trio
Incontro fortuito finito bene
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05.05.2020 |
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"Lei apparve quanto mai sorpresa da questa confidenza, ma era chiaro che la cosa la intrigava e non poco, tanto che, durante la cena, scoppiò in una risata..."
Informo i lettori che questa storia è vera.Era una coppia giovane, lui 32 lei 29 anni; li individuo in un centro commerciale a Quarto, nel napoletano: il mio istinto da porco mi induce a seguirli, in quanto penso che dovrebbe essere una coppia monella. In un momento di loro indecisione sul da farsi, li avvicino e mi presento. Riesco ad instaurare un discreto rapporto di amicizia, provocando, almeno per riconoscenza, una certa disponibilità anche da parte loro.
Dopo vari incontri, trascorsi tra caffè, pizze e cene, divenimmo amici, ma, dentro di me, l’istinto di porco maiale mi inviava messaggi che, forse, non mi sbagliavo sul loro conto.
Purtroppo, però, non ero ancora riuscito a trovare il momento per uscire allo scoperto e/o stimolar loro ad esporsi.
Dopo una pizza vicino a lago Patria, entrammo in una specie di confidenza in tema di giochi di sesso.
Confessarono di aver frequentato un club prive’, dalle parti di Nola, credo!
Io mi spinsi a confessare che, nel momento di eiaculare, ho il difetto di urlare come un lupo. Lei apparve quanto mai sorpresa da questa confidenza, ma era chiaro che la cosa la intrigava e non poco, tanto che, durante la cena, scoppiò in una risata che, in breve, coinvolse, sia me che il marito.
"Perché ridi?" le chiedemmo tra le risate.
Ed ella, riuscendo appena a trattenersi, disse:
"Mi fa ridere il pensare che quando godi, urli".
Poi, proseguendo nelle confidenze, lei mi raccontò che una sera, diretti al al prive', lei si era agghindata in maniera fin troppo osé: aveva osato uscire di casa, con solo un body a rete, (che è quello che vedete da lei indossato in alcune delle mie foto) che praticamente non nascondeva nulla delle sue grazie, ed un cappottino a coprire il tutto.
Quando entrò nel locale, tenne a lungo il cappotto ben aperto, per far notare il suo abbigliamento.
L'escamotage raggiunse l'effetto desiderato, perché quella sera dovette tener testa a ben tre maschi, che le fecero tutto e di più, mentre lui guardava eccitato.
Poi egli proseguì, affermando che preferiscono maschi maturi; ecco, quindi, confermata la mia iniziale sensazione. Al momento dei saluti, con bacio sulla guancia, lei mi invitò, con sguardo malizioso e voce languida, a seguirli....
Essi, nella loro macchina, ed io, nella mia, ci trovammo in strade circondate da campi. La mia eccitazione era al massimo, ma non avendo dei preservativi, pensai ad una sega, come alternativa.
Lei era già entrata dietro in macchina, per cui, al mio ingresso, me la trovai accanto. Lui, davanti, al posto di guida, mi disse che quello era un posto tranquillo, ma che farà attenzione affinché non fossimo disturbati.
Lei, con fare tra l'ironico ed il maliardo, disse che le era venuta voglia di farmi urlare: tanto, lì, in mezzo ai campi, avrei potuto urlare quanto volevo, senza che nessuno potesse sentirmi.
In tutta onestà pensavo che il tutto potesse risolversi in una sega, ma lei mi disse che nessuno era in grado di resistere ai suoi pompini.....
Usai dei fazzolettini umidificati per darmi una pulita e rinfrescata al cazzo ed alle palle; mentre attendeva a quell'operazione, si dimostrò piacevolmente sorpresa, per la dotazione che si trovava fra le mani e, ancor più quando poté accoglierlo in bocca.
Il mio cazzo era letteralmente trastullato tra le sue labbra: ella ci giocava quasi fosse un lecca lecca e, piano piano, prese a succhiarlo.
La duplice azione del leccare e succhiare cominciò ad avere effetto sul mio cazzo, tanto da farlo passare, in men che non si dica, da barzotto a una erezione da favola e lei, tra colpi di lingua alle palle e su, fino alla cappella, se lo gingillava come il più gradito tra i giocattoli: sembrava il gioco di una bambina, alle prese con il balocco preferito.
Poi, inopinatamente, se lo infilò completamente in bocca, fino ad avere lo stimolo di un conato. Aveva le lacrime agli occhi per lo sforzo di farlo entrare in gola, ma non si fermava, e, anzi, con la bava di cui era intriso il cazzo, riusciva a far superare l'ostacolo della mancanza di respirazione: era visibile come la sua gola si riempisse ad ogni affondo.
Nessuno può immaginare l'ingordigia di quella donna nell'amore per la fellatio; assistere al suo leccare, succhiare e, con la lingua, cercare di penetrare nel buchetto sulla punta del cazzo, era qualcosa di incredibile.
Non sono un novellino: nella vita ho ricevuto tanti di quei pompini che ne ho perso il conto, ma tanta bravura non mi era mai capitata.
Impossibile descrivere le sensazioni provate, ma vedere quella donna che, letteralmente, amava il cazzo, mi provocò una scossa dal profondo che mi indusse a incitarla:
"Dai... così... ancora più veloce.... più veloce... eccomiiiiii oraaaaa".
Un urlo profondo mi uscì dalla gola, seguito da una sborrata talmente intensa e potente, che la poverina cercò di inghiottire, ma, in parte, le sgorgò da un angolo della bocca, riversandosi su quel seno che, fino a pochi attimi prima, avevo strizzato tra le mani.
Un lungo ululato, quasi di animale scuoiato, ebbe a squassare la quiete di quella notte al Lago Patria.
Mi ci vollero circa dieci minuti di relax, per riprendermi, mentre lei mi proseguì a ripulire con leccate il cazzo ormai privo di vita.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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