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Un giorno speciale da trav


di Antobsxtrav
11.10.2024    |    20    |    3 8.7
"Non sono solita uscire vestita da ragazza ma vuoi l’aria primaverile o i miei ormoni a mille decisi che era il momento quindi aprii l’armadio e comincia a..."
Tutto accade in una giornata di riposo da lavoro, avevo già 22 anni e vivendo da sola per lavoro in un altra regione ero solita andare a visitare nuovi posti durante i miei giorni di riposo. Quella mattina però decisi che volevo fare un esperienza diversa dal solito “giretto” e quindi mi svegliai di buon mattino e mi preparai. Non sono solita uscire vestita da ragazza ma vuoi l’aria primaverile o i miei ormoni a mille decisi che era il momento quindi aprii l’armadio e comincia a prendere una gonna in pelle “di quelle che arrivano a metà coscia”, una felpa della vans, il mio perizoma preferito e poi mi saltarono a gli occhi un paio di calze a rete e quindi decisi di indossarle ai piedi per stare comoda misi della vans alte trucco capelli e via eccomi in macchia pronta per questa nuova avventura. Imboccai l’autostrada e come sono solita fare al primo autogrill mi fermai non pensando che ero en femme, parcheggia un po’ lontano dall’ingresso e mi incammini, sentivo mille sguardi su di me ma non gli diedi tanto peso. Entrata nella zona bar mi avvio verso la cassa, pago a mia colazione e con la coda dell’occhio noto un ragazzo che mi fissa, io allora ne approfitto e mi posiziono accanto a lui al banco, ordino il mio caffè e subito dopo sento “buongiorno signora” io educatamente rispondo “buongiorno a lei” e lui continua “dove vai di prima mattina?” E io gli spiego che era il mio giorno di riposo e che stavo andando a fare un giro, lui mi dice che era in giro per lavoro e che rappresenta una casa farmaceutica quindi viaggia spesso. Dopo un po’ di chiacchiere lui finisce la colazione e si incammina verso l’uscita, io il mio caffè lo avevo bevuto e quindi senza perder tempo mi appresto d uscire e fumare la mia solita sigaretta. Finisco di fumarla e mi incammino verso la macchina, ad un certo punto sento “signorina, signorina, mi scusi ha dimenticato l’accendino sul tavolino” era lui che veniva verso di me con l’accendino in mano, io controllando nella tasca della felpa dico “grazie sono molto sbadata, li perdo sempre” lui guardandomi mi fa “non mi sono presentato prima scusami, mi chiamo Giulio” io con un rossissimo gli rispondo “io Alissa, piacere e grazie per l’accendino” lui mi fa “ io devo uscire alla prossima ho un appuntamento e poi a pranzo sono libero, ti va se ci troviamo per pranzo? Non mi piace pranzare solo!” Io accettai subito e mi diede l’indirizzo di dove andava a pranzo, andò via ed io feci lo stesso. Ero indecisa se andare o meno però era stato così gentile e mi sarebbe dispiaciuto deluderlo dandogli buca così arrivo l’ora del pranzo e ci trovammo in questa stradina del centro dove c’erano tanti negozi e ristoranti, passeggiammo per qualche minuto e poi disse “eccoci arrivati”, era il ristorante di un piccolo hotel dove lui ogni tanto si fermava anche di notte nelle sue trasferte! Ordinammo da mangiare e lui timidamente iniziò a toccarmi col piede le gambe, io feci finta di nulla inizialmente poi mi lascia andare e mi avvicinai. Finito il pranzo mi dice “ se vuoi ho prenotato una stanza, così ci facciamo due chiacchiere e una sigaretta in tranquillità!” Io accettai, tanto sapevo dove volesse andare a parare, così ci incamminammo verso l’ascensore, la stanza era al 4 piano, entrammo e mentre salivamo sentii la sua mano toccarmi il culo, io con un tono di disappunto dissi “ ma non dovevamo fare due chiacchiere?!” Giulio disse “scusami ero troppo tentato da sentirlo nella mano” ed io risposi “ sei proprio un porco” lui con un mezzo sorriso “ eh beh non te ne eri accorta?” E sorridendo a mia volta risposi “sì ovvio sennò mica sarei venuta a pranzo.”
Arrivato in camera poggio la mia borsa sul divanetto e gli dico “vado un attimo in bagno” lui intanto andò sul terrazzo, lo raggiunsi e mentre eravamo fuori a fumare io mi sedetti accanto a lui e mi inizio ad accarezzare le gambe, io iniziai a sbrodolare dalla mia pisella mi eccitava molto come mi accarezzava e palpava, finita la sigaretta mi alzai e mi diressi verso il divano aprii la borsa e mi misi il rossetto che oramai era svanito, lui insospettito mi disse “ ma non dirmi che stai andando via? Ti ho preso un regalo, apri la mia valigetta!” Io la aprii e li dentro trovai un reggicalze e delle calze nere velate, le tirai fuori e mi disse “ ti piace? Decidi con quale vuoi tornare a casa perché se resti con quelle che hai addosso non ti prometto che resteranno intere” non volevo sentire altro io, e slaccia la gonna dicendo “ vediamo di cosa sei capace” allora lui venne verso di me e mi tolse la felpa, poi con un gesto fulmineo si calò i pantaloni e rimase in slip, iniziava a vedersi un rigonfiamento e le palle che stavano per uscire così mi inginocchiai e iniziai a bacialo dalle mutande, si ingrossava sempre di più fino al punto che stava per uscire così glie lo liberai e lo persi in mano, iniziai a segarlo e mi presi le sue bellissime palle in bocca, io ero già tutta sbrodolata dalla mia pisella lo feci sedere sul divano e iniziai un bel pompino, lentamente su e giù poi sempre più veloce ad un certo punto mi afferrò la testa me la spinse fino in fondo e mi schizzo dritto in gola, era una crema calda e densa, tre schizzi belli pieni lui gemendo mi dissi “ sei molto brava ma adesso girati, così si mise il preservativo mi strappo le calze e senza nemmeno un secondo di pausa me lo ficcò, tutto in un colpo, io gridai dal dolore ma poi dopo il terzo colpo sentivo solo piacere e lui come un toro scatenato mi stava dietro e pompava dopo quando 10 minuti io arrivo e le gambe mi cedono e finisco stesa sul letto ma lui ad ogni mio gemito pompava sempre più forte, mi ha scopata finché non mi ha riempita, altri tre schizzi caldi nel mio culo e così io arrivo di nuovo dalla mia pisella. Dopo esserci sistemati e indossato solo reggicalze e calze camminavo quasi zoppicante me l’aveva sfondata quella fichetta anale che mi ritrovo lui mi disse “sei davvero una gran maiala” allora io sorridendo gli dico “grazie e tu un vero stallone, adesso devo andare domani ho il lavoro che mi aspetta” così ci salutammo ed ogni uno per la sua strada. Conservo ancora quel reggicalze nonostante sia passato più di qualche anno da quest’avventura, ogni volta che lo metto mi sento la sua “gran maiala”
FINE
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