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Triangolo


di Tuffodallalto
19.02.2023    |    90    |    0 6.0
"La loro era stata una migrazione inversa, perché erano scese da Milano in Puglia per lavorare all'avviamento di punto vendita di questa grossa multinazionale..."
Anche nelle situazioni più impensabili uno sguardo può fomentare una passione, ciò che conta è il nostro approccio.
Fare la spesa, non è una di quelle cose che pur necessaria, faccio volentieri, mi ritengo volubile, perché parto sempre da un presupposto, per poi finire per mettere nel carrello cose non così indispensabili.
Ero tra le corsie dell'ipermercato quando distratto dal tagliandino rosso delle offerte in corso, mi sono scontrato con un altro carrello senza neppure rendermene conto.
"Scusami" dissi, prima poter vedere chi ci fosse dall'altra parte, "di nulla credo mi fossi distratta anch'io" rispose una ragazza di fronte a me. A breve visualizzai esser stato maldestro con due ragazze, anche loro li come me a fare la spesa. Carine pensai e scusandomi ancora, le sorrisi e andai via, lo stesso fecero loro con me.
Durante il tragitto per arrivare a casa, pensai che dopo una giornata di lavoro ad aspettarmi avrei trovato i miei gatti, "i gatti!" esclamai in uno dei miei pensieri ad alta voce!
Avevo dimenticato comprare loro da mangiare!
Ed alla prima rotonda tornai indietro, al vicino pet store, quello aperto da poco e di cui si parlava un gran bene in città.
Mentre ero intento prendere quanto mi servisse, mi avvicinai alla cassa e li davanti a me c'erano proprio quelle ragazze dello scontro col carrello all'ipermercato, che mi sorrisero e salutarono. L
Curiosa coincidenza pensai, le salutai e sorrisi anch'io, magari stavano ancora ridendo di quel ragazzo distratto.
Tornai a casa e facendo carezze e grattini ai miei gatti anche per quei sensi di colpa dell'esserci dimenticato di loro, feci una doccia e uscì perché dopo una giornata in ufficio, avevo voglia vedere qualcuno non avesse il colletto inanimato e la cravatta.
Il venerdì è il giorno giusto per prendere un po d'aria e vedere qualcuno e due passi in centro, senza che dovessi andare da qualche parte ma per il solo piacere camminare, il mio fine settimana era appena cominciato. Senza che me ne rendessi conto mi ritrovai davanti una birreria cui spillatorura della birra e profumi dei panini caldi mi invogliarono fermarmi.
Entrai e fui invitato dal cameriere sedere, lo avrei anche fatto se non fosse che tolta la giacca, fui richiamato da una voce; "tre volte al giorno è frequentarsi", mi sentì dire.
Alzai gli occhi, sorpreso trovai le ragazze dello scontro col carrello prima, come dell'incontro alle casse con le crocchette in mano dopo, ed erano lì di fronte a me.
Era una situazione molto curiosa, rivedersi tre volte in una giornata senza conoscersi in una città è cosa non frequente e non potetti non sedere al tavolo con loro.
"Io sono Leo piacere" dissi loro, che mi risposero chiamandosi Antonia e Andrea.
Avendole di fronte le osservai bene, senza questa volta, dovessi sentirmi un ladro nel farlo. Antonia aveva occhi grandi ed espressivi e capelli biondi che legati mettevano in risalto una fronte alta. Aveva due grossi orecchini tondi e braccialetti che facevano rumore quando gesticolava e lei, identificando un luogo comune italiano, lo faceva spesso.
Andrea aveva capelli castani scuri mossi, era a differenza di Antonia più minuta, aveva un maglioncino nero e non potetti notare come non avesse reggiseno, i suoi seni pur piccoli dovevano avere dei bei capezzoli, tanto la lasciarne intravedere la forma.
Erano diverse tra loro, ma non avrei saputo dire chi fosse più interessante conoscere, devo dire averle trovate entrambe piuttosto belle.
Mi dissero che erano delle hostess di un duty free, per una catena internazionale nel vicino aereoporto di Brindisi.
La loro era stata una migrazione inversa, perché erano scese da Milano in Puglia per lavorare all'avviamento di punto vendita di questa grossa multinazionale del nord.
Tra un panino col polipo cui bontà questo locale era piuttosto conosciuto ed una, due e poi tre birre, la serata scivolava con sempre con meno freni inibitori tanto che dai discorsi sul più ed il meno, si era passati parlare di cose piuttosto confidenziali come poteva essere la propria sessualità. Ma dopo qualche ora passata a bere e ridere, credo fosse il momento andare e pagato il conto, ed uscimmo per fare due passi.
Nonostante avessimo bevuto un po troppo, non ne davamo segno, se non nei nostri discorsi leggermente alterati, tanto che seduti su una panchina prima Andrea e poi Antonia mi diedero un bacio con grande grandissima naturalezza.
Fu a quel punto che Andrea, con uno sguardo intesa con Antonia, mi prese per mano dicendo accompagnarle a casa, cui arrivammo pochi minuti dopo.
Quella cui mi ritrovai entrando era un bilocale che da quanto vedevo, doveva essere una soluzione provvisoria quella che aveva l'aria essere una casa vacanze, dove alcuni vestiti erano ancora in alcune valigie aperte sul divano.
Antonia si congedò perché doveva fare la pipì, cosa che dichiarò con una trovata confidenza anche a me. Andrea mise la sua mano sui miei jeans e prendendomi per il pacco mi portò in camera da letto e cominciò a spogliarsi dicendomi fare lo stesso. Era piuttosto insolita come situazione, in fondo neppure ci conoscevamo e in più non eravamo neppure soli.
Sdraiati sul letto, Andrea mi sfilò le mutande, prendendosi il cazzo in bocca quasi se avesse fame, tanta fu la foga e me lo cominciò a leccare, ma da lì a poco entro in camera anche Antonia completamente nuda. La situazione era così incredibile che dubitavo pure esserci davvero in quell'appartamento.
Vederselo leccare da due donne così eccitanti solo a guardarle mi stava mandando in brodo di giuggiole, ma questo non mi bastava e feci sedere Antonia sulla mia faccia per leccargli la sua patatina depilata. Aveva delle grandi e calde labbra che bagnate leccavo come il pinguino dei gelati.
Andrea invece aveva una patatina naturale molto pelosa come pelose erano le sue ascelle, ma non per questo era meno eccitante, anzi. Avere due ragazze così che se lo contendevano e ingoiavano ingordamente era bellissimo ma io avevo voglia infilarlo in uno dei loro buchetti. Credo il fatto fossero a questo punto bisessuali, fece sì che ci ritrovammo ogniuno stimolare qualcuno. Ma non per questo potetti resistere ad una anziché all'altra. Il primo buco ad esplorare fu quello bagnatissimo di Antonia, una sensazione bellissima affondato in quella patatina cui grondava piacere. Nel mentre che le ragazze si baciavano tra loro, decisi cambiare ingresso penetrando dolcemente nell'ano. Antonia non sembrava molto d'accordo all'inizio ma poi cominciò chiedermi sbatterla con sempre più vigore. Lo feci tirandola a me per i capelli, l'istinto aveva preso il sopravvento su tutto ormai. Cavalcavo lei, ma guardavo Andrea e quella patatina pelosa e che lei dovesse stimolarla da sola proprio non mi andava. Antonia mi disse basta e lasciata ansimare sudata toccarsi le tette, mi potetti dedicare a chi avevo sino ad allora trascurato. Presi Andrea in braccio in quella posizione che tanto amavo da sobrio e di cui speravo che anche allora che non lo ero, di dare tutto quello che avevo, cominciandomela a strattonare su e giù, su e giù contro un muro. Sentivo forte l'odore della sua patatina e intanto continuavo baciarla e leccarle il collo. Non so quanto siamo andati avanti sino a che esausto le ho sono esploso e insieme a lei siamo crollati nel letto addormentandoci tutti e tre abbracciati.
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