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Zii a sorpresa*


di MasterT2
02.03.2020    |    20.605    |    4 9.6
"Venne urlando per poi accasciarsi stremata..."
Che sorpresa gli zii.

Come tutti gli anni mi trovavo, a passare l’estate al mare nella nostra villetta sulla riviera.
Nella villetta vicina alla nostra, venivano in vacanza gli zii.Io, di solito, li incrociavo poco perche’ non avevano le ferie insieme ai miei. Al massimo ci vedevamo un qualche fine settimana.Una mattinata, facevo il bagno, nudo, come al solito quando ero solo, e nuotando sul dorso passai abbastanza vicino agli scogli sotto di loro. Quasi affogai quando mi sentii chiamare.
“Ciao Giorgio!!”
Aprii gli occhi. Nudo sulla scogliera, invisibile dalla strada, c’era mio zio Mario. Più in su, sdraiata ma nuda anche lei, c’era la zia Renata.
“ ...Ehm ciao zio..!” risposi “Bella giornata eh?”
Non avevo la minima idea che fossero arrivati. Loro, di solito, arrivavano ad Agosto. Lo zio si mise a sedere, l’uccello grassoccio su un paio di grosse palle.
“Vedo che anche te sei amante del sole sulla pelle!” fece.
Mi ero fermato su di uno scoglio, l’acqua a mezza coscia.
“Beh, ne approfitto quando i miei sono fuori!”
I suoi occhi si erano abbassati a misurarmi, poi si illuminarono. Prese a parlare dei piaceri del naturismo.
“Con chi stai parlando, caro?” chiese la moglie da sopra.
“Con chi vuoi che stia parlando! Con Giorgio, nostro nipote! Sapevi che anche lui è un naturista!”
“Giorgio? Davvero? Non sapevo che eravate qui. Tua madre mi aveva detto che questa settimana sareste stati dai nonni!” disse lei rialzandosi. Alta, due super tette, giunonica, un ciuffo di pelo castano le marcava la fica. Sentii un principio di arrappamento.
“Giogio, dai vieni su che parliamo un po’!”
“Scusa zia,” dissi sedendomi in acqua “non credo di essere in condizioni di uscire dall’acqua. Non sono abituato a riunioni nudiste, specie con una stangona come te in giro.”
“Che tesoro!” gongolò con marcato accento milanese.
Lo zio ridacchiava, sembrava divertito.
“Non ti preoccupare, farò finta di non vederlo..!” continuo’ ridendo anche lei “..Anzi, lo prenderò come un complimento!”
“Piccolezze, piccolezze!” subentrò zio Mario alzandosi “Dai, Giorgio, salta fuori dall’acqua e vieni a bere qualcosa con noi!”
L’istinto mi disse che sarebbe successo qualcosa. Non ero certo uno timido, anzi..! Bello in tiro uscii dall’acqua.
“Eccomi!” dissi “Cercate di non mettermi in imbarazzo!”
“Mmmm... altro che piccolezze!” commentò zia Renata. Una lunga occhiata e poi si voltò mostrando un culone degno di un pittore medioevale. “Forza, saliamo a prenderci l’aperitivo!” Due passi e si curvò a prendere l’asciugamano. Lo fece lentamente, lasciando il tempo alle chiappe di aprirsi e mostrare l’anello scuro del culo e la ficona gonfia. Si drizzò e risalì la scogliera verso casa con noi al seguito, il mio cazzo eretto e ballonzolante. E dritto restò per tutto il tempo dell’aperitivo, con loro che parlavano del più e del meno facendo finta di niente, ma l’atmosfera era satura di sesso. Lo potevi respirare, assaporare in fondo alla gola. Mi invitarono a mangiare un’insalatina, poi lei si ritirò per un pisolino.Accettai di fare una pennichella sul divano. Qualcosa mi diceva che mi sarei divertito. Un paio d’ore dopo mi svegliò il rumore del frullatore. Zio Mario, ancora nudo, preparò una bibita rinfrescante e mi invitò a fare un giro in barca. Ecco, pensai, la situazione si sta sbloccando! Naturalmente accettai e, sempre nudi, salimmo sulla sua barchetta a vela e ci allontanammo dalla scogliera. Qualche minuto e riaccostammo. Lasciata cadere la vela derivavamo, dondolanti sull’acqua calma, in vista della casa. Zio Mario si spaparanzò a prua, grattandosi le palle.
“Sei stato fantastico, oggi, a resistere a tua zia. Lei ci gode da matti a far tirare i bigoli! Avrei scommesso che ad ogni momento saresti scappato a menartelo da qualche parte. Per essere cosi giovane, hai molto self-control!”
Me la tirai da vissuto
“..beh, ho fatto anch’io le mie esperienze...” amiccai. “Ho cominciato da ragazzo e adesso ...con un po’ di pratica...!” mentii spudoratemente sdraiandomi di fronte a lui cercando di sembrare a mio agio. Mi sorrise, l’aria del gatto che ha visto un topolone.
“Sai, noi siamo molto attivi e, in fatto di sesso, non abbiamo nessuna inibizione... “ continuò lui “...e adoriamo la gente che la pensa come noi!” Continuava a grattarsi le palle e si gli si era fatto basanotto. Mi sentii stimolato e incominciò ad indurirmisi.
“Sono d’accordo al cento per cento, zio!” risposi “Anch’io mi sento sempre disponibile e aperto a tutte le esperienze!”
Era una delle mie piu’ grandi fantasie segaiole quella di essere sedotto da una coppia. Il fatto che questa coppia fossero i miei zii, mi mandava letterelmente fuori di testa. Mi guardava sornione. Indico’ il mio cazzo rigido.
“Sai, dal primo momento che te l’ho visto duro, ho desiderato prendertelo in bocca!”
“Ed io di giocare con le tue pallone!” dissi avvicinandomi a lui.Gli offriii il cazzo da succhiare. Senza altre parole lo prese e cominciò a leccare e succhiare golosamente, avidamente. Allungai una mano e gli presi le palle, le più grosse che avessi mai visto. Aveva un cazzo corto, ma bello grassoccio. Lo menai un po'. Sollevo’ la testa. Poi mi lecco’ i coglioni segandomi lentamente.
“Lo sai che la zia ci sta guardando?” chiese con la bocca piena.
“Davvero..!!!” Ecco qual’era il gioco!
“A lei piace da matti guardare due uomini che giocano tra loro. Adesso e’ la’, col binocolo in mano, che si sta tirando un feroce ditalino.
Ed io glielo stavo smanettando robustamente.
“Allora andiamo a dar spettacolo a casa!” suggerii.
“Oh, si!” mugolò lui “Ma prima devo godere, non ce la faccio più!”
“Ora ci penso io!” Levatogli l’uccello di bocca, lo spinsi giù e mi chinai su di lui. Imboccai il cappellone e succhiai leggermente, poi lo leccai tutto attorno, come un gelato, ed intanto cominciai a menarglielo velocemente, una mano nelle palle. Strinsi le labbra sulla cappella ed aumentai il ritmo. Lo sentii irrigidirsi. Sollevai la testa e, oplà, sborro’ in aria con un ruggito sincopato.

Mezzora dopo entravamo in casa. Lei ci aspettava seduta fuori, sempre nuda, il cannocchiale su di un treppiede li vicino, la mano tra le cosce.
“Ma guarda sti due maialoni! Lasciarmi qui sola a farmi i ditalini e loro fuori in barca a succhiarsi l’uccello! Ho visto tutto, sapete! Guardate come me la sono ridotta a furia di menarmela!” Aprì le gambe e ci mostro la fregna rossa, gonfia, sgocciolante e luccicante. “Credo proprio sia ora di provare sto bel cornetto.” Si alzò ed allungò la mano sul mio uccello già pronto all’uso.
“Accomodati, tesoro!” fece il marito.
“La prima la voglio alla pecorina!” mi informò. Si mise in posizione appoggiata alla ringhiera, il bel culo spinto in alto, le coscione spalancate.
“Forza, Giorgio! Senza pietà!” mi spronò lui incominciando a menarselo.
Deciso l’acchiappai per i fianchi, puntai e fuoco, l’infilai tutto a colpo sicuro ricevuto da un lungo gemito. Presi a pompare con forza con lei che rispondeva colpo su colpo. Pochi minuti ed un primo orgasmo la squassò. Non mi fermai, anzi aumentai il ritmo, le chiappe nelle mani, i pollici nel buco del culo. Venne un’altra volta. Ora si sbatteva, scrollava, gemeva, invocava tutti i santi, sbavava, io imperterrito la martellavo. Mario si era avvicinato. Sempre menandoselo accarezzava ora una tetta, ora una delle mie chiappe. La sentii irrigidirsi per la terza volta e diedi un colpo tremendo, a fondo. Venne urlando per poi accasciarsi stremata. Lentamente l’estrassi e lo offrii alla bocca di Mario che, golosamente, mi ripulì dei succhi della moglie. Ripresasi, lei si inginocchiò al suo fianco e gli tolse il boccone di bocca.
“Mi hai spompata, ma adesso tocca a te!” Si mise a succhiare con passione, una mano a massaggiarmi le palle, un dito a solleticarmi il culo. Imperterrito la lasciai succhiare per un po', poi suggerii di sdraiarci cosicché avremmo potuto darci da fare tutti e tre. Un momento dopo mi ritrovai in bocca il pisello di zio Mario che leccava la fica alla moglie. Stringemmo i denti e giù a succhiare. Un cambio di posizione ed io leccavo il ficone e lo zio mi spompinava a sua volta succhiato dalla moglie. Spostai la mira sul buco del culo, spinsi con la lingua e fui accolto da un ruggito di godimento con Renata che mi stringeva la testa tra le gambe mentre Mario le sborrava in bocca. Mi raddrizzai, il cazzo teso come una sbarra di ferro, luccicante di saliva.
“Adesso e’ il momento del culo!” esclamai menandomelo leggermente.
“Sei tremendo! Ma come fai?” uggiolarono mettendosi entrambi in ginocchio. Infilai un dito per buco. Erano pronti!
Li feci cambiare posizione. A sessantanove, zio Mario sotto. Abbrancata zia Renata per le chiappe le aprii, puntai, fuoco...! Entro’ come una lama nel burro. Implacabile l’infilai a fondo. Zio Mario le leccava la fica e cercava di slinguarmi le palle. Una decina di colpi lunghi e calmi, un’altra decina veloci, scanditi dagli urletti della zia. Poi un colpo potente, inchiodante, a fondo. Di nuovo la zia si sciolse di godimento. Estrassi e girai l’angolo. La zia, seduta sulla faccia del marito ne sollevo’ le gambe, sposto’ le pallone ed io ripetei l’infilata. Lo inculavo e glielo menavo contemporaneamente, con forza, allo stesso ritmo. Quasi me la fece, ma ripetei il colpo di sfondamento con stretta d’uccello all’arrivo e lui cedette, spruzzando la zia che non arrivava a succhiarlo. Estrassi e mi alzai in piedi.
“Questo e’ per voi!!” Urlai. Menandomelo velocemente sborrai a fiume nelle loro bocche aperte. Mi sentii svuotare da cima a fondo e crollai al tappeto. Vi chiederete come facevo a resistere tanto. Fin da ragazzino mi ero abituato a segoni lunghissimi, cercando di resistere il piu’ possibile. Riuiscivo a far durare una sega anche due o tre ore se l’argomento era abbastanza eccitante. Il mio problema era che, se a volte, mi annoiavo, correvo il rischio che mi si ammosciasse. Decisamente non era il caso con gli zii.

Naturalmente dopo quella prima volta ci vedemmo ancora. Tutte le volte che che potevo ero da loro. La seconda toccò a me offrire il culo all’uccello dello zio dopo che Renata me lo aveva preparato con un clistere sopraffino. Non avevo mai pensato potesse essere tanto piacevole farsi riempire la pancia ma dovetti ricredermi. Zia Renata era una vera artista della cannula. Mi lavoro’ per benino il buchetto con le dita con lo zio che trastullavail mio pisello, poi mentre il liquido tiepido mi riempiva entrambi mi massaggiavano leccandomi e succhiandomi il cazzo assieme. Poi lo fecero anche loro con io che assistevo e massaggiavo. Finita la serie eravamo tutti e tre arrapati al massimo. Non vedevo l’ora che lo zio mi slargasse per bene il buco. Io in ginocchio a culo per aria, lei dietro a leccare, lui che lo teneva al caldo nella mia bocca. Usando dita, lingua e un po’ d’olio la zia mi ammorbidi’ e lubrifico’ per benino lo sfintere fino a che la sua lingua riusciva a penetrarmi come un piccolo cazzo. Poi la zia dette il via libera e fu il mio turno ad essere aperto e trapanato. Usai il buco ad arte, rilassandomi quando mi infilava e stringendo quando estraeva. In quattro e quattr’otto ricevetti il mio clisterino di sborra. Zio Mario mi disse che mai culo lo aveva fatto godere cosi’. Tra un’inculata e l’altra, un pompino ed una chiavata chiacchieravamo, naturalmente di sesso. Io raccontai come, qualche anno prima, ero stato sverginato dalla portinaia che mi aveva beccato in cantina a tirarmi una sega su un giornale porno. Mossa a compassione mi aveva fatto conoscere la mia prima fica. Era anzianotta ma ancora adesso andavo a trovarla per un pompino da vera esperta. Il culo me lo aveva fatto conoscere invece il professore di ginnastica che mi aveva beccato sotto la doccia con l’uccello duro. E mi istruì anche sull’uso del cazzo non scordandosi di rompermi il culetto. Lo aveva fatto talmente bene che mi aveva fatto prendere gusto ai rapporti tra maschietti. Eravamo in tre a scuola che ogni tanto ci trovavamo con lui per un’orgetta omo. Loro erano la mia prima coppia. I miei racconti li eccitavano e ci lanciavamo in un nuovo giro di godute. Anche loro mi raccontarono della loro vita sessuale. Cresciuti praticamente assieme, fidanzati da sempre avevano sperimentato tutto tra di loro prestissimo, anche se arrivarono vergini al matrimonio Si sposarono presto, vent’anni, la prima notte caddero tutte le verginità. Renata non aveva nessuna inibizione, godeva di fica e di culo come una veterana. Per un paio d’anni continuarono a spassarsela. Nessuna noia. Qualsiasi cosa passasse loro per la testa, la sperimentavano col partner. Finite le scuole i genitori pagarono loro una vacanza e là scoprirono il nudismo. Trovarono piacevolissimo sia il mostrarsi che il vedere gente nuda. Erano talmente pieni di curiosità, che quando una coppia matura, sulla cinquantina ma molto ben tenuta, li invitò ad un the rigorosamente nudista, accettarono subito. Ritrovatisi nel loro bungalow, naturalmente nudi, i quattro fecero subito amicizia, ma non riuscirono ad impedire che a Mario tirasse. Una cosa era girare per la spiaggia, un’altra essere seduto a fianco di una bella donna nuda che ogni tanto gli toccava una gamba. Lei fu subito toccata dal complimento e disse al marito che dovevano aiutare i ragazzi ad ambientarsi. Preso in mano l’uccello ormai duro, se lo porto’ signorilmente in bocca chiedendo naturalmente il permesso a Renata che, vedendo crescere al suo lato un bel cazzone maturo, lo concesse di buon grado, dandosi da fare anche lei. Fattili godere offrirono le fiche alle lingue degli uomini godendo anche loro. I quattro fecero coppia fissa. Nei giorni a seguire passarono a rapporti più completi con scambio di fiche e naturalmente di culi. Un giorno la signora chiese di essere fottuta in tandem e naturalmente Renata volle provare. Godette talmente che la signora si sentì in dovere di rinvigorirla a colpi di lingua. Sempre pronta Renata ricambiò e nacque la prima lesbicata, seguirono i sessantanove con inculate poi un bel giorno chiesero a Mario se non era curioso di provare l’uccello. Anche lui era pronto a tutto. Assaggiò il cazzo e gli piacque, provò il culo e gli piacque anche quello. Glielo ruppero con tanta signorilità che godette quasi subito. Il ciclo era completo. Tutti davano e prendevano in ugual misura. Da allora ogni anno andavano in vacanza, per tre settimane in un campo nudista, in Italia o all’estero. Qualche volta avevano ritrovato la coppia distinta ed avevano rinnovato la loro amicizia. Ma soprattutto, adesso, erano loro ad invitare le giovani coppie al the. Finita quella vacanza si prendevano un po' di riposo in Riviera. Quest’anno avevano cambiato date perche’ il posto che volevano provare non era disponibile.
Mi invitarono ad andare con loro. Come facevo a rifiutare un’offerta simile? Mi si prospettava un’estate ad alto godimento.
“Quando partiamo chiesi?” staccando la bocca dalla cappella dello zio.


Master T


Questo e’ stato il mio primo lavoro, parecchi anni fa e allora pubblicato su Racconti Milu..

Racconto ripubblicato
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