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La bocciofila


di Sonjakiss
01.04.2019    |    1.027    |    6 8.0
"Gli misi così una mano sul pacco e lo massaggiai per un po', lo sentivo crescere sotto le mie mani così gli slacciai i pantaloni e lo tirai fuori, aveva na..."
Il mio racconto è ambientato alla fine degli anni 90. In quegli anni frequentavo il terzo anno di giurisprudenza e vivevo in un appartamento al primo piano a Roma est. Di fianco al mio appartamento c'era un circolo frequentato da persone di mezza età con a fianco un campetto di boccie, la finestra della mia camera da letto affacciava proprio sul campo e nelle giornate calde in cui tenevo la finestra aperta sentivo sempre gli anziani azzuffarsi per i punti contestati. In casa giravo sempre in intimo e tacchi a spillo, passavo apposta davanti alla finestra per farmi guardare dagli arzilli vecchietti, anche quando incontravo qualche amico lasciavo una fessura nella tapparella in modo che potessi essere spiata e con la coda dell'occhio vedevo spesso delle ombre dietro la finestra. Un giorno uno di loro (il più intraprendente) venne a bussare alla mia porta, io come al solito andai ad aprire in vestaglia e tacchi alti con sotto solo un perizoma e un reggiseno, mi chiese se poteva usare il mio telefono visto che il suo cellulare era scarico e doveva chiamare a casa. Lo feci accomodare e gli mostrai il telefono, ma appena gli voltai le spalle mi arrivò una pacca sul sedere, li per li restai impietrita e pansai tra me e me "hai capito che intraprendenza".Si accomodò sul divano e gli portai il telefono, poi lo lasciai solo per un momento in modo che potesse fare la telefonata, dopo un minuto mi sentii chiamare " signorina ho fatto grazie mille" , uscii allora dalla cucina e gli chiesi se avesse gradito qualcosa da bere, volle solo un bicchier d'acqua così glielo portai e mi sedetti accanto a lui sul divano, beve l'acqua dopodichè cominciò ad accarezzarmi le gambe, lo lasciai fare la cosa mi stava eccitando tantissimo.Gli misi così una mano sul pacco e lo massaggiai per un po', lo sentivo crescere sotto le mie mani così gli slacciai i pantaloni e lo tirai fuori, aveva na dotazione di tutto rispetto, il suo cazzo pulsava dal piacere e dalla voglia, iniziai una timida sega ma lui mi afferrò per la nuca e mi spinse sul suo cazzo, lo presi tutto nella mia bocca, alternando dei colpi di lingua a delle lunghe ciucciate, stava godendo lo capivo da come ansimava, infatti non tardò una copiosa sborrata che mi riempì la bocca. Lo guardai negli occhi con lo sperma che mi colava ai lati della bocca e gli sorrisi, lui era tutto rosso e sudato, gli diedi un bacio sulla bocca con ancora il sapore della sua sborra e gli sussurrai all'orecchio: "la prossima volta che si scarica il telefono ti dò pure il culetto". Si rivestì e torno dai suoi compagni di bocce, io mi affacciai alla finestra per vedere cosa avrebbe fatto, come immaginavo andò subito a vantarsi della conquista con i suoi compagni, me ne accorsi perchè li vidi confabulare e gli altri si giravano in continuazione verso di me. Il giorno dopo me ne trovai un altro davanti alla porta sempre con la solita scusa, al che io senza perdere tempo avendo già capito cosa volesse lo feci accomodare sul divano gli tolsi i pantaloni e iniziai a spompinarlo, era più resistente del suo amico e dopo il pompino volle pure scoparmi, mi mise a pecora sul divano e iniziò a stantuffare nel mio buchetto, godevo come una matta con quel cazzo dentro e penso che i miei urletti li sentissero anche dal campo di bocce, i colpi diventavano sempre più intensi fino a che lo tirò fuori sfilò il profilattico e mi riempì la schiena con il suo sperma caldo. Mi girai e lo ripulii avidamente con la bocca. Nei giorni seguenti ad uno ad uno bussarono tutti alla mia porta, e quella diventò una simpatica consuetudine, in più occasioni li invitai insieme per essere scopata in gruppo. Fino a quando non mi sono trasferita mi sono divertita molto con i frequentatori della bocciofila, avevamo anche stabilito un segnale per fargli capire quando ero libera e avevo voglia, appendevo un abito rosso davati la finestra, e vi assicuro che la prima cosa che facevano i bocciofili quando arrivavano al campo era controllare se ci fosse il vestitino rosso.
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