trans
“Niente Come Prima”

10.04.2025 |
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"Lei era in accappatoio, struccata, stanca..."
Il rumore delle chiavi nella serratura fece sussultare Matteo, anche se se lo aspettava.Era il giorno del ritorno. La moglie e i bambini erano di nuovo a casa. E lui… non era più lo stesso uomo che li aveva salutati quindici giorni prima.
Federica se n’era andata quella mattina all’alba, con le labbra ancora gonfie di baci, il corpo nudo coperto solo da un trench sottile.
“Promettimi che non ti nasconderai,” aveva detto, prima di chiudere la porta dietro di sé.
E Matteo le aveva promesso. Anche se non sapeva ancora quanto gli sarebbe costato.
Appena entrata in casa, sua moglie sentì l’odore: una fragranza leggera, femminile, sconosciuta. Dolce e penetrante. Non era il suo profumo.
Poi vide i primi indizi.
Un orecchino sul comodino.
Un capello lungo e castano sul cuscino.
Un preservativo usato, mal nascosto sotto il letto.
E, nel bagno, tracce di rossetto rosso sulla tazza del lavandino.
Lei si fermò, immobile.
“Matteo.”
Lui uscì dalla cucina, teso, pallido. Gli occhi incerti.
“Chi è stata?”
Silenzio.
“Dimmelo. Subito.”
Matteo deglutì. Guardò sua moglie negli occhi. “Si chiama Federica.”
Lei impallidì, si aggrappò allo stipite della porta. “Federica… la trans?”
Lui annuì. “Sì. Lei.”
Seguì un silenzio teso, lungo, doloroso. Poi la voce di lei, incrinata: “L’hai scopata qui? Nel nostro letto? Mentre io ero via con i tuoi figli?”
Matteo fece un passo avanti. “L’ho amata qui. Non è solo sesso. Non è solo un errore.”
Lo schiaffo arrivò secco, ma lui non si mosse.
“Sono innamorato di lei,” disse piano. “E non posso più mentire. Né a te, né a me.”
Sua moglie si voltò, senza più lacrime. “Se esci da quella porta, non tornare.”
Il portone dell’appartamento di Federica si aprì alle otto di sera.
Lei era in accappatoio, struccata, stanca. Non si aspettava di vederlo così presto.
“Cosa ci fai qui?”
Matteo entrò senza dire nulla, la baciò come se non l’avesse vista da mesi, poi appoggiò la fronte alla sua.
“Le ho detto tutto. Me ne sono andato.”
Federica restò in silenzio.
Poi sorrise. Di un sorriso lento, incredulo, vero.
“Ti rendi conto di cosa stai facendo?”
“Sì. Sto scegliendo la verità. Sto scegliendo te.”
Quella notte non fu solo sesso. Fu fame, rabbia, amore, liberazione.
Federica si lasciò spogliare lentamente, con gesti reverenti.
Il suo corpo nudo, il sesso duro tra le gambe, il respiro accelerato.
Lui si chinò e la prese in bocca, con devozione.
Poi la leccò tra le natiche, aprendola con le dita, preparandola lentamente mentre lei gemeva piano, abbandonata al piacere.
Quando la penetrò, fu con dolcezza e forza insieme, baciandole la schiena, sussurrandole all’orecchio: “Sono tuo. Davvero.”
Federica lo strinse a sé, cavalcandolo fino all’orgasmo, con il proprio sesso duro che si strofinava tra i loro corpi, eiaculando sul suo ventre mentre lui veniva dentro di lei, urlando il suo nome.
Poi rimasero lì, nudi, intrecciati, sotto il lenzuolo.
“Sei sicuro?” chiese lei.
“Sì.”
“Anche se sarà complicato?”
“Con te, anche il caos ha un senso.”
E da quella notte in poi, nulla fu più come prima.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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