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AL CAMPEGGIO


di Enrico1972
24.10.2017    |    6.159    |    1 9.8
"Vedevo nel suo sguardo una certa malizia nell'osservare il mio cazzone duro praticamente in faccia a Mara..."
Io e i miei amici Marco e Fabio decidemmo di prenderci una pausa. Una pausa da mogli, figli, lavoro e stress. Decidemmo di fare una vacanza fra uomini, andarcene 4 giorni in montagna e vivere a contatto con la natura. Ci recammo in Trentino, per la precisione in Val di Fassa, in un campeggio dove montammo la nostra tenda. Non fu facile, eravamo tutti topi da ufficio, poco abituati alle faccende manuali, ma proprio quello era l'obiettivo della mini vacanza: fare un po' di movimento e imparare un po' ad arrangiarsi. In quel periodo dell'anno non c'era molta gente nel campeggio, era l'inizio dell'estate, e il periodo era abbastanza piovoso.

Quella sera andammo a comprare un po' di birre nel piccolo supemercato del paese. Preparammo una cena a base di scatolette di tonno e di fagioli, poi ci ubriacammo e iniziammo a raccontarci cazzate di tutti i tipi. Alle 10 i miei amici erano già sprofondati nel sonno e russavano terribilmente. Nonostante la leggera sbornia non avevo sonno, decisi di fare una passeggiata nel campeggio, anzi ebbi un'idea. Avrei approfittato dell'orario per fare una doccia tranquilla senza la ressa che di solito regnava nei bagni.

Presi lo zaino con il cambio e l'occorrente per fare la doccia. Tirai fuori, dalla borsa che avevo lasciato in auto, l'accappatoio, mi spogliai e mi diressi verso le docce. C'era freddo ma comunque la passeggiata era breve e mi stavo già immaginando una rilassante doccia bollente. Entrai nello spogliatoio e posai nell'armadietto lo zaino e mi diressi verso il corridoio. Entrai in doccia, appesi l'accappatoio e sentii delle voci. Voci di donne. “Oh no!” pensai “le signore delle pulizie, neanche di notte si può fare la doccia in pace”. Non diedi importanza alla cosa, c'era tutto il corridoio, i bagni, lo spogliatoio e tutti i box doccia da pulire, non sarei stato d'intralcio. Sentii invece dopo due minuti bussare violentemente alla porta “sono chiuse le docce, chiudono alle 10, signore esca per favore, dobbiamo lavorare”. “Merda” pensai “mi risciacquai in fretta ed uscii. “Mi scusi signora, non sapevo dell'orario di chiusura”. Le signore delle pulizie erano due. Una magrolina sulla trentina e l'altra una donna formosa sulla cinquantina. Mi soffermai un po' a osservare il rigonfiamento del petto . Che tettona pensai. La guardai negli occhi, e ci fu quella tipica scintilla, non descrivibile a parole, che scocca fra un uomo e una donna quando provano attrazione reciproca.

Andai nello spogliatoio a rivestirmi. Per fortuna il locale era riscaldato. Chiusi la porta, non appena mi tolsi l'accappatoio qualcuno la riaprì. Era stata la magrolina. Ero nudo “oh, mi scusi” disse ”pensavo fosse già uscito, mi dispiace” però non se ne andava e mi sembrò che fissasse il mio corpo e la cosa mi fece un po' eccitare. “Non si preoccupi, non sono timido, faccia pure il suo lavoro, fra 5 minuti me ne vado” non se lo lasciò dire due volte. Chiuse la porta dietro le spalle e cominciò a pulire il pavimento. Io iniziai ad asciugarmi i capelli e il corpo lentamente. Era una situazione molto intrigante. Mai capitatami prima. Mi eccitava la cosa, anche perchè, grazie agli specchi sulle pareti, notavo di essere oggetto di fugaci sbirciate da parte della tipa. Non era particolarmente bella, molto magra, seno piatto, esattamente il contrario della sua collega. Mi dava l'idea di essere digiuna di sesso da un bel po'. Godevo della situazione, e cominciai ad avere un'erezione. Non mi imbarazzò, lasciai raddrizzare completamente il cazzo. Mara, così si chiamava, (c'era scritto sul cartellino sul suo grembiule blu da lavoro) si accorse della cosa e notai i suoi sguardi fra l'imbarazzato, il curioso e lo spaventato nel trovarsi a pochi passi dalla verga dura di uno sconosciuto.

Mi avvicinai a lei, “signore, me ne vado subito, aspetterò che si rivesta e poi tornerò a finire qui. Intanto vado avanti col corridoio” “No, Mara, resta per favore” “Ma...” le sfiorai la mano con la cappella ormai durissima, “Ma no c'è la mia collega, chissà cosa penserà se dovesse entrare adesso” “La tua collega capirà” e feci in modo di metterle in mano il cazzo. A questo punto sentii l'eccitazione nel suo respiro, mi sedetti su una delle panche di fronte a uno degli specchi, e Mara, in preda ormai al desiderio, si inginocchiò per succhiarmi il cazzo. Lo teneva con una mano e succhiava divinamente la cappella usando benissimo anche la lingua. “Mmm che bel cazzone che hai” mi disse segandolo con una mano e massaggiando i coglioni con l'altra “penserai che sono una porca, ma in realtà è da 5 anni che non faccio sesso. Da quando ho divorziato. Guarda che non mi accontento di succhiartelo, voglio essere scopata, ne ho bisogno, mi piace il tuo cazzo. Come ti chiami?” “Enrico, sono di Verona, ti avverto che non sono libero, sono sposato, ed ho anche dei figli” “chissenefrega, non ti ho chiesto una relazione, ti ho chiesto se mi scopi, ne ho bisogno. Come vedi non sono una strafiga quindi non ho molte proposte...Dai però non qui, non voglio che la mia collega, Miriam, ci scopra”. Proprio in quell'istante però la tettona, Miriam entrò e vide la scena, che era inequivocabile. “Ma...Ma...cosa state facendo? Mara? Proprio tu? E lei signore? Si rivesta ...ma che storie sono queste”.

Miriam non la raccontava giusta. Vedevo nel suo sguardo una certa malizia nell'osservare il mio cazzone duro praticamente in faccia a Mara. Si avvicinò, e osservai che sotto il grembiule aveva dei leggings attillati e una maglietta bianca. “Ci provo” pensai “ha la faccia da vogliosa, al limite mi darà un ceffone, cosa può succedere di peggio”. Le misi una mano in mezzo alle gambe e inizia a massaggiare il pube. “Ma no, ...nooo....cosa vuole farmi...” ma lo disse con preoccupazione non troppo vera. La baciai, lei si lasciò andare, ci baciammo con la lingua e in quell'istante Mara ricominciò a succhiare il cazzo con bramosia. Iniziai a spogliare Miriam, ero curioso di vedere quel corpo morbido e abbondante. Lei lasciò fare. Aveva due tette meravigliose e una foresta di peluria scura in mezzo alle gambe. Misi per terra l'accappatoio, la feci distendere e inizia a leccarle la passera sentendola ansimare. Mentre le leccavo la passera, sentivo Mara leccarmi le palle e, poi sempre più indietro, fino a insinuare la lingua nel mio ano. Sensazione stupenda. La faccia immersa nella figa di Miriam, e le parti basse trastullate dalla lingua di Mara.

“Adesso basta, abbiamo esagerato” disse Miriam “devo tornare a casa, non ho mai tradito mio marito in trent'anni di matrmonio, mai avrei pensato a una cosa del genere, basta su” “Abbiamo esagerato? Ma non abbiamo ancora iniziato” La convinsi, fra molti rifiuti poco sinceri, a mettersi a pecorella e senza tanti preamboli le infilai il cazzo nella figa da dietro. “Ahhhh” emise un urlo, ma sentii la passera totalmente bagnata e ben accogliente, inizia quindi subito a montarla con forza. Mara si spogliò completamente, e si mise davanti a Miriam ad accarezzarle i capezzoli finchè io la sbattevo “Ahhh...mmmm....Mara...oddio ….mi ha infilato dentro l'uccello...oddio mi sta scopando, non ho mai tradito mio marito....oddio che vergogna...sento il cazzo che spinge e struscia oddio cosa sto facendo....mmmm...ahhhh....sto godendo tanto...ma non devo....mmmm...ahhh” “Miriam” sussurrò dolcemente Mara “ Lasciati andare, non vergognarti a godere, ti sta montando per bene, sei fortunata ad avere quel bel cazzone infilato nella fregna, dai non c'è nulla di male, vedrai che ti fa venire” “Ahhh..ahhh..mi sbatte sempre più forte ahhh...mmmm..amm..mmm..siii..siiiiiii...ssssiiiiiii”. Decisi di scoparla fino a venire. Il cazzo scivolava perfettamente in quella passera ben lubrificata. Vedevano le nostre facce nello specchio contorte dal piacere, vedevo anche le tette di Miriam ballare impazzite.

Mara si mise sotto a leccare un po' il clitoride di Miriam un po' il mio cazzo che entrava ed usciva sempre più veloce. Vedevo dallo specchio che Mara si stava masturbando con una mano. Aveva un piccolo ciuffetto di peli neri sopra la passera e si massaggiave velocemente. Ecco. Stavo per venire. Decisi di venire dentro Miriam. “Ahhh...Ahhhh...ragazze...ahhh...ahhh...fra un po' sborro...ahhh mmm” “Oddio, oddio...vengo anch'io...” disse Miriam sentendo stantuffare sempre più violentemente la verga nella fregna “AHHHHHH....AHHHHHH....AHHHHHH....sborro...sborrro...ahhhhhh...mmmmm...ammmm.hhhhh” Nel momento in cui venni sentii la mano di Mara che mi stringeva i coglioni, e feci delle violente sborrate dentro la figa, 4 – 5 schizzate violente, quasi contemporanee alle contrazioni dell'orgasmo di Miriam. Tirai fuori il cazzo e Mara iniziò a leccare la sborra nella figa di Miriam.

“Ragazze, devo tornare alla mia tenda. Domani sera? Sarete ancora qui?” “Si” rispose Mara “ e domani la protagonista principale voglio essere io, non quella porcona la” indicando Miriam che era seduta su una panca, che con un fazzoletto si stava asciugando in mezzo alle cosce. Asciugandosi e massaggiandosi la passera le stava tornando voglia e disse “Perchè non scopate finchè io mi masturbo guardandovi?” Era scomparsa tutta la ritrosia iniziale da Miriam. L'idea piacque anche al mio uccello che iniziò subito a far capire che era entusiasta dell'idea. “Ti va di cavalcare il cazzo?” chiesi a Mara. Pesava probabilmente meno di 50 chili, era minuta e scopando da sopra avrebbe sentito molto bene il mio cazzo dilatare la sua passerina pelosa. Io disteso per terra, Mara sopra a cavalcare impazzita, piena del mio cazzo, strusciando in quel modo il clitoride sul mio pube, Miriam che si masturbava e gemeva godendosi la scena. Dopo pochi minuti Mara iniziò a inarcarsi e ad urlare “aaa...aaaaa...aaaa....haaaaaaaaa”. Mara venne in modo violento, sentii un leggero spruzzo dalla sua passera, non proprio uno squirting, ma quasi. Scese subito ansimante e si rannicchiò vicino Miriam. Mi avvicinai alle loro facce col cazzo pulsante e ormai pronto a una nuova copiosa sborrata. Me lo menai un po' con le mani e sentii le gambe che tremavano, non tenevo più la sborra....”aaaa..aaaa....aaaaaa....aaaaaaa...aaaaaaaaaaaa” spruzzai sui loro volti 5 -6 schizzate di crema bianca e restai li fino a quando non ebbi pompato fuori tutto.

Le salutai e tornai alla tenda dove i miei amici stavano ancora beatamente russando. Inutile raccontare loro, il giorno dopo, l'accaduto. Non mi avrebbero creduto
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