trio
Il fotografo
di -andreami-
11.06.2024 |
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"Il vestito azzurro contrasta bene con il giallo sfumato che verrà nelle fotografie..."
Caldo. L’estate della Pianura Padana non fa sconti. Mai.Oggi ho un nuovo cliente. Un signore della mia città, sui sessantacinque anni, che mi ha chiesto un corso intensivo e personalizzato di fotografia ritrattistica. Abbiamo trascorso insieme qualche ora nel mio studio per la parte teorica.
Oggi passiamo alla pratica. La modella la porta lui. Anche se la cosa non mi entusiasma molto. Mi sa tanto di pensionato annoiato e un po’ maniaco. Ma non potevo dire di no. Paga molto bene.
Però la location l’ho decisa io. Vediamo quanto porcello è, se lo è.
Sono le diciotto. Useremo la luce naturale prima del tramonto per i ritratti. Sto aspettando da circa dieci minuti in una strada di campagna poco fuori città. Qui passano pochissime macchine e di solito sono contadini della zona che si spostano da un campo all’altro. Controllano gli irrigatori. Ecco una macchina da cittadino, mi lampeggia. È il cliente.
La macchina si ferma dietro la mia, nella piccola area di sosta. Scende l’uomo. Pantaloni corti, polo e mocassino. Con il sole contro non vedo il passeggero.
Si apre la portiera e una signora, direi poco più giovane di lui, mi si presenta davanti. Non tanto alta, morbida sui fianchi e belle tette piene appena coperte da un leggero vestitino estivo a fiori, sull’azzurro. In testa un cappellino di tela blu chiaro. Il viso abbronzato, sorriso appena accennato, sereno. Grossi occhiali da sole. Si presenta come la moglie del cliente. È lei la nostra modella.
Accidenti non è il porco che pensavo volesse fotografare giovani modelle per fare colpo su di loro.
Vabbè, l’idea della location bucolica l’aveva affascinato sin dall’inizio, portiamo a termine il lavoro. Poi tutti a casa per una meritata doccia. Il sole picchia a fine luglio.
Dopo i vari convenevoli ed aver preso dalle auto l’attrezzatura fotografica e per la signora una grossa borsa da spiaggia, presento loro il progetto della giornata.
“Allora, la mia idea è di addentrarci un pochino in questo campo di mais. Tipo verso quella serie di alberi laggiù” faccio indicando con il dito poco davanti a noi. “Ci sono appena stato e lì possiamo avere diversi sfondi. Granturco sul giallo da un lato, salici verdi e fosso con una bell’acqua limpida dall’altro.”
Ci incamminiamo e dopo un centinaio di metri siamo nel poso che gli avevo descritto.
“È perfetto” mi fa lui. Meno male.
“Sì, mi piace” conferma lei.
“Sono contento che vi piaccia”.
Mettiamo le borse sull’erba. Prepariamo le macchine fotografiche, con l’obiettivo giusto per i ritratti.
Ricapitolo al cliente come misurare l’esposizione usando il verde dell’erba o il colore della pelle della modella. Gli rispiego l’apertura del diaframma per il tipo di ritratto che vuole fare e gli mostro da che parte scattare in modo che la modella abbia il sole dietro per avere un bell’effetto di sfondo.
Chiedo alla signora di mettersi in posa con il granturco dietro di lei. Il vestito azzurro contrasta bene con il giallo sfumato che verrà nelle fotografie.
Facciamo i primi scatti. La signora si muove sinuosa, come se fosse normale mettersi in posa. Bene, non l’avrei mai detto.
“Le faccio i miei complimenti” azzardo.
Scorgo un pallido rossore sulle sue guance abbronzate e leggermente truccate.
Controlliamo le foto scattate. Mi pare che il cliente abbia capito la tecnica. Ora c’è da sistemare l’inquadratura. In metà delle foto ha tagliato i piedi alla moglie o ha fotografato mezzo cielo. Gli spiego che il viso deve stare su un lato dell’inquadratura. Che lei deve guardare verso l’interno della foto. O se fa un intero la signora deve stare in un certo punto dell’inquadratura, in modo da darle movimento. Facciamo altre prove e le foto migliorano.
Forse in meno di un’ora me la caverò.
“Ora spogliati, tesoro” comunica a un certo punto il cliente.
La signora si abbassa la zip sulla schiena e fa cadere a terra il vestito. Addosso solamente un completino celeste con piccolissimi fiori, trasparente. Il cappello, i grossi occhiali da sole e i sandali dorati.
La figura matura da sessantenne, rotonda ma aggraziata. Non posso che fissare i suoi seni sodi, con i capezzoli turgidi, grosse aureole. E la passera, completamente depilata.
Si china a raccogliere il vestito e ci sbatte davanti agli occhi il suo culo pieno e sodo, con il filo del perizoma che si insinua tra le natiche generose il giusto.
“Allora, ora mettiti così e così” le suggerisce il marito, mimando le pose che vorrebbe lei assumesse.
Da modella esperta la signora asseconda le richieste del marito. Assume pose sempre più provocanti. E ogni quattro o cinque scatti mi chiede il parere sulle foto. Non male. Sarà che la modella mi attrae particolarmente, ma devo dire che è proprio fotogenica.
“Tesoro, ora togli il reggiseno, per favore”
Lei non se lo fa ripetere.
I seni svettano orgogliosi. I capezzoli turgidi. La situazione la eccitano. Credo.
Il cliente scatta le foto come fosse un professionista. Senza sosta.
“Posso scattare anche io?” azzardo.
“Certo” mi risponde prontamente la signora.
E presa da due paparazzi ogni timidezza svanisce.
Si abbassa lentamente le mutandine. Prima fa scivolare l’elastico da un fianco, poi dall’altro. Rimane per alcuni istanti con lo slip che copre giusto la fessura della passera. Il tempo di pochi scatti e rimane solo in sandali, cappello e occhialoni da sole.
Noi uomini scattiamo foto come in trance. Lei sta al gioco.
“Aspettate” ci fa.
Dalla sua borsa da spiaggia prende un grosso telo da mare blu che distende sull’erba. Poi un pareo giallo trasparente che si avvolge intorno al corpo sinuoso. L’effetto vedo/non vedo è eccitante. Sento il cazzo barzotto crescere nei pantaloni.
Noi fotografi continuiamo a cercare angolazioni differenti per immortalare la signora ormai totalmente disinibita.
Dopo qualche altra foto in piedi con il salice come sfondo, per avere il contrasto con il pareo giallo, ci fermiamo per controllare come sono venuti gli scatti. Io e il cliente ci mostriamo a vicenda i risultati della sessione. Non male.
Un ronzio, nel frattempo, fende l’aria calda del pomeriggio inoltrato. Seguito da un respiro affannoso.
Io e il cliente cerchiamo di capire l’origine dei suoni. Ci giriamo verso il salice. Sotto, sul telo blu, la signora si è coricata. Le gambe leggermente divaricate. Con un oggetto che sembra proprio un vibratore si sta massaggiando la fica. Lentamente.
“Ma cara…” gli fa bonario il marito.
“Vieni qui” sussurra lei.
Io resto interdetto. Stanno per fare quello che penso? Non si metteranno a scopare davanti a me…
Lui si avvicina a lei. Le si inginocchia di fianco e sento che bisbiglia qualcosa. Lui pare avere un’espressione perplessa. Lei bisbiglia ancora.
“Va bene, va bene” annuisce lui. E guardandomi “Avvicinati”
Obbedisco, ancora un po’ perplesso per tutta la situazione che si sta creando.
“La mia signora vorrebbe un servizio particolare, come dire, un po’ più movimentato… ehm, con più azione”
Capisco dove vuole andare a parare, vuole che li fotografi mentre scopano. Vabbè, farà curriculum e stasera avrò un po’ di materiale con cui masturbarmi.
Poi lui continua “Ti andrebbe di giocare con mia moglie mentre io mi esercito nel fare le foto?”
Non credo alle mie orecchie.
“Ma, ma, non so cosa dire”
“Allora dì di sì” interviene lei.
Nel frattempo, si mette in ginocchio e inizia ad armeggiare con bottone e zip dei miei pantaloncini.
Non riesco a dire di no. Quel corpo voluttuoso, sinuoso mi attrae. Non sono mai stato con una sessantenne. La cosa mi intriga.
Mentre penso a tutto questo sento un calore salirmi dal basso ventre. Abbasso lo sguardo. La bocca della signora è avviluppata al mio cazzo ormai in completa erezione. Lei alza lo sguardo, che intravedo attraverso gli occhiali da sole. Allontana un po’ la bocca. Scappella l’asta lentamente. Con la lingua titilla il prepuzio. Gira tutto intorno alla cappella. Non capisco più nulla. Però sento i click della macchina fotografica del marito. Non ha perso tempo.
Mi godo ancora qualche istante la bocca esperta della signora. Poi mi ritraggo lentamente per farle capire che ho voglia di giocare anche io. Mi inginocchio sul telo davanti a lei. Guardo il marito.
“Posso?”
Lui mi fa un cenno di assenso con la mano, mentre continua a fare il paparazzo.
Bacio con trasporto la signora. Le nostre lingue danzano nelle bocche. Sa di me.
La faccio stendere sul telo. Continuando a baciarla. Poi inizio lentamente a scivolare verso il basso. Bacio il collo. Le grosse tette mature. La mia lingua cerca e gioca con i grossi capezzoli turgidi. Poi scendo sulla pancia. La punta della lingua disegna ghirigori sul suo corpo. Arrivo tra le sue cosce. Bacio e lecco il monte di Venere perfettamente depilato. Scendo ancora un po’. Ecco il clitoride che pulsa di voglia. Lo sfioro con la lingua. Poi lo bacio. Lo succhio. La signora ansima di piacere. Con la lingua esploro poi la fessura della fica. La scopo lentamente con tutta la lingua. Sa di buono, di fresco. Continuo a scendere fino al lembo di pelle tra fica e culo. Lecco e bacio. Do una leccatina furtiva anche al buchetto del culo. La signora mi fa capire che gradisce le mie attenzioni.
Il marito intanto è di fianco a noi. Scatta foto esplicite dei particolari più piccanti.
Torno a concentrarmi sulle labbra della fica e il clitoride in particolare. Mentre succhio e lecco provo ad avvicinare una mano alla fessura. Infilo timido un dito, poi due. La signora sussulta.
“Così mi farai venire” dice con la voce impastata.
“Rilassati e goditi il momento” mi viene da dirle.
Il mio dito medio pieno di umori della signora lo sposto verso il culetto. Lo appoggio. Spingo. Non trovo resistenza. Entra tutto nel culo. Mentre continuo a succhiare il clito, infilo il pollice nella fica. Comincio a scoparla in entrambi i buchi con le dita. Ma non do tregua al clitoride. Pochi secondi e un urlo di piacere squarcia il silenzio che si era creato. La fica diventa ancora più bagnata. Mi disseto del suo piacere. Sto fermo. Le faccio godere l’orgasmo. Quando finalmente la sento rilassata, mi stacco. Risalgo baciando il suo corpo. Mi avvicino al suo viso. Mi prende la faccia tra le mani e la tira a sé. Le faccio sentire il suo sapore. Mi lecca avida la lingua e le labbra.
Mentre ci baciamo sento la sua mano afferrare il mio cazzo. Lo appoggia alla fica. Spingo e scivolo dentro di lei senza fatica. La schiena si inarca per il piacere di sentirmi dentro. Inizio a scoparla lentamente. Fino in fondo. Mi fermo e do un leggero colpo con i muscoli pelvici. Poi torno un pochino indietro e riaffondo. Mi fermo e do un altro colpo di muscoli. Così facendo la signora non resiste molto e si lascia andare al suo secondo orgasmo. Un orgasmo fragoroso. Se un contadino è nel campo sicuramente l’ha sentito.
Esco piano da lei. La guardo. Lei si tira su sui gomiti.
“Mamma mia che bello” fa guardando il marito. Poi, con un’agilità che non mi aspettavo, la ritrovo carponi davanti al mio cazzo. Lo prende in bocca e lo succhia avida. Lecca i suoi umori.
“Signora, così mi fa venire” le sussurro. Ma fa finta di nulla.
Eh no, non posso venire prima di aver provato il suo culo. Lo so che lo concede.
Mi alzo. Lei rimane perplessa. Il marito intanto fotografa. Ma quanta memoria ha la scheda di quella macchina?
“Ferma lì” le intimo. E lei non protesta. Resta ferma a quattro zampe. Ha sicuramente già capito le mie intenzioni.
Prendo il vibratore che stava usando prima. Mi metto dietro di lei. Apre leggermente le gambe. Accendo il vibratore e lo passo piano sulla sua fica. Non è ancora sazia. Non chiede di fermarmi. I corpi ormai madidi di sudore. Il vibratore scivola dal clito a dentro di lei. Lo accoglie inarcando la schiena per un attimo.
Con il sudore delle natiche lubrifico il buco del generoso culo che ho davanti. Il dito indice scivola dentro facilmente.
“Posso?” chiedo.
“Sì!” rispondono all’unisono marito e moglie. “E smetti di chiedere posso!” mi fa lei.
Infilo anche il dito medio. La signora si rilassa. Ha già concesso il suo dietro, chissà a quanti uomini.
Tolgo le dita. Appoggio la cappella del mio cazzo. È eccitatissimo, durissimo.
Spingo, trovo poca resistenza. Sono dentro. Inizio a scoparle il culo. Piano. Dentro. Fuori. Dentro. Fuori. Accelerando sempre un po’ di più. Nel frattempo, con una mano sotto la sua pancia continuo a giocare con il vibratore dentro e fuori la fica.
Il cliente fa ancora qualche foto. Poi appoggia per terra la macchina. Si abbassa i pantaloni. È visibilmente eccitato. Avvicina il cazzo alla bocca della moglie. Lei lo prende e inizia a succhiarlo. Io continuo a scoparla dietro. E a masturbarla con il dildo. Pochi istanti infiniti e la vedo lasciare il cazzo del marito e godere ancora una volta. Se possibile urlando di piacere ancora più forte. Mi fermo. Aspetto che i sussulti di piacere finiscano. Anche il marito attende guardandola innamoratissimo.
La testa appoggiata al telo. Esausta. Provo a continuare a scoparle il culo.
“Fermati” mi sussurra.
E con un movimento rapido si sottrae a me. Respira affannosamente coricata sul telo. Io e il marito in ginocchio.
“Alzatevi” ci ordina la signora. “E avvicinatevi”
Obbediamo.
Si mette in ginocchio. Prende i nostri cazzi in mano. E inizia a succhiarli alternativamente. Prima il mio, poi quello del compagno di giochi. Poi torna al mio e lo succhia avida, guardando il marito. Poi torna a quello del marito.
“Non resisto ancora per molto” avviso.
Allora smette di succhiare il marito, ma continuando a fargli una sega. Prende in bocca il mio cazzo e tenendolo fermo con la mano mi fa una sega con la bocca. Non resisto oltre.
“Vengo” avverto.
Lei non si stacca. Lo vuole tutto in bocca. Vengo mugugnando e grugnando di piacere. Sento la mia sborra uscire a fiotti. La signora non si stacca. La accoglie tutta nella sua bocca.
Quando i miei sussulti smettono si stacca. Mi guarda sorridente. Deglutisce. Mi mostra fieramente la bocca vuota.
Non si dimentica del marito. Si gira verso di lui e continua il pompino. Resto lì un po’ interdetto. Poi prendo la macchina fotografica del cliente e inizio a fotografare la scena. Lui approva.
Quando sta per venire si stacca dalla moglie.
“Apri la bocca” le chiede.
Non se lo fa ripetere. Ancora pochi colpi delle mani esperte della signora e un fiotto di sborra le cola sulla lingua. Deglutisce. Poi lecca la cappella del marito. Pulita.
Ci guardiamo. Siamo completamente sudati. Ma felici.
Il rumore di un trattore in lontananza ci risveglia dal nostro momento di passione.
Non sembra che si avvicini però. Sembra fermo da qualche parte. Meglio rivestirci e mettere via la nostra roba prima che arrivi il contadino. Ma non è il contadino che arriva. Pochi istanti e la pioggia di un irrigatore ci lava completamente. Per fortuna che l’attrezzatura elettronica è già al sicuro nelle borse.
Scappiamo ridendo verso le macchine.
FINE…
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