Una singola per lei

Ci incontriamo in un bar, come convenuto.
Sono arrivata in anticipo e mi guardo attorno cercando di indovinare quale delle donne che si avvicinano tu possa essere.
Poi ti vedo e non ho alcun dubbio e tu nemmeno.
Ti siedi e mi saluti.
Sei bella e mi fai desiderare di baciarti: un buon inizio.
Hai in testa un gioco e me lo spieghi in due parole: vuoi che io faccia sesso con il tuo amante mentre tu ci guardi.
Mi guardi in attesa di una risposta.
A me viene da ridere e tu te ne accorgi.
Ridi a tua volta: hai una bella risata che mi racconta tanto di te e della tua passione per il gioco.
Ti chiedo perché vuoi fare questo gioco, da dove nasce questo desiderio.
Mi rispondi che è un gioco che avete pensato insieme e che tu stai provando tante emozioni nuove: ti piace l’idea di scegliere una donna per lui, organizzare un gioco per lui come lui fa per te, vuoi provare a te stessa che non sei gelosa e che sei pronta per affrontare giochi più complessi.
Come posso risponderti?
Io il tuo amante non lo conosco.
Come posso desiderare di fare quello che mi chiedi con un estraneo?
Se non provo un forte desiderio per un uomo perché dovrei farlo?
Tendiamo a descrivere i giochi con pochi dettagli: quanti siamo, chi siamo, chi fa e chi guarda.
Forse la maggior parte delle persone pensa che basti questo e poi lasciando fare all’improvvisazione, tutto verrà da sé.
Alla fine poi probabilmente avviene così, ma a me sembra di sprecare un’occasione.
Per cui ti chiedo di lasciar perdere un attimo quella cosa che hai in mente e di parlarmi di te, di voi.
Delle vostre esperienze, di quello che vi è piaciuto da morire e di quello che invece vi ha lasciato una cicatrice.
Tu lo fai, con una sincerità disarmante ed inizio a conoscerti.
I tuoi sguardi, che prima si appoggiavano solo per un attimo sui miei occhi, ora si fermano più a lungo ed io sento ancora più forte di desiderare qualcosa di te.
Le nostre gambe si sfiorano sotto al tavolino, poi tu metti una mano sopra la mia: “andiamo a fare due passi? ”.
Camminiamo per il centro continuando a chiacchierare, ma vedo che sei distratta.
Ti guardi in giro, stai cercando qualcosa.
Poi un leggero sussulto, mi prendi per mano e mi trascini in una via nascosta.
Dietro alla colonna di un portone mi baci.
Dapprima timidamente, sfiorandomi appena le labbra, poi un leggero morso seguito da un sorriso.
Ed infine un bacio sempre più appassionato.
E' difficile accontentarsi di questo, lo sappiamo entrambe, e tu hai un’idea.
Mi chiedi se puoi chiamarlo, se possiamo andare tutti e e tre in un motel.
Adesso.
Accetto.
Non mi importa se per averti deve esserci anche lui.
Nel tragitto in macchina sento salire il mio desiderio.
Amo le sensazioni che precedono l'incontro: in un certo senso vorrei che non finissero mai.
Arriviamo per prime e in quel poco tempo da sole conosciamo meglio i nostri corpi, stuzzicandoci a vicenda, abbandonandoci alla passione.
Lui arriva e si mette in disparte a guardarci.
Il gioco é cambiato, ma non poteva essere altrimenti: la complicità tra me e te, nata dietro quella colonna, non può essere ignorata.
Nemmeno il vostro legame però e tu lo inviti con uno sguardo che vorrei fosse solo per me.
Lui ci raggiunge e facciamo sesso in tre, un gioco in cui a turno guardiamo gli altri, ma da molto vicino.
Il tuo amante si è davvero eccitato: la chiamata inaspettata, la vista di noi quando é entrato nella camera.
Il suo sesso così bello ci attira, così tutte e due ci dedichiamo a lui, leccandolo e succhiandolo insieme, mentre ci guardiamo negli occhi.
A volte interrompiamo per baciarci, ma poi riprendiamo.
Non lo facciamo venire perché vogliamo usarlo per darci piacere.
E il piacere dell'una diventa magicamente anche quello dell'altra, in un inseguirsi di eccitazione e appagamento.
Quando tutto finisce mi rivesto e vi lascio da soli: ho interpretato anche troppo a lungo un ruolo che non era mio.