. Il primo spruzzo partì senza peavviso seguito da molti altri. Le gambe che mi si piegavano, riuscii appena a districarmi dalla tenda che sembrava volermi avviluppare e a scappare proprio mentre lei si girava verso di me. Ansante e gocciolante finii in bagno e poi a letto. Al mattino, mia moglie era uscita presto come al solito. A lei piaceva andare in spiaggia prima che arrivasse la folla. Io, di solito, la seguivo quando il sole era già alto. Mi ero giusto infilato un paio di pantaloncini che squillò il telefono. Mia suocera.
“Massimo, tesoro, vieni a farmi compagnia. Non ho voglia di far colazione da sola. Dai che il caffè è caldo!”
Niente di strano. Non era la prima volta che mi chiamava. Bussai alla sua porta. Mi aprì ancora in vestaglia. Questo sì che era strano. Il profumo del caffè mi accolse. Mi accomodai e mi servii. Caffè e cornetto. Lei mi guardava con un sorrisetto, direi felino. Che girava verso il ghigno satanico.
“Massimo caro, come ti senti stamattina?”
“Benissimo direi. Una bella giornata. Perchè?”
“Beh, volevo farti provare una cosa, visto che hai mostrato interesse.”
“Io? Cosa?”
“Questo caro. Questo!”
Nello stesso momento fece un passo verso di me e slacciò la vestaglia. Mi disse dopo che aveva creduto le svenissi davanti. Mi feci bianco e poi rosso, gli occhi strabuzzati, la bocca aperta. Ho quel momento fotografato nella mente. Le tettone che esplosero alla vista in tutta la loro fulgidezza e sopratutto il dildo ai suoi fianchi che, non più trattenuto, ondeggiava lì davanti. Lo prese in mano proprio come farebbe un’uomo.
“Ti ho visto sai, stanotte. Nello specchio!! E anche il bel regalo che mi hai lasciato nella tenda.”
Ero come rimbambito. Non riuscivo a spiaccicare parola. Mi ero alzato, ma ero come ipnotizzato dai suoi capezzoloni irrigiditi e quel ‘cobra’ tra le sue gambe. Rise e fece un altro passo verso di me allungando una mano e stringendomi il cazzo che si era drizzato senza neanche me ne accorgessi.
“Bravo! Lui si che ha capito tutto! Dai, vieni che ci divertiamo un po’.”
Come fai a dire di no ad una donna che ti tiene per l’uccello? Stavo cominciando a connettere e più capivo, più la cosa era eccitante. Tirandomi per il cazzo, si fece seguire in bagno. Feci giusto in tempo a vedere che appesa nella doccia c’era una grossa sacca da clistere con la lunga gomma a penzoloni e attaccata una cannulona bianca dalla punta bulbosa. Allora mi parve grossissima. Con una mossa veloce mi abbassò i pantaloncini.
“Dai, togliteli, e mettiti lì, appoggiato al muro.”
Mmmm, il clistere era per me! Lo pensai mentre obbedivo come un’automa, parte di me ancora sotto shoc.
“Un po più indietro, curvati, allarga bene le gambe, bravo così.”
Aveva in mano una saponetta e me la passò tra le chiappe seguita subito da un dito che mi spinse dritto nel culo, cosa che mi fece uscire dallo stato di torpore e realizzare in pieno quello che stava succedendo. Il dildo ai suoi fianchi, il clistere, il ragazzo sul suo letto, mia suocera voleva farmi il culo! Solo a pensarlo fu come un pugno nello stomaco. Sospirai forte mentre il mio cazzo dava un guizzo gonfiandosi al massimo. Nello stesso tempo lei mi infilava la cannula e l’acqua tiepida si diffuse piacevolmente dentro di me. Mi rilassai e lei se ne accorse. Mosse un poco la cannula.
“Ecco, bravo! Vedrai come ti piacerà!” Riempito e svuotato un paio di volte mi indirizzò sul letto.
“Vieni, vieni, mettiti quà, proprio come Riccardo. Ti ricordi? Sai che hai proprio un bel culetto. Non lo hai mai preso vero? Non ti preoccupare. Fai quello che dico e vedrai. Ormai ho una certa pratica a incularmi maschietti. Ecco, prima lo prepariamo un po’!”
Parlava da sola. Io avevo la bocca troppo secca e poi non ero sicuro di connettere. Sapevo cosa stava per succedere e sapevo che non vedevo l’ora. Lo strano era che prima non mi era mai neanche passato per la mente. Immagine di Riccardo. Mi inginocchiai in fondo al letto, sul tappeto, le gambe ben larghe, la faccia spinta giù sul lenzuolo. Mentre parlava la sua mano mi spalmava crema tra le natiche, le sue dita premevano e spingevano fino a che non ne infilò dentro due, cosa che mi fece sfuggire un grugnito.
“Aahh, ma allora sei vivo! Dai, apriti bene le chiappe con le mani. Mmmmm, guarda che bel buchino. E anche a pisello sei ben messo. Pronto? Ecco che arriva!”
Fuori e dita e supito dopo sentii la punta dura del dildo spingere. Attimo di panico.
“Massimo, dai caro, rilassati. Fai un bel respiro e spingi. Vedrai che bello!”
Obbedii e appena rilasciai il muscoletto, il duro manico lo violò. Il dolore fu pochissimo, ma la sorpresa di avercelo dentro mi lasciò di colpo senza fiato. Altro attimo di panico e mi scappò un grido strano, sopratutto di sorpresa.
“Dai, dai che non è niente. Non è grosso. Vedi come entra bene? Lo senti come scivola dentro?”
Le sue mani rimpiazzarono le mie e cominciò a stantuffare. Ero io quello che gemeva come una femmina? Da gemiti a mugolii a grugniti animaleschi. Cazzo! Chi l’avrebbe mai detto! Mi stava piacendo da matti prenderlo in culo. E chi me lo faceva, era mia suocera. Il cervello elaborava i dati e la mia mano scese a stringere il cazzo che strusciava contro il letto ad ogni spinta. Bastò stringerlo e cominciai a sborrare come un ragazzino.
“Uuuhh quanta! Visto? Ti è piaciuto vero porcellone? Mmmmm, la prossima volta cambiamo posizione!”
Si sfilò e improvvisamente mi sentii svuotato. Completamente. Ero sempre in ginocchio. Non avevo la forza di alzarmi. Si tolse le cinghie e sedette accanto a me. Mi prese la testa tra le mani e mi schioccò un bacio sulla bocca.
“Bello il mio genero! Vieni qui adesso. Ti piace la fica?”
Mi girò la testa verso di lei e spalancò le gambe. Cazzo che ficona! Poco pelo chiaro, ma rossa e gonfia, lucida di umori. Fradicia addirittura. Con una mano mi teneva un orecchio, con l’altra se la aprì tutta scoprendo il clito turgido.
“Vieni caro, dammi una bella leccata. Te l’avrà insegnato tua moglie, noo?”
Tirato per l’orecchio mi trovai in mezzo alle sue cosce che subito mi chiusero in una morsa mentre le mani mi spingevano contro, quasi volessero farmi entare dentro. Leccare per sopravvivere. Mai leccato un ficone come quello in vita mia. Mia moglie, allora aveva una bella fichetta succosa, che leccavo con la punta della lingua. Con mia suocera usai bocca, lingua, denti, labbra, naso e anche mento. La sua fica aderiva alla mia faccia come un polpo. Ci diedi dentro per un pò e cominciò a rispondere, a muoversi, ancheggiare, spingere e sopratutto mugolare forte. Un morso sul grilletto le strappò un grido di piacere. I ‘siii’ e i ‘dai,così’ si sprecavano. Improvvisamente la morsa si allentò e le mani mi spinsero più in basso.
“Daiiii!! Il culo. Leccami il culo. Succhiamelo tuttoooo! Inculami con la lingua. Siiiiiiii!!”
Spinsi il naso nella fica e cominciai a masticarle il buchino succhiandolo perfino e cercando di spingerle dentro la lingua. Pochi secondi e si irrigidì lanciando un urlo animalesco e spingendomi via. Rimasi a guardarla mentre godeva, una mano stretta sulla fica ed una che strapazzava una tetta. Qualche convulsione due ululati, qualche gemito e poi silenzio. Cazzo!! Quando mia moglie godeva lo faceva quasi in silenzio, con appena qualche tremito. Vederla godere rimise le cose a posto. Ora ero di nuovo me stesso. Più tardi mi disse che dopo che l’avevo vista, aveva voluto forzarmi la mano in modo che, visto che anch’io avevo partecipato, non mi venisse in mente di spiatellare la cosa in giro. Non lo avrei fatto in ogni caso, ma il suo ragionamento non faceva una grinza ed io mi ritrovai piacevolmente inculato a vita. E si, per chè la cosa non finì certo lì. Proprio la sera stessa, prima di ritirarci, riuscì a sussurrarmi che avrebbe lasciato la finestra aperta. Messaggio chiarissimo. Appena la mia dolce metà si addormentò, eccomi prendere la via del terrazzo. Finestra aperta, entrai spostando le tende. La trovai nuda sul letto. Si stava passando delicatamente il dildo lungo le labbra della fica e strizzandosi una tetta.
“Aaahhh, eccoti qua finalmente. Stamattina abbiamo lasciato le cose a metà! Vieni qua. Levati quei cosi e vieni qui vicino a me.”
Un attimo ed ero nudo al suo fianco. Ben in tiro e lanciato in un lingua in bocca da apnea. Intanto palpavo dappertutto. Le sue tettone mi ispiravano particolarmente. Lei invece si impadronì subito del mio cazzo che tirò in tutte le direzioni. Non fosse per il mio buco del culo ancora indolenzito e per il dildo appoggiato vicino a lei, avremmo potuto essere una coppia normalissima. Signora anzianotta che si godeva un cazzuto giovanotto. Qualche minuto dopo me la ritrovai a cavalcioni. Il mio cazzo contro la sua pancia. Ci baciammo ancora un po’, fino a che lei si rialzò. Sentivo la fica bagnata e bollente contro le mie palle. Mi guarda tenendolo stretto.
“Guarda che non piace mica solo a tè prenderlo su per il culo sai! Adesso mi ricambi il favore!”
Sempre tenendolo stretto in mano, ben puntato in alto, si alzò sulle ginocchia spostandosi in avanti, per poi calarsi nuovamente su di me e infilarselo direttamente nel culo. Entrò come una lama nel burro, nessuna esitazione. Lo prese tutto in un’unica lenta discesa e poi ci si roteò sopra mugolando di piacere. Infine si sistemò con le mani ben piantate sul letto, un po’ curva indietro. E via col tango. Mi cavalcava veloce, gemendo forte, la faccia stravolta, gli occhi chiusi e digrignando i denti. Non ero mai stato ‘usato‘ così. Alzando appena la testa potevo vedere il suo ficone aperto scendere a contatto col mio pube. Istintivamente allungai una mano e l’artigliai. Un ringhio accolse la mia mossa. Incoraggiato, acchiappai il grilletto tra pollice e indice e cercai di sbatterle dentro due dita. Stavolta ululò e aumentò il ritmo della cavalcata. Ancora qualche stantuffata ed partì per la tangente, mantenendo abbastanza lucidità per soffocare le grida animalesche che la colsero, mordendosi una mano. Io ero talmente preso, che dimenticai persino di venire. Stavamo giusto riprendendo fiato, fianco a fianco, il mio cazzo ancora puntato in alto che bussarono leggermente alla porta.
“Mmmm, è Riccardo.”
E si alzò ad aprire.
“Cosa fai qui? Dai entra!”
“Aspettavo che mi chiamassi e poi ho sentito...uuuppppsss, ma non è Aldo!”
“Stupidone, lo sai che arriva domani. Questo è Massimo.”
“Oooohhhh siii, lo conosco, anche se non l’avevo mai visto così. Mmmmm, me lo fai assaggiare?”
“Beh, visto che ormai sei qui. Ma a dir la verità, me lo volevo godere tutto io.”
“Egoista. Ti ho sentita godere sai! Non te lo consumo mica!”
Dovette leggere la curiosità sul mio volto perchè prese qualche minuto per spiegarmi.
“Ecco, Riccardo è il nostro giocattolo, mio e di mio marito. I suoi non sanno che è gay, anzi credono che io metta qualche cornetto a mio marito con lui e, sotto sotto, ne sono contenti. Invece il porcellino viene qui a fare scorpacciate d’uccello e a farsi allargare il nido. Ma mi fa tanta compagnia quando sono sola.
Va beh, dai. Sono sicura che a Massimo non dispiace. Lui sta facendo nuove esperienze. Succhialo pure. Me lo ha appena tolto dal culo e dev’essere bello saporito.”
Riccardo battè le mani come una ragazzina e si sfilò rapidamente la vestaglietta e il pigiamino estivo che indossava, scoprendo un fisico efebico, naturalmente glabro, una corona di peli chiari intorno al cazzo. Tutto mossettine si accoccolò in mezzo alle mie gambe e prese a leccarmelo. Quel giorno capii la differenza tra un pompino normale, tipo mia moglie, uno da vogliosa, tipo mio suocera ed uno da vero amante del cazzo. Riccardo lo adorava e si comportava di conseguenza. Non ne tralasciava un solo millimetro. Usava lingua, labbra e mani alternativamente, con una perizia unica. E questo lo dico ora che ho sperimentato pompini per una vita. Il massimo fu quando se lo fece entrare tutto in gola, le sua labbra a brucarmi il pube, la mano che giocava con le mie palle, un dito che mi solleticava l’ano senza penetrarlo. Il cambio nei miei gemiti allertò mia suocera che lo bloccò.
“E no caro mio! Ti do un dito e ti prendi tutta la mano. Molla l’osso!”
Ridendo lo staccò quasi di forza e se lo tirò addosso cominciando a sculacciarlo allegramente con lui che fingeva di divincolarsi, ma invece offriva le chiappe allo schiaffeggio che in poco tempo le fece diventare di un bel rosa acceso.
“Ecco quello che ti meriti! Te lo faccio come un peperone!”
Lui gemeva ed ansava, lei ridacchiava, ma io l’avevo sempre in tiro.
“E va bene! Voglio essere generosa. Te lo faccio provare. Vieni Massimo, prendimi la crema e mettiti qui.”
Dovevano averlo fatto altre volte. Il tempo di aprire il cassetto e girarmi che lui era già curvo sulle sue ginocchia i piedi a terra, le gambe ben spalancate. Faceva anche mostra di un bel cazzetto duro.
Maria gli spalancò le chiappe con una mano e gli schiaffò subito due dita, ben incremate, dentro. Da come filavano, dentro e fuori, capii che era ben aperto. Ero prontissimo. Appena mi guardò mi avvicinai, lei me lo prese in mano e lo puntò su quel buchetto boccheggiante, spingendolo subito dentro. Non dovetti far altro che continuare la spinta ed ero tutto dentro accolto dai suoi gridolini di gioia. Mente la mano di lei passava a dedicarsi al mio di buchetto, lo presi ben saldo per i fianchi e cominciai a darci dentro. Appena cominciò a gemere un poò più forte, Maria prese un fazzoletto e glielo infilò in bocca, soffocando i gemiti acuti in rumori sordi e grugniti. Mentre ci davo con ritmo andante, Maria si sfilò da sotto. Non mi accorsi di cosa faceva fino a che fu lei a prendermi per i fianchi. Non mi ero neanche accorto che me lo aveva lubrificato per bene. Feci solo a tempo a sentire la punta dura e, mentre tiravo indietro, me lo ritrovai tutto dentro. Ancora una volta mi sorpresi per quanto mi piaceva. La sensazione di quel paletto che mi scivolava dentro e fuori ad ogni movimento, mentre il culo di Riccardo mi stringeva il cazzo, mi mandò letteralmente fuori di testa e cominciai a sborrare furiosamente imitato da Riccardo che sgocciolò il suo piacere sul letto. Dopo mi disse che si era sentito inondare. Ormai non avrei mai più rinunciato ad una bella inculata, qualora si presentasse. Ma la mia introduzione ai piaceri anali non era ancora finita. Arrivò mio suocero e per qualche giorno non successe niente. Appena ritornò in città mi ritrovai con Maria sulla porta già di prima mattina. Mezzo addormentato la feci entrare. Mia moglie era già in spiaggia.
“Massimo, il tuo culetto mi è mancato molto in questi giorni e, devo dirlo, un po’ anche il tuo cazzo. Forza andiamo in bagno che non vedo l’ora di farti il servizio come si deve.”
Beh, il dildo era mancato anche a me. La scopatina con mia moglie ormai bastava come antipasto e avevo bisogno di un pasto completo. Un’attimo ed eravamo entrambi nudi in bagno. L’attezzatura l’aveva portata lei e in breve ci facemmo un paio di goduriosi clisteri a vicenda, seguiti da una velocissima insaponata con risciacquo. Entrambi eccitatissimi, ci ritrovammo a letto. Ci slinguammo per bene, tipo cani da trifola, e poi eccola a pecora. Non aspettavo altro. Quattro cappellate nella ficona rorida e poi giù, tutto nel culo. Tra un gemito e l’altro mi disse che col marito l’avevano fatto come al solito, anche con Riccardo, ma che le ero mancato. Stimolato la sbattei per bene fino a farla venire. Stavo per venire anchio, ma mi bloccò.
“E no caro mio. La sborrata la voglio vedere schizzare. Aiutami a metterlo.”
Sempre più eccitato le allacciai le cinghie dello strap. Stavolta volle essere lei sotto. Io avrei dovuto impalarmici sopra.
“Ti ricordi quando l’ho fatto io? Bene, stavolta tocca a te montare a cavallo.”
Per un’attimo mi sentii ridicolo. Con una mano tenevo il dildo puntato in alto, con l’altra le palle in modo da non schiacciarmele. Ma fu solo un’attimo. Appena la cappella di plastica cominciò a risalirmi su per il culo, l’intensità del piacere mi mandò subito in corto circuito. Lo stimolo era molto differente dal prenderlo alla pecorina, più simile a farselo mettere a pancia in su, ma ancora meglio!! Molti anni dopo ho scoperto il perchè. Durante una visita, l’urologo mi ha detto che ho la prostata leggermente spostata. Finalmente capii perchè prenderlo in culo mi mandava tanto fuori di testa. Ma torniamo a noi. Me lo feci scivolare tutto dentro e cominciai a roteare le chiappe contro di lei stimolandole fortemente il clitoride. Pochi colpi e cominciai a sgocciolare. Cercai di prendermelo in mano.
“No, Massimo no, lascialo libero. Voglio essere spruzzata dappertutto. Mmmmm, mi fai morire!!Dai, dai, sborraaaaa. Dammela tutta, schizzamiiiiiiii!”.
Come un’idrante impazzito incominciai a spruzzare in tutte le direzioni. Densi fiotti di sborra perlacea la imbrattarono dal volto al ventre. Le crollai addosso. Per tutta la settimana mi inculò in tutte le posizioni possibili senza tralasciare di farselo infilare a sua volta. E non ci crederete, ma quella fu la settimana che mia moglie restò incinta. Stavolta mio suocero arrivò per farsi i suoi quindici giorni ed io pensai che per un po’ avrei dovuto rinunciare alla mia bella sbattuta quasi quotidiana. Come mi sbagliavo!
Quella sera, quando mia suocera mi diede il segnale (strizzata d’occhio e movimento di apertura della finestra con le mani) lo trovai un po’ strano, ma la voglia c’era, e tanta. Perciò, più o meno alla solita ora, eccomi entrare nella stanza. Lei era già nuda ed io già in tiro. Giusto il tempo di infilarle la lingua in bocca.
“Bravo! Finalmente sei arrivato.”
Mio suocero. Aldo. Uscì dal bagno completamente nudo. Basimento completo con ammosciamento totale e quasi svenimento. Grosse risate da parte loro.
“Massimo caro, eppure lo sapevi che io e lui siamo partners. Mi sarei sentita troppo egoista a tenerti tutto per me. Ormai sei maturo per esperienze più complete. Stasera passerai al cazzo. Quello vero. Anche Aldo è un po’ che non ne prende. Vero caro? Uuh, guarda! Poverino. L’hai spaventato e gli si è ammosciato il pisello. Colpa tua. Io glielo avevo fatto venire duro. Vedi un po’ di fare qualcosa.!”
Stavo riprendendo fiato, ma ero ancora senza parole e dovevo sembrare un topo in trappola.
Aldo si avvicinò e me lo prese in mano, palpando e soppesando.
“Massimo, Maria mi dice che ti cucchi il plasticone da dio e che il culo ti piace. Con Riccardo ti senti a tuo agio. Rilassati. Cosa c’è che non và? Non hai voglia di divertirti un po’?”
Risposi di botto.
“Ma, tu, è che, ma tu sei maschio!!”
“Beh, certo. Anche tu lo sei, no? Ci si può divertire anche tra maschietti sai, basta essere porcelli e da quello che capisco, tu sei un gran porcone.”
“Ma, io non l’ho mai fatto con un’uomo.”
“E Riccardo? Va, beh, capisco. Riccardo è gay e non lo consideri come uomo. Mmmm, sai che ti dico? Facciamo un esperimento. Se non funziona ci scopiamo la Maria e glielo facciamo uscire dalle orecchie.”
La battuta mi fece ridere. Immediatamente cominciai a rilassarmi mentre lui si avvicinava a sfiorarmi con la sua pancetta. Anche lei si era avvicinata e accarezzava le chiappe di entrambi. Il mio cazzo stava prendendo consistenza nella sua mano ed il suo lo sentivo caldo contro la mia pancia. Aveva ragione, a Riccardo l’avevo preso in mano, l’avevo segato, naturalmente inculato in tutti i modi, ma l’avevo inquadrato come femmina. Aldo no. Aveva un bel cazzone, anche un po’ più grosso del mio, e sopratutto baffetti e pizzo, anche se quasi pelato. E la voce era maschia. Ma il cazzo mi si stava drizzando. Perchè non provare? In fin dei conti a rompermi il culo ci aveva pensato lei. Mi feci coraggio e allungai una mano toccando il suo di cazzo. Come ricevere una scossa elettrica. Contemporaneamente lui appoggiò le labbra sulle mie e me lo strinse un pò. Io strinsi il suo e aprii le labbra. Lingua in bocca con un uomo. Impossibile. Lo avrei giurato e spergiurato fino ad un minuto prima. Ed eccomi. La sua lingua aveva invaso la mia bocca, la mia si faceva strada nella sua. Lasciammo i cazzi e ci abbracciammo, continuando a slinguarci.
“Dio, come siete belli! Visto che avevo ragione! Me l’avete fatta bagnare di brutto. Porci che non siete altro.”
Non l’ascoltavamo di certo. Aldo lasciò la mia lingua per accoccolarsi di fronte a me. Immediatamente prese in bocca la cappella leccandola e succhiandola avidamente. Non con amore come Riccardo. La sua era voglia, libidine pura. Mi spinse sul letto continiando a leccarmelo come un grosso gelato, la lingua tutta aperta e a succhiarlo rumorosamente. Mi spinse indietro le gambe e prese in bocca le palle e subito dopo la sua lingua era nel mio culo. Si, il suo linguone si era insinuato nel mio buchetto. In quel momento credetti di capire cosa potesse passare nella mente di una donna che sta per essere posseduta dal proprio uomo. Un attimo dopo, guidato dalla mano di lei, sempre presente, me lo spinse dentro. Tutto in un colpo solo! Dio che meraviglia! Altro che dildo di gomma. Bollente, pulsante. La vita insomma! Il cazzo era vivo. Il dildo solo un freddo surrogato. Non che lo rinnegassi, ma la differenza che sentii fu immensa. Mi rilassai completamente lasciando che il mio corpo assorbisse tutte quelle nuove senzazioni. Lui mi inculava lentamente facendomene gustare ogni millimetro mentre lei si era lanciata in un lentissimo, lussuriosissimo pompino. Capii quanto erano esperti in questo gioco di coppia quando, ogni volta si accorgevano che mi avviavo verso l’orgasmo, cambiavano ritmo o si fermavano, insomma riuscivano a bloccarmi e a farmi durare. Mi trasformarono in un grumo di piacere pronto ad eruttare in ogni momento e dopo un tempo che non so quantificare, mi fecero esplodere. Non ricordo se urlai come un dannato o che altro. Ricordo solo il mio cervello forzato a uscire dalla punta del cazzo. Lei ricevette i primo schizzi sulla faccia e poi lo prese in bocca inghiottendo tutto il resto. Un nuovo mondo di piacere si era aperto ed io mi lasciai sedurre a farne parte. Il culo di mio suocero si aprì al mio cazzo, voglioso ed invitante come già quello di mia suocera. Le nostre bocche si diedero piacere a vicenda, senza limiti a parte quelli della vita di tutti i giorni che spesso ci impediva di stare assieme più di tanto. Da allora, le nostre vacanze furono spesso un tuffo nella libidine assoluta. Dopo il secondo figlio, la pensione ci andava stretta e comprammo una villetta sulla costa abbruzzese, molto fuori mano, ma che ci permise di vivere liberamente la nostra relazione.
Ed eccoci ai nostri giorni. Sono passati 20anni. I figli sono grandi, io ho fatto carriera, ma lavoro sempre molto da casa, mia moglie invece va solo part-time. Mio suocero è passato a miglior vita qualche anno fa. Un diffetto cardiaco non diagnosticato. Mia suocera si è ritirata nella casa al mare, ma viene spessissimo da noi, specie per vedere i nipoti e, naturalmente, per darmi e farsi dare una completa ripassata. Nonostante l-et’ incula e si fa inculare come il primo giorno. Con mia moglie sto ritrovando una intimità e complicità che erano mancate per un po’. Figli, lavoro, stress, stanchezza, insomma le solite cose! Mia suocera è giusto ripartita da un paio di giorni e mia moglie sembra un po’ pensierosa; la noto spesso guardarmi di sottocchio. Qualcosa la tormenta.
La sera, sul divano, guardiamo un film, ma non presta attenzione. Si appoggia alla mia spalla e mi accarezza una coscia, come quando ne ha voglia. Benissimo! Mi giro a baciarla, ma il contatto è breve. Poi, finalmente, comincia a parlare.
“Massimo, amore, ultimamente io e mamma abbiamo parlato tantissimo, cose che mai abbiamo accennato prima. Anche cose intime, molto! Mamma si è resa conto solo da non molto, di quanto le manchi papà e la loro intimità e mi ha detto di aver rischiato di perdere tutto, tempo fa, quando sua madre le fece il discorso che lei mi stava facendo. Dice di essersi accorta che anche se mostriamo di volerci bene, sembriamo più distaccati, come se ci mancassero certi stimoli. Io le ho detto che a dir la verità forse lo facevamo più ora che anni fa, specie con i bambini in giro. Le si è fatta una risata e mi ha detto che una volta la settimana non conta, solo mantenimento, che lei e papà lo facevano quasi tutti i giorni. Così siamo passate a parlare di cosa si faceva, come, cose che mi imbarazzano a morte. Ma con lei mi sono aperta, specie dopo che mi ha raccontato di certi giochetti che faceva con papà. Proprio i giochetti che le aveva insegnato sua madre già anziana. Sembrerebbe che voi maschietti, dopo una certa età, avete bisogno di extra stimoli, così come noi donne. Se non si scoprono da soli, pian piano si perde la carica e ci si riduce ad essere solo compagnia l’uno per l’altra. Ecco perchè l’avvento di giovani femmine è spesso così devastante nel rapporto. Cosa che non succede quando certi stimoli vengono trovati. Non che uno diventa immune nei confronti delle giovani, ma gli interessano meno e, che lei sappia, nessuno scappa più da casa.”
La sua mano è molto vicina al mio cazzo che si sta indurendo. Cosa le avrà detto sua madre? Le avrà mica parlato di noi. Sono sicuro di sapere quale sia lo stimolo di cui hanno parlato.
“Mmmm, interessante. E quale sarebbe?”
Si siede sulle mie ginocchia. Adesso lo sente duro contro la coscia.
“Sai, mi ha detto che, mentre facciamo certe cose, dovrei provare a giocare col tuo buchino. Si caro, proprio così a detto! Di vedere le tue reazioni e se tu avessi cercato il mio, di lasciarti fare. Ecco! Non sei arrabbiato vero? Da quello che sento, non si direbbe. Ma voi uomini, a volte, siete proprio strani.”
“Amore, no, ma che arrabbiato. Anzi, mi fa piacere che tu stia cercando di stimolare la nostra routine. Davvero contentissimo. Sarò lieto di provare qualsiasi giochino ti dica la mamma!”
Lingua in bocca e poi nudi. Un godurioso sessantanove e per la prima volta mia moglie si è avvvicinata al mio buchino. Ho dovuto stringere parecchio perchè il suo dito non entrasse subito in tutta libertà, mentre lei cercava di rilassarsi per far passare il mio. E non lascio certo passare acqua sotto i ponti. Alla prima occasione mi infilo in doccia con lei e mi impadronisco del suo culetto insaponato. Dopo più di vent’anni di matrimonio mi sono inculato mia moglie. A stretto giro di telefonate arriva il consiglio. Prima di prenderlo in quel posto, sarebbe bene fare il clistere. Guarda caso!! Ragazzi non dite niente. Lo so cosa pensate e lo aspetto da un momento all’altro. Sono sicuro che alla prossima visita della madre, mia moglie riceverà, in regalo, un bel dildo con le cinghie. Viva la suocera!!

Ultimamente ho ricevuto parecchie lettere di maschietti che farebbero qualsiasi cosa per farselo fare dalla suocera, anche se anziana. Qualcuno è riuscito a farsi fare il clistere, qualcuno clistere con sega, un paio pompini. Mi sembra una buona media. Prossimo passo ditelo papale papale... suocera, cosa ne diresti di farmi il culo? E si, sembra facile dirlo... ma farlo.... auguri. Fatemi sapere!! La mia raccomandazione non cambia sia per maschi che per femmine. Cosa aspettate? Datelo il culo, fatevelo allargare come si deve... poi me lo direte che ho ragione. Provare per credere. Scrivetemi: [email protected]
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