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come in un film porno


di stefylegs69
25.01.2012    |    24.012    |    5 8.5
"Ma era ben altro ciò di cui avevo un fottuto bisogno..."
Lunedì mattina... inizia una nuova settimana di abitudinario tran tran ... sveglia presto, colazione con la moglie ed i bambini che urlacchiano e recalcitrano , non vogliono andare a scuola... la depressione mi assale se penso al capufficio che mi aspetta da lì a poco per inondarmi delle sue solite parole e delle sue insulse cartacce da sbrigare... La mia mente è invece pervasa dal pensiero fisso : poter concedere almeno una mezza giornata alla mia parte femminile , da troppo tempo compressa, alleviata solo dalla mia abitudine di indossare almeno dell'intimo sexy sotto i vestiti da uomo (mi ero fatta una piccola borsa portadocumenti che tenevo in macchina e che portavo con me salendo in ufficio, al cui interno tenevo lingerie di vario genere).
Ma era ben altro ciò di cui avevo un fottuto bisogno....
Mentre meditavo su queste cose, a metà giornata venivo raggiunta da una telefonata di mia moglie, che con tono fortemente preoccupato mi annunciava che doveva recarsi per almeno tre giorni dai suoi, in quanto suo padre si era sentito male ed era ricoverato in ospedale in prognosi riservata.
Io le dissi di non preoccuparsi, avrei pensato io ai bambini in quei giorni, ma non mi aspettavo neppure lontanamente la sua risposta: "amore, li porto con me, ho già avvisato la scuola, non vorrei che non potessero più vedere vivo il nonno...." .
Quasi non ci credevo: sarei stata sola soletta come non capitava da anni...
A metà pomeriggio mia moglie mi telefonò ancora per riferirmi che era già arrivata a Roma con i bambini e che suo padre stava effettivamente molto male...
Trattenni a stento un urletto di gioia e cominciai a pensare a cosa avrei potuto fare in quei giorni, anzi notti, di libertinaggio assoluto.
Ero così eccitata che mi accorsi di aver bagnato il perizoma che avevo indossato sotto i pantaloni appena arrivata in ufficio...
Finito di lavorare, non pensai minimamente a cambiarmi il perizoma umidiccio ed uscii dall'ufficio di buona lena, mi recai subito al centro commerciale per fare acquisti...
Mi comprai un bellissimo tailleur rosso fuoco, giacca attillata e gonna sopra il ginocchio con allacciatura sul dietro formata da sette bottoni piuttosto grandi di madreperla nera, oltre che reggicalze nero e viola coordinato con brasiliane e reggiseno push up, ed un bel paio di calze autoreggenti nere velatissime con la riga e bordo alto in pizzo.
Quindi passai dal sex shop vicino a casa, ove acquistai un cuneo anale nuovo di media grandezza ed un paio di polacchine nere lucide con tacco a spillo di 12 cm .
Giunta a casa, mi feci subito una doccia molto calda e mi depilai per bene le parti intime (nel resto del corpo ho pochissimi peli, praticamente invisibili), dopo di che mi incremai ben bene le tettine (le ho naturalmente abbastanza femminili, senza peli e con due bei capezzoli a punta) ed il culetto, aspergendo l'interno della mia ficanale, già fremente ed umida di suo, con un olio profumato alla vaniglia.
Decisa a folleggiare, pensai, tanto per cominciare la serata. di andare al ristorante da sola, vestita con tutte le mie nuove cosine acquistate, lasciando il prosieguo aperto agli eventi...
Indossai quindi il completino intimo, il tailleur, con sotto la giacca una camicetta di seta bianca di mia moglie abbastanza ampia e scollata (mia moglie dopo le gravidanze è piuttosto sovrappeso, quindi le sue misure sono alquanto simili alle mie), misi la parrucca rossa a caschetto e mi truccai piuttosto pesantemente (ombretto nero sfumato in viola, in tinta con la lingerie, mascara volumizzante, eyeliner, fondotinta mattone, sugli zigomi phard in crema, con brillantini, di colore ancora più scuro, ed un gloss rosso vermiglio per le labbra con tanto di matita color prugna per il contorno della bocca) ed infilai quindi le polacchine.
Presi la mia borsetta di vernice nera ove riposi tutti i trucchi ed un paio di preservativi, oltre che le sigarette Cartier bianche (quelle con il filtro rivestito in seta).
Per essere ben pronta ad eventuali sviluppi sessuali, mi portai in borsetta anche il cuneo anale appena acquistato, con l'intenzione di infilarmelo nella toilette del ristorante, sia per godermi quella presenza tra le chiappe mentre consumavo la cena, sia per essere già bella morbida e accogliente per lo sperato finale hard della serata.
Mi guardai allo specchio... Praticamente ero diventata una appariscente femmina in calore in cerca di uccelli! Ebbi un fremito di compiacimento ed avvertii il solito languore al pancino oltre che il ben noto tremore alle ginocchia, segni inequivocabili che mi annunciavano di essere pronta per il mio ruolo di troia sottomessa.
Nonostante l'evidente stato di eccitazione, mi resi conto di un grave problema, che peraltro avevo avvertito già nel vestirmi: non avendo provato il tailleur al centro commerciale (per ovvi motivi). mi accorsi, solo a quel punto, rimirandomi e girandomi tra gli specchi della camera da letto, che la gonna era davvero sin troppo aderente; i bottoni, infatti, tiravano tantissimo , tanto che tra un bottone e l'altro (la gonna era tutta abbottonata sul dietro, dalla vita all'orlo) si vedevano chiaramente all'altezza del culo la mutandina, quindi la pelle nuda e, scendendo, il bordo in pizzo delle calze... inoltre il reggicalze segnava la gonna rivelando chiaramente la sua presenza ....
Avvampai all'idea di uscire conciata così, anche se era buio... la giacchina del tailleur arrivava appena alla vita, quindi al ristorante tutti avrebbero potuto vedere come ero agghindata sotto la gonna... ma ormai era fatta! Mi spruzzai una buona dose di Poison (il profumo di mia moglie), la cui boccetta pure riposi in borsa.
All'ultimo, presa da non so quale pudore, mi infilai un impermeabile/spolverino nero, sempre di mia moglie, per evitare che almeno per strada si potesse vedere l'indegno spettacolo del mio didietro e delle mie cosce che occhieggiavano abbondantemente tra un bottone e l'altro della gonna.
Chiamai quindi il taxi e presi l'ascensore nella speranza di non essere intercettata da qualche condomino, ed in questo fui davvero fortunata, vista l'ora non tarda.
Mi fermai all'interno del portone ad attendere il taxi, che sopraggiunse dopo un paio di minuti.
Uscii con passo abbastanza incerto (il primo impatto con il luogo pubblico mi rendeva sempre vagamente timorosa); intendevo salire rapidamente sul taxi, ma il mio incedere per l'appunto incerto e, forse, il mio aspetto da femmina evidentemente attraente per non dire di peggio, induceva il taxista a scendere rapidamente dall'auto per aprirmi lui la portiera.
Era un bell'uomo sulla trentina, capelli lunghi neri raccolti in un codino, abbronzato e con una barba incolta di qualche giorno, alto almeno 1.85, che indossava un giubbetto di pelle tipo chiodo aperto su una t shirt bianca e jeans alquanto aderenti e strappati su una coscia.
Non incrociai volutamente lo sguardo, per evitare che intuisse la voglia di cazzo che avevo nella mia testa.
Lo ringrazia per la cortesia con voce sommessa e salii in auto da brava signora, sedendomi portando le gambe unite all'interno, senza scosciarmi (come invece avrei voluto tanto fare... ma all'inizio della serata è sempre così, vengo travolta da uno strano pudore).
Il taxista si sedette alla guida e notai subito che sistemò lo specchietto retrovisore per potermi spiare; la cosa mi fece davvero piacere e, incrociandone lo sguardo nello specchietto, feci un sorriso abbastanza eloquente .
Era una Mercedes station wagon davvero accogliente e nuova, il profumo della pelle dei sedili avvolgenti mi dette un piacere particolare, e mentre assaporavo queste sensazioni, dissi al taxista di portarmi al ristorante prescelto.
L'uomo partì piuttosto velocemente e, nel guidare, sempre spiandomi dallo specchietto in modo evidente, mi chiese cosa andava a fare una bella signora come me al ristorante da sola ; risposi che ero parecchio annoiata e speravo di passare una serata piacevole.
Lui mi lanciò un sorriso accattivante e, addirittura girandosi verso di me, mi chiese dove fosse mio marito.... Stavo per rispondergli di farsi gli affari suoi, quando un forte suono di clacson indusse l'uomo a rigirarsi verso la strada: stavamo per fare un frontale con un'altra auto!
Il taxista fu costretto ad una manovra talmente brusca ed accelerata per evitare l'incidente, che mi trovai sbattuta sul lato opposto del sedile posteriore.
Mentre l'uomo inveiva pesantemente, mi resi conto che nel franare dall'altro lato del sedile era successo qualcosa alla mia gonna, ma essendo seduta non riuscivo a capire bene cosa.
Mi risistemai alla bene e meglio, ma stavolta fui costretta, data la posizione innaturale, a spalancare le cosce nello spostarmi verso la mia posizione iniziale sul sedile posteriore destro; la gonna strettissima mi risalì quindi praticamente sino all'inguine ed il taxista, nonostante lo scampato pericolo, si accorse della mia manovra ed abbassò lo specchietto retrovisore per non perdersi lo spettacolo, che in effetti non si perse... tanto che poco dopo, passando impudentemente al "tu" mi disse: "signora, sei davvero affascinante, se vuoi ti passo a prendere dopo il ristorante ed andiamo a bere qualcosa assieme".
Io lo congedai freddamente dicendogli che mi aveva fatto spaventare troppo e non sarei mai più salita in taxi con lui; anzi, essendo quasi arrivati al ristorante, gli chiesi di accostare per farmi scendere (anche sei in realtà ero eccitatissima per avergli appena dato spettacolo delle mie cosce e del mio intimo...).
Lui a quel punto accostò, non mi fece pagare spiegandomi che per lui era stato un piacere portarmi ( e te credo... con tutto quello che aveva potuto vedere!) e mi disse: "comunque credo che ci rivedremo...." .
Tacqui e pensai di scendere dalla macchina, senza aspettare che mi aprisse la portiera, e questa volta non da signora per bene.... Mi scosciai in modo studiato, con estrema lentezza... la gonna era ormai diventata inesistente, di fatto arrotolata sopra l'inguine... ero talmente infoiata che feci cadere apposta la borsa sulla strada e, per recuperarla, non scesi dal taxi, ma divaricai le gambe ancora di più, lasciandone una sul sedile del taxi ed appoggiando il tacco sul marciapiede... Recuperata la borsa lo guardai con fare da maiala , lui era completamente girato e mi guardava a sua volta con sfacciataggine tra le cosce... "Buonasera" e scesi.
Appena in piedi, mi risistemai la gonna lentamente e feci i circa duecento metri che mi separavano dal ristorante sculettando oscenamente sulle mie polacchine tacco 12... l'aria fresca mi accarezzava dappertutto, non mi volsi ma capii dal silenzio del motore che il taxi era rimasto fermo dove mi aveva lasciata ... Non me ne curai affatto.
Entrai al ristorante, c'era poca gente... il maitre, un uomo grasso e rubizzo di mezza età, mi accolse sorridente e con fare fin troppo mellifluo mi chiese di seguirlo al guardaroba per lasciare lo spolverino. Qui giunti, mi tolse lui lo spolverino... ed esclamò! Ma signora, lei non può entrare in sala così conciata!
Non capivo, in effetti ricordavo che i bottoni della gonna lasciavano intravedere le mutandine ed il bordo delle calze, ma non ero poi così tanto indecente! Mi girai avvampando e dissi al maitre "Come si permette? Cosa c'è che non va?"
Lui, passando al tu, sottovoce mi disse: "Guardati allo specchio, hai il culo di fuori! Lo vedo che sei una puttana, ma questo è troppo per un locale pubblico!"
Mi girai repentinamente verso lo specchio ed a quel punto capii e trasalii: ecco cos'era successo nel taxi in occasione della brusca manovra.... il bottone posto all'altezza del culo era saltato, e la gonna era in quel punto totalmente aperta, rivelando la mia "brasiliana" nera e viola infilata tra le natiche!
Prima che potessi farlo io, il maitre mise la sua grassa mano sul mio culetto offerto al pubblico sguardo, e facendo scorrere il dito medio tra le mie chiappette, inducendomi un fremito di piacere che mi fece tremare le ginocchia, mi disse: "Sei una gran puttana, se vuoi mangiare in questo locale devi rimetterti lo spolverino, se no te ne vai.... " .
Mi girai un po' indignata ma soprattutto eccitata per il tocco di quel porco.. lo guardai fissa negli occhi e gli risposi sottovoce: "Ho bisogno della toilette...." .
Lui mi fece cenno che era dietro l'angolo del corridoio, ed io mi avviai con passo lento e volutamente provocatorio... senza voltarmi, sapevo che stava fissando il mio culo scoperto, velato in parte dalle sole mutandine, che aveva appena palpato...
Entrai nella toilette e mi guardai allo specchio... avevo un aspetto stravolto, come se avessi appena scopato con due o tre uomini... mi chiusi nel bagnetto, mi tirai su la gonna e mi toccai tra le cosce e sulla fighetta anale... davanti ero già umida, dietro di più.... in quel momento, ricordai di avere in borsa il nuovo plug-in, lo presi tremante e, tolte le mutandine, lo infilai lentamente nel culetto.... chiusi gli occhi immaginando prima il taxista con in mano il suo membro eretto di proporzioni spropositate, poi il maitre intento a toccarsi il suo cazzetto flaccido da sopra i pantaloni.... immediatamente raggiunsi l'orgasmo, lasciandomi scappare anche un gemito....
Dopo un interminabile minuto, mi ripresi e mi asciugai con la carta igienica la mano dai miei umori che erano sgorgati dal mio clito moscio.
Mi rimisi le mutandine lasciando dento il culetto il plug-in. Uscii dal cessetto con le gambe molli e le ginocchia tremanti, mi guardai nuovamente allo specchio ... ero ancora più stravolta di prima!
Mi diedi una ripassata al trucco e con un sospiro aprii la porta della toilette... appena fuori c'era ancora il maitre con il mio spolverino in mano, che mi guardò sogghignando e disse "Tutto bene signora?".
Capii che aveva origliato da dietro la porta ed evidentemente si era reso ben conto di cosa avevo fatto.
Presi dalle sue mani lo spolverino , quindi gli dissi seccamente: "Questo posto non mi piace, tu non mi piaci, me ne vado!"
A bella posta attraversai la sala sculettando vistosamente (in ciò aiutata dal plug-in che mi ero infilata nel culetto) ed esibendo le mie mutandine brasiliane ben visibili dalla gonna aperta sul dietro ai pochi avventori... giunta alla porta infilai lo spolverino ed uscii .
Una volta sulla strada, mi sentii ancora più porca e vogliosa di cazzo, sia per essere con il culo scoperto, sia per avere appena goduto, sia e soprattutto per la goduriosa presenza che covavo tra le chiappe... Si era alzata una brezza tiepida che si infilava sotto lo spolverino e sotto la gonna, eccitandomi ulteriormente.
Il mio primo impulso sarebbe stato di battere il marciapiede, spacciandomi per puttana , ma non arrivai a tanto.
Con una certa sorpresa, mentre meditavo sul da farsi, notai che il taxi era ancora fermo dove mi aveva lasciata...
Avrei voluto raggiungerlo e farmi scopare da quel ragazzo nerboruto sul sedile di dietro, ma non lo feci... mentre lo pensavo, notai che quel porco mi stava facendo gli abbaglianti, quindi mi aveva vista e mi stava aspettando.... A quel punto fui inaspettatamente sopraffatta da un momento di pudore, tanto che mi allacciai lo spolverino strettamente e mi incamminai come un automa, pur sempre sculettando, verso la direzione opposta, senza sapere in realtà dove andare.
Camminai per diversi minuti senza meta, incrociando passanti distratti e coppie, senza guardare nessuno negli occhi... pensavo al cazzo del taxista e mi davo della troia da sola....
Ad un certo punto mi sedetti su una panchina, per decidere che fare.
Sedendomi avvertii ancora di più la presenza del plug-in tra le chiappe ed ebbi un fremito di piacere.
Accavallai le gambe languidamente e pensai, pensai, pensai.... sin quando mi venne in mente che a pochi passi vi era un museo aperto per via di un vernissage di un famoso pittore... Decisi quindi di recarmi là, per distrarre i miei pensieri dal cazzo del taxista.
Giunsi all'ingresso decisamente sollevata, l'aria si era fatta fresca e mi aveva svegliato dai torpori da troia nei quali ero piombata.
Pagai il biglietto e passai davanti al guardaroba, dove un addetto mi invitò a lasciare lo spolverino.... Stavo per farlo quando mi ricordai di avere il culo all'aria, quindi rifiutai garbatamente e passai oltre.
La mostra era frequentata da parecchia bella gente... giunta nella sala principale, mi fermai davanti all'opera più celebre del pittore e rimasi come incantata ad osservarla.... era favolosamente sensuale!
Fatalmente socchiusi gli occhi ed avvertii nuovamente sia il languore al pancino, sia il tremore alle ginocchia, segnali ben noti....
Inziai ad avvertire che il mio clito si stava bagnando, automaticamente mi venne da contrarre lo sfintere e riavvertii la presenza del plug-in tra le chiappe.... mi sfuggì un gemito, mi guardai intorno e mi sedetti su un divanetto posto al centro della sala.
Vampate di calore mi assalivano ad ondate, dovetti slacciare lo spolverino.... non fu sufficiente, le ondate di calore si erano fatte incessanti!
Mi alzai e nel fare ciò contrassi nuovamente lo sfintere... stavo per godere....
Mi diressi fuori dalla sala con passo incerto e tremante, mi girai un attimo ad osservare se qualcuno si fosse accorto del mio stato, e vidi un uomo alto e prestante, con un paio di occhiali scuri, che mi osservava sorridente avvicinandosi a me....
Rimasi come inebetita.... ferma come una statua guardandolo.
Lui mi raggiunse, si presentò: "piacere sono Franco, è qui da sola?" .
La sua voce era calda e molto maschile.
Farfugliai "piacere Stefania", aggiungendo: "mi scusi, non mi sento tanto bene...., meglio se vado a casa...." .
Ed iniziai a dirigermi verso l'uscita a passo svelto.
Lui però mi seguiva sorridendo, non aveva alcuna intenzione di mollare la presa.
Accelerai il passo in modo scomposto, praticamente stavo correndo senza rendermi conto del motivo per cui scappassi da lui.. sentivo i suoi passi svelti dietro di me, stava per raggiungermi, avevo la gonna strettissima ed i tacchi a spillo, non potevo certo distanziarlo!
Avevo il cuore in gola e mi sentivo ancora più bagnata tra le cosce!
Mentre, sempre scappando, pensavo... "Mio dio, che faccio ora? Chi mai sarà questo? E se è un maniaco?" , persi l'equilibrio e caddi rovinosamente a terra...
Forse persi i sensi per un attimo per il dolore alla caviglia che si era stortata nella caduta.... quando riaprii gli occhi, ero per terra ... lui era chinato su di me, il suo alito sapeva di alcool e tabacco.... non capivo cosa mi dicesse, ma mi accorsi che nella caduta ero rovinata sul fianco, la gonna mi era risalita sino all'inguine, lasciando scoperte le cosce ben oltre il limite del bordo delle autoreggenti... soprattutto avevo le cosce leggermente divaricate mostrando così le mie mutandine... che avvertii essere parecchio bagnate dei miei umori.
Non avevo però la forza di rialzarmi o anche solo modificare quella posizione oscena...
A quel punto, lui mi afferrò da sotto il culo e la schiena e con un movimento fermo e repentino mi rimise in piedi.
Capii a quel punto che sollevandomi dal culo, l'uomo si fosse accorto della presenza della base del plug-in...., perchè mentre mi teneva in braccio sussurrò "puttana, cosa ti sei infilata ?"
Lo guardai stravolta dal dolore alla caviglia ma anche dal piacere che mi aveva provocato il contatto con le sue braccia e gli dissi: "Lasciami stare, voglio andare a casa..." .
Non gli lasciai modo di replicare, avevo intenzione di correre verso l'uscita... ma nel voltarmi repentinamente sentii che il plug-in mi scivolava via dalle chiappe cadendo in terra!
Mi girai, e lo vidi sul pavimento... proprio mentre lui si avvicinava e lo raccoglieva sogghignando!
A quel punto, iniziai a correre per quanto mi consentissero i tacchi a spillo (la gonna era rimasta arrotolata e non pensai certo a rimetterla a posto...).
Mi infilai in una zona buia del museo intenzionata a trovare un uscita di emergenza (era la soluzione più rapida e vicina), sentivo solo il rumore dei miei tacchi e nessun passo dietro di me... quindi rallentai e trovai l'uscita di emergenza...
Spinsi la porta antipanico e mi trovai sul retro del museo, la ventata di aria fresca mi fece riprendere...
Stravolta, mi riassestai per prima cosa la gonna; quindi feci il giro del palazzo per tornare sulla via principale, con l'intenzione di prendere un taxi per farmi riportare a casa.... Ero ancora turbata e spaventata....
Girato l'angolo, mi trovai davanti all'ingresso del museo... dove vidi subito un taxi fermo che non era la Mercedes che mi aveva raccattata ad inizio serata... Mi avvicinai tirando un sospiro di sollievo, sorridendo, quando.... si abbassò il finestrino posteriore e dal buio spuntò una mano che faceva dondolare un oggetto ... incuriosita dalla scena strana, mi avvicinai sempre sorridente per veder meglio cosa fosse e.... omioddio, era il mio plug-in!!!!!
Come ipnotizzata, mi avvicinai alla portiera del taxi... mantenendo quel sorriso ebete.... il plug-in sparì nel buio, comparve l'altra mano che mi invitava ad entrare spudoratamente con il cenno dell'indice....
Ormai ero appena fuori del taxi, a quel punto la portiera si spalancò ed il braccio dell'uomo afferrò la mia mano e mi tirò dentro con violenza.
Mi trovai sul sedile posteriore senza neanche accorgermi, ero praticamente sdraiata sulla pancia addosso a quell'uomo, che con il braccio destro chiuse la portiera e diede un indirizzo al taxista, il quale subito mise in moto....
Mi raddrizzai alla bene e meglio senza profferire parola, avrei voluto non essere mai uscita quella sera!
Nel mentre che pensavo a cosa avrebbe potuto accadere, l'uomo aveva già infilato la mano tra le mie cosce.... Non potei fare a meno di spalancarle gemendo come una cagna in calore, mentre notavo che il taxista orientava lo specchietto per non perdersi lo spettacolo...
L'uomo mi infilò due dita nel culo e cominciò a stantuffare, con l'altra mano mi prese la testa e me la chinò verso il suo uccello che aveva estratto dalla patta.... Era non tanto lungo ma larghissimo, spalancai la bocca ma non ci stava!
Iniziai a pomparlo, anche perchè costretta dalla sua mano che mi spingeva su e giù... diomio, si ingrossava ancora di più!
Lui stantuffava le sue dita nel mio culo ed io pompavo, stavo per venire quando lui si ingrossò mostruosamente, e cacciando un urlo animalesco mi versò in bocca un quantitativo enorme di sborra, che dovetti in parte sputare fuori per non affogare, mentre anch'io godevo miagolando come una gatta in calore e bagnando le mutandine con quel poco liquido seminale, denso e bollente, che mi restava !!!!
Il taxista, allibito dalla scena ed eccitato evidentemente, accostò... scese dalla macchina, spalancò la portiera e mi strattonò fuori.... Non feci neanche a tempo a veder che faccia avesse, che mi aveva già piegato alla pecorina sul cofano.... mi abbassò le mutandine e mi ficcò dentro il suo arnese che mi sembrò enorme... cacciai un urlo di dolore, lo sentivo in fondo all'intestino e le sue palle erano poggiate sulla mia ficanale.... iniziò a stantuffarmi con violenza insultandomi in dialetto siciliano.... colpi sempre più forti, ormai non capivo più se era dentro o fuori di me.... dopo almeno dieci minuti di sfondamento del mio culetto, mi esplose dentro diversi getti di lava bollente ed io me ne venni ancora gridando "Si, Si, maschiaccio.... riempimi, rompimiiiiii !!!!!!!!!!"
Finito di scoparmi, il taxista mi spinse sul marciapiede facendomi cadere a terra ed insultandomi: "Bottana, continua il tuo lavoro che la notte è lunga! "
Risalì in macchina e sgommò via.
Mi trovai quindi per terra sul marciapiede, senza rendermi conto in che zona fossi, con le mutandine scese a metà coscia, la gonna rialzata sui fianchi e lo spolverino buttato addosso a mò di coperta, la bocca ed il culo pieni di sborra, le calze smagliate.... Nessuna traccia dell'uomo che mi aveva attirato sul taxi....
Mi rialzai lentamente, tirandomi su le mutandine ed abbassando la gonna... Infilai lo spolverino e mi guardai intorno spaesata... la sborra mi colava dalla bocca e dal culo, la avvertivo distintamente... mi pulii la bocca con la mano aperta e me la leccai sguaiatamente....
Iniziai a camminare lentamente e capii di trovarmi in periferia, puntai quindi la fermata dell'autobus a circa cento metri, era una linea che mi avrebbe condotto a casa, per fortuna!
Mi sedetti sulla panchina della fermata a gambe larghe per farmi rinfrescare il culetto, ancora dolorante ed infiammato, dall'aria della notte; arrivò l'autobus dopo circa dieci minuti, durante i quali fui assoggettata ad insulti da molti uomini che passavano in macchina, che rallentavano e si sporgevano dal finestrino, vedendomi in quella posa oscena.
Finalmente arrivò l'autobus e benchè a fatica salii e mi avvicinai al conducente, con il quale attaccai discorso per non essere infastidita dai pochi passeggeri, tutti extracomunitari, che mi guardavano insistentemente facendo commenti scurrili ad alta voce .... d'altra parte dovevo essere davvero impresentabile: a parte lo sperma dei due uomini che avevano abusato di me, che sentivo in bocca e mi gocciolava dal culo, dettagli che per fortuna non si potevano vedere, avevo il trucco completamente sfatto, la bocca sbavata di rossetto, il mascara e l'ombretto colanti, le calze smagliate ed i vestiti stropicciati...
Giunsi finalmente alla fermata vicino a casa, scesi e mi incamminai lentamente verso il portone, non vedevo l'ora di sdraiarmi sul divano....
Varcai l'androne e presi l'ascensore, arrivai sul pianerottolo, aprii la porta di casa ed entrai ... finalmente!
Sbattei la porta alle mie spalle, giunsi in sala, mi tolsi lo spolverino facendolo scivolare a terra lentamente e mi buttai a pancia in giù sul divano, senza neppure togliere le scarpe!
Chiusi gli occhi ripensando a quella serata, soprattutto a quel cazzo enorme che avevo spompinato nel taxi e che mi aveva quasi affogata!
A quel pensiero, avvertii che la mia ficanale ricominciava a contrarsi, espellendo ancora un buon quantitativo di sborra del taxista.... Stavo portando la mano dietro per raccoglierla ed assaggiarla, quando sentii un rumore, come di un oggetto caduto per terra...
Nello stato di torpore in cui mi trovavo non realizzai molto cosa potesse essere quel rumore, ma dopo pochi secondi vidi rotolare qualcosa di piccolo sul pavimento.
Non avendo la forza di alzarmi, scivolai lentamente dal divano e proseguendo a carponi, mi avvicinai all'oggetto che si era fermato in prossimità dello zoccolino, in fondo alla stanza.
Lo guardai e strabuzzai gli occhi: era il bottone della gonna che avevo perso in taxi ad inizio serata!
Mentre stavo a carponi sul pavimento chiedendomi come diavolo potesse trovarsi lì quel bottone, mi sentii afferrare da dietro per i fianchi da una presa d'acciaio e sollevarmi in un attimo in piedi...
Terrorizzata, farfugliai... "Chi sei?..."
Sentii nell'orecchio un respiro caldo ed affannoso ed un viso con una barba ispida che mi si appoggiò alla guancia..., sussurrandomi: "Troia, te l'avevo detto che ci saremmo rivisti..." .
Stavo per gridare aiuto quando, bloccata da quella presa d'acciaio, nella impossibilità di girarmi per vedere chi fosse quell'uomo, lo sconosciuto, sempre standomi dietro, cominciò a leccarmi il collo ed a mordermi il lobo dell'orecchio...
Mi dimenticai all'istante che ero nelle mani di uno sconosciuto in casa mia ed incurante del pericolo che correvo, iniziai a gemere come una cagna...
La cosa fece eccitare ancora di più l'uomo, che mi infilò una mano sotto la gonna risalendo lentamente verso il culo... ben presto giunse alle mie mutandine ed accorgendosi che erano bagnate della sborra che era colata dal buchetto, iniziò ad urlare: "vacca, troia, puttana, quanti ne hai presi stasera, sei una lurida cagna in calore, adesso ti sfondoooo!!!!!"
Detto fatto, mi agguantò per un braccio e mi fece letteralmente volare sul divano, dove mi adagiai semisdraiata a cosce spalancate e guardandolo lo riconobbi : era il taxista di inizio serata!
Dopo un secondo ce l'avevo addosso, mi arrotolò la gonna sopra l'inguine, estrasse di tasca un coltello.... pensai al peggio!!!
Paralizzata dal terrore, lo vidi puntare al mio basso ventre... ma lui infilò la lama sotto le mutandine e me le strappò con un movimento repentino, quindi le sfilò, le appallottolò e me le mise a forza in bocca...
A quel punto persi definitivamente ogni ritegno, volevo masturbarmi il clito per godere ma mentre lo pensai mi accorsi che me ne ero già venuta... poche gocce sul pube depilato ma fui scossa da tremiti convulsi ... gemevo come una vacca in calore.... a quel punto lui mi prese in braccio e mi infilò con decisione sul suo enorme cazzo eretto, che appena feci a tempo a scorgere culminasse in una ancor più grossa cappella violacea!
Mi infilò sino in fondo, avvertii non più dolore (il mio culo era ormai slargato all'inverosimile...) ma la sua presenza di fuoco dentro di me! Iniziò a scoparmi in piedi sollevandomi a tempo a forza di braccia, sentivo il cuore che andava a mille, intanto mi tolse di bocca quel che restava delle mie povere brasiliane di seta cacciandomi dentro tutta la sua lingua...
Sbavavo da tutte le parti, quando lo sentii pulsare e gonfiarsi ancora più dentro di me, sinchè mi riversò dentro una quantità spaventosa di sperma bollente: venni anch'io per l'ennesima volta quella notte!!!
Restai accovacciata sul suo cazzo ancora ritto per qualche tempo (non saprei dire quanto)... sentivo il suo sperma che colava lungo le cosce, era ancora caldissimo.... Ad un certo punto, lui mi guardò negli occhi, mi sputò in faccia e mi scaricò a terra!
Non contento, prima di andarsene mi spostò con un calcio nel culo verso il divano e, giunto alla porta, mi disse: "Mi aspettavi, signora, hai lasciato apposta la porta aperta... Domani sera torno a trovarti.... "
La sera dopo l'ho aspettato ma non si è mai più rivisto.
Chissà quando riuscirò a vivere un'altra notte così. E' stato meraviglioso!!!
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