trans
motel piranha
di stefylegs69
27.04.2017 |
21.108 |
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"Per provocarlo, scavallo le gambe proprio mentre si avvicina, allargandole leggermente e mostrando le mutandine…
Però lui fa finta di niente e torna dietro..."
Il mio lavoro mi porta spesso a spostarmi da Milano in varie città del Piemonte.
Verso metà aprile ho avuto un appuntamento di lavoro a Vercelli nelle prime ore del mattino, quindi ho pensato bene di partire la sera prima.
In questi casi, non perdo l’occasione di portare con me tutto il necessario per vivere almeno una notte da femmina.
Quindi, come sempre, avvisata la famiglia del mio pernottamento fuori casa, ho caricato in macchina il trolley dedicato alla Stefy e sono partita verso le 18.
E come sempre non ho mancato di fare nuovi acquisti.
Appena fuori Milano, mi sono fermata in un centro commerciale dove ho comprato intimo (culotte di seta rossa, reggiseno volumizzante rosso, calze da reggicalze color carne con riga nera) , gonnellina di pizzo nero a mezza coscia attillata, camicetta di seta rossa e bolerino corto sciancrato nero.
Avevo già acquistato qualche giorno prima una nuova parrucca biondo platino con frangetta e dietro lunga scalata sino quasi al culo.
Lasciato il centro commerciale, con tutti i nuovi acquisti, ho cominciato ad avvertire la solita sensazione di tremore alle ginocchia ed al pancino, brividini lungo la schiena, e soprattutto il fremito alla ficanale, che avvertivo inumidirsi sempre più, come il clito, moscissimo, ma che aveva già bagnato abbondantemente gli slip ed i jeans.
Difficile guidare in quello stato, davvero difficile.
Quindi, imboccata la MI-TO, mi sono fermata alla prima area di servizio, con l’intento di cominciare ad indossare almeno l’intimo.
Scesa dalla macchina con il trolley a rimorchio, mi reco nella toilette della stazione di servizio, ovviamente lato maschi, e, dopo aver attraversato la zona lavabo, piena di uomini intenti chi a lavarsi le mani, chi a sistemarsi il pacco senza alcuna decenza, mi chiudo nel primo cesso che trovo libero.
Tolgo le scarpe, i jeans, le calze e le mutande fradice dei miei umori, e subito inizio ad accarezzarmi il clito ed il buchetto inumiditi come sempre in circostanze del genere.
Mi deve essere scappato inconsapevolmente un mugolio di piacere, perché dopo pochi attimi qualcuno bussa alla porta del cesso ridacchiando…. Ed apostrofandomi: “Ehi ricchione, hai voglia di cazzo?”.
Non rispondo ma sento una ondata di calore salirmi dal basso ventre sino alla testa.
Il tizio insiste: “guarda che da sotto la porta ho visto che ti sei tolto tutto, ho il cazzo in mano, è durissimo e la cappella viola sta per esplodere”.
A quel punto non ho potuto resistere in piedi, le ginocchia tremavano troppo…. Mi sono seduta sul coperchio del water a gambe larghe e mi sono ficcata due dita nel culo, non controllando i gemiti …..
Il bastardo ha iniziato a ridere sguaiatamente , dicendomi…. “ frocio, preferisci scoparti con le dita? Le puttane si concedono di solito quando gli si offre un cazzo di pietra…. Ahahahahaha !!!!!!” .
Nel frattempo me ne sono venuta dal culo in mano ed il mio clito moscio ha stillato un po’ di umori che sono colati sulle palline microscopiche.
Ho avvertito i passi del tizio che si allontanava sempre ridendo e dicendo agli altri uomini che nel cesso da me occupato c’era una frocetta in cerca di cazzi…..
In quello stato semi comatoso, mi sono asciugata con la carta igienica ed ho cominciato ad indossare l’intimo appena acquistato.
Ho rimesso jeans e scarpe e sono uscita dal cesso con il mio trolley: non c’era nessuno in quel momento, per fortuna….. perché sculettavo come una troia di strada ed avevo il viso stravolto dall’orgasmo…..
Inoltre i jeans, molto aderenti, evidenziavano la presenza del reggicalze.
Tornata alla macchina, ho ripreso a guidare con quella sensazione di languore che sempre mi prende prima di trasformarmi nella femmina puttana che sono.
Uscita dall’autostrada, prendo la statale in direzione Vercelli quando ad un certo punto vedo le indicazioni per il “Motel Piranha”, che non conoscevo.
Ormai non resistevo più alla voglia di trasformarmi totalmente nella Stefy, quindi decido che avrei passato la notte in quel motel.
Passata in auto la reception, entro nella mia stanza arredata in stile barocco con tanto di letto a baldacchino.
Per prima cosa mi spoglio tutta e mi faccio una doccia caldissima, cosa che adoro perché mi smolla totalmente ogni resistenza maschile.
Uscita dalla doccia bollente senza quasi riuscire a reggermi in piedi, mi sdraio un attimo sul letto, pensando a cosa fare nella splendida serata che avevo davanti.
Per prima cosa, mi cospargo il clito e la ficanale di una crema alla vaniglia che mi profuma tantissimo e mi predispone ancor di più ad essere pienamente puttana.
Quindi passo al trucco: ombretto e mascara neri, gloss vermiglio con contorno labbra più scuro, fard color mattone spesso sulle guance che sfumo abilmente sugli zigomi, polvere dorata su tutto il viso.
Reindosso l’intimo con le culottes rigorosamente sopra il reggicalze (culottes del tipo un po’ largo che mi lascia passare l’arietta nelle zone erogene del clito e del buchetto), non prima di essermi penetrata per qualche minuto con il mio dildo per essere già bella aperta.
Quindi camicetta, gonnellina e bolerino ed infine la parrucca, che pettino a lungo (pettinarmi così mi fa sentire molto femmina).
Mi guardo allo specchio: sono diventata la Stefy, una milf in cerca di cazzi, non troppo volgare ma abbastanza dal far passare il messaggio…..
A quel punto avevo diverse opzioni: cinema, ristorante o battere in macchina.
Battere mi spaventa sempre un po’, cinema in zona non ne conoscevo: restava la cena.
Esco dalla stanza e salgo in macchina; raggiungo la reception, scendo apposta per farmi ammirare dal portiere e gli lascio le chiavi.
Riparto in cerca di una trattoria in zona, lungo la statale.
Dopo pochi chilometri la trovo: ha un parcheggio semideserto e decido di fermarmi.
Scendo dalla macchina sulle mia decolletè tacco 12 rosse e mi avvio verso l’ingresso , avvertendo l’aria fresca che mi invade le cosce , il clito e le natiche….
E’ una tipica trattoria datata, il proprietario è al bancone del bar all’ingresso e mi saluta distrattamemnte.
Mi appoggio languidamente al bancone e gli chiedo se può offrirmi uno spritz prima della cena.
A quel punto mi squadra meglio e dice “Ma certo!” .
Lo ringrazio e mi siedo ad un tavolino di fronte al bancone, nell’attesa del drink.
Accavallo lentamente le gambe mostrando il bordo delle calze ed il gancetto del reggicalze.
Nell’attesa, lo guardo timidamente, leccandomi le labbra.
Mi sentivo già umida dappertutto…..
Mi serve l’aperitivo : finalmente lo vedo tutto: un omaccione abbastanza panciuto e vestito sommariamente, ma vedo chiaramente che il cavallo dei suoi pantaloni è evidentemente eretto….
Per provocarlo, scavallo le gambe proprio mentre si avvicina, allargandole leggermente e mostrando le mutandine…
Però lui fa finta di niente e torna dietro il bancone.
In fondo volevo solo provocarlo, non mi piaceva affatto: troppo grezzo.
Finito di bere lo spritz, sempre guardandolo fisso ed ammiccando, continuando ad accavallare e scavallare le cosce, mi alzo e sculettando senza vergogna vado verso la sala ristorante.
C’erano solo tre avventori: una coppia attempata ed un ragazzo che non avrà avuto più di vent’anni.
Nessuno di loro mi degna di uno sguardo.
Ordino una bottiglia di prosecco ed un risotto ai funghi.
Per smollare anche le ultime vergogne, mi scolo la bottiglia di prosecco quasi del tutto prima che arrivi il risotto: quando l’oste arriva con il piatto, sono già ubriaca e senza alcun ritegno: la gonna è risalita ben oltre il reggicalze e sono praticamente in mutande, tanendomi apposta lontana dal bordo del tavolo per provocare tutti i presenti.
Purtroppo nessuno si interessa allo spettacolo, per cui mangio il risotto ed ordino un bicchiere di whisky doppio per stroncarmi del tutto.
Finito anche il whisky, mi alzo traballante sulle mie tacco 12 e mi avvio sculettando oscenamente verso l’uscita senza curarmi di riabbassare l’orlo della gonna: tuttavia nessuno mi considera.
Salgo in macchina e con non poca difficoltà mi rimetto alla guida verso il motel.
Ho ancora la tentazione di fermarmi a bordo strada e battere, ma non ce la faccio: troppa paura e troppe gambe molli.
Arrivo alla reception ma non riesco a scendere dalla macchina per farmi dare le chiavi, quindi suono il clacson; il portiere mi raggiunge e con fare distratto mi consegna le chiavi: nemmeno lui mi considera….
Eppure ero evidentemente una milf ubriaca in cerca di cazzo….
Parcheggio davanti alla stanza, scendo dalla macchina non senza gravi difficoltà …. Entro in camera senza chiudere la porta e mi siedo a gambe larghe sulla poltroncina.
Lo specchio davanti a me rendeva una immagine impietosa del mio stato, ed in più la testa mi girava, avevo una gran voglia di cazzo ed ero da sola.
Il caldo mi assaliva, quindi decido di uscire dalla stanza e sedermi sul muretto del parcheggio per rifrescarmi un pochino.
Dopo pochi minuti, vedo passare una mercedes nera molto lentamente; il conducente mi nota, si ferma e scende: era da solo.
Si avvicina e con fare galante mi chiede se aspettassi qualcuno: io senza pensarci rispondo che l’uomo che aspettavo mi aveva bidonato ed ero rimasta sola.
Speravo che mi desse retta, ma lo sconosciuto mi salutò, risalì in macchina e si allontanò lentamente.
Rientrai in stanza, e stavolta chiusi la porta.
Non mi restava che accarezzarmi e penetrarmi con il mio dildo, non prima di essermi scattata un po’ di foto in quello stato da vacca ubriaca.
All’improvviso sento bussare alla porta: era il ragazzo della reception che mi portava una bottiglia di champagne, offerta, come da lui riferitomi, da un cliente del motel, che aveva lasciato anche il biglietto da visita con il cellulare.
La cosa mi sorprese molto, e senza alcun motivo, e soprattutto con molta sfacciataggine, invitai il ragazzo ad entrare in stanza: la serata stava cambiando all’improvviso.
Il ragazzo stava in piedi subito dopo la porta, che si premurò di chiudere.
Io presi la bottiglia, la poggiai sul comodino e gli dissi di aspettare un attimo.
Mi recai in bagno per darmi una sistemata: ritocco al trucco, pettinata, sistemazione di calze, reggicalze e culottes, profumo e crema nell’intimo.
Riemersa dal bagno, trovai il ragazzo nella stessa posizione.
Quindi, decisa a tutto, presi la bottiglia, la stappai e mi sdraiai languidamente sul letto, mettendomi sul fianco di culo ed alzando la gonna sino alle mutande.
Iniziai a bere a canna lo champagne dicendogli: “Vieni a scoparmi”…..
Ma il ragazzo, senza rispondere, aprì la porta e se ne andò.
Incredibile, mai successo prima di non essere considerata in quel modo…..
Dopo pochi secondi sento nuovamente bussare: pensavo fosse ancora lui, quindi mi alzo dal letto con la bottiglia in mano ed apro la porta: era il tipo della mercedes, ma stavolta non era per niente affabile: sguardo truce, maglietta , boxer e cazzo enorme che spuntava e che teneva in mano….
Sorpresa e spaventata, faccio per chiudergli la porta in faccia ma lui entra di prepotenza e mi spinge verso il muro.
Avevo la bottiglia in mano, ma mentre pensavo di rompergliela in testa, lui mi ficca la lingua in bocca e mi infila le mani sotto la gonna palpandomi il culo e facendosi strada con le dita sotto le culottes verso il buchetto.
Lasciai cadere la bottiglia in terra come un automa non appena le sue dita (tre!) si infilarono nella ficanale ed iniziarono a stantuffare, mentre la sua lingua mi insalivava prima la bocca, poi le labbra ed infine il collo.
Iniziai a genere come una cagna in calore ed il mio clito già perdeva i suoi poveri umori.
A quel punto, il bastardo mi gira di forza faccia al muro, mi strappa a forza le culottes e mi ficca in culo il suo arnese grosso e bollente, iniziando ad insultarmi e scoparmi come un forsennato.
Il buchetto urlava dal dolore, ma lui non solo non smetteva, ma ad un certo punto mi prende dai fianchi come un fuscello e mi sbatte sul letto, girandomi alla pecora, ed iniziando a sculacciarmi violentemente, urlandomi insulti irriferibili.
Mentre lo pregavo piangendo di fermarsi, sento la sua cappella farsi nuovamente strada senza alcuna delicatezza nel mio culetto : ricomincia a sbattermi con foga ed i miei gemiti a quel punto si sentivano certamente in tutto il motel.
Non veniva e non si fermava, mentre io godevo come poche volte nella mia vita, davanti e dietro.
Ad un certo punto sento aprirsi la porta della stanza: non ci feci caso più di tanto perché avevo perso ogni cognizione ed ogni ritegno, continuando ad uggiolare con una voce sempre più femminea…..
Mentre quello continuava a scoparmi violentemente, mi trovai davanti alla bocca un altro uccello grosso e nodoso: non ebbi il coraggio di vedere di chi fosse, ed anzi iniziai a succhiarlo infoiatissima.
Questo dopo pochi secondi mi venì in bocca urlando e se ne andò: ovviamente ingoiai tutto sino all’ultima goccia, un getto saporito e bollente!
Non ho mai saputo chi fosse.
Non sapevo più neanche chi fossi, mentre quello dietro continuava a pistonarmi e sculacciarmi…. Dio che meraviglia!!!!
Alla fine , dopo oltre un’ora, lo sentii venirmi nel culo a fiotti bollenti come lava, mentre urlava come un uomo preistorico…..
Finito di godere, mi assestò un altro violentissimo ceffone sul culo , mi prese per i fianchi e mi sbattè per terra dall’altra parte del letto, dopodichè sentii chiudersi la porta ed il silenzio assoluto.
Ero ancora per terra a faccia in giù, culo arrossatissimo e bruciante per aria, piena di sborra dentro e fuori.
Ci volle parecchio tempo prima che potessi rialzarmi barcollante e stravolta.
Con le mani aperte, raccolsi ogni traccia di sborra che riuscivo a trovarmi addosso e la leccai tutta masturbandomi il clito, che ancora una volta venne per qual poco che poteva….. quasi senza che neanche me ne accorgessi se non per l’umidiccio che mi versò in mano…..
Che serata sconvolgente! Sono stata trattata come una vera troia, come mai prima!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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