trans
Zia Eva
di Virnissima
11.05.2016 |
22.309 |
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"Non so più bene dove finisce il dolore e inizia il piacere, ma il suo scoparmi con forza, decisione e velocità mi fa provare sensazioni ma provate prima..."
Premetto che questo racconto è frutto solo della mia fantasia, forse più in la racconterò alcune delle cose che mi sono realmente accadute. Questo secondo racconto si riallaccia al primo già pubblicato “La nascita di Virna: ti tengo d'occhio” per cui consiglio, per chi ne avesse piacere, di leggere il precedente. Buona lettura.Mi ricompongo alla meglio, ho freddo. Il dottore mi presta un suo giubbotto per tornare a casa. In ascensore mi guardo allo specchio: il trucco è sbavato dappertutto, ho macchie di sperma sulle calze sul camice e sul viso. Mi inumidisco un dito con la saliva e tolgo le tracce del suo seme almeno dalla mia guancia. Appena sono in strada mi rendo conto di essere a piedi; quel pomeriggio mi aveva accompagnata mia zia con la sua macchina. Decido di prendere la metropolitana che è a pochi passi da dove mi trovo. Il giubbotto del dottore sarà un paio di taglie più grande della mia, ma non importa, servirà comunque a proteggermi dal freddo e dagli occhi della gente, il buio della notte farà il resto.
Scendo le due rampe della scala mobile della metropolitana fino ad arrivare al binario due. La banchina è deserta e non so se essere contenta che nessuno mi veda o aver paura per il fatto di ritrovarmi sola. Il pannello luminoso indica quattro minuti all’arrivo della metro. Mi siedo su una panchina ad aspettare. I polpacci mi fanno male per i tacchi alti anche se noto che comincio ad abituarmi a camminare su questi “trampoli”. Sono assorta nei miei pensieri e nella mia mente cominciano a scorrere tutte le immagini di quella serata: il dottore e tutti i pazienti di cui non riesco a ricordare neppure il volto. Mi ritrovo pure a pensare a me stessa al femminile e la cosa mi fa sorridere.
Lo spostamento d’aria mi annuncia l’arrivo del treno. Mi alzo e mi avvio verso la carrozza di fondo, forse mi terrà lontana da occhi indiscreti. Salgo sulla metro; c’è un vecchio barbone che dorme con la testa penzoloni, forse ubriaco, e un uomo distinto con una valigetta ventiquattrore intento a leggere degli appunti. Sono seduti rivolti nella direzione di marcia del treno, per cui lo faccio anche io su una poltrona in fondo in modo da non dover incrociare i loro sguardi. Alla fermata di piazza Cavour sale una ragazzo; avrà poco più di 18 anni, indossa una giacca di pelle nera, un jeans strappato, degli anfibi e un cappellino da teenagers. Si siede un paio di file più avanti di fronte a me. Mi sorride ed io subito distolgo lo sguardo; dopo un po’ i nostri occhi si incrociano nuovamente e lui mi fa l’occhiolino e agita la lingua in modo da imitare la fellatio. Giro nuovamente la testa verso il finestrino che riflette la mia immagine per il contrasto tra la luce interna e il buio della notte. Decido di non guardarlo più fino all’arrivo del treno a destinazione. Pochi secondi prima dell’arrivo in stazione mi alzo per portarmi all’uscita e, passando vicino al ragazzo, mi accorgo che ha una mano infilata nei pantaloni intento a masturbarsi. Proseguo dritta fino alle porte scorrevoli che si aprono davanti a me; esco, faccio una decina di passi e mi fermo. Guardo alle mie spalle per la paura che il ragazzo possa seguirmi, ma vedo che le porte della metro si richiudono e il treno riprendere la sua marcia. Tiro un sospiro di sollievo e mi avvio verso casa.
La strada è deserta ed io abito a pochi passi dalla fermata. Una volta arrivata all’angolo del palazzo mi fermo e do un’occhiata per vedere se c’è qualcuno che possa riconoscermi. Una volta che sono sicura di me prendo le chiavi del portone e a passo svelto mi dirigo al mio numero civico. Una volta che sono nell’androne del palazzo vedendo l’ascensore mi accorgo di non avere monete per la gettoniera. Tolgo le scarpe, sia per non fare rumore sia perché mi fanno male, e comincio a salire all’ultimo piano. Appena in casa il telefonino comincia a vibrare, lo apro e mi accorgo che mia zia mi ha mandato un sms: “Ti ha scopata? Devi raccontarmi tutti i particolari, chiamami appena puoi.” Decido di fare prima una doccia. Una volta che mi sono lavata mi guardo allo specchio, mi accorgo che il trucco non è andato via del tutto e fatico non poco toglierlo del tutto. Ancora nuda mi appoggio sul letto e prendo il telefono per chiamare mia zia.
- Pronto
- Ciao zia
- Weeeeeee, allora racconta com’è andata, ti sei divertita?
Noto subito che anche lei mi si rivolge al femminile ma decido di non ribattere e lasciarla fare.
- Beh…. Si!!!
- Sono contenta. Hai visto? Che ti avevo detto? Tu e tutti i tuoi stupidi timori. Racconta su che hai fatto?
Le racconto per filo e per segno tutto ciò che mi accaduto nello studio: dei clienti, del dottore, della telecamera a circuito chiuso non tralasciando neppure il viaggio di ritorno a casa. Lei intervalla il mio racconto con dei mugolii di piacere - “mmmmmhh bello”, “mmmmmmhh interessante”, “mmmmmhh fantastico”….. Dopo circa quaranta minuti di conversazione mi saluta
- Ti lascio, è tornato tuo zio. Domani mattina devo uscire a fare delle compere ma nel pomeriggio sono a casa. Ti aspetto!!!
- Va bene, ci vediamo domani.
Mentre cerco di prendere sonno penso a mia zia e alla sua simpatia. Lei ha sposato mio zio in seconde nozze; lui, fratello di mi a madre, è un uomo di circa 60 anni uscito dal primo matrimonio perché la moglie lo aveva lasciato stanca sei suoi continui tradimenti. Non era propriamente un bell’uomo, ma aveva fascino. Mia madre mi raccontava sempre di tutte le donne che gli andavano dietro e di come la prima moglie era riuscito ad accalappiarlo. Una volta separato aveva conosciuto Eva; una donna straordinaria, bellissima e di circa 20 anni più giovane di lui. Zia Eva ha dei capelli lunghi fino ai fianchi di un colore nerissimo; i lineamenti del viso sono delicatissimi e un corpo che, anche se non molto alta, sembrava scolpito da un’artista. Lei qualche anno fa mi aveva raccontato di avere un passato da atleta; aveva fatto diverse gare da nuotatrice e ne aveva persino vinta qualcuna. Zia Eva ha praticamente la mia età, anzi di qualche anno più giovane, è sempre stata conscia della sua bellezza e io non sono mai riuscita a capire perché avesse sposato un uomo tanto più grande di lei.
La mattina dopo mi sveglio verso mezzogiorno, non ho voglia di alzarmi e devo recuperare le forze per la giornata precedente. Nel pomeriggio prendo la macchina e vado a casa di zia. Mi apre scalza e con indosso una vestaglia che lasciava intuire subito il fatto che non avesse nulla sotto. Mi prepara il solito caffè e cominciamo a chiacchierare sul divano. Dopo un po’ mi indica delle buste sulla poltrona.
- Ti ho comprato delle cose stamattina
Mi alzo, prendo le buste, e mi accorgo che ci sono diversi pacchetti ognuno dei quali confezionato in splendida carta da regalo con tanto di nastrino. La guardo con fare interrogativo…
- Dai aprili, sono tutti tuoi!!!
Mi risiedo vicino a lei e comincio a scartare. Dal primo ne esce una sorta di calzamaglia a rete che avvolge tutto il corpo; dal secondo un paio di collant bianche; dal terzo una parrucca biondo platino; dal quarto un paio di scarpe con il tacco della mia misura; dal quinto un paio di manette, delle cavigliere in cuoio e un morso di quelli che avevo già visto in qualche film hard del genere sadomaso.
Scartando quest’ultimo sgrano gli occhi e la guardo come per chiederle a cosa mi potessero occorrere quegli oggetti. Lei con voce tranquilla e suadente sussurra
- Che ne dici se ci divertiamo un po’?!?!?!!!!
Sarà stato il tono della sua voce o la proposta appena ricevuta, ma avverto subito un calore intensissimo che mi fa sudare colorando il mio volto di un rosso fuoco.
- Prima però dimmi una cosa. Hai intenzione di tornare dal dottore?
- Penso di si, ho bisogno di guadagnare e poi in fondo… è un lavoro che mi piace!!
Entrambi cominciamo a ridere per quello che ho detto e lei prendendomi per mano mi accompagna verso il bagno.
- È necessario che tu ti depili tutto il corpo allora!!!
Non so se capivo bene cosa ciò comportasse, ma sentivo che potevo fidarmi, del resto era una donna e chi meglio di lei poteva sapere quali erano le cose che andavano fatte?!?! Armata di rasoio, schiuma, creme depilatorie e idratante, con una maestria che non ha eguali, mi depila le gambe, le ascelle e le mie parti intime lasciandomi un piccolo ciuffo all’altezza del basso ventre. Una volta cosparso il mio corpo con olio idratante, mi dice di indossare le cose che mi ha comprato; mi trucca spiegandomi nei minimi dettagli ogni gesto che fa e mi porta in camera da letto.
- Se il dottore dice che non sai fare i pompini vorrà dire che dovrò insegnartelo!!
Prende il mio pene tra le mani e, versandoci sopra altro olio, comincia ad accarezzarlo. Con una mano mantiene il mio membro in modo che la cappella sia scoperta e con l’altra lo massaggia alternando movimenti prima lenti e poi più veloci. Abbassando la testa appoggia le labbra sopra il mio pene e, con un gesto lentissimo, fa scorre tutta la mia asta nella sua gola facendola scomparire completamente.
- Vedi?!?!!! Un buon pompino và fatto di gola, non devi usare solo la bocca e la lingua.
Mentre il mio pene scorrere dentro e fuori con un’abilità mai vista prima continua a darmi consigli e spiegazioni su quanto sta facendo.
- Fallo scorrere in gola e quando senti che stai per affogare tiralo fuori; poi infilarlo nuovamente dentro. Allarga bene la bocca. Tienilo ben umido, nel caso sputaci anche sopra, agli uomini piace molto!!!!
Quel suo fare porta la mia eccitazione alle stelle e sento quasi che sto per venire. Lei improvvisamente si ferma.
- Devi sentire quando un uomo sta per venire e fermarti, altrimenti il gioco finisce subito.
Ad un tratto prende le cavigliere da sopra al comodino e me le allaccia; mi fa mettere alla pecorina e mi blocca prima le mani alla testata e poi i piedi alla ringhiera del letto. Mi dice di aspettare ed esce dalla camera. Quando rientra indossa un corpetto dannunziano che la stringe la vita fino a farla quasi soffocare; i suoi seni piccoli, ma duri con pietre, sono scoperti e i capezzoli rivolti all’insù dritti come chiodi. Ai piedi ha degli stivali di pelle marrone che le arrivavano ben sopra le cosce e con dei lunghi lacci di cuoio. A vederla con quei capelli neri che le scendevano lisci e fluenti mi sale di nuovo il sangue alla testa e sento il mio pene pulsare dal desiderio. Si avvicina a me, apre il cassetto del comodino, e caccia un altro pacchetto regalo.
- Aprilo!!
- Mah….
- Ahahhahaha vero, hai le mani legate. Lo faccio io per te.
Una volta aperto tira fuori uno strapon di quelli che hanno il doppio fallo, uno per lei e l’altro per il partner, io in quel caso.
- Ti piace?
- Sembra interessante ma….. lo sai usare?
- Non c’è nulla in fatto di sesso che zia non sappia fare, ricordalo!
Una volta indossato, prende il morso, mi allarga la bocca in modo quasi innaturale e lo lega dietro la mia nuca.
La vedo fare il giro intorno al letto in modo da mettersi alle mie spalle. Ho qualche difficoltà di movimento e non riesco bene a vedere ciò che sta facendo. Sento a un tratto la sua lingua inumidire il mio buchino e, dopo un po’, le sue dita che si fanno spazio dentro di me.
- Il dottorino ti ha allargata per bene vedo. Meglio, farà meno male… forse.
Dopo un po’ sento che appoggia il fallo in gomma al mio buco e, con decisione ma lentamente, lo spinge giù in fondo tenendo le sue mani appoggiate sui miei fianchi. Io inarco la schiena per il dolore, ma lei con forza mi tiene bassa per facilitare la penetrazione. Inizia un ritmo prima veloce e poi quasi improvvisamente si ferma con il fallo in gomma quasi completamente fuori di me. Con un colpo secco mi viene nuovamente dentro; la spinta è talmente forte che vado a finire con la testa contro la spalliera del letto; e di nuovo, e di nuovo, e di nuovo…. Ogni volta esce lentamente come a prendere la rincorsa, per poi rientrare con colpi sempre più forti e decisi. Oramai il dolore ha lasciato ampio spazio al piacere; mi sento in estasi e quei suoi capezzoli, che spingono sulla schiena ogni qual volta si abbassa per abbracciarmi o per toccare il mio pene, mi mandano in visibilio. Dopo circa una ventina di minuti la sento scendere dal letto, ed io provo nuovamente a girarmi per vedere dove sta, ma non vi riesco. Avverto la sua presenza in camera ma non so dov’è, quando all’improvviso sento una voce
- Hai ragione Eva, è davvero fantastica
Mi giro dal lato da cui sento provenire la voce e vedo mio zio Michele accanto a zia Eva che la tiene con un braccio intorno alla vita. Provo a gridare ma non posso a causa del morso allacciato alla mia nuca. Comincio ad agitarmi tanto che i polsi, bloccati dalle manette, mi fanno male. Mia zia si avvicina al letto e, con fare amorevole, mi accarezza il capo e mi sussurra in un orecchio
- Non ho resistito, gli ho raccontato cosa ti è successo ieri.
Io scuoto la testa e riprendo ad agitarmi, ma lei sempre con molto calma continua a parlarmi nell’orecchio
- Dai, è tuo zio, non ti farebbe mai del male, lo sai questo vero?!?!?!!! E poi se vuoi imparare bene le arti dell’amore ci serve un uomo, e lui è il meglio che possiamo trovare.
La sua voce è molto pacata e rassicurante e il mio desiderio non ancora appagato. Con una mano comincia a massaggiarmi il ventre scendendo piano piano fino al mio pene. La sua lingua si infila nel mio orecchio e il mio corpo viene attraversato da lunghi brividi. Intanto sento mio zio avvicinarsi al letto; i movimenti limitati mi rendono quasi cieca e l’udito si è fatto più sensibile. Eva continua a toccare me con una mano, e con l’altra sbottona i pantaloni di suo marito. Quando tira fuori il suo pene capisco subito quello che mi chiedevo da tanto tempo; il perché una donna di 40 anni avesse sposato un uomo di sessanta. Il suo membro, anche se ancora moscio, ha delle dimensioni spaventose. È scurissimo, forse per la poca luce che entra dalle fessure della persiana, ma a me sembra tanto il pene di un uomo di colore. Mia zia mi toglie il morso da bocca, fa salire mio zio in piedi sul letto appoggiato con la schiena alla testata e io mi ritrovo il suo pene ciondolante davanti al mio viso.
- Ora vediamo se sei stata attenta alle mie spiegazioni.
Con me legata al letto, ancora a quattro zampe così come mi aveva messa mia zia, lei prende il suo pene ancora moscio e lo alza all’altezza della mia bocca.
- Su appoggia le tue labbra alla cappella. Ecco brava, inumidiscilo un po’ con la lingua e prendilo in bocca.
Zia Eva tenendomi quel pene dritto appoggia una mano dietro la mia nuca e spinge, spinge, spinge sempre più e con decisione la mia testa verso il ventre di mio zio.
- Allarga bene la bocca
Mi sussurra nell’orecchio
- Fallo scivolare in gola
Più si va avanti e più sento il suo pene indurirsi e allungarsi nella mia bocca.
- Alza gli occhi, guardalo. Vedi come gode!!!
Mio zio ha la testa rivolta verso il soffitto e comincia ad ansimare dal piacere. Sento mi zia che tira indietro la mia testa e mi chiedo come mai ha fatto uscire il suo cazzo dalla mia bocca. Sono eccitatissima, voglio pompare quel cazzo e arrivo ad odiarla per quel gesto che non mi consente di appagare le mie voglie. Avvicina il suo viso al membro del marito e ci sputa sopra tanta di quella saliva che comincia quasi subito a colare giù. Con altrettanta rapidità spinge di nuovo la mia testa verso il suo ventre sussurrandomi
- Non perderne neppure un goccia!!!
Avverto i fremiti di mio zio sia quando lo spunto raggiunge il suo pene sia quando la mia bocca lo fa scomparire all’interno. Zia Eva ripete l’azione più volte, costringendomi ogni volta a ingoiare la sua saliva. Dopo un po’, mia zia si stende sul letto sotto di me e, mentre io continuo a pompare con la bocca avidamente il suo pene, lei gli lecca i testicoli da sotto. Dopo un po’ vedo mia zia fare un cenno al marito e lui, togliendo il suo cazzo dalla mia bocca scende dal letto. –
Perché? Lo voglio ancora Chiedo a mi zia sotto di me.
- Devi accorgerti quando un uomo sta per arrivare, altrimenti il gioco finisce troppo presto, te l’ho detto. Faccio una smorfia di disappunto e sento mio zio che risale sul letto alle mie spalle. Un suo schiaffo sulla mia natica mi fa emettere un grido
- E chi se lo aspettava che avevo un nipote così!!!
- Una nipote
Precisa mia zia
- E si chiama Virna –
Si Virna la troia!!!! ahahhahah
La sua risata rimbomba in tutta la camera. Sento le sue mani che mi afferrano per i fianchi, con una forza diversa da quando lo faceva la zia e tipica di un uomo forte e muscoloso e il suo pene appoggiarsi al buco del mio culo. Appena avverto entrale la sua cappella, già vedo le stelle. Incrocio lo sguardo di mia zia che prende il mio viso tra le sue mani accarezzandolo dolcemente. Lui prova a spingere, io ad inarcarmi ma inutilmente, è troppo forte.
- Cazzo com’è stretta!!!
Sento le sue mani afferrare con maggior forza i miei fianchi e tirare tutto il mio corpo in direzione del suo pene. Nuovamente dolore ma stavolta misto a piacere.
- Rilassa i muscoli, questo gli permetterà di entrare fino in fondo
Seguo il consiglio di mia zia, lo sento entrare ancora e comincio a chiedermi quanto sia lungo. Sono sudata e alcune gocce iniziano a colare dalla mia fronte. Mia zia ci passa una mano per asciugarle, poi avvicina le sue labbra alle mie e mi da un bacio profondo. La sua lingua, morbida e vellutata, mi distrae da quanto succede alle mie spalle tanto che mio zio, forse perché eccitato, forse perché sta perdendo la pazienza con un colpo e deciso fa scivolare tutto il suo pene enorme nel mio culo. Non so più bene dove finisce il dolore e inizia il piacere, ma il suo scoparmi con forza, decisione e velocità mi fa provare sensazioni ma provate prima. Quando penso che sono al culmine del piacere che una “donna” come me può provare, sento le mani di mia zia, ancora sotto di me, afferrare il mio pene per appoggiarlo al suo ano.
- Scopami, voglio sentire quello che stai provando anche tu. Un colpo secco di mio zio, fa si che anche il mio pene scivoli immediatamente nel culo di Eva e, per quanto lei possa essere più abituata di me, emette un gridolino che non so bene dire se è di dolore o di piacere.
- Dai troia prendilo in culo. Zio ti allarga per bene così ne potrai prendere quanti ne vuoi
La dolcezza di mia zia si mescola alla brutalità e le oscenità che pronuncia mio zio.
- Ti piace? Zoccola!! Non ti aspettavi che lo zio avesse un cazzo equino. Lo vuoi? Ti piace prenderlo nel culo, vero? Dimmi quanto ti senti puttana in questo momento!!
Non riesco a rispondere alle sue domande insistenti ma solo a pronunciare gemiti di piacere. Sento le loro voci che si uniscono alla mia in una sinfonia di ansimi e gemiti. Ogni qual volta mio zio affonda dentro di me, io per la sua spinta affondo dentro di lei. Sono come una foglia morta in balia del vento, sento che non posso opporre alcuna resistenza, anche se mi rendo conto che non lo farei, chiusa nella loro morsa.
Mi sento posseduta, usata, violentata. Sono un oggetto nelle loro mani, da usare per i loro piaceri e per dar libero sfogo alle loro fantasie. Sento che sto quasi per venire e mia zia probabilmente si accorge della cosa; fa un gesto al marito che subito si ferma uscendo da me. Per il contraccolpo anche il mio pene esce da mia zia. Mi chiedo che intenzioni hanno, ma so benissimo che lo scoprirò a distanza di poco.
Noto che mio zio si fa da parte e si mette seduto in un angolo come in attesa di qualcosa. Mi zia mi libera mani e caviglie e mi fa stendere sul letto a pancia in su. Lega di nuovo le mie mani e, con delle corde, anche le mie caviglie alla testata del letto in modo che le mie gambe ora sono alzate e ben divaricate. Un nuovo cenno allo zio lo fa alzare; ci deve essere un’intesa straordinaria tra loro, senza parlare sanno sempre cosa vogliono dirsi. Eva sale sopra di me e con la vagina mi copre il volto fino quasi a togliermi il respiro, mio zio si piazza sul letto in ginocchio pronto a penetrarmi di nuovo. Stavolta il suo pene entra con minore difficoltà, tanto che lui, rivolgendosi alla moglie, se ne esce con una delle sue
- Guarda, ora entra come se fosse di burro.
- Ne sarà contento il dottore e i suoi pazienti
- Non lo so, dopo che ci sono passato io, dubito che sentiranno più nulla. ahahhaha
“Sarà come il burro ma quando entra fa male” penso io. Si danno un bacio profondo e lui comincia a scoparmi freneticamente. Il suo membro che entra esce velocemente dal mio ano mi fa godere e comincio a dimenarmi per il piacere. Intanto mia Eva inizia a farmi un pompino massaggiando sia i mie che i suoi testicoli. Quando mio zio è al culmine del piacere mi zia lo guarda e si ripete di nuovo la loro intesa. Tira fuori il suo pene dal mio culo e inonda il mio del suo seme. “Si, mi zia gli ha proprio raccontato tutto!!!” Appena sento il suo caldo sperma sul mio pene, anche io vengo mugolando di piacere. Mi zia si abbassa e con la sua bocca raccoglie il seme di entrambi. Quando penso che oramai il gioco è finito, vedo mia zia girarsi e farmi un sorriso con le labbra chiuse. Si abbassa verso di me, con le mani apre la mia bocca e fa colare lentamente il nostro sperma dalle sue labbra.
Nel silenzio di quel pomeriggio invernale, l’unica voce che sento è quella di mio zio
- Che troie!!!!!!
Virna
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