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A pranzo, un giorno d'estate...


di Membro VIP di Annunci69.it CoitoErgoSum2020
03.12.2020    |    133    |    0 6.0
"Era radiosa, un semplice vestitino nero molto leggero e con una generosa scollatura che lasciava intendere la forma dei seni che liberi si muovevano sotto il..."
...Avevamo pranzato insieme, mi avevano invitato a casa loro, due perfetti anfitrioni e un pranzo che sarebbe stato da raccontare ai posteri. Il cibo, la compagnia, i discorsi. Avevamo discusso amabilmente di tutto, passando da argomenti leggeri ad argomenti più seri, musica, cinema, filosofia, viaggi, arte tutto senza soluzione di continuità e in un ordine che nasceva e proseguiva da solo, spontaneo...
Era caldo quel giorno, mi ero presentato in un vestito leggero ma elegante, casual ma di un certo rigore. Avevo adottato il medesimo abbigliamento che usavo quando il lavoro mi portava in giro per il mondo. Pantaloni 5 tasche di cotone leggero, sneakers classiche ai piedi, una camicia bianca e una giacca blu estiva. Semplice ma con un certo tono...
Anche M. aveva optato per uno stile simile al mio, ma addirittura con una punta di ricercatezza in più, si vedeva chiaramente come facesse dello stile, che mai bisognerebbe confondere con la vuota apparenza, un suo punto d’onore. Fu proprio M. ad aprirmi la porta di casa e a farmi entrare. Una volta entrato gli consegnai subito la bottiglia di cava catalano che avevo portato da Barcellona, nel mio ultimo viaggio prima della Pandemia che ci aveva afflitto per così tanto tempo... seguii M. in sala da pranzo dove vidi finalmente la padrona di casa. A. era radiosa, un semplice vestitino nero molto leggero e con una generosa scollatura che lasciava intendere la forma dei seni che liberi si muovevano sotto il vestito. La gonna arrivava poco sopra il ginocchio lasciando intuire le forme flessuose delle gambe che terminavano in una caviglia sottile che si apriva in due piedini molto curati fasciati da un semplice ma elegante sandalo senza tacco, con un solo filo che arrivava alla caviglia lasciando libere delle splendide dita curate e assolutamente magnetiche...
Come detto, il pranzo fu estremamente piacevole impreziosito da pietanze prelibate e abbondantemente innaffiato da un ottimo vino bianco.
A. era seduta tra di noi e per tutto il pranzo lasciò intravedere con studiata indifferenza le generose forme e le aggraziate maniere che la rendevano così eroticamente stimolante..
Arrivati al caffè lancio uno sguardo fugace ma carico di significato a M. e, rivolgendosi a me, mi disse: “Sai? Mi è parso di cogliere un certo tuo interesse verso di me, o sbaglio?” Non potevo certo negare l’evidenza anche perché appariva palese e fisiologicamente manifesto..
A. si alzò e mi chiese: "L. Ti piace la musica? Sai, io adoro suonare Chopin" e con assoluta nonchalance fece cadere ai suoi piedi il vestitino che indossava, rimanendo completamente nuda e mettendo in mostra un fisico di una invidiabile tonica, erotica e consapevole sensualità. Io rimasi a bocca aperta, impalato e per un attimo spiazzato. M. intanto si era immediatamente liberato dei suoi vestiti e si era avvicinato al pianoforte che faceva mostra di sé nel salone, sfoggiando una considerevole erezione, posizionandosi al fianco di A. che si era seduta allo strumento.
A. cominciò a suonare e una soave melodia prese a risuonare per la casa mentre M. seguiva la musica della sua compagna girandole le pagine dello spartito. Così facendo sfiorava sempre la sua turgida cappella sul braccio di A. che ostentava indifferenza a questi tocchi sottili… Non ce la feci più e mi liberai anche io dei vestiti per poi avvicinarmi alle spalle della pianista. Lei continuava a suonare mentre io la cingevo da dietro e accarezzavo i suoi seni fantastici concentrandomi con una certa insistenza sui suoi capezzoli che diventavano sempre più duri e puntuti.
Anche la mia eccitazione era giunta a livelli di notevolissima consistenza stimolata dal contatto con la schiena nuda e liscia di A.
Fu un attimo, A smise di suonare, si girò verso di noi e prese in mano le nostre verghe. Con assoluta naturalezza cominciò a succhiare le nostre aste distribuendo con democratica eguaglianza le sue attenzioni a entrambi i nostri cazzi. M si allontanò un poco e A si alzò facendomi sedere sul divanetto dove fino a quel momento era posizionata lei a suonare il piano.
Una volta sedutomi lei si mise a cavalcioni sul mio membro cominciando a muoversi in maniera ritmica e sinuosa. Il ritmico movimento del suo cavalcare, i caldi umori che colavano copiosi dal suo sesso e il rumore dei suoi glutei che sbattevano sulle mie cosce avevano su di me un effetto quasi ipnotico dal quale mi ripresi in preda alla voglia di penetrarla nel secondo canale. La feci alzare e appoggiare sul divano che era li a fianco; la visuale che mi si palesava era paradisiaca e immediatamente la penetrai preso da una lussuria incontenibile che mi portava a scoparla nella fica e nel culo senza soluzione di continuità mentre M, si era posizionato davanti a lei e godeva delle attenzioni della sua bocca…
Si era creato un armonico concerto di movimenti, i miei colpi da dietro davano il ritmo alla fellatio che A praticava al suo compagno mentre il rumore delle mie cosce sui suoi glutei, lo sciabordio del mio membro che entrava e usciva da lei ricolma e grondante caldi umori e quell’inconfondibile erotico e lascivo rumore del magistrale pompino che lei stava riservando a M erano la colonna sonora di quella sessione lussuriosa. Eravamo ormai arrivati all’apice della tensione e Lei, compresa la nostra imminente esplosione, si sfilò inginocchiandosi sotto di noi pronta ad accogliere sul suo viso sbarazzino e stravolto dal piacere e dalla lussuria il frutto del nostro orgasmo.
Sudati e stravolti ci sedemmo ai piedi del divanetto finché lei disse: “gentleman, è ora della merenda. Mangiamo e recuperiamo le forze, la giornata è ancora lunga…”
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